Franco Tranchina, allenatore guidatore professionista degli anni - TopicsExpress



          

Franco Tranchina, allenatore guidatore professionista degli anni d’oro dell’ippica siciliana, è morto domenica notte nella sua casa di Palermo, all’età di 54 anni, dopo che i medici dell’Ismet, l’istituto realizzato esclusivamente per le attività di trapianto e la cura delle insufficienze terminali di organi vitali e dove aveva praticamente trascorso gli ultimi mesi di vita, lo hanno dimesso convinti che la fine fosse oramai prossima e che purtroppo non c’era più niente da fare. Un viatico triste e melanconico che Franco Tranchina ha però saputo affrontare con grande dignità e con elevata forza d’animo, pensando in cuor suo, da grande sportivo qual’era, che anche questa corsa per la vita la potesse alla fine risolvere con quella tenacia e con quella determinazione che nel corso della sua carriera oltre a fruttargli successi, lo avevano indicato come “catch driver” di assoluto valore, catturando l’interesse non solo degli operatori ippici locali, ma di proprietari ed allenatori di livello nazionale. Franco Tranchina era entrato ancora ragazzino dai cancelli delle scuderie dell’ippodromo della Favorita, insieme al cugino Stefano e ad altri giovani del vicino quartiere di Resuttana Colli, divisi tra la passione del pallone e quella dei cavalli. Un hobby coltivato sotto la regia paterna, anche lui col debole per i trottatori. Non perché avesse in mente di lavorare nel mondo dei cavalli aveva abbandonato la scuola, convinto che fosse quasi indispensabile potere contare sulla cultura personale per emergere in un ambiente tanto eterogeneo come quello dei cavalli, dove oltre all’intuito ed al talento naturale, occorre disporre di un grado di istruzione adeguato a permetterti di intrattenere rapporti di cordialità con gli altri. Superato brillantemente il corso allievi nel ’77, insieme a Gianni Ruisi, Stefano Grasso, Enzo Lo Giudice, Antonino e Riccardo Lo Verso, Mario Caprio, Vincenzo Militano, Marcello Lo Giudice ed Angelo Clemente, Franco Tranchina fece presto a prendere le misure sul resto della giovanissima troupe, grazie alle spiccate capacità tecniche e ad un senso del traguardo che furono altresì rimarcate stando alle dipendenze di un professionista di grande carisma come Baldassare D’Angelo, all’epoca tra le migliori ed apprezzate fruste italiane. Il giovane Franco come solevano chiamarlo più affettuosamente gli amici, non perse tempo a salire la scala dei valori, vincendo e piazzandosi con assiduità tanto da seguire nell’estate del ’79 lo stesso D’Angelo a Cesena, dove sul giovane neo professionista palermitano puntò gli occhi Italo Fantuzzi che gli affidò la guida dei suoi pensionari con significativi successi. Un periodo assai proficuo per Franco che dalla Romagna passò al centro ippico di Prato Roseto a Formello (Roma) alla corte di Odoardo Baldi che gli affidò la guida di tutti i suoi pensionari, permettemdogli di frequentare tutte le piste centro settentrionali, un palcoscenico che Franco frequentò con disinvoltura capace com’era di dialogare con il cavallo e richidergli sempre il guizzo vincente. Green Demon , Larry Ve, Oneranda solo quelli che purtroppo ricordiamo sono stati i pezzi pregiati di quel periodo. Nel peregrinare da un ippodromo all’altro della penisola Franco Tranchinà catturò la simpatia di Athos Lombardini che gli volle affidare nell’edizione del Mediterraneo del ’95, tornato quell’anno sulla distanza dei 1600 metri, Santiago King, un elegante figlio di Diamond Way con il quale si impose alla media di 1.15.1 al km. Legato a Gianni Ruisi da profonda amicizia collaborò con lui per un certo periodo prima di legare con Ezio Serafini con il quale ebbe la possibilità salire in sediolo ai big dell’allora attrezzata scuderia del trainer trevigiano. Tra i suoi estimatori ebbe anche Alberto Rubino titolare della “Riardo” e della “Cirigliana” che lo ingaggiò con successo per la guida di molti suoi effettivi. La passerella più importante Franco l’ebbe con i colori della scuderia Oltremare e soprattutto con The Devil Boss e Dart Boss, cavalli che gli permisero di frequentare le migliori compagnie nazionali ed internazionali. Poi la malattia come un tuono a ciel sereno, chi scrive tra i primi a saperlo,in un racconto che paradossalmente si trasformò in una confessione. Ricordo che gli dissi di affidarsi a Dio e di pregare per sperare in un miracolo o quantomeno in una guarigione. Parole che Franco raccolse e fece sue con la discrezione che lo contradistingueva. Alla vigilia di qualche Natale addietro, eccolo quel miracolo che si materializza, viene scelto per il trapianto e supera brillantemente l’operazione, tornando di li a poco a rifrequentare gli amici ma soprattutto il suo ambiente, quello fatto di cavalli, di corse, di talenti da scoprire. L’ultima vittoria la sigla a Siracusa, il 25 agosto dello scorso anno con Repetita Rl, una lettera “R” alle prime armi con la quale si impone in 1.19.5. Da fine agosto il male oscuro non definitivamente debellato che torna a minacciarlo e questa volta senza quella speranza che aveva fatto gridare al miracolo, ma con il pensiero di lasciare la moglie Margherita e senza padre suo figlio Marco che da sempre era stato il sogno da realizzare della sua vita. Addio Franco riposa in pace, i veri amici non ti dimenticheranno. s.c.
Posted on: Mon, 22 Jul 2013 09:14:29 +0000

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