LA GRANDE BUGIA SUL PERICOLO NEI RESORT IN MAR ROSSO 19 agosto - TopicsExpress



          

LA GRANDE BUGIA SUL PERICOLO NEI RESORT IN MAR ROSSO 19 agosto 2013 Bombe, carri armati, cecchini, gas lacrimogeni… chissà quanti di questi mostruosi strumenti di tortura hanno animato le vacanze di 20.000 sfortunati italiani che sono partiti per i resort del Mar Rosso. A dire il vero, c’è da chiedersi se tutte queste cose erano semplicemente il frutto della mente perversa di molti giornalisti, annoiati e senza lavoro che, con il Parlamento chiuso, non avevano cretinate da raccontare sulle trovate geniali dei nostri autorevoli rappresentanti politici. Potrebbe anche essere che con la crisi che ha massacrato le famiglie italiane, ben pochi andavano in vacanza in Italia e i pochi che potevano hanno banalmente avuto l’ardire di investire i pochi euro messi da parte per una meritata settimana di riposo, hanno optato per il Mar Rosso, da decenni meta turistica alla portata di tutti. Ecco dunque, che la commistione dei due fattori ha creato una bomba informativa senza precedenti. L’unica bomba effettiva che gli italiani hanno avvertito distintamente. Ore di servizi televisivi, pagine intere di giornale per raccontare il “dramma” vissuto all’ombra dell’ombrellone da tanti ignari vacanzieri, che non chiedevano altro che trascorrere qualche giorno felice lontano dalle storture italiane ed europee. Evidentemente però la richiesta era troppo ardita. E anche se i poveri ospiti delle centinaia di Resort del Mar Rosso si ostinavano a spegnere i televisori e non leggere i giornali ci pensavano i parenti. - Ma che ci fate li, c’è la guerra! – oppure – Cosa aspettate a tornare a casa – . Ma i tour operator ne volevano sapere, rimborsare la vacanza o riorganizzarla per tutti costava troppo. E dunque tutti in attesa che la Farnesina si pronunciasse. Alla fine molti, almeno 10.000 mila hanno ceduto e sono tornati a casa o non sono partiti affatto. Anche perché come gran la maggior parte dei turisti rientrati ha raccontato, nei Resort ci stavano bene, ma i parenti a casa impazzivano. E chi avrebbe preferito rimanere in Egitto, in molti casi è stato obbligato a firmare una dichiarazione in cui scaricava le responsabilità del Tour Operator, quindi se ci fossero stati problemi al momento della scadenza naturale del viaggio, avrebbero dovuto provvedere loro stessi a riorganizzare il viaggio di ritorno. Dunque, tutti a casa. Musi lunghi e teste basse per la tranquillità dei tanti detrattori delle vacanze all’estero, che rimproveravano agli “avventurieri” di essere partiti per l’Egitto con il rischio che poi i viaggi di ritorno sarebbero stati a carico dei contribuenti. - Cosa si farà se poi questi incoscienti dovranno essere rimpatriati? Sarà forse a carico dei contribuenti italiani organizzare dei voli di ritorno? - Oppure i più illuminati – Gente senza contegno, che si godono il sole mentre al Cairo le persone si ammazzano – Come se i morti fossero riconducibili alla volontà o sensibilità dei vacanzieri o se fosse un segno di rispetto per i caduti lasciare l’Egitto e finire le vacanze in Italia. Certo mangiare l’anguria nella riviera Romagnola anziché in Egitto rappresenta una grande dimostrazione di cordoglio! Ovviamente non è mancato chi ha suggerito che i turisti frequentando i villaggi vacanze nei paesi musulmani finanziassero indirettamente i terroristi, soprattutto in Egitto. Peccato che i lavoratori egiziani si sono comportati con estrema professionalità. Nonostante gran parte di loro avessero le famiglie al Cairo o ad Alessandria, nessuno si è assentato dal lavoro, ha fatto polemiche o a mostrato segni d’irritazione. Tutti sempre gentili, cortesi, pronti a fare il loro lavoro senza cincischiare in chiacchiere e sterili polemiche. Chissà se qualcuno si è mai posto il dubbio che migliaia di lavoratori egiziani fanno vivere dignitosamente le loro famiglie grazie al lavoro nei resort e che invece, con questa chiusura anticipata di stagione resteranno senza lavoro. Come mai i media italiani non si sono allertati durante le sommosse in Turchia? eppure Erdogan non ha avuto certo troppo riguardo per sgombrare la folla dalle piazze di Istanbul. Turisti in mezzo ai manifestanti perché a differenza del Cairo, Istanbul è di per se meta turistica. Nessuno ha chiesto il blocco dei voli e neppure di evacuare i resort. La differenza, è che da anni la concorrenza turistica dell’Egitto fa paura a tanti, che anziché modificare l’offerta e abbassare i prezzi, preferiscono fare speculazione su pericoli inesistenti. Comunque, meglio spendere i soldi in Italia. Parole sacrosante, se non fosse che l’Italia, soprattutto per chi ha famiglie con figli, costa tantissimo; troppo per la capacità di spesa dell’Italiano medio. Pensate com’è caro il nostro Bel Paese, i ristoranti, gli alberghi, le spiagge, il divertimento, i bar, perfino i supermercati. Tutto costa tanto, troppo. Quest’anno però è vietata la crisi, vietato parlare di recessione. Il Governo, nonostante i guai deve reggere “per il bene del Paese” e bisogna anche mostrare che ci sono segni di ripresa. Ecco dunque che la crisi egiziana è cascata proprio a fagiolo. Attendere fino all’ultimo e poi riportare in patria chi stava benissimo disteso sotto il caldo sole d’Egitto. L’unica vera e innegabile conseguenza di questo battage mediatico è che migliaia d’italiani che speravano in qualche giorno di relax, hanno avuto le vacanze rovinate, nonostante i soldi spesi, così pure i loro parenti che per giorni hanno vissuto nel terrore, grazie alle cretinate trasmesse soprattutto alla televisione. Bugie su bugie. Come la drammatica manifestazione di Hurghada, dove un centinaio di egiziani, per lo più povera gente ha manifestato pacificamente per il piacere delle televisioni straniere e dopo un quarto d’ora erano tutti seduti all’ombra sorseggiando the. Ora, molti resort chiuderanno e altrettante migliaia i lavoratori finiranno disoccupati, alimentando proprio le file della protesta. Per non parlare dei tanti italiani che in Egitto hanno investito denaro nei resort, soprattutto diving e i giovani che lavorano per i tour operator che stanno perdendo il lavoro proprio per effetto delle sciocchezze letteralmente inventate dai mass media. Certo al Cairo e ad Alessandria ci sono stati tanti morti e feriti, ma riguardava solo gli egiziani. Nessuno, in alcuna maniera ha importunato i turisti all’interno dei resort e nell’aeroporto del Cairo si viaggiava in assoluta sicurezza e tranquillità. Se questi giornalisti, saccenti e amanti della verità fossero andati a raccogliere notizie sulle tante guerre che devastano il mondo nell’assoluta indifferenza dell’opinione pubblica avrebbero fatto una volta tanto il loro lavoro. Un suggerimento solo quattro nomi per parlare dell’Africa Darfur, Sudan, Nigeria, Yemen, Algeria. Ma come mai i nostri strepitosi giornalisti non si sbracciano davanti alle telecamere per parlare dei palestinesi, anche dei bambini, su cui si spara come se fossero terroristi solo perché vivono in povere capanne senza nessun diritto a un futuro migliore? Ci sono anche tanti bravi giornalisti che lavorano con dignità e coraggio, mettendo a repentaglio la loro vita, ma quelli che condizionano l’opinione pubblica sono di ben altra razza e producono ben altri risultati. 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Posted on: Tue, 20 Aug 2013 19:05:51 +0000

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