“A distanza di anni, quello che ricordo dei libri che ho letto - TopicsExpress



          

“A distanza di anni, quello che ricordo dei libri che ho letto è raramente il finale. Anzi, dimentico in fretta soprattutto le ultime righe dei miei romanzi preferiti. Come in molte circostanze della vita, la conclusione mi interessa fino ad un certo punto. Se durante una partita a carte, una telefonata, una notte d’amore, una giornata di studio o di un film visto al cinema, accade qualcosa capace di conquistarmi, lo registro indelebilmente in più cassetti della memoria. Quanto agli ultimi attimi di ogni evento, li cancello senza neppure volerlo. Sono del parere che le frasi importanti, i gesti degni di nota, le riflessioni da sottolineare e le espressioni del volto irripetibili si trovino sempre “in medias res”, come le fotografie più suggestive abbelliscono le pagine centrali degli album di viaggi, di anniversari e di rimpatriate. Il modo in cui le cose hanno termine è spesso casuale, involontario, imperfetto. Non è nell’ultimo respiro che si condensa il significato dell’esistenza, né di tutto ciò che essa comprende. E’ nascosto fra innumerevoli altri dettagli che si va ad accoccolare il mistero delle cose, beffardo e commovente come nessun epilogo preparato ad arte potrebbe mai essere. Ecco perché, quando il mistero non è presente, in un libro mal scritto come in altre realtà quotidiane malconce, l’unica possibilità che si ha per non cadere nell’oblio è costruire una conclusione ad effetto. Ecco perché, personalmente, diffido sempre di questo espediente: i romanzi e le situazioni ai quali consento di corteggiarmi con la voluttà maggiore sono quelli del cui finale, l’indomani, rammento già poco o niente. D’altra parte, nessuno aspetterebbe di arrivare all’ultimo stralcio di un’opera, di una relazione o di una giornata per rivelare quanto di più prezioso custodisce, tant’è vero che nemmeno il tramonto arriva a mezzanotte.”
Posted on: Sun, 29 Sep 2013 12:43:43 +0000

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