- Domani al via le finali Wta - Scatta il Masters WTA e non cè - TopicsExpress



          

- Domani al via le finali Wta - Scatta il Masters WTA e non cè un gran clamore. In effetti, il tennis femminile non ha offerto grosse rivalità nel 2013. Soltanto Victoria Azarenka si è avvicinata al super-rendimento di Serena Williams, battendola in paio di occasioni, ma i risultati nei tornei asiatici hanno raffreddato l’entusiasmo attorno a Vika. Lei ha ammesso di essere arrivata piuttosto scarica a Tokyo e Pechino, mentre a Istanbul si è detta piuttosto ottimista. L’americana è l’unica che può disinteressarsi dei sorteggi: se sta bene, vince. A prescindere. E’ una grande banalità, la ripetiamo da anni, ma se è vero…Serena ha giocato 77 partite nel 2013, vincendone 73. Ha già vinto i WTA Championships in tre occasioni: dovesse fare il poker, eguaglierebbe Chris Evert e si porterebbe alle spalle di Martina Navratilova e Steffi Graf. Difficile che non si presenti al meglio. Dopo lo Us Open, ha giocato soltanto a Pechino e ha vinto in scioltezza. Farà il suo esordio contro Angelique Kerber, ammessa solo grazie al forfait della Sharapova. Dovrebbe essere una passeggiata, così come il match contro Agnieszka Radwanska (battuta otto volte su otto). Sulla carta, potrebbe crearle qualche problema Petra Kvitova, vincitrice nel 2011. La ceca è l’unica che può fare match pari, almeno sul piano della potenza. . Nel Gruppo Bianco ci sono Victoria Azarenka, Na Li, Jelena Jankovic e Sara Errani. Favorita la bielorussa, che non sarà al top ma non potrà neanche essere il fantasma visto in oriente. Esordirà contro la Errani nel match inaugurale, poi parte favorita contro la Jankovic ma potrebbe incontrare qualche difficoltà contro Na Li. La cinese potrebbe essere il terzo incomodo. Tra le donne si gioca poco indoor, ma il suo tennis pulito e geometrico ben si adatta alle condizioni di Istanbul. Inoltre il sorteggio le ha dato una mano: non ha mai perso un set contro la Errani, è avanti 5-4 sulla Jankovic (sua avversaria nel primo match) e ha battuto per quattro volte la Azarenka, anche se l’ultimo successo è piuttosto datato. Si tratta dell’ultima edizione a Istanbul, nonché l’ultima con la vecchia formula. Dall’anno prossimo, anche il Masters di doppio sarà esteso da 4 a 8 coppie e avrà una formula identica al singolare. La durata sarà estesa da 6 a 8 giorni, ricalcando in tutto e per tutto il Masters maschile. Chissà se sarà un successo. Cè poi la nostra Sara Errani. Qualificandosi per il secondo anno di fila, la romagnola ha realizzato un’impresa storica. In realtà, ce l’avevano fatta anche Raffaella Reggi e Silvia Farina, ma erano altri tempi. Al torneo accedevano le prime 16, quindi era molto più facile. La Errani si è qualificata in virtù dell’ottima prima parte di stagione, in cui ha addirittura migliorato il rendimento del 2012. Poi si è bloccata, vittima di qualche turba emotiva e anche di un problemino fisico rilevato solo qualche settimana fa: le hanno trovato una lieve forma di anemia. Ma Sara dice di essersi ripresa, e in effetti a Pechino l’abbiamo vista discretamente. Tuttavia, non c’è dubbio che sulla carta sia la più debole del lotto. “Sarita” sembra destinata al ruolo di vittima sacrificale, ma forse è meglio così. Scenderà in campo tranquilla, e tutto sommato ha buoni ricordi del Sinan Erdem Dome, poiché l’anno scorso sfiorò una clamorosa semifinale. La Errani (al pari della Kerber) ha fatto buone cose in questo torneo e potrebbe essere favorita dalla condizione mentale. Saremmo sorpresi se vincesse anche un solo match, ma nel tennis non si sa mai. E la storia del Masters WTA insegna che certe imprese non sono impossibili. FINALE FED CUP ITALIA vs RUSSIA -12 GIORNI - La Russia continua a perdere pezzi - Che sia la volta buona? La figuraccia che stanno facendo WTA e ITF per la tragica concomitanza della prossima settimana, quando si giocheranno in contemporanea la finale di Fed Cup e il Masters B di Sofia, potrebbe finalmente convincerle a trovare un accordo. In realtà, sta vincendo la WTA. Con l’annuncio di Anastasia Pavlyuchenkova salgono a quattro le giocatrici russe che hanno rinunciato alla Fed Cup: tre di loro (ci sono anche Maria Kirilenko ed Elena Vesnina), lo faranno per giocare a Sofia, dove sono in palio punti e dollari facili. Basterà mettere piede in campo per intascare 35.000 dollari, mentre in Fed Cup non prendono un rublo. E l’amor patrio vale fino a un certo punto, soprattutto quando hai già vinto la competizione in sei occasioni. Fossimo nell’ITF, ci faremmo qualche domanda. Com’è possibile che un torneo nato appena tre anni fa (quella del 2013 sarà la quarta edizione) possa avere più appeal di un campionato del mondo che oggi compie 50 anni? La Fed Cup ha cambiato formula un mucchio di volte. Per anni si è giocata in sede unica, racchiusa in una settimana (lo stesso format che molti vorrebbero per la Coppa Davis), poi hanno istituito le final four, infine hanno trovato una soluzione piuttosto simile alla Davis, sia pure con meno squadre nel World Group e una formula limitata a due giorni. Ma funziona davvero? Così così. Pur avendo una storia piuttosto lunga, la Fed Cup non è riuscita a crearsi il fascino della Davis, che continua ad accendere la fantasia degli appassionati nonostante i segni del tempo siano sempre più evidenti. Se davvero la Russia dovesse presentarsi a Cagliari con la terza squadra (lo scopriremo ufficialmente mercoledì), sarebbe uno dei punti più bassi della competizione. Passino i forfait per i turni precedenti, ma abbandonare una finale mondiale, peraltro dopo aver contribuito a conquistarla, è clamoroso. I giornali potrebbero nutrirsi della storia di Alisa Kleybanova, l’unica ad aver dato disponibilità totale, risalita al numero 186 WTA dopo il buon torneo a Mosca. Alisa ha ripreso a giocare solo a maggio dopo una lunga sofferenza per aver contratto il Linfoma di Hodgkin, un tumore che l’ha costretta a sottoporsi a un ciclo di chemioterapia. In effetti, un suo ritorno in Italia avrebbe un qualcosa di romantico. Ma se i cantastorie troverebbero soddisfazione, diventa difficile dare credito a una competizione così trascurata da giocatrici e mezzi di comunicazione. Qualcuno ha scritto che, nei media esteri, la finale di Fed Cup trova lo stesso riscontro che un successo di Asiago nel campionato di hockey su ghiaccio. Ovviamente è una provocazione, ma in effetti c’è qualcosa che non funziona. E allora che fare? Si potrebbe ipotizzare di tornare a un maxi-evento in sede unica, con un buon gruzzolo di punti WTA in palio. Per la Davis sarebbe un salto nel vuoto, ma per la Fed Cup potrebbe essere un tentativo di rilancio. L’ITF ha cercato di dare “grandezza” alla competizione, cercando di farla somigliare alla Davis. L’obiettivo è sostanzialmente fallito. E allora, per ridarle ossigeno e vigore, sarebbe opportuno cercare strade alternative. In tutto questo, siamo convinti che l’Italia avrebbe soltanto da guadagnarci. Ad oggi (con qualche ragione) si può dire che i successi dell’Italia abbiano un peso netto inferiore rispetto a quanto si vorrebbe far credere. Dei tanti successi azzurri negli ultimi sette anni, non ce n’è uno che si ricordi come “epico”. Forse soltanto i due successi fuori casa contro la Francia (soprattutto il primo) hanno un peso storico. Le tre finali vinte non hanno esaltato, ma soltanto certificato l’unità e la compattezza del nostro team. Siamo convinti che l’Italia sarebbe protagonista anche con una formula diversa e più competitiva. E allora si che si potrebbero glorificare eventuali successi. Pensate a una finale contro gli Stati Uniti di Serena Williams e Sloane Stephens o la Russia di Sharapova e una qualsiasi delle altre big. In un torneo a sede unica ci sarebbe un interesse globale e non solo limitato alle due nazioni come, temiamo, rischia di essere il weekend del Tennis Club Cagliari. - Finali tornei della scorsa settimana - Stoccolma: Dimitrov 2-1 Ferrer Vienna: Haas 2-1 Haase Mosca: Gasquet 2-1 Kukushin Mosca (WTA) : Halep 2-0 Stosur Lussemburgo: Wozniacki 2-0 Beck -Ti99 -
Posted on: Mon, 21 Oct 2013 19:44:04 +0000

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