Ci risiamo. Evidentemente non è bastata la sentenza della Corte - TopicsExpress



          

Ci risiamo. Evidentemente non è bastata la sentenza della Corte europea di Strasburgo del 2011, infatti, una maestra della 1°B delle scuole elementari Bombicci di Bologna ha pensato bene di togliere il Crocifisso dall’aula. La vicaria delle scuole Bombicci, Raffaella Conti, minimizza: “Non alimentiamo le polemiche, siamo un istituto che ospita 1.300 alunni, abbiamo problemi di sovraffollamento e la questione del crocefisso è molto semplice da spiegare. La prima elementare in oggetto è una classe composta da bambini di confessioni religiose diverse e l’insegnante ha ritenuto opportuno per rispetto della multiculturalità togliere il simbolo cristiano almeno a inizio anno scolastico, quando alcuni argomenti non sono ancora stati trattati insieme agli alunni”. La sentenza di Strasburgo, giusto per rinfrescare la memoria, ricordava, tra l’altro, che “un crocifisso apposto su un muro è un simbolo essenzialmente passivo, la cui influenza sugli alunni non può essere paragonata a un discorso didattico o alla partecipazione ad attività religiose”. Alla luce di queste parole non si capisce per quale motivo la dirigente scolastica Conti sostiene che è meglio togliere il crocifisso prima di aver trattato “alcuni argomenti” in una classe multiculturale. La Corte constatava inoltre “che nel rendere obbligatoria la presenza del crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche, la normativa italiana attribuisce alla religione maggioritaria del paese una visibilità preponderante nell’ambiente scolastico.” La conclusione della Corte fu perentoria: “nell’esposizione del simbolo religioso non c’è violazione dei diritti dell’uomo”. Della religione maggioritaria del paese la maestra evidentemente non sa che farsene visto che ha rimosso il crocifisso dichiarando: “Non me ne faccio nulla”. Di fronte a queste situazioni non c’è da rimanere troppo meravigliati, si tratta di una realtà più dilagante di quanto si voglia far credere, semmai ci sarebbe da chiedersi cosa rimane della “religione maggioritaria del paese”. Ringraziamo questa insegnante “multiculturale”, perchè permette di farci una domanda: cosa ce ne facciamo del crocifisso? Siamo ancora in grado di riconoscerlo come simbolo del cattolicesimo? Francamente non so se la bilancia propenda più per una risposta positiva o una negativa. Il diffuso indifferentismo religioso, accompagnato spesso da un facile sincretismo, è un segno inequivocabile di una grande confusione in materia. Diversi studi sociologici confermano che prevale il supermarket religioso, sullo sfondo di un aperto agnosticismo. Se di fronte al Crocifisso diciamo “non me ne faccio nulla”, in realtà stiamo cedendo all’idolo del multiculturalismo che vorrebbe tutto uguale, talmente uguale che ogni risposta di senso è indifferentemente valida. Ma, più in superficie, stiamo rinnegando la nostra storia, i nostri nonni, i nonni dei nostri nonni, generazioni di uomini e donne che per quel crocifisso e per la nostra cultura, hanno dato perfino la vita. E’ veramente possibile liquidare il crocifisso con un semplice “non me ne faccio nulla”, oppure stiamo liquidando noi stessi?
Posted on: Fri, 04 Oct 2013 23:35:49 +0000

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