Il razzismo nel mondo contemporaneo Americhe - TopicsExpress



          

Il razzismo nel mondo contemporaneo Americhe Negli USA Dagli inizi a Martin Luther King Latteggiamento di discriminazione razziale su base pseudo-scientifica fu rafforzato dalle guerre indiane, per giustificare il genocidio, protratto per decenni, delle popolazioni pellerossa per sottrarre loro le terre: gli indiani non erano davvero esseri umani, e quindi nemmeno a loro si applicavano le considerazioni umanitarie. La conquista del continente americano portò ad un totale di morti indigeni che secondo le stime più recenti oscilla tra i sessanta ed i cento milioni , di cui venti milioni durante le guerre indiane nel Nord America. Queste cifre lo eleggono tristemente come il più grande genocidio nella storia dellumanità. Lefficienza dello sterminio indiano americano portò Adolf Hitler a citarlo come esempio pratico per la soluzione finale fin nella prima edizione del Mein Kampf (la mia battaglia), manuale e base ideologica dellideologia Nazionalsocialista. NellAmerica coloniale, ancor prima che la schiavitù coloniale divenisse completamente basata su basi razziali, gli schiavi di origine africana erano usati a fianco degli schiavi bianchi, di solito vincolati alla condizione servile da contratti con una scadenza determinata, in gran parte firmati per pagare le spese di trasferimento nel Nuovo Mondo. Alla scadenza di tali contratti gli europei che erano sopravvissuti recuperavano la libertà (non era previsto che i neri potessero recuperare la libertà alla scadenza di un certo periodo di tempo). A seguito di una serie di rivolte che coinvolsero questo tipo di coloni, però, negli Usa si arrivò a fare a meno degli schiavi bianchi già nel XVIII secolo, riservando la schiavitù alle persone di origine africana, che non potevano contare, a differenza dei bianchi, di solidarietà religiose e etniche da parte di componenti liberi della società bianca dominante. In questo modo, razza e condizione sociale vennero a coincidere negli Usa, in modo tale che ancor oggi negli Stati Uniti è difficile separare i due concetti. Subito dopo lindipendenza (avvenuta nel 1776) le leggi statunitensi del 1790 sulla naturalizzazione garantivano la cittadinanza solo alle persone bianche libere, il che significava generalmente che veniva concessa solo a coloro che erano di origine anglosassone. Quando la popolazione americana divenne culturalmente meno omogenea, verso gli anni 40 del XIX secolo, con laumento dellimmigrazione dallEuropa meridionale e orientale, negli USA si rese necessario chiarire chi fossero i bianchi. Nacque così una suddivisione di quelli che oggi sono chiamati «caucasici» in una gerarchia di diverse razze, stabilite scientificamente, e al cui vertice erano gli anglosassoni e i popoli nordici. Venuta meno lutilità economica dello schiavismo negli stati industrializzati del Nordamerica, il 1 gennaio 1863 il presidente repubblicano Abraham Lincoln abolì la schiavitù con la Proclamazione di Emancipazione (Emancipation Declaration). Gli stati agricoli del sud si confederarono a difesa della schiavitù dando inizio alla guerra di secessione americana. La schiavitù terminò nellintera federazione con la sconfitta del sud, infine il 18 dicembre 1865 fu ratificato il tredicesimo emendamento. Labolizione della istituzione schiavistica tuttavia rafforzò e istituzionalizzò lideologia razzista, e a partire dagli anni 1870, con laffermarsi delle teorie del cosiddetto «razzismo scientifico» moltissimi stati americani introdussero leggi discriminatorie (Black Codes e leggi di Jim Crow), tra cui il reato di miscegenation (mescolanza razziale), cioè la proibizione dei matrimoni misti e delle unioni interrazziali, ed ebbe inizio il fenomeno della segregazione razziale. Nella maggior parte degli stati segregazionisti le persone che immigravano da Portogallo, Spagna, da una piccola parte della Francia meridionale e dalla Liguria, dallItalia meridionale, dalla Grecia, dal Nord Africa e dal medio oriente, furono classificati diversamente dai «bianchi» e il termine «bianco» iniziò a identificare principalmente gli anglosassoni, i germanici e gli scandinavi. Lappartenenza alla razza bianca dei non-nordici (slavi, ecc.) era spesso messa in discussione. Ma erano soprattutto gli europei del sud, appartenenti alla presunta razza mediterranea, a sottostare alle condizioni peggiori, e in molti stati essi erano legalmente equiparati ai neri e privati, con diverse accentuazioni da stato a stato, dello status e dei diritti riservati ai soli bianchi. Persino gli irlandesi, a cui si attribuivano parziali origini mediterranee, erano oggetto di forte pregiudizio e discriminazione. Va però tenuto presente che in molti casi il preconcetto colpiva non tanto lorigine etnica, quanto la religione cattolica professata dagli immigrati papisti, verso i quali la società puritana degli Usa conservava una fortissima ostilità. Ad ogni modo, coloro che negli Usa le trovavano utili ai loro scopi accolsero e diffusero le teorie scientifiche razziste sfornate, nel XIX secolo, dagli scienziati europei per giustificare lavventura colonialista, che caratterizzò la maggior parte del XIX secolo. Con una differenza, però. Gli europei usavano lideologia razzista per conquistare e sottomettere quasi esclusivamente popolazioni non europee (e il tabù in questo senso fu tale che i francesi arrivarono - sia pure dopo infinite polemiche - a decidere che gli ebrei che abitavano lAlgeria da loro conquistata erano da considerare europei, e concessero loro la cittadinanza francese, a differenza di quanto avvenne con gli indigeni). Al contrario, il razzismo statunitense, come detto, fu usato soprattutto ai danni di popolazioni abitanti nello stesso continente. La mappa delleugenista Madison Grant nel 1916, mostra la distribuzione delle presunte razze europee. LItalia è divisa in due: al nord il territorio si compone della razza nordica e di quella alpina o celtica , al centro-sud si compone della razza mediterranea Negli Usa ebbe conseguenze storiche durature, negli anni 1920, la massiccia diffusione delle teorie delleugenista Madison Grant che saranno più tardi la principale fonte di ispirazione per le campagne di sterilizzazione forzata ed eutanasia forzata operate dal nazionalsocialismo tedesco. La campagna ideologica di Grant raggiungerà lobiettivo di fare chiudere le frontiere tra il 1921 e il 1924, e a partire dal 1924 di far restringere limmigrazione dai paesi dellest e del sud Europa, e di ostacolare quella ebraica. Questa decisione avrebbe avuto conseguenza catastrofiche durante la Shoah, nel corso della quale gli Usa respinsero caparbiamente i profughi ebrei, accogliendone per tutta la durata dellOlocausto meno della sola città cinese di Shanghai (30.000). A rendere politicamente possibile ciò fu il senatore del Massachusetts, Henry Cabot Lodge, che fu tra i più fanatici sostenitori della Immigration Restriction League, che si opponeva allimmigrazione dei popoli di razza mediterranea. Cabot Lodge trovò il modo di aggirare la resistenza di coloro i quali non volevano limitare gli ingressi esplicitamente in base alla razza proponendo un escamotage: vietare lingresso agli analfabeti e modificare le quote di ingresso, stabilendo le nuove su quelle registrate oltre trentanni prima, nel 1890. Con questa retrodatazione la quota complessiva dingresso dei mediterranei che avrebbe dovuto essere di diritto pari al 45% dei richiedenti fu ridotta a meno del 15% e tenendo conto che gli italiani erano il popolo più analfabeta dEuropa (con punte massime al sud) la quota riservata agli italiani divenne di molto più esigua. Per contro fu grandemente aumentata la quota consentita dai paesi nordici. Dopo la crisi economica del 1929, con i disordini che ne seguirono e con il diffondersi del «pericolo comunista» la strategia politica cambiò, e negli ex stati confederati del sud, si adottarono teorie meno rigide, ispirate in gran parte da quelle europee. Così negli anni 1930, quando in quegli stati era ormai divenuto impossibile continuare a mantenere un così alto numero di immigrati europei fuori dalla élite dei bianchi - con il rischio peraltro di pericolose coalizioni coi neri - i segregazionisti estesero i diritti a tutti i «caucasici», gruppo razziale che includeva anche i mediterranei, e che era suddiviso in «White Caucasian» (caucasica bianca: anglosassoni, scandinavi e germanici) e «Caucasian» (caucasica). Oggi il termine «caucasico» viene esteso ad indicare indistintamente i «bianchi», tuttavia la suddivisione in «white caucasian» e «caucasian» è ancora ufficialmente in vigore nei metodi statistici di catalogazione in uso presso le istituzioni di molti stati americani. Tutte le altre presunte razze non caucasiche invece rimasero escluse dai diritti civili per altri venti anni. Sarà negli anni 1960, a seguito delle numerose battaglie condotte dai moltissimi movimenti per i diritti civili, allinsurrezionalismo di Malcolm X e alla famosa marcia pacifica di Martin Luther King, che le leggi sulla segregazione razziale dei neri negli stati del sud verranno abolite dal governo federale, a quasi cento anni dalla loro entrata in vigore. Ciò avverrà nel 1964 con lapprovazione del Civil Rights Act e nel 1965 con il Voting Rights Act. La legislazione contro i matrimoni misti Fino ad allora, in una trentina di stati americani, erano proibiti e nulli legalmente i cosiddetti matrimoni misti[14], se uno dei contraenti era: · Alabama (Cost.,sez.102;C.1923, sez.5001-2, emend.1927,pag.219) Negro o discendente di un negro fino alla terza generazione compresa, anche se un antenato di ciascuna generazione era bianco · Arizona (R.C.1928,sez.2166;emend.Sess.L.1931Ch.17,p.27;S.S.1942,Ch.12, p.465) Negri, mongoli, indiani, indù, o membri della razza malese (nel 1942 fu soppressa la parola indiani) · Arkansas (Rev.Stat.Ch.94,sez.4) Negri e mulatti · California (Ragland,C.C.1929,sez.60,69;C.C.1937;Lake,sez.60;Stat.1933.p.561) Negri, mongoli, mulatti o membri della razza malese · Colorado (Comp.L.1921;G.S.sez.2248) Negri o mulatti · Delaware (R.C.L.1915,sez.2992;emend.della Sess.L.1921, p.578) Negro o mulatto · Florida (Cost.,art.16,sez.24;R.G.S.1920,sez.3938-41,3944,5419-23) Qualsiasi negro (persona avente 1/8 o più di sangue negro) · Georgia (C.1926,C.C.sez.2941;Supp.1930,sez.2177-79(20)) Persone di discendenza africana; tutti i negri, i mulatti, i meticci, e i loro discendenti, aventi nelle vene una accertabile traccia di sangue negro o africano, indiano occidentale o indiano asiatico; mongoli · Idaho (Comp.St.1919,sez.4596, emend.della Sess.L.1921,Ch.115,sez.I,p.291) Mongoli, negri o mulatti · Indiana (Burns,Ann.St.1926,sez.2880,9862,9863) Persone aventi 1/8 o più di sangue negro · Kentucky (Carroll,St.1922,sez.2097,2144;1928, C.156) Negro o mulatto · Louisiana (C.C.,sez.94-95;1947 Supp. a Marr. Ann.R.S.,pp.396-1102) Persone di colore; sono proibiti i matrimoni con indiani e con negri · Maryland (Bagby, Ann.C.1924, art.27,sez.358,365,445;emend.L.1935,Ch.60, p.101) Negro o persona di discendenza negra fino alla terza generazione compresa, o membro della razza malese · Mississippi (Cost.,sez.263;C.1930,sez.1103,2361) Negro o mulatto o mongolo, o persona avente 1/8 o più di sangue negro o mongolo · Missouri (R.S.1929,sez.2974,4263) Persone aventi 1/8 o più di sangue negro; mongoli · Montana (R.C.1921,sez.5700-5702) Negro o persona di sangue negro o in parte negro; persona cinese; persona giapponese · Nebraska (Comp.St.1922,sez.1491;1929;sez.42-103) Persona avente 1/8 o più di sangue negro, giapponese o cinese · Nevada (Comp.L.1929,sez.10197-98) Qualunque persona di razza etiope o negra, di razza malese o bruna, di razza mongola o gialla · North Carolina (Cost.art XIV,sez.8;Consol.St.1919,sez.2495,4340) Negro o indiano; o persona i discendenza negra o indiana fino alla terza generazione compresa · North Dakota (Comp.L.1913,sez.9582-83,9586) Negro (persona avente 1/8 o più di sangue negro) · Oklahoma (Comp.St.1921,sez.7499-7500;1931,sez.1677) Qualsiasi persona di discendenza africana · Oregon (C.1930,sez.6(902),14(840),14(841),33(102)) Qualsiasi negro, cinese, o qualsiasi persona avente 1/4 o più di sangue negro, cinese o kanaka (hawaiano), o più di 1/2 di sangue indiano · South Carolina (Cost.art.III,sez.33;C.1922,Dr.L.,sez.378;C.C.,sez.5536) Un indiano o un negro o qualsiasi mulatto, meticcio o mezzo sangue · South Dakota (Comp.L.1929,sez.128-30) Qualsiasi persona appartenente alla razza africana, coreana, malese o mongola · Tennessee (Cost.art.XI,sez.14;Thomson,Shannons C. 1917,sez.4186-87) Africani o discendenti di africani fino alla terza generazione compresa · Texas (Baldwin, St.Completo 1925, C.C., sez.4607;P.C., sez.492-94) Negro o mongolo · Utah (Comp.,L.1927,sez.2967) Negro o mongolo · Virginia (C.1930,sez.4540,4546,5087,5099a; Michie Code 1942, sez.5087) Persone di colore; aventi sangue non caucasico in misura superiore alla sedicesima parte · West Virginia (Barnes,Ann.C.1923,Ch.64,sez.I;Ch.149,sez.8) Negro · Wyoming (Comp.St.1920,sez.4972-73;R.S.1931,sez.68-118) Negri, mulatti, mongoli o malesi Nonostante tali leggi contravvenissero palesemente alle disposizioni dellarticolo I, sezione 10, della Costituzione americana, la Corte Suprema degli Stati Uniti non prese mai una decisione nei loro confronti. La questione razziale oggi Sono oggi frequenti e numerosi gli episodi di razzismo e di discriminazione contro i neri, le cui condizioni per quanto riguarda laccettazione sociale sono notevolmente migliorate rispetto a tempi più remoti, ma che economicamente continuano a soggiacere a maggiore povertà. La sproporzione tra il numero di neri detenuti nelle prigioni statunitensi e il loro numero complessivo tra la popolazione, nonché la loro più frequente condanna a morte, è da molti ritenuta un indizio del persistente razzismo nei loro confronti. Il massiccio afflusso quotidiano di immigrati illegali dal confine con il Messico ha invece ingigantito le forme di ostilità razzista contro gli ispanici latino-americani. A dimostrare quanto lideologia razzista abbia fatto presa anche a livello di cultura popolare statunitense, dove spesso ha sostituito il concetto di classe sociale nei conflitti sociali, resta ancora oggi una disponibilità per noi inusitata da parte dei cittadini statunitensi a definirsi a vicenda o addirittura autodefinirsi in termini di razza o etnicità. Un atteggiamento peraltro sanzionato dai censimenti, che chiedono espressamente ad ogni cittadino di definire la razza o etnicità a cui appartiene. La persistenza di un problema razziale negli Usa è rivelata anche dai bassissimi tassi di matrimoni misti fra bianchi e neri, che dopo un lieve aumento negli anni sessanta sono nuovamente calati. Fa eccezione la comunità latino-americana che, con i suoi tassi di meticciato relativamente elevati, dimostra di fare riferimento a un concetto di razza diverso da quelli prevalenti nella maggioranza bianca della popolazione statunitense. Un aspetto sconcertante del problema e delle implicazioni, a volte imprevedibili, è stata la segregazione delle sacche di sangue destinate alle trasfusioni, in base alla razza del donatore. Operata anche dalla Croce Rossa statunitense, fino alla seconda parte del secolo XX. Europa In Germania Per approfondire, vedi le voci Politica razziale nella Germania nazista e Shoah. Il tema del razzismo durante il governo nazionalsocialista in Germania, rivolto alla popolazione ebraica, ma anche verso molti gruppi etnici come Rom, Sinti e diverse categorie sociali (riunite sotto la definizione di Untermenschen) viene ampiamente trattato sotto la voce Olocausto.. In Italia Tra il XIX e il XX secolo A partire dallunificazione dItalia, gran parte del sistema politico e culturale italiano, influenzato dalle teorie internazionali del razzismo scientifico del positivismo e delleugenetica si orientò verso posizioni razziste e anti-meridionali (e molti studiosi meridionali sostennero a loro volta lanti-meridionalismo). Di questo clima politico e culturale furono artefici tra laltro le pubblicazioni del criminologo Cesare Lombroso (autore di saggi tendenti a dimostrare linnata natura criminale dei meridionali e per il quale lintero popolo del Mezzogiorno assume i connotati del delinquente atavico), le teorie di Giuseppe Sergi, Luigi Pigorini e Alfredo Niceforo, presidente della Società Italiana di Antropologia e della Società Italiana di Criminologia, che scriveva: «La razza maledetta, che popola tutta la Sardegna, la Sicilia e il mezzogiorno dItalia dovrebbe essere trattata ugualmente col ferro e col fuoco - dannata alla morte come le razze inferiori dellAfrica, dellAustralia, ecc.». Si ricordano inoltre, Enrico Ferri, secondo cui la minore criminalità nellItalia settentrionale derivava dallinfluenza celtica, Guglielmo Ferrero, Arcangelo Ghisleri, nonché moltissimi altri magistrati, medici, psichiatri, uomini politici, che influenzarono grandemente lopinione pubblica italiana e mondiale. Non furono posizioni isolate, al contrario era la convinzione «scientifica» della quasi totalità degli uomini di cultura europei, nonché dei ceti dominanti e dellopinione pubblica dellepoca. Già nel 1876 la tesi razzista fu pienamente avallata dalla commissione parlamentare dinchiesta sulla Sicilia che concluse: «la Sicilia savvicina forse più che qualunque altra parte dEuropa alle infuocate arene della Nubia; in Sicilia vè sangue caldo, volontà imperiosa, commozione danimo rapida e violenta». Cioè le stesse caratteristiche «psico-genetiche» che, con lo stesso identico linguaggio, i razzisti di tutto il mondo attribuivano alla cosiddetta «razza» nera. E di questo erano accusati i mediterranei: di essere «meticci», discendenti di popolazioni preistoriche di razza africana e semitica. Questo clima determinò tre cose: 1. Subito fin dallunità fu attuata una politica di tipo coloniale nei confronti del sud (spesso descritto nei giornali dellepoca come l«Africa italiana»), che ha consolidato lo stato di sottosviluppo economico e sociale dellex Regno delle Due Sicilie. 2. Il sud fu politicamente abbandonato alla criminalità poiché essa venne considerata inestirpabile, essendo intrinseca a una cultura inferiore e primitiva, frutto di un popolo che oltre ad essere «reo» di avere avuto influenze genetiche negroidi e semitiche era un popolo di «criminali nati» secondo la terminologia del Lombroso. 3. Furono trascurate le industrie e le infrastrutture del sud a favore di quelle del nord, in gran parte perché questa era la parte più ricca e sviluppata. Laccettazione già nel 1876 della teoria dellesistenza di almeno due razze in Italia, la eurasica (padana e «ariana») e la eurafricana (centro-meridionale e afro-semita), contribuì in modo determinante alla nascita di un diffuso razzismo anti-meridionale nel nord Italia e in tutto il mondo. Basandosi sulle dichiarazioni degli scienziati italiani molti Stati degli USA hanno dato luogo a forme esplicite di apartheid nei confronti dei meridionali (in particolare gli stati di Alabama, Georgia, Louisiana). Più in generale gli immigrati italiani venivano separati al loro arrivo a Ellis Island (New York) e computati in due diversi registri: razza iberica/mediterranea da una parte e razza alpina dallaltra. Divisione ufficialmente avallata dalla Commissione Dillingham del Senato degli Stati Uniti che nel 1911 ribadì la stretta correlazione degli Italiani del Sud con gli Iberici della Spagna ed i Berberi del Nord Africa. Il succitato Dictionary of Races and Peoples precisò inoltre lappartenenza etnica al Sud Italia dellintera penisola propriamente detta, compresa la Liguria (All of the people of the peninsula proper and of the islands of Sicily and Sardinia are South Italian. Even Genoa is South Italian pg. 81). La razza Hamitica, di cui gli Italiani del Sud avrebbero fatto parte, pur non essendo connessa alla razza nera, avrebbe avuto alcune tracce di sangue negroide in Nord Africa ed in alcune zone della Sicilia e della Sardegna, con rilevanza non solo nellaspetto fisico, ma anche nel carattere e nelle inclinazioni». Ai siciliani, infatti, per via della più recente commistione (nel periodo arabo) con mori e saraceni, spettava nel profondo sud americano un trattamento ancora peggiore ed erano sottoposti ad un vero e proprio apartheid economico, politico e sociale. Allepiteto «dago» riferito agli italiani in generale (forse dal nome spagnolo Diego o più probabilmente da dagger = accoltellatore) veniva loro in più anteposto laggettivo «black» (nero) per rimarcare la loro presunta «negritudine». In Louisiana prima della seconda guerra mondiale, anche se nati in America non potevano frequentare le scuole per i soli bianchi ed erano perciò obbligati a frequentare le scuole dei neri. In Alabama erano formalmente soggetti alle leggi anti-miscegenation. La loro paga era generalmente inferiore a quella degli stessi neri, inoltre erano spesso minacciati dal Ku Klux Klan e linciati per futili motivi: documenti locali affermano che gli «italiani» furono il gruppo più numeroso di vittime di linciaggio dopo i neri (e secondo quanto riportarono alcune fonti dellepoca], furono il 90% di tutti i linciati che immigravano dallEuropa). Durante il fascismo Esiste ormai una pura razza italiana. Questo enunciato non è basato sulla confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico-linguistico di popolo e di nazione ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano lItalia. Questa antica purezza di sangue è il più grande titolo di nobiltà della Nazione italiana. È tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti. » (Da La difesa della razza, direttore Telesio Interlandi, anno I, numero1, 5 agosto 1938, p. 2. Precedentemente pubblicato da Il Giornale dItalia il 15 luglio 1938 con il titolo: Il Fascismo e i problemi della razza) Il razzismo ebbe un ruolo importante nel movimento fascista se non dalla sua instaurazione al potere nel 1922, sicuramente e operativamente dal 1937 col regio decreto legge n. 880 . Essendo impossibile sostenere lorigine nordica di tutti gli italiani, per quasi tutto il ventennio il regime sostenne teorie razziste alternative, le sole che gli consentivano di sostenere lunità di tutti gli italiani. Dunque secondo litalianismo fascista la razza italiana sarebbe stata il prodotto di un processo storico-culturale, o secondo la terminologia di Julius Evola «unidentità dovuta alla comune tradizione spirituale» (la «civiltà romana») che nella retorica politica era «madre di tutte le civiltà», e che aveva avuto origine dallantico popolo romano (che secondo gli arianisti erano di stirpe nordica). Lindirizzo biologico, pur già presente, si affermò su quello culturale solo a partire dal 1936, quando fu possibile - sfruttando lalleanza con la Germania nazista - operare una nuova sintesi con la quale sostenere, in netta contraddizione con le precedenti teorie internazionali, lesistenza di ununica ipotetica «razza italiana» interamente ariana. Ciò avvenne nel volgere di pochi anni e portò nel 1938 alla promulgazione del «Manifesto della razza». In esso si sostenne che la «fisionomia razziale» di tutti gli italiani «dalle Alpi alla Sicilia» era data una volta per tutte dai Longobardi e quindi i «mediterranei» (par. 5 del Manifesto) pur avendo caratteristiche proprie sarebbero comunque stati un «gruppo sistematico minore» della razza ariana. Sottratti per decreto i meridionali dallapparentamento con le razze afro-semitiche (par. 8 del Manifesto) ebbe luogo il varo di provvedimenti, le cosiddette leggi razziali fasciste, principalmente contro le persone di origine semitica e/o di religione ebraica, ma anche contro le popolazioni delle colonie africane e contro il meticciato. Leggi che furono responsabili della parte organizzativa della deportazione e uccisione di migliaia di uomini, donne e bambini tra ebrei, zingari, e appartenenti ad altre etnie, operata durante la successiva occupazione nazista. Dal dopoguerra ad oggi Nonostante il capolinea del razzismo scientifico, rigettato come pseudoscienza subito dopo la seconda guerra mondiale, non fu modificata la mentalità formatasi in quasi un secolo di propaganda. Alla fine del novecento, al razzismo si sono aggiunti fenomeni di xenofobia, avversione e intolleranza contro diverse etnie, popoli e culture religiose, nonché intolleranze incrociate rispetto ai cittadini originari di diverse regioni italiane. In Polonia a cavallo della II guerra mondiale In Europa i nazisti riuscirono quasi a imporre un dogma mitologico, prima contro gli ebrei poi contro i polacchi, che privava tutti coloro che venivano definiti non ariani dei diritti civili e del lavoro. Questo aspetto ricalca in parte lo stesso che i polacchi applicavano precedentemente contro la popolazione ebraica.[24] Il governo polacco in esilio, il suo esercito, i suoi rappresentanti ufficiali conservarono immutati questi pregiudizi. Durante loccupazione, infatti, i polacchi aiutarono il nemico nel maltrattamento e nel massacro degli ebrei. Un polacco ebbe a dire:La fortuna è venuta a noi tramite Hitler. Egli ci sta preparando una Polonia senza Ebrei. [25] Vi furono, tuttavia, alcune nobili eccezioni. [26] Dopo la liberazione, secondo alcune fonti [27] la maggior parte della popolazione conservò unopinione positiva della repressione. Nel luglio 1946 uno spaventoso pogrom antisemitico nel villaggio polacco di Kielce costò la vita a quarantun ebrei. In Polonia persino dopo la guerra, alcuni membri della Chiesa cattolica continuarono ad avere una parte di primo piano nellincoraggiare e nel mantenere vivo lantisemitismo Africa In Sudafrica e Namibia Lapartheid o separazione in lingua afrikaans è stata la politica di segregazione razziale istituita dal governo di etnie bianche (Afrikaner e di origine inglese) del Sudafrica nel secondo dopoguerra, rimasta in vigore fino al 1994. Lapartheid fu applicato anche alla Namibia, fino al 1990 amministrata dal Sudafrica. La segregazione era applicata a tutti i non bianchi, asiatici e figli di genitori di etnie assortite compresi. Lapartheid è stato proclamato crimine internazionale da una convenzione delle Nazioni Unite, votata dallAssemblea Generale nel 1973 e entrata in vigore nel 1976, ed è stato recentemente inserito nella lista dei crimini contro lumanità perseguibili dalla Corte penale internazionale. In Ruanda La presunta questione razziale ruandese, per linformazione occidentale si rivela principalmente nel genocidio del 1994, uno dei più sanguinosi episodi della storia del XX secolo, dove vennero massacrate tra le 800.000 e 1.071.000 persone. Le vittime furono in massima parte di etnia Tutsi (Watussi); i Tutsi erano una minoranza rispetto agli Hutu, gruppo etnico maggioritario a cui facevano capo i gruppi principalmente responsabili delleccidio. I massacri non risparmiarono una larga parte di Hutu moderati. A dispetto dellatrocità del fatto, si riscontra che dal punto di vista della genetica di popolazione i due gruppi sono estremamente affini, e come nella stragrande maggioranza dei fenomeni razzisti le differenze sono principalmente di tipo sociale e culturale. (xhoomervirgilio.it)
Posted on: Sun, 01 Dec 2013 11:36:24 +0000

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