“Abbiamo assistito con amarezza agli ultimi giorni di teatrino - TopicsExpress



          

“Abbiamo assistito con amarezza agli ultimi giorni di teatrino della politica italiana. Con amarezza, ma purtroppo non con stupore. Eppure, non ci consola il poter dire, oggi, “Ve l’avevamo detto”. Perché in cuor nostro non abbiamo mai tifato contro questo governo, come mai potremmo tifare contro l’interesse dell’Italia e degli italiani. Abbiamo piuttosto cercato più volte di ammonire questa bizzarra maggioranza sulla impossibilità di un governo siffatto di dare risposte credibili per i bisogni della Nazione. Certo, questo è un Governo come quello che lo precede, che gode di particolare considerazione presso alcuni circoli finanziari e presso alcune consorterie europee, ma questo non è necessariamente confortante per il popolo italiano. Sarebbe stato meglio se il governo Monti e il governo Letta avessero avuto la fama di essere governi che difendono l’interesse nazionale e non governi filo tedeschi, filo Bruxelles, quando non addirittura filo Bilderberg. Perché mentre il governo Letta si affanna a cercare il plauso dell’Unione Europea, mentre il governo Letta si affanna a cercare il plauso particolarmente della Germania, la Merkel se ne frega del plauso dell’Italia e si preoccupa di difendere gli interessi del popolo tedesco. Infatti viene votata a stragrande maggioranza e rieletta. E lo dico perché spero che almeno questa volta, presidente Letta, aspetterà di raccogliere la fiducia di entrambi i rami del Parlamento prima di recarsi in Germania a omaggiare la Merkel, differentemente da quello che è accaduto l’ultima volta quando era già a Berlino ancor prima di prendere la fiducia di una delle due Camere del Parlamento che dovrebbe rappresentare con il suo governo. In questi mesi di opposizione, che noi non abbiamo mai condotto in maniera distruttiva, al suo Governo ci siamo sentiti dire spesso che eravamo oltranzisti, irresponsabili, nemici del bene comune. E io continuo a farmi una domanda: ma gli amici del bene comune quali sono? Sono quelli che hanno dato vita al fallimentare governo Monti e che poi stanno dando vita e sostengono l’attuale governo? Lo vogliamo ricordare il paradosso per cui tutto quello che questa maggioranza ha fatto negli ultimi cinque mesi è stato mettere una pezza a quello che la stessa identica maggioranza aveva votato con il governo Monti? L’IMU, la Tares, gli esodati. Fate e disfate tutto da soli. E’ questa la responsabilità? Fare e disfare tutto da soli mentre l’Italia va a rotoli come una moderna Penelope? Se questa è la responsabilità, non ci interessa essere responsabili. E per carità, finiamola anche con questa farsa della Governabilità. Perché non è governabilità mettere delle persone sedute su una poltrona che di risposte ai problemi della Nazione non possono darne. La governabilità è un’altra cosa. La governabilità è costruire le condizioni perché ci sia un governo capace di decidere e di dare all’Italia le risposte coraggiose delle quali l’Italia ha bisogno. La governabilità significa costruire i presupposti perché ci siano delle maggioranze parlamentari coese a loro volta sorrette da maggioranze popolari. Questa è la governabilità, non gli inciuci, i compromessi, i giochi di palazzo. E volete dire davvero che in queste condizioni state governando? Ma avete governato nell’ultima settimana? Perché a noi pare che non si sia governato nell’ultima settimana. Non si governa perché c’è fisicamente un governo, si governa se si riescono a dare delle risposte. Vede presidente Letta, non mi convince neanche il suo parallelo in tema di stabilità, perché quando lei fa riferimento ai primi governi della storia repubblicana, se davvero il metro di giudizio per valutare un governo fosse la permanenza di chi lo guida, dovrei segnalare sommessamente che prima dell’avvento della Repubblica c’è stato un governo ancora più stabile ma non mi pare che se ne abbia un giudizio positivo. Ma allora di che stiamo parlando? Penso che il grande tema sia che, è come se in questa Aula e in generale nella politica italiana, non ci fossero più visioni, idee, slanci a sostenere le scelte che si fanno. È tutta tattica. Anche oggi vediamo tante diverse posizioni nei vari partiti politici. Ma è sempre tattica, è un gioco di posizionamento. Non c’è più la capacità di difendere un sistema di valori sulla base del quale fondare le proprie scelte. Pd e PdL scelgono di provare a sopravvivere loro, se necessario facendolo sulla pelle degli italiani. Questo è il tema. È stato il tema di questi ultimi cinque mesi: una campagna elettorale strisciante, il cui prezzo lo pagano gli italiani, perché i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Non un solo provvedimento capace davvero di frenare l’emorragia italiana, ma solo rinvii, molti rinvii, per tutto quello che non è ordinaria amministrazione e un po’ di buona comunicazione ben sostenuta dagli editoriali degli “amici del thè delle cinque”. Poco altro. Un governo che si è occupato soprattutto di parlare dei problemi dei partiti che ne compongono la maggioranza e dei loro dirigenti. Sulla pelle del popolo italiano. Vogliamo parlare davvero dei risultati? Noi vediamo i risultati che leggiamo sui giornali. In questi cinque mesi è aumentata l’iva, è aumentata la benzina, la tassazione a livelli record, la disoccupazione è a livelli record, però abbiamo sostituito l’Imu con la service tax, come se una tassa che si chiama con un nome in inglese costasse di meno di una tassa che si chiama con un nome in italiano. E le risposte che abbiamo dato sono queste. Noi per coprire la sospensione della rata dell’Imu, abbiamo pensato bene di ricorrere ad un baratto vergognoso con le società del gioco d’azzardo, che oltretutto rifiutano la trattativa. Questo abbiamo visto. Abbiamo visto ministri in cerca d’autore che ci proponevano soluzioni geniali come quella di sostituire nei documenti le parole padre e madre con genitore 1 e genitore 2. Abbiamo visto la nostra spesa pubblica continuare a crescere, abbiamo sfondato il tetto del 3% nel rapporto deficit/pil, non abbiamo tagliato la spesa pubblica neanche su quei privilegi intollerabili, incomprensibili, ingiustificabili, e vado citando sempre le pensioni d’oro, ormai sono un disco ma pare qui si sia abbastanza sordi. In compenso, abbiamo visto un’Italia che perde Telecom e il governo lo scopre dai giornali. E ci dice: “Beh, è il mercato bellezza”. Abbiamo visto una politica estera totalmente asservita agli interessi internazionali, spesso non solo politici. Così, alla vergogna di due Marò ancora indebitamente tenuti in piena violazione del diritto internazionale in India – e per carità di Patria non dirò che cosa penso delle dichiarazioni del ministro Bonino in merito – abbiamo dovuto aggiungere la vergogna di una pericolosissima bambina kazaka consegnata ad un dittatore. O la vergogna di una Italia che durante la crisi siriana finisce al G20 allo stesso tempo nella lista delle Nazioni favorevoli all’intervento e nella lista delle Nazioni contrarie. Tanto perché avremmo recuperato credibilità internazionale grazie a questi governi. Due anni, due governi, due fallimenti. E l’unica cosa che si doveva fare, e cioè la modifica della legge elettorale, non è stata mai neanche calendarizzata. Cosi oggi la scelta che noi abbiamo è tra tornare a votare un governo che non può garantire stabilità e che priva gli italiani di scegliersi i parlamentari, oppure tenere in vita questo governo fecondato artificialmente nel laboratorio del Quirinale che di risposte agli italiani non può darne e non ne darà. Però ce lo vogliamo dire che lo sappiamo tutti che le larghe intese non possono darle queste risposte. Lo dico a noi, a voi, al presidente Napolitano perché errare è umano ma perseverare… E lo vogliamo dire agli italiani che ci ascoltano che ci vuole un pomeriggio, forse due, per approvare intanto una modifica della legge elettorale che abolisca le liste bloccate e che introduca un premio unico al Senato? Cioè che consenta agli italiani nel momento in cui si dovesse andare a votare di avere immediatamente il giorno dopo una maggioranza, un governo e parlamentari scelti e non nominati. Lo vogliamo dire che la verità è che non la volete fare la modifica della legge elettorale perché questo vi tiene in piedi questi inciuci da ormai due anni. Non la volete fare perché non vi conviene, non ci venite a raccontare che la volete fare. Perché non è vero. Non daremo la fiducia a questo governo, che come pochi mesi fa, si presenta in quest’aula senza dire niente, senza raccontare dei provvedimenti che vuole portare avanti e di come intende coprirli. Senza indicare una strada. E guardiamo con tristezza a quello che sta accadendo in pezzi della maggioranza, segnatamente nel “Pdl barra Forza Italia”. E non si offendano i tanti amici che pure stimiamo, ma quello che abbiamo visto accadere in queste ore scolpisce nelle mura di questo Palazzo quella massima di Ennio Flaiano, secondo la quale: “La situazione politica italiana è grave, ma non è seria”. Perché come dovremmo altrimenti giudicare le dimissioni in massa dei parlamentari, poi chiuse in un cassetto del quale presumibilmente si è gettata la chiave? Alle dimissioni irrevocabili dei ministri, talmente irrevocabili che sono durate addirittura 48 ore prima di essere revocate? E poi il sì e il no, il sì e il no alla fiducia. Lo dico con rispetto: rispettiamo questo travaglio, perché ci siamo passati prima di voi. Solo che noi da tempo, abbiamo scelto di non essere né falchi, né colombe. Ma uomini e donne con una dose accettabile di serietà e un bel lavoro da fare. Per questo abbiamo deciso di lavorare già da qualche mese per rifondare il centrodestra. Un centrodestra meritocratico, partecipato, capace di tenere una posizione fino in fondo e di difendere nel quotidiano i valori che dice di rappresentare. E anche per questo che non sosterremo e non voteremo la fiducia a questo governo, perché ancora oggi abbiamo assistito a una operazione di equilibrismo, tipica di chi si pone unicamente il problema di tirare a campare. Ma noi non ci rendiamo complici di questo inganno, chiamateci pure “irresponsabili” se volete ma non ce ne frega niente di quanto sta lo spread, di che dice Olli Rehn o quei banditi delle agenzie di rating. Noi facciamo politica per consegnare a chi viene dopo di noi un’Italia migliore di quella nella quale viviamo. E voi non lo state facendo”.
Posted on: Wed, 02 Oct 2013 21:41:55 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015