3 Compagnie di danza Contemporanea in una Sera. Confermandosi - TopicsExpress



          

3 Compagnie di danza Contemporanea in una Sera. Confermandosi osservatorio privilegiato dei nuovi linguaggi della scena, la rassegna Stazioni di Emergenza, dedica particolare attenzione alla danza ed al teatro-danza attraverso 3 ulteriori spettacoli, di cui verranno offerti estratti da trentacinque minuti. Partecipa al confronto tra diverse pratiche estetiche d’avanguardia! 8root LABBRA BLU di e con Adriano Mainolfi direttore del suono e della luce Fabrizio Dottori scenografie Paola Castrigano Note di regia Una Donna: i suoi oggetti le sue fantasie i suoi ricordi le sue azioni il suo viversi “il suo uomo”. E’ un’indagine sulla violenza che subisce una donna alle prese con l’innamoramento di quello che sarà il suo carnefice È l’entrare nella camera da letto di una persona, essere proiettati nel suo passato, nel suo futuro, che combaciano nel presente. Questo presente, in cui una donna ha scelto di viversi per quello che realmente è, per ciò che realmente sente, in tutto ciò che il suo corpo la sua mente e la sua anima le trasmettono. No c’è un giusto o uno sbagliato in essa, c’è un “essere”. Le sue esperienze, le sue scelte, il suo vissuto, sono vortici in cui l’amore è la radice portante, un amore consenziente davanti anche le violenze del suo partner. Tutti i suoi attimi, sono una serie di fotogrammi, di quadri che si incontrano in una verità : c’è una donna e la sua confessione… (Adriano Mainolfi) PULS(T)AZIONI Il percorso che ci siamo proposti di realizzare ha aderito al desiderio di affrontare il tema della trasformazione, del desiderio di modificarsi per arrivare a quella forma ultima (interiore ed esteriore) che si potrebbe riassumere nel concetto di realizzazione di sè. Una realizzazione personale che si mescola e si influenza reciprocamente col nucleo più ampio che la contiene, ovvero la propria cultura, la storia che ci appartiene, e le circostanze con le quali abitiamo quotidianamente. E sotto linfluenza di questo concetto che ci siamo avvicinati ad un personaggio che in qualche modo si può considerare rappresentativo di questo desiderio e coraggio di cambiare e vedersi trasformati. Si tratta di Giò Stajano, il primo omosessuale dichiarato in Italia, icona gay degli anni 50 e di quella Dolce Vita che Fellini ha catturato nella sua pellicola. La sua vita, che è un susseguirsi irriverente di aneddoti, offre lo spaccato di unItalia che, tra la fine della guerra e i giorni nostri, si vede profondamente modificata e rinnovata, senza quasi avere la coscienza e il tempo di rendersi conto delle trasformazioni avvenute. Quasi automatico è stato il desiderio di trovare un parallelismo tra il contenuto e il contenitore, tra i singoli individui e la società, tra il bisogno di ricercare la propria forma personale inscrivendosi però in quella forma indistinta, e anchessa in mutazione, che è la società. Giò Stajano è stata una persona capace di approfittare di ogni condizione che la vita gli ha (anzi, le ha) messo di fronte, nel bene e nel male. Ha altrettanto approfittato del suo corpo e della sua interiorità, così da renderli lopera darte stessa della sua vita. Ha avuto lacume di cavalcare londa degli splendidi anni 50 in una Roma concentrata nei flash scattati dentro i bar di via Veneto, ma ha avuto anche il coraggio e la sfrontatezza di stare sempre un passo avanti agli altri arrischiandosi ad inventare (ed inventarsi) quella che poi sarebbe diventata unicona scomoda, ma pur sempre unicona di quegli anni che non osavano ancora manifestarsi per quello che erano; forse non erano ancora pronti al cambiamento, Giò Stajano lo è stato per loro. Il fatto che sia unicona del transessualismo è solo unespediente in più per indagare il concetto di cambiamento e trasformazione di sè, ma se la nostra attenzione si è focalizzata su questo concetto è proprio perché è un qualcosa che ci riguarda tutti, sia singolarmente, sia storicamente che culturalmente. Come una matrioska la Storia è fatta di tante piccole storie, alcune la incidono di più, altre meno, ma ogni singola vita, per sua natura genera il cambiamento, la vita stessa è cambiamento e trasformazione costanti. Can Bagnato ToTaLab MBE danza da camera regia e coreografie Eugenio Di Vito con Sara Di Salvo Valentina Musolino Valeria Pediglieri Emanuela Vitale supervisione teatrale, luci Emanuele Avallone MBE è uno spettacolo sospeso tra canti e balli popolari, modi contadini, sacralità e ironia, gestualità quotidiana e danza contemporanea. Un percorso narrativo/emotivo che si sposta da una certa leggerezza del vivere quotidiano al senso più denso di una ritualità collettiva, ineluttabile e incalzante. Lutilizzo della voce in relazione alla danza apre un immaginario di suoni arcaici e nuove lingue; suoni scomposti, disordinati ed esplosivi, suoni armoniosi ed organizzati, canti armonici e rituali.
Posted on: Wed, 23 Oct 2013 13:39:10 +0000

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