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Battaglia di Okinawa Da Wikipedia, lenciclopedia libera. Se riscontri problemi nella visualizzazione dei caratteri, clicca qui. Nessuna nota a piè di pagina Questa voce o sezione sullargomento guerra è priva o carente di note e riferimenti bibliografici puntuali. Sebbene vi siano una bibliografia e/o dei collegamenti esterni, manca la contestualizzazione delle fonti con note a piè di pagina o altri riferimenti precisi che indichino puntualmente la provenienza delle informazioni. Puoi migliorare questa voce citando le fonti più precisamente. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento. Battaglia di Okinawa parte del teatro del Pacifico della seconda guerra mondiale Visione area di Okinawa Visione area di Okinawa Data 1º aprile - 21 giugno 1945 Luogo Isola di Okinawa, Giappone Esito Vittoria Alleata Schieramenti Stati Uniti Stati Uniti Regno Unito Regno Unito Canada Canada Nuova Zelanda Nuova Zelanda Australia Australia Giappone Impero giapponese Comandanti Stati Uniti Simon Bolivar Buckner, Jr. † Stati Uniti Joseph W. Stilwell Stati Uniti Raymond A. Spruance Mitsuru Ushijima † Isamu Chō Effettivi 548.000 uomini[1] 1.600 navi ? aeroplani 107.000 soldati[2] 24.000 uomini militarizzati ? navi ? aeroplani Perdite 17.120 morti o dispersi 38.916 feriti 33.096 feriti non combattenti 79 navi affondate o danneggiate 763 aeroplani distrutti 66.000 morti o dispersi 17.000 feriti 7.455 prigionieri 16 navi affondate o danneggiate 7.830 aeroplani distrutti Voci di battaglie presenti su Wikipedia [mostra] V · D · M Guerra del Pacifico 1941-1945 [mostra] V · D · M Campagna delle Isole Vulcano e Ryukyu La Battaglia di Okinawa, combattuta sullomonima isola giapponese, fu il più grande assalto anfibio della guerra del Pacifico, nel corso del secondo conflitto mondiale. Gli Alleati attribuirono alla pianificazione dellassalto ed alla conseguente battaglia il nome in codice di Operazione Iceberg. Lo scontro si protrasse da marzo a giugno del 1945. La battaglia fu soprannominata in inglese Typhoon of Steel (tifone dacciaio) e tetsu no ame (鉄の雨 pioggia dacciaio) o tetsu no bōfū (鉄の暴風 impetuoso vento dacciaio) in giapponese. I soprannomi si riferiscono alla ferocia del combattimento, al volume di fuoco prodotto ed al numero di navi e veicoli corazzati alleati che assaltarono lisola. Okinawa aveva una vasta popolazione civile, che vide soccombere almeno 150.000 persone a causa della battaglia. Nessuno dei contendenti si immaginava che in tale teatro si sarebbe svolto lo scontro più importante della guerra. Gli Alleati avevano progettato lOperazione Downfall, ovvero linvasione delle isole Kyushu e Honshū. Il progetto bellico però non fu mai attuato a causa della resa del Giappone, in seguito al bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki nellagosto 1945 ed alla dichiarazione di guerra da parte dellUnione Sovietica. Indice [nascondi] 1 Le forze 1.1 Terrestri 1.2 Navali 1.2.1 Marina statunitense 1.2.2 Il British Commonwealth 2 La battaglia navale 3 La battaglia terrestre 3.1 Il nord 3.2 Il sud 4 Conseguenze 5 Voci correlate 6 Note 7 Bibliografia 8 Altri progetti 9 Collegamenti esterni Le forze[modifica | modifica sorgente] Terrestri[modifica | modifica sorgente] La campagna di terra statunitense fu diretta dalla 10ª armata, comandata dal Tenente Generale Simon Bolivar Buckner Jr.. Larmata si componeva di due corpi alle dipendenze: il 3º Corpo anfibio (1ª e 6ª Divisione marine, più la 2ª Divisione di riserva) ed il 24º Corpo (7ª, 27ª, 77ª e 96ª Divisione di fanteria). La manovra difensiva terrestre dei giapponesi fu eseguita dalla possente 32ª Armata (circa 100.000 uomini). Da principio larmata era composta dalla 9ª, 24ª e 62ª Divisione e dalla 44ª Brigata indipendente. La 9ª Divisione fu trasferita a Formosa prima dellinvasione alleata, per evitare scompiglio nei piani difensivi nipponici. La principale resistenza doveva essere condotta nel sud dal generale Mitsuru Ushijima, dal suo vice, generale Isamu Chō e dal capo di stato maggiore, maggiore Hiromichi Yahara. Yahara sosteneva una strategia difensiva, mentre Chō propendeva per una offensiva. Il nord era sottoposto al comando del generale Takehido Udo. Comprendendo che non avrebbe mai potuto difendere lintera isola, Ushijima concentrò le sue difese intorno alla sua capitale storica, Naha, ed in particolare nel castello di Shuri, una fortezza medioevale degli antichi sovrani delle Ryūkyū (che per i giapponesi era simbolo di orgoglio e della potenza della loro patria), e sugli scoscesi crinali su cui sorgeva. Ciò garantì ai giapponesi una forte linea difensiva, che poteva essere aggirata solo via mare. Per la prima volta nella guerra del Pacifico, i soldati giapponesi ebbero il tempo di realizzare notevoli fortificazioni, migliori di quelle erette a Iwo Jima ed ebbero a disposizione, inoltre, un congruo numero di carri armati e pezzi dartiglieria. Tale abbondanza di materiali, accoppiata alla disponibilità di migliaia di truppe ed allesperienza accumulata in tre anni di combattimenti contro gli USA, facevano delle difese di Okinawa le più coriacee mai affrontate prima dagli americani. Ushijima sapeva che gli Alleati non potevano essere fermati, tuttavia voleva fargli pagare a caro prezzo ogni lembo di terra conquistato. Navali[modifica | modifica sorgente] Marina statunitense[modifica | modifica sorgente] La marina USA contribuì alla mole di navi ed aeroplani impiegati nelle operazioni. La maggior parte dei caccia e dei piccoli bombardieri erano su portaerei. Diverse navi americane furono bersaglio delle nuove tattiche kamikaze giapponesi. La forza globale della flotta alleata ad Okinawa era di circa 1600 navi, che comprendevano: 40 portaerei, 18 corazzate 32 incrociatori e 200 cacciatorpediniere; qui la marina USA patì il più alto numero di caduti in tutta la guerra. Il British Commonwealth[modifica | modifica sorgente] Sebbene la battaglia terrestre sia stata condotta interamente dagli USA, la flotta britannica del Pacifico (British Pacific Fleet o BPF; nota alla marina USA come Task Force 57) fornì circa il 20% della potenza aeronavale. La flotta era unassociazione del gruppo di trasporto del British Commonwealth con navi e personale britannico, canadese, neozelandese ed australiano. La sua missione era di neutralizzare i campi daviazione giapponesi a Saishima Gunto. La battaglia navale[modifica | modifica sorgente] La BPF ebbe il compito di eliminare gli aeroporti nelle isole Sakishima, compito che eseguì dal 26 marzo al 10 aprile. Da quest’ultimo giorno lobiettivo si spostò ai campi daviazione nord orientali di Formosa. La forza si ritirò il 23 aprile nella baia di San Pedro, nelle Filippine. Dal 4 maggio 1945, la BPF tornò in azione colpendo nuovamente gli aeroporti, sia mediante bombardamenti navali che aerei. Alcuni attacchi kamikaze provocarono danni significativi, i quali provocarono però solo una breve interruzione delle operazioni della BPF. Il 25 maggio, le forze del Commonwealth ripiegarono su Guam e Manus. Forse lazione più drammatica di questa campagna avvenne lontano da Okinawa: il tentativo di attacco suicida eseguito da una forza durto navale di superficie giapponese. La corazzata Yamato ed altre unità delloperazione Ten-Go furono intercettate quasi subito dopo aver lasciato le acque della madrepatria. Sotto lattacco di circa 300 aerei provenienti dalle portaerei americane, la più grossa nave da battaglia del mondo colò a picco il 7 aprile 1945, prima che potesse raggiungere Okinawa, dove avrebbe dovuto incagliarsi e dare manforte con i suoi enormi cannoni. La battaglia terrestre[modifica | modifica sorgente] Nel corso della battaglia vennero impegnati carri lanciafiamme per stanare i difensori giapponesi La battaglia terrestre infuriò per circa 82 giorni, a partire dal 1 aprile 1945. Il nord[modifica | modifica sorgente] Le forze USA si mossero attraverso la sottile parte centro-meridionale dellisola, con relativa tranquillità rispetto agli standard della seconda guerra mondiale, conquistando subito la parte nord, poco difesa (eccetto per alcuni accaniti combattimenti a Monte Yae-dake). Gli Alleati conquistarono la base aerea di Kadena e quella di Yomitan. Lintero nord cadde il 20 aprile. Il sud[modifica | modifica sorgente] La strategia offensiva di Chō portò ad un disastroso attacco terrestre e marino, che falcidiò le truppe giapponesi a causa del superiore volume di fuoco USA. Da quel momento, Ushijima adottò le migliori tattiche del magg. Yahara. Il combattimento nel sud fu il più duro: i soldati giapponesi si erano fortificati in caverne, armati di mitragliatrici ed esplosivo; le forze USA persero molti uomini prima di bonificare la regione. Lavanzata americana fu inesorabile, ed entrambi i contendenti subirono notevoli perdite. Il 29 maggio il brigadier generale Pedro del Valle, comandante della 1ª Divisione marine, ordinò alla Compagnia A, 1º Battaglione del 5° Marines, di catturare il castello di Shuri. La conquista del maniero rappresentò un duro colpo per i giapponesi, sia psicologico che strategico, e fu una pietra miliare della campagna. Lisola capitolò il 21 giugno, nonostante alcuni giapponesi continuassero a combattere, incluso il futuro governatore della prefettura di Okinawa, Masahide Ota. Ushijima e Chō si suicidarono nelle ore conclusive della battaglia nei loro quartier generali, situati in una caverna della collina che fu detta, da quel momento, dei suicidi. Il magg. Yahara fu lufficiale più anziano a sopravvivere allo scontro; in seguito scriverà un libro intitolato La battaglia per Okinawa. Anche il generale Simon Bolivar Buckner Jr. morirà in uno degli ultimi combattimenti ucciso da un colpo di artiglieria. Conseguenze[modifica | modifica sorgente] la bandiera statunitense viene issata sul castello di Shuri, 29 maggio 1945 In alcune battaglie, come ad esempio quella di Iwo Jima, non ci furono civili coinvolti. Okinawa invece aveva un notevole numero di abitanti. Le perdite ammontano ad almeno 122.000 civili giapponesi. Gli americani ebbero circa 68.000 vittime, i cui 17.120 tra morti e dispersi, oltre il doppio delle perdite verificatesi globalmente nelle battaglie di Iwo Jima e Guadalcanal. Sono esclusi dai conteggi diverse migliaia di soldati che morirono successivamente (ferite od altre cause). Circa un terzo della popolazione civile dellisola perì nella primavera del 1945. Morirono circa 66.000 combattenti giapponesi e 7.000 furono fatti prigionieri. Alcuni soldati compirono il seppuku o semplicemente si fecero saltare in aria con granate. Alcuni civili, persuasi dalla propaganda nipponica che i soldati americani erano delle belve capaci di orribili atrocità, uccisero le proprie famiglie e si suicidarono per evitare la cattura. Intere famiglie di Okinawa si lanciarono dalle scogliere dove ora sorge il Museo della pace. Altri abitanti del luogo furono assassinati dalle truppe giapponesi per evitare la cattura o per depredarli di cibo e rifornimenti. Per ironia della sorte, questa fu la sola ed unica battaglia in cui i giapponesi si arresero a migliaia. Quando le forze USA occuparono lisola, per sfuggire alla prigionia i soldati giapponesi indossarono gli abiti civili dei locali. Questi ultimi si rivolsero allora agli americani fornendo un semplice metodo per smascherare i giapponesi: la lingua di Okinawa è detta Hogen; con gli americani al fianco, gli abitanti del luogo impartivano le direzioni alla gente in Hogen. Coloro che non capivano erano giapponesi e quindi catturati. Quattro giorni prima della fine dello scontro il generale Bolivar Buckner fu ucciso da un colpo di rimbalzo dellartiglieria giapponese mentre ispezionava le truppe al fronte, e fu lufficiale americano più alto in grado a perire in guerra. La sua scomparsa, avvenuta quasi al termine del conflitto, fu una beffa, poiché fu di Bolivar Buckner la scelta di attaccare frontalmente le difese giapponesi; scelta che costò molte vite alle forze USA, sebbene con esito vittorioso. Fu anche il suo fallimento a consentire la ritirata nipponica verso la sua seconda linea di difesa, che cagionò la carneficina nella successiva fase della battaglia, comprese le morti di migliaia di civili. Le forze USA patirono il più alto numero di vittime per reazione da stress da combattimento (circa il 48% dei casi; nellintera guerra di Corea furono circa il 30%). Il più famoso dei caduti statunitensi fu il corrispondente di guerra Ernie Pyle, che fu abbattuto da un cecchino giapponese a Iejima, unisola poco distante dalla costa nordovest di Okinawa.[3] Alcuni storici militari sono convinti che la battaglia di Okinawa spinse allutilizzo della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki (per esempio Victor Davis Hanson, autore del libro Ripples of Battle). Dopo lo scontro, gli americani occuparono Okinawa, ed allestirono un governo delle isole Ryukyu. Loccupazione dellarcipelago sarebbe durata fino al 1972, quando fu restituito al Giappone. Durante loccupazione furono costruite molte basi militari americane, molte delle quali sono ancora funzionanti. Kadena rimane una delle più imponenti base aeree dellAsia. Voci correlate[modifica | modifica sorgente] Battaglia di Peleliu Battaglia dellIsola di Wake Attacco di Pearl Harbor Note[modifica | modifica sorgente] ^ Gilbert 1989, p. 752
Posted on: Thu, 14 Nov 2013 20:03:10 +0000

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