Alla Segreteria Funzione Pubblica Cgil Regionale; - Alla - TopicsExpress



          

Alla Segreteria Funzione Pubblica Cgil Regionale; - Alla Segreteria Funzione Pubblica CGIL Provinciale; - Alla Segreteria Cgil di Nardò Sanità; Nardò 17 giugno 2013 Oggetto: biasimo per mancata presa di posizione e/o solidarietà verso il sottoscritto Sono iscritto alla Cgil di Lecce da due anni, facente parte della segretaria territoriale dell’ex Ospedale di Nardò, attualmente Distretto Socio Sanitario. Sono da sempre impegnato nel sindacato dei lavoratori e militante in prima linea di battaglie in difesa della sanità pubblica, dei diritti dei lavoratori e contro l’arroganza dei direttori e primari-baroni. Ho guidato molte volte battaglie anche in assoluto isolamento e non ho chiesto aiuto a nessuno. Per la mia ostinazione e tenacia ho pagato di persona e sulla mia pelle, con rappresaglie sul posto di lavoro, commissioni disciplina e anche un deferimento in commissione di garanzia in cgil negli anni passati. E questo perché? Perché a Nardò la cgil dell’ospedale è stata per decenni “in mano” ad un dispotico ed antidemocratico personaggio. Un tale ominide discusso anche per i suoi metodi paramofiosi. Stavo cercando di portare, insieme con altri compagni, una ventata di democrazia sindacale all’interno dell’organizzazione e invece gli organi prov.li al posto di cacciare a pedate il segretario a vita, che aveva occupato quel posto, costrinsero me ad andare via. Per passare all’oggi: la cgil nazionale con gli accordi sulla rappresentanza e prima ancora con la fiom, quando hanno cacciato la sinistra sindacale, di certo non sta passando un periodo buono della sua vita. Forse si è voluto più favorire l’interesse a sintonizzarsi con cisl e uil a danno degli interessi dei lavoratori. Ma nonostante questo cerco di ingoiare i rospi e resisto. Ma non so fin quando e dove. Da tempo sto cercando, invano, di invitate la segreteria del mio posto di lavoro di discutere più spesso e in modo democratico le dinamiche che avvengono alla asl, gli accordi che si fanno, il dibattito nelle rsu, ma se questo non avviene mi preoccupa, ciò vuol dire che qualche problema al vertice deve pur esserci. Mercoledì mattina alle 2 la mia vita e quella della mia famiglia hanno subìto uno sconvolgimento tale che lo può raccontare solo chi lo subisce in modo violento e prepotente. Siamo stati svegliati da vicini di casa di soprassalto, perchè una mia auto era stata data alle fiamme. Poco dopo apprendo con sorpresa e sgomento che l’incendio era doloso e che dunque si trattava di un attentato intimidatorio diretto al sottoscritto. Con metodo sfacciatamente mafioso in cinque, due mandanti e tre esecutori, avevano dato alle fiamme la mia auto solo perché io sono un sindacalista scomodo. Stando alle confessioni che hanno fatto agli inquirenti i responsabili del fattaccio, intendevano punirmi per un controllo igienico-sanitario di routine, avvenuto secondo loro su mia segnalazione, niente di più falso, da parte della asl. Controlli verso dei locali di commercianti di Galatone, che neanche conosco. Sono attualmente turbato, scosso e amareggiato per quello che mi sta accadendo. Il sindaco di Nardò, Sel di Galatone e centinaia dicompagni, amici ed amiche mi hanno espresso in modo sincero e spontaneo la loro solidarietà e vicinanza e condannato quest’atto di viltà e vigliaccheria. Ma la segreteria prov.le della funzione pubblica cgil, il suo segretario e nessuno ( a parte il compagno Floriano Polimeno che ci ha tenuto a dirmi che la sua solidarietà era strettamente personale) della segreteria di Nardò si sono degnati di prendere una posizione pubblica nulla nei miei confronti. No una telefonata, no un messaggio neanche sul telefonino. Eppure i giornali nelle pagine prov.li e locali per tre gg. hanno raccontato della vicenda, e ancora attualmente i portali web sono pieni di questa notizia. Sono addolorato per questo, credo che la mancata presa di posizione ufficiale è dovuta ad un metodo borghese, distaccato e distanziato, della cgil di considerare i rapporti tra i compagni e le loro vicende personali e familiari. Peccato, sono passati i tempi in cui la cgil del compagno Di Vittorio sapeva esprimere comunanza, vicinanza e unità con quello che rappresentava un compagno sul suo territorio. Adesso ci sono le larghe intese e la riconciliazione nazionale, per cui se il sottoscritto è rimasto desueto che bada ai principi come democrazia, diritti e legalità e va a toccare gli interessi di qualcuno sono fatti suoi e tali devono rimanere. Un concetto di comunità e di appartenenza da rivedere? Questo volevo dire, questo mi sentivo di dire e spero che questa lettera non mi costi un nuovo deferimento in una commissione dei probiviri. Vi ringrazio e anche se qualcuno non ci crederà io vi invio ancora Fraterni Saluti Maurizio Maccagnano
Posted on: Wed, 19 Jun 2013 15:50:44 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015