Caro Cavani, lo dico senza giri di parole: sono triste e - TopicsExpress



          

Caro Cavani, lo dico senza giri di parole: sono triste e amareggiato. Come tutti i tifosi del Napoli ti ho voluto bene e forse anche qualcosa in più: ho la tua foto sul frigo fra quelle della mia famiglia e Maradona, seguirti per me era una gioia nella già grande gioia di seguire il Napoli. Era forse dai tempi di Fabio Cannavaro che non vedevo esplodere un talento simile all’ombra del Vesuvio, e vedere quel ragazzo venuto dal Palermo fra tanti punti interrogativi, diventare un attaccante da trenta goal a stagione, che recupera palloni in difesa e pressa per 90 minuti senza lamentarsi, è stato per me motivo di orgoglio. Ti confesso che anche dal lato umano ti apprezz(av)o tanto, credevo che tu potessi essere un buon esempio per i ragazzi di questa città: un grande professionista, una persona pulita, un ragazzo tranquillo che anche quando è stato al centro del gossip, era per vicende comuni in tante famiglia e non per festini esagerati o incontri con la malavita. Ti assicuro che non mi ha fatto tanta tristezza quanto vedere che eri l’unico in campo a non essere accompagnato dai tuoi figli, pensare che l’ultima partita al San Paolo poteva essere anche l’ultima per te e Mazzarri in azzurro. Personalmente non capisco le tue scelte, ma credo sia normale, sono un Napoletano (sia come cittadino che come tifoso) e per questo quando parlo del Napoli non posso minimamente essere razionale e tantomeno obiettivo. Non sono una persona che può capire la differenza fra 5 o 7 milioni di euro l’anno, sono entrambe cifre che mi permetterebbero di smettere di fare la spesa al discount, di pagare l’affitto e non farmi problemi prima di farmi passare uno sfizio; però mi rendo conto che invertendo i punti di vista tu sei una persona che non vede la differenza fra una 20 e 50 euro (differenza che io conosco benissimo) ma che capisce benissimo le sfumature quando si parla in milioni di euro e per questo non ti biasimo, hai fatto le tue scelte che non condivido ma accetto. L’amaro mi rimane però per tre motivi che sinceramente proprio non riesco a digerire: Il primo è che un altro come te non si trova: ho scritto prima le tue caratteristiche e a parte a Milito l’anno del triplete (solo in quell’anno) non mi viene in mente nessuno, forse l’unica cosa su cui potremmo guadagnare è prenderemo un rigorista infallibile? Non lo so, so solo che sei uno di quelli che è riuscito a superare i paragoni e a diventare il termine di comparazione, da oggi cerchiamo ufficialmente un nuovo Cavani. Il secondo è legato alla mia personale antipatia per Parigi. Chi va a Parigi è convinto di andare nella culla della cultura, in una città che ancora oggi vive di arte e bellezza, solo che nei Caffé per ovvi motivi non ci trovi più Marinetti, Baudelaire, Picasso o Mário de Sá-Carneiro ma al massimo qualche emigrante con il malcelato hobby della poesia che tiene ad ostentare a tutti i suoi risultati men che penosi. Andare a Parigi non nobilita nella cultura, nell’arte e tantomeno nel calcio, nonostante le vagonate di denaro spese Ibrahimovic ha continuato a non vincere la Champions, così come gli aspiranti artisti di Casavatore (o Bagnoli, o Arzano, o Somma Vesuviana o qualsiasi altro comune/quartiere vi venga in mente a titolo di esempio) sono rimasti a fare i lavapiatti o i banconisti. Il terzo e ultimo motivo è economico: è vero che 64 milioni da reinvestire sono un capitale che permette di fare una squadra incredibilmente competitiva ma una tale cifra in mano a Bigon è come del tartufo bianco d’alba, un’astice vivo e una bottiglia di Brunello da Montalcino millesimato del 2004 in mano al ragazzo che frigge le patatine in un fast-food (aspirante poeta che vive a Parigi), nelle migliore delle ipotesi ti restituisce indorata e fritta, pure la bottiglia, nella peggiore devi buttare tutto e apparare la cena con quello che tieni in casa. Dando un’occhiata alla dispensa che mi sembra carente in fatto di prime punte… spero che almeno qualcosa di indorato e fritto la troviamo. Ora siamo ai saluti, dovrei augurarti buoni fortuna ma non ce la faccio, così come non ce la faccio ad augurarti un infortunio serio (e ci vai bene tu perchè con le mie jastemme ho stroncato un paio di carriere). In fondo sono contento che tu non abbia mai superato i 115 goal di Maradona e che non tu sia diventato il più prolifico goleador con la maglia del Napoli, ti sono bastati 3 campionati per sfiorare il record che Diego aveva costruito in 7 anni. Meglio così, rimarrai una storia, una bellissima storia finita come non avremmo mai voluto che finisse, mentre Diego è e rimarrà La Storia, che abbraccia il mito nei racconti di chi lo ha vissuto. Tu sarai Reginella, t’amm vuluto bene a te e alle volte distrattamente parleremo di te e noi resteremo Soldati Innamorati per sempre di Diego e di quella maglia che ti piaceva tanto baciare. Facci sapere come sono le cassiere dei centri commerciali di Parigi (aspiranti poetesse di San Marco Evangelista), divertiti, e se anche in amichevole dovessi il PSG dovesse giocare contro il Napoli… datti malato.
Posted on: Tue, 16 Jul 2013 17:02:10 +0000

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