Abbiamo fatto una breve chiacchierata con Enzo Tirotta, - TopicsExpress



          

Abbiamo fatto una breve chiacchierata con Enzo Tirotta, personaggio storico della nostra tifoseria e del mondo blucerchiato. Tirotta ci ha rivelato di essere spesso un nostro lettore: questa cosa ci fa piacere e ci onora. Nel corso del breve colloquio-intervista Enzo non ha nascosto alcune lievi critiche al nostro blog, per alcuni articoli, a suo dire, sopra le righe. E noi le riportiamo: SampGeneration nasce per dar voce a tutti, e il pensiero di un volto storico della gradinata come Tirotta deve essere ascoltato, come e più degli altri. L’occasione è stata utile anche per ricordare i recenti fatti di Livorno: i 93 insensati “daspo”, figli di regole e logiche assurde, che vanno a penalizzare tutti i tifosi, anche i più pacifici. Ma di questo parleremo in un prossimo articolo: a breve pubblicheremo integralmente il testo di una lettera diffusa da Tirotta sulla questione. Ecco l’intervista Ciao Enzo, non possiamo non iniziare parlando del momento “no” che sta vivendo la Samp. Quali sono le responsabilità di Delio Rossi? “Purtroppo vedo un allenatore in grande confusione” – risponde Enzo Tirotta – . “Cambiamo modulo in continuazione, vediamo giocatori che entrano ed escono dalla formazione titolare… Abbiamo provato giocatori fuori ruolo, tenendo in panchina altri che potevano esserci utili: è un momento difficile”. Cosa non funziona tra i giocatori? Faccio un esempio. Un regista di ruolo, nella rosa, ce l’abbiamo: è Gentsoglou. Non è un fenomeno ma è, a tutti gli effetti, un regista: facciamolo giocare. Abbiamo anche una prima punta vera, come Pozzi: facciamola giocare di più. Inutile insistere su giocatori fuori posizione. E un grosso problema di quest’anno, inoltre, è che Kristicic non sta giocando secondo le sue potenzialità.. Boskov diceva: “come gioca centrocampo, così gioca squadra…” “E noi purtroppo, a centrocampo, stiamo pagando il calo di rendimento di Kristicic, un nostro grande giocatore: un atleta serio, un ragazzo d’oro, che ha dimostrato anche totale attaccamento alla maglia. Ma il suo calo di rendimento è un problema che andava affrontato da tempo, già dopo le prime partite in campionato”. Qual è la tua idea nei riguardi della società? Cosa ti senti di dire a chi la contesta, dopo gli ultimi risultati deludenti? “Il mio punto di vista è che le cose vanno viste e analizzate nella loro complessità. Gli errori della dirigenza ci sono, ma ricordiamoci che c’è una proprietà presente, che paga 25 milioni di euro di passivo: e non è un fatto da darsi per scontato. Nessuno è infatti obbligato a mettere quei soldi. E comunque teniamo presente che una proprietà non ha mai l’interesse che la sua società venga svalutata. Anche nel caso in cui Garrone decidesse di vendere, avrebbe tutto l’interesse a dare valore alla Sampdoria, mantenerla in A e anche ad un buon livello. Noi abbiamo e abbiamo avuto dei dirigenti che hanno commesso diversi errori nelle ultime stagioni. Ma gli errori compiuti sono sempre stati pagati, in primis dalla proprietà stessa.. Paghiamo ancora oggi il deficit della retrocessione e gli errori di un Direttore sportivo impresentabile. Insomma, ad oggi io non vedo un distacco dei vertici societari, piuttosto riconosco la vicinanza di Garrone alla squadra, anche nella volontà di porre rimedio agli errori compiuti”. Cambiando argomento, accennavi ad alcuni aspetti del nostro blog sui quali non sei troppo d’accordo… “SampGeneration ha una veste grafica che mi piace molto – continua Tirotta – e uno stile vivace e interessante. Ma a mio parere a volte siete troppo taglienti, troppo critici. Anche certi pregiudizi sui giocatori non mi sono particolarmente piaciuti”. Ascoltiamo il tuo punto di vista. Comunque, nelle nostre argomentazioni e negli articoli che pubblichiamo, c’è anche la delusione di vedere la nostra amata Samp scivolare a livelli sempre più bassi, nei bassifondi della classifica. Unita all’ironia che rappresenta il nostro tratto distintivo. A tuo parere, quant’è grande il rischio di retrocedere? “Il rischio esiste. La Samp una delle squadre del campionato che ha meno identità. Ma siamo coesi, uniti, abbiamo un allenatore che sbaglia, ma che senza dubbio ha cervello ed esperienza. Non siamo una squadra demotivata, abbiamo la fame di raggiungere il risultato. Ora bisognerà arrivare a gennaio e mettere dentro i pezzi che mancano. Ma ricordiamoci che la società è presente: il presidente, piaccia o non piaccia è pronto a metterci i soldi. Rispetto alla stagione più disgraziata, quella della retrocessione di due anni fa, siamo messi meglio: abbiamo un presidente propositivo e non un “dubbio” comitato strategico. Non abbiamo una squadra allo sbando come nel 2011, ma un gruppo di giocatori capaci di recuperare più partite al 92′. E quando segniamo, vediamo che c’è entusiasmo tra i giocatori, che la squadra crede in quello che fa”.
Posted on: Tue, 05 Nov 2013 09:41:56 +0000

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