Capitolo 20 “ E’ stato forse un sogno ?” Il tempo - TopicsExpress



          

Capitolo 20 “ E’ stato forse un sogno ?” Il tempo emetteva dei malinconici lamenti, esausto dall’enorme fatica di sorreggere la vita. Enormi sfere bianche ricoprivano tutto il globo: Link doveva iniziare ad entrare in una di esse, per ritrovare i frammenti della master sword. Non sapeva da dove partire; non aveva più l’aiuto del rivelatore che Faih disponeva; e le sfere temporali erano veramente numerose. Chiuse un attimo gli occhi per pensare … ma il suono incessante della melodia “ Time’s Lament” incuteva lui, un enorme sensazione di ansia e sofferenza; anche tappandosi le orecchie, si poteva comunque udirne le malinconiche, e implacabili note. Link notò, una volta aperti gli occhi, che una delle sfere temporali era sospesa a mezz’aria, e prese la sua curiosità, permettendo così, lui, di scegliere finalmente una meta. Fischiò e poco dopo apparve il fedele compagno Nathaniel. I due non si comunicarono niente, l’unica cosa che li legava ormai era la sofferenza. Si lanciarono in volo, scrutando così in alto nel cielo una piccola corrosione dell’aria, come se il mondo più in alto scomparisse definitivamente. Era sicuramente colpa della “Time’s Lament”. I due arrivarono sopra la sfera; Link la guardò con preoccupazione e indecisione … prese un bel respiro e si gettò su di essa: più si avvicinava, e più si sentiva sparire, volatilizzare nel nulla, si creava nel suo cuore una sensazione di dolore, simile alla morte e alla nascita, i due traumi della vita. Ad un tratto, ecco che con la mano andava ad attraversare la parete della sfera, creando un accecante luce. Il corpo di Link non sembrava avere più forma, e un attimo dopo riprendeva la sua sagoma. In questo veloce e infinito intervallo di tempo governava il caos più totale. Finche, come descritto dalle tre dee, l’aura dorata della dea Hylia, ricopri il corpo di Link, ma non solo. L’aura iniziò a formare una specie di armatura dorata, persino sul volto l’aura si condensava e si materializzava sotto forma di maschera. Una maschera a forma di volatile. Dalle spalle uscivano maestose ali verdi, che abbracciavano il corpo di Link, formando così in fine, l’armatura del tempo. Appena l’armatura si costruì completamente, alla vista di Link il mondo iniziò a scivolare nell’oblio, venendo risucchiato dal nulla, come un infinito buco nero. Dopo alcuni attimi come un big bang gli si apriva un nuovo mondo : poteva vedere luci, colori, anime, e mondi … poi il bianco e il niente. Era giunto il momento, sempre come avevano detto le tre dee, di adattare il tempo in cui si trovava al suo corpo, e quindi, raggruppare le 5 pietre temporali sparse nell’oblio della sfera temporale. Finalmente Link, ora, era in grado di poter muoversi, e osservare il desolante niente che lo circondava. L’unica cosa che poteva costatare erano alcuni fasci colorati, che indicavano la posizione delle pietre. Link provò a spiccare il volo, cercando di concentrarsi sulle ali di cui l’armatura era equipaggiata. Spiccò il volo… Il frusciare delle ali, emetteva un suono rilassante e calmo, che creava un eco infinito nel niente circostante. Controllare il volo era molto difficile, ma dopo un po’ il nostro eroe riuscì a impratichirsi, raggiungendo così, la prima pietra temporale, e rimanendo stupito. La pietra era a forma di lettera. A quel punto Link pensò che prese tutte quante forse si sarebbe formata una parola. Questa pietra temporale era la lettera “N”. Link trovò anche le altri rimanenti 4, trovando le corrispettive lettere: “O”, “G”, “O”, “S”. Appena il nostro eroe afferrò l’ultima pietra, essa iniziò a fluttuare illuminandosi di un blu zaffiro, e attirò a sé tutte le altre pietre temporali prese; si fusero insieme e crearono un enorme flash. La vista di Link diventò completamente sbiadita dalla troppa forza, finendo con il fargli perdere i sensi. ……………. Link aprì lentamente gli occhi, era tutto stordito e ancora non si rendeva conto del luogo in cui si trovava. Gli occhi del nostro eroe si aprirono di colpo! Quella voce gli era familiare… anzi non poteva essere di nessun’altra persona, una voce così soave e dolce. Si mise seduto, si girò, e il suo cuore vide la più bella cosa della sua vita. Zelda.
Posted on: Wed, 30 Oct 2013 19:40:06 +0000

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