di Piergiorgio Odifreddi La calda estate Egiziana E’ sempre una - TopicsExpress



          

di Piergiorgio Odifreddi La calda estate Egiziana E’ sempre una magra soddisfazione accorgersi di aver previsto sciagure, alla maniera di Cassandra. Ma dopo i fatti di questi giorni in Egitto, non si può dire che non l’avevamo previsto. Già il 7 luglio avevamo infatti scritto, su questo stesso blog: “Le elezioni e la democrazia sono esaltanti e sacrosante, fino a quando non portano al potere la gente che non ci piace: ad esempio, i Fratelli Musulmani. Allora, oggi in Egitto come ieri (nel 1991) in Algeria, diventa democratico dimenticarsi della democrazia e inneggiare al colpo di stato militare”. In particolare, ci eravamo domandati come avesse potuto, un premio Nobel per la pace come El Baradei, schierarsi dalla parte dei golpisti egiziani e offrire loro i suoi servizi: allora, come candidato potenziale alla presidenza del Consiglio, e in seguito, come vicepresidente attuale della Repubblica. Una carica dalla quale si è dimesso dopo i fatti di questi giorni, in omaggio al tentennante comportamento che ha seguito fin dai tempi della sua presidenza dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica, in particolare riguardo alle ispezioni in Iraq prima della pretestuosa invasione statunitense. A proposito di Stati Uniti, l’altro grande finto tonto della situazione è il presidente Obama, pure lui premio Nobel per la pace, e pure lui accortosi solo oggi che i militari golpisti sono militari golpisti. E che dunque si comportano con la popolazione alla stessa stregua degli altri militari golpisti che gli Stati Uniti hanno spalleggiato, nel corso della loro democratica storia: da Somoza a Van Thieu, da Pinochet a Videla. Quanto all’Italia, la reazione governativa al massacro di agosto è stata a dir poco patetica. Preoccupato soprattutto degli affari delle agenzie di viaggio e delle vacanze dei turisti, il ministero degli Esteri si è premurato di assicurare che i resort a capitale straniero in terra egiziana non erano a rischio, e che dunque si poteva procedere col “business and holidays as usual”. D’altronde, i resort sono per loro natura zone extraterritoriali, nelle quali poter sfruttare le risorse di un paese senza doversi mescolare con la sua popolazione, eccezion fatta per gli “zio Tom” che ci lavorano. E mentre nei resort i turisti prendono il sole e aspettano la fine delle vacanze, al Cairo e nel resto del paese la gente prende pallottole e aspetta la guerra civile, grazie ai militari golpisti e ai premi Nobel per la pace.
Posted on: Sat, 17 Aug 2013 14:07:25 +0000

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