Come al solito in Italia i mafiosi in giro e le persone - TopicsExpress



          

Come al solito in Italia i mafiosi in giro e le persone rispettabili dentro!!!! Vi chiedo solo di leggere queste poche riche che Andrea a scritto al Presidente della Repubblica in merito alla sua incredibile vicenda!!!!!! Grazie Matteo CORTINA – “TRATTATO COME UN MAFIOSO”. IL SINDACO IN ESILIO ANDREA FRANCESCHI SCRIVE A NAPOLITANO: “GUARDI VERSO CORTINA, STA SUCCEDENDO QUALCOSA DI STRANO. DA QUATTRO MESI SOSPESO SENZA PROCESSO. DEMOCRAZIA AZZOPPATA”. CORTINA D’AMPEZZO – “Egregio Signor Presidente sto affrontando una vicenda più grande di me e che non riesco neppure a comprendere del tutto. La prego di volgere lo sguardo verso Cortina d’Ampezzo perché qui sta succedendo qualcosa di strano. Qualcosa che le normali regole della vita democratica faticano, evidentemente , a contenere”. Così si chiude la lettera che il Sindaco in esilio Andrea Franceschi ha inviato a Giorgio Napolitano, affinché si interessi al caso di “un Sindaco eletto trattato alla stregua di un pericoloso mafioso e questo senza neppure che un processo abbia iniziato a celebrarsi”. La denuncia del primo cittadino di Cortina d’Ampezzo rimanda alla sua vicenda: accusato da una dipendente comunale non riconfermata nell’incarico di responsabile dell’ufficio, ha dovuto affrontare 21 giorni di arresti domiciliari e quasi 100 giorni di esilio da Cortina d’Ampezzo. “Sono quattro mesi che mi impediscono di ricoprire la carica alla quale i miei cittadini mi hanno eletto per la seconda volta e questo senza neppure il sospetto che abbia agito per interesse o vantaggio personale, senza neppure che sia iniziato il dibattimento e dopo che, fatto gravissimo, veniva a cadere anche il rischio di reiterazione del presunto reato con la convenzione che attribuiva alla Provincia di Belluno il compito di stendere i bandi per conto del Comune”. "Andrea Franceschi", "Giorgio Napolitano Cortina", "lettera Franceschi a Napolitano" Il Sindaco in esilio Andrea Franceschi mentre firma la lettera al Presidente Giorgio Napolitano “Io non pretendo di essere innocente” precisa Franceschi. “Io pretendo che mi facciano fare il Sindaco e che mi consentano di avere un giusto processo in tempi rapidi. Ribadisco la paternità degli atti che mi sono stati contestati: ho veramente scritto al comandante dei vigili affinché mettesse in magazzino l’autovelox, ho veramente suggerito alla funzionaria che stendeva un bando collegato alla raccolta dei rifiuti di abbassare la cifra che il Comune sarebbe andato a pagare e le ho veramente suggerito di permettere anche alle aziende di fuori di partecipare modificando un requisito del bando stesso. Per me si tratta di atti che un Sindaco deve poter compiere, perché altrimenti che ci sta a fare? Sarà il processo a dire se un primo cittadino può influire sul suo territorio o se è solo uno scaldasedie subordinato a funzionari non elettivi. Ma deve dirlo il processo! Assurda, incomprensibile e sproporzionata la condanna preventiva. Gravissimo che un Sindaco eletto sia esiliato, soprattutto a fronte della leggerezza dell’accusa – legittimità del comportamento, non arricchimento o malaffare – e dell’incongruenza del teorema accusatorio, secondo il quale avrei favorito l’imprenditore che ha vinto riducendo il compenso per il vincitore del bando e cercando di far partecipare più aziende possibile”. "Andrea Franceschi", "Giorgio Napolitano Cortina", "lettera Franceschi a Napolitano" Il Presidente Giorgio Napolitano “In Italia assistiamo continuamente a casi di delinquenti a piede libero. Chi sparge il sangue non paga, chi truffa non restituisce il maltolto, chi si fa corrompere spesso neppure sparisce dalla vita pubblica. Io, invece, incensurato, senza processo, con l’evidente supporto dei cittadini che mi conoscono dal vivo e conoscono, anche, da sei anni il mio operato come Sindaco, sono stato privato della mia libertà e non posso fare il mio lavoro, non posso andare a trovare i miei genitori, non posso partecipare al funerale di un amico perché se metto piede nel territorio di Cortina mi arrestano e mi chiudono in carcere. C’è una tale sproporzione tra la vicenda e il trattamento da mafioso che devo subire, che io stesso non capisco più cosa stia succedendo. Una cosa è certa: non è normale quello che mi stanno facendo. A Cortina sta capitando qualcosa di strano ed è per questo che ho scritto a Giorgio Napolitano”. Segue la lettera integrale Egregio Signor Presidente, Gentile Ministro Annamaria Cancellieri, Gentile Piero Fassino – Presidente dell’Anci, Vi scrivo affinché sappiate cosa sta succedendo a Cortina d’Ampezzo. Due anni fa, il giorno dopo non essere stata riconfermata nel ruolo di responsabile dell’ufficio lavori pubblici, una dipendente comunale mi accusò di aver interferito nella stesura di un bando di gara risalente a un anno e mezzo prima. La Procura di Belluno – com’e giusto che fosse – ad inizio 2012 avvio’ un’inchiesta, mise per sei mesi sotto controllo i telefoni miei e dei miei colleghi, perquisì abitazioni e uffici comunali. Il 22 maggio 2012 fummo indagati. Il 24 aprile 2013 – dopo un anno che chiedevo senza esito di essere ascoltato – sono stato arrestato davanti ai miei colleghi Sindaci durante un’assemblea pubblica. In realtà la Procura aveva chiesto l’arresto anche di due membri delle Giunta. Arresti che, se fossero stati confermati per tutti dal Gip, avrebbero portato al commissariamento del Comune. L’accusa è di aver tentato di influenzare un bando sul controllo della raccolta dei rifiuti chiedendo – inascoltato – di abbassare la cifra della gara e togliendo un requisito che limitava la partecipazione a molte ditte: abuso d’ufficio e turbativa d’asta. Durante le intercettazioni è, poi, emerso un sms inviato al comandante dei vigili urbani in cui gli intimavo di mettere via l’autovelox e di dedicarsi alle vere priorità, altrimenti avrei preso provvedimenti: abuso d’ufficio e violenza privata. Non voglio qui dilungarmi oltre sul merito della vicenda, ma sottolineo con forza che la stessa Accusa ammette che non ho avuto nessun vantaggio diretto o indiretto dai miei comportamenti e quindi non si discute sulla mia onestà. La domanda che tutti ci facciamo è: un Sindaco eletto può o non può dare indicazioni ai funzionari ? È legittimo per lui suggerire che i parametri del bando vengano modificati per spendere meno o far partecipare più concorrenti? Può o non può richiamare i vigili urbani quando fanno delle imboscate contro le indicazioni dell’Amministrazione Comunale democraticamente eletta? Francesca La Bollo risposta l’avremo nel processo che mi auguro possa iniziare presto, visto che io sto pagando una pena anticipata e certamente sproporzionata. Se mi dimettessi tornerei libero immediatamente, ma non lo farò mai. Per principio, perché ho la coscienza a posto e mi considero innocente, perché me lo chiedono i miei cittadini, perché nella mia vicenda si riconoscono moltissimi amministratori locali. Già molti Sindaci hanno paura, Vi assicuro, di prendere qualsiasi decisione, sapendo che ogni loro atto, pur preso in assoluta buona fede, é suscettibile di essere sindacato oscillando tra l’abuso d’ufficio e l’omissione in atti d’ufficio. Rischiamo la paralisi, come rischiamo di rompere l’ultimo anello che lega cittadini e politica a non essersi ancora spezzato. Dall’esito del processo – quando mai si deciderà a partire – si ricaverà un precedente importante per stabilire se i Sindaci avranno la libertà di influire direttamente sulla gestione del territorio – per poi rispondere ai cittadini del loro operato – o se, invece, diventeranno figure onorifiche che scaldano la poltrona, con tutto il potere nelle mani dei funzionari non elettivi. Quello che voglio qui denunciare è che dopo 21 giorni di arresti domiciliari sono stato mandato in esilio
Posted on: Sat, 17 Aug 2013 16:00:25 +0000

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