Per chi lavora di notte proteine a cena e carboidrati a fine - TopicsExpress



          

Per chi lavora di notte proteine a cena e carboidrati a fine turno! La dieta utile a chi vive «sfasato». Gli orari poco naturali favorirebbero di per sé il sovrappeso. Se siete anche voi fra quel 15-20% di italiani (dati Eurispes) che lavora a rotazione ad orari diversi - i cosiddetti ”turnisti” - forse vi sarete chiesti quando e che cosa sia meglio mangiare per voi che avete orari così strani. Che sia importante domandarselo lo conferma uno studio italiano recentemente pubblicato su PLOS one. Ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche e dell’Università Carlo Bo di Urbino, dopo aver analizzato i dati di più di 300 lavoratori maschi (circa 2/3 diurni e 1/3 turnisti), età 35-54 anni, hanno osservato che, rispetto ai lavoratori diurni e a parità di altri fattori di rischio, i turnisti presentano una frequenza di sovrappeso significativamente più elevata. In altre parole: lavorare a turni rappresenterebbe di per sé un fattore di rischio per il sovrappeso, indipendentemente dalla qualità della dieta, dal praticare o meno attività fisica e anche dalle malattie pregresse. Ma perché? BIORITMI - «La possibile spiegazione, ancora oggetto di studio - dice Emilia Prospero, professore di Igiene e Medicina preventiva alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche - è un’alterazione dei bioritmi circadiani, quelli che regolano il nostro organismo in armonia con i cicli luce/buio. Si è visto, per esempio, che lavorare di notte induce un’assunzione di cibo più disordinata e irregolare. Sappiamo, inoltre, che anche il metabolismo corporeo è regolato in modo circadiano, ovvero che non è lo stesso di notte e di giorno. E il lavoro a turni, determinando un generale sfasamento tra il bioritmo e i vari cicli ormonali, ha conseguenze metaboliche negative: è stato dimostrato, infatti, che mangiare un pasto di notte fa aumentare il livello di grassi e i valori della glicemia più di quanto faccia lo stesso pasto consumato di giorno». «E con il tempo - prosegue Prospero - queste condizioni favoriscono l’aumento di massa corporea». I RISCHI - Quali consigli alimentari si possono dare, allora, ai turnisti, in particolare a chi lavora di notte? «Il primo consiglio è cercare di mangiare in orari il più possibile prossimi a quelli “normali”, preparandosi a casa un pasto equilibrato da consumare prima del turno di lavoro e limitando, invece, gli apporti energetici fra la mezzanotte e le 6 del mattino - suggerisce Pamela Barbadoro, ricercatore di Igiene e Medicina preventiva, nonché coautrice dello studio citato -. Come emerso anche da altre ricerche, i lavoratori turnisti potrebbero essere più esposti al rischio di diabete di tipo 2, di disturbi cardiovascolari, gastrointestinali e ad altri di natura cronica: per loro, quindi, un’alimentazione sana, cioè ben distribuita nella giornata e basata su cereali integrali, verdura, frutta, carni magre, pesci, latticini a ridotto contenuto di grassi e moderate quantità di grassi “buoni” (olio extravergine d’oliva), è ancora più importante». IL SONNO - Ma forse ancora più importante è il sonno. «È assodato che un sonno sufficientemente lungo e ristoratore è fondamentale per la salute - aggiunge infatti Giuseppe Fatati, presidente Fondazione Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica -. Al contrario, un sonno breve o disturbato può avere una serie di ripercussioni negative, in primo luogo sui meccanismi fisiologici che regolano il bilancio energetico (per esempio, si riducono i livelli di leptina, ormone che riduce l’appetito, e aumentano quelli di grelina, con effetto opposto) e sulla capacità dell’organismo di utilizzare il glucosio (una condizione che aumenta il rischio di diabete di tipo 2). Perciò, per i lavoratori notturni è fondamentale “recuperare” le ore di sonno». SPUNTINO - Qualche suggerimento? «Un consiglio - riprende Fatati - è quello di coricarsi non appena tornati a casa (evitando di “tirare” fino a dopo pranzo), in una stanza al buio e il più possibile silenziosa. Questo facilita la ri-sincronizzazione del ritmo sonno/veglia con quello luce/buio. Anche l’alimentazione può aiutare il sonno ristoratore: un leggero spuntino, a base di carboidrati, prima di coricarsi può favorire il rilassamento, evitando anche risvegli per fame. È consigliabile inoltre non eccedere, durante il turno di lavoro, con le bevande eccitanti, come il caffè, che potrebbero interferire con il successivo riposo. Non va dimenticato, infine, il fondamentale ruolo dell’attività fisica: chi fa il turno di notte deve praticarla solo dopo un adeguato riposo, quindi nel pomeriggio, e si deve dedicare a un’attività fisica aerobica o almeno non di forte intensità, per evitare che si trasformi in uno stress aggiuntivo». Carla Favaro, il Corriere.it
Posted on: Sun, 06 Oct 2013 12:59:40 +0000

Recently Viewed Topics




© 2015