MEMORIA DI VITE PASSATE E IPNOSI REGRESSIVA Parlando con una - TopicsExpress



          

MEMORIA DI VITE PASSATE E IPNOSI REGRESSIVA Parlando con una persona che gode della mia stima e che sta compiendo un cammino rispettabilissimo di ricerca personale, mi è capitato di riflettere su alcune questioni. Devo premettere che per quanto mi riguarda ho avuto poche esperienze di rivisitazione di incarnazioni precedenti. Non solo: si è trattato di flash frammentari, straordinariamente potenti ma di portata tutto sommato contenuta. Non sono andato al di là del riconoscimento, certissimo, del fatto che gli occhi di colui “che avevo dinanzi” ero io. Non mi importa ovviamente di convincere nessuno: chi abbia vissuto tali esperienze sa di cosa sto parlando. Degli scettici, vicini e lontani, non mi curo. Oggi, la cosiddetta “scienza ufficiale” (per quel che ciò può significare con riferimento alle altrettanto cosiddette “scienze umane”) sta iniziando a fornire se non “prove”, almeno indizi degni di nota su questo tema. E tuttavia mi pongo alcuni interrogativi. Da un lato mi sento di dare un saluto di benvenuto a tali indagini: in certa misura “provano” che l’incarnazione di un essere che migra di vita in vita a scopo evolutivo non è dottrina ma una realtà “tangibile”. Da un altro mi sento costretto ad esortare alla prudenza. E’ mio convincimento personale che “l’amnesia” che accompagna ogni nuova incarnazione non sia una sorta di maledizione ma una condizione che corrisponde a un’economia divina che vuole che ad ogni incarnazione “si volti pagina”. “Voltare pagina” significa essere svincolati dal passato, qualunque esso sia (radioso o funereo... fate voi) perché si possa andare incontro alla Vita con occhi sempre nuovi. Se guardiamo attualmente a questa nostra vita non è difficile ammettere a noi stessi che il passato rappresenti un limite più che una boa alla quale ancorarsi pervicacemente: lo stesso vale per una vita distribuita su innumerevoli incarnazioni. La domanda è: tale amnesia è una maledizione o piuttosto una benedizione, una protezione, “il concretarsi” di una legge divina? Eh sì, perché siamo ben pronti ad accogliere la legge karmica.. purché soddisfi le nostre più rosee aspettative. L’Arcangelo Gabriele è il minimo che ci aspettiamo in questo senso. “Forse in una vita precedente sono stato un buddha”.. Già. Ma può essere che sia stato un feroce assassino.. E allora? E’ una esagerazione.. ma sarei in grado di sostenere il peso di tale responsabilità karmica quando a fatica sostengo il peso del karma di questa mia vita attuale, pur gravata, indubbiamente, dal peso karmico di vite precedenti che ignoro? Tanto scrivo perché temo che l’ipnosi regressiva presenti notevoli falle. Provo ad esprimermi con un esempio comprensibile. Se mi addormento con l’immagine vivida nella mia mente di un uomo o di una donna ch’io conosca, ci sono buone probabilità che in sogno questa immagine perduri in me come traccia mnestica rivestente nel sogno contenuti manifesti più o meno decifrabili. Sostituiamo al sogno l’ipnosi regressiva: in questo sta l’esempio. C’è un’aggravante. Il terapeuta è consapevole di ciò che sta realmente accadendo? Seconda falla. Falla non da poco perché qui si insinua il fantomatico “channelling”. In definitiva e per concludere, sono propenso a credere che l’eventuale ricordo di vite precedenti debba essere la risultante spontanea di una vita presentemente vissuta.. perché possa avere un significato pregnante, funzionale e “reale”. Poi, come è giusto che sia, ognuno percorra le vie della vita in assoluta libertà. Gianluca
Posted on: Fri, 13 Sep 2013 15:24:41 +0000

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