DA UNA FINALE AD UN NUOVO INIZIO Venerdì, 18 Ottobre - TopicsExpress



          

DA UNA FINALE AD UN NUOVO INIZIO Venerdì, 18 Ottobre 2013 Mannaggia a me quanto tempo e quante cose sono successe in questo mese. Da dove comincio? Di solito quando leggo un giornale, una rivista, un articolo, non so per quale assurdo motivo, inizio a leggerlo dalla fine e poi risalgo al contrario. Con i libri no perchè sarei da ricoverare però quando mi capitano tra le mani testi più o meno brevi ho questo vizio di buttare locchio subito in fondo a piè pagina. Detta questa particolarità che mi ha sempre fatto sorridere potrei iniziare dalla fine ma sarebbe tutto più chiaro se andassi con calma e con ordine. Piuttosto, non fate come me, leggete anche voi con calma e con ordine. Dallinizio. Ennesima emozionante Squadra Nazionale (così mi piace chiamarla quando scrivo di Lei, con le iniziali maiuscole), ennesima medaglia, ennesima esperienza che ha marchiato a fuoco tanti cuori. Chi ci sta vicino deve avere un cuore enorme, un fegato particolarmente sviluppato e una fede che spesso va oltre ai limiti umani. Deve essere un po come noi che pur soffrendo si diverte un sacco! Ormai lo avranno detto tutti: gli infortuni, i vari sestetti, chi ha schiacciato da posto due e poi da posto quattro, chi è entrato e chi è uscito e chi è nuovamente rientrato, chi per poco, chi per tanto, chi con la testa, chi con i muscoli, chi con la pazienza e lesperienza, chi con la foga e la spregiudicatezza. Tutto vero per carità. Ma non basta per capire a fondo questultimo Europeo. E altrettanto vero che allenarsi in un modo per un mese e mezzo (aggiungo, inoltre, ad altissimo livello) per poi trovarsi il giorno prima, esattamente il giorno prima del debutto a Odense, con lobbligo di doversi trovare a giocare probabilmente in un modo che mai avevamo allenato non è simpatico. Anzi è proprio una gran rottura di palle. Scusate! Poi quello che è successo lo sappiamo tutti e non voglio star qui a fare la cronaca dellEuropeo, non mi piace farlo. Voglio provare solo a rivivere, attraverso le parole, le sensazioni vissute per cercare così di essere ai vostri attenti occhi il più autentico possibile. Autentico come sono state le mie emozioni. Autentiche. La parola che ho in mente in questo preciso momento è una sola e la scrivo subito: nonostante! Si, perchè siamo stati tutto nonostante tutto. Questo mi fa venire i brividi. In tutta la mia carriera, e sottolineo tutta, le manifestazioni o le annate storte sono iniziate sempre con qualche stop obbligatorio (mi viene da pensare al cartello esagonale e rosso che troviamo per le nostre strade al quale devi per forza rimettere la prima per ripartire), come ad esempio i problemi fisici allinterno del gruppo o i problemi di carattere generale il quale però andavano direttamente ad interrompere il ritmo di una squadra. Per farmi capire bene e per come lo intendo io, il ritmo è, come diceva Raf, quel battito animale che lega un gruppo in un unico movimento e che lo fa andare nelle giusta direzione. Credo che negli sport di squadra tra i vari componenti ci debba essere ritmo, chimica. Usando questa volta le parole di Alessandra Amoroso forse riesco a rendere ancora meglio lidea: dove finisci tu, comincio io. Proprio questo fa di una squadra un gruppo unito, in campo. Ecco perchè in questo senso lesperienza danese mi ha arricchito tantissimo. Quello che, prendendo in considerazione le mie passate esperienze, doveva succedere non è successo. Abbiamo conquistato una brillantissima medaglia. La verità è che si puntava al gradino più alto del podio, non lo voglio assolutamente nascondere; sapevamo di poter competere con i migliori, ora sappiamo anche di poter competere con i migliori nonostante. Partecipare ad un torneo di altissimo livello internazionale con una media di età record per il movimento italiano, sopportare qualche incidente di percorso e usare tutte le energie per pensare solo a vincere senza cercare alibi e senza nemmeno crearseli è stato un passo di grande maturità che un gruppo di persone difficilmente fa in così pochi giorni e soprattutto in giorni così delicati e colmi di tensione. Il grande insegnamento di questultima medaglia dargento consegnataci allo stadio di Copenaghen è stato proprio questo. Conquistare la finale è stato il massimo se penso alla strada che abbiamo percorso dalla prima allultima partita, la Russia quella domenica ha meritato di vincere e la convinzione che ho avvertito in quello stadio meraviglioso, ma troppo freddo per giocare a volley, alla fine della premiazione è che potevamo uscire orgogliosi e a testa altissima. Abbiamo dato davvero tutto, tutto quello che i nostri corpi e le nostre anime potevano dare in quel momento. E molto appagante sentire questa consapevolezza. Continueremo per conquistare quel metallo prezioso che ci manca e abbiamo tre anni davanti in cui le occasioni non mancheranno. Ma intanto godiamoci queste numerose medaglie che fino ad ora ci siamo conquistati mettendo in campo e in spogliatoio qualcosa in più delle schiacciate e dei muri, quel qualcosa in più che nessuno vede ma che, secondo me, tutti percepiscono quando ci guardano. E vi dirò di più, chi non riesce a percepirlo sappia che cè e basta. I pregiudizi tante volte offuscano i sensi primitivi di tutti gli essere umani. Torno a casa. Avevo tanta voglia di tornare un po a casa mia. Ero molto stanco e sapevo che presto sarei dovuto partire per la mia nuova esperienza russa. Dovevo rimettermi subito in pista ma a rimettermi in pista ci hanno pensato i problemi con il visto. Tra nuove regole doganali, ritardi tra le varie ambasciate e maledetta burocrazia arrivo a Belgorod solo l11 ottobre. Fa più caldo che in Italia. Il 16 si gioca la Supercoppa che assegna il primo trofeo stagionale. Giusto il tempo per fare un paio di allenamenti coi nuovi compagni e scendiamo in campo davanti ad un pubblico numerosissimo, e così per la prima volta nella sua storia il Lokomotiv Belgorie vince la Supercoppa dopo una partita lunga e avvincente. Che bello iniziare così. Sono qui da una settimana e limpatto è stato molto positivo ma avremo tempo per condividere modi, maniere e mentalità di questa nuova cultura che sto piano piano (in russo ciut ciut e mi fa un sacco ridere quando lo dicono) conoscendo. Linizio è sempre un caos, nuova casa, varie commissioni da fare, nuove strade (per memorizzarle vi racconterò come ho fatto, mi prenderete per matto), nuova lingua. Insomma davvero tante cose nuove, ma ripeto, ve ne parlerò prossimamente. Ora mi stendo un po, tra poco mi alleno. Ma prima un bel caffè fatto con la moca italiana, il mio primo acquisto. Pakà! Drago in diretta dalla Russia. In bocca al lupo campione, xороший отпечаток удачи
Posted on: Sat, 19 Oct 2013 17:45:20 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015