Concerto di speculazioni Hai il biglietto per un concerto a cui - TopicsExpress



          

Concerto di speculazioni Hai il biglietto per un concerto a cui non puoi più andare? Rivendilo sulla nostra piattaforma web, il modo più comodo e sicuro per fare incontrare chi ha bisogno di vendere un tagliando con chi invece lo cerca. È con questo proposito — facilitare l’incontro tra domanda e offerta — che si presentano i cosiddetti siti di secondary ticketing, specializzati cioè nel rivendere biglietti di concerti e partite. Si sa che di buone intenzioni è lastricato l’inferno, e questi siti non fanno eccezione. La verità è che da servizio utile, che in teoria dovrebbe proteggere gli appassionati di musica live dalle grinfie di speculazioni dei bagarini di strada e dei siti web poco sicuri, i portali di secondary ticketing sono in realtà diventati essi stessi la piazza più sicura, e per di più legale, per chi si dedica alla compravendita dei ticket a prezzi gonfiati. Così capita che nel giro di poche ore i concerti più ambiti facciano registrare il tutto esaurito nei canali ufficiali, anche online (come TicketOne), ma che poi centinaia di biglietti si trovino disponibili a prezzi molto più alti nei siti di rivendita (Viagogo, Seatwave, Ticketbis...). Prezzi che diventano astronomici per i concerti delle band più idolatrate, sapendo che c’è un pubblico di fan disperati che, pur di non perdere lo spettacolo, sarà disposto a spendere quelle cifre. Sono sempre più frequenti le segnalazioni di soci inferociti per queste speculazioni. «Per la tappa italiana del gruppo indie britannico “The xx”, biglietti del valore nominale di 30 euro erano venduti su Viagogo a 250. Cos’è questo se non una forma di bagarinaggio online legale?», si sfoga Marco. Anche Alessandro si lascia prendere dallo sconforto: «L’ultimo concerto di De Gregori è andato sold-out in un solo giorno su TicketOne, peccato che poi i biglietti siano comparsi sulle piattaforme secondarie a prezzi proibitivi, anche quattro volte più alti. Ormai per ascoltare dal vivo certi artisti è diventato impossibile non spendere cifre esorbitanti. Sono davvero i fan a mettere in vendita i biglietti a prezzi così assurdi?». Gli abusi si moltiplicano Sorge spontanteo anche un altro dubbio: è possibile, visto il numero di tagliandi che circolano nel mercato secondario, che ci siano tanti fan che, dopo essersi assicurati un posto per vedere il proprio idolo, siano fatalmente impossibilitati ad andare al concerto, tanto da essere costretti a rivendere il biglietto? A questa domanda ha risposto un documentario realizzato dall’emittente britannica Channel 4, intitolato “The Great Ticket Scandal”, ancora disponibile su Youtube. L’inchiesta documenta come negli eventi di maggiore richiamo – è successo per i concerti di Coldplay, Rihanna, Westlife, Take That fossero gli stessi siti o i promoter degli artisti a fare incetta di biglietti per poi rivenderli a prezzi maggiorati. Viagogo, chiamata in causa, si è difesa dicendo che il suo «è un mercato aperto, dove domanda e offerta si incontrano liberamente e che, accanto alla stragrande maggioranza di singoli fan appassionati di musica e sport che vendono uno o due biglietti, sulla piattaforma operano anche venditori più grandi, come i promoter e gli organizzatori degli eventi». Insomma, siamo di fronte a un business che può prestarsi a vari abusi, per evitare i quali nei canali ufficiali bisognerebbe vendere solo biglietti nominativi (Ligabue lo ha già fatto), mentre sui siti secondari dovrebbero essere vietate le cessioni dei tagliandi a un prezzo più alto di quello stampato sul biglietto. Oppure prevedere un tetto: non più alto del 10%. Ci sarebbe anche bisogno di moltiplicare i canali ufficiali di vendita e di mettere in concorrenza più operatori: di fatto TicketOne opera in un regime di quasi monopolio. Mai convenienti Che il bagarinaggio abbia trovato nel web una prateria infinita, non è un mistero. Le denunce sui social network, sui media e nei blog dei casi più clamorosi di speculazione, quelli riguardanti i biglietti messi in vendita a cifre sconsiderate che fanno scalpore ma restano comunque delle eccezioni ha di fatto lasciato in ombra altri aspetti fondamentali sulla correttezza delle transazioni, sui quali abbiamo voluto indagare. Per farlo non c’è stato bisogno di comprare i biglietti più onerosi, perché anche sugli spettacoli meno costosi abbiamo potuto verificare che il prezzo è sempre maggiorato. I ricarichi sono elevati: si va dal 28% (Mywayticket) per il concerto a Lucca del musicista scozzese Mark Knopfler al 140% (Viagogo) per il live del popolare Cesare Cremonini a Roma, passando per il 96% (Worldticket) per l’Aida all’Arena di Verona. Insomma, in questi siti non si risparmia neanche per sbaglio, neppure quando, come nel nostro caso, i canali ufficiali hanno ancora ampia disponibilità di tagliandi a prezzi decisamente inferiori. L’incognita della consegna Come se non bastasse, ci sono tanti aspetti del servizio tutt’altro che rassicuranti. Il pagamento avviene nelle pagine web dello stesso sito, che registra i dati della nostra carta di credito. Non si apre, come nei portali più affidabili, una pagina esterna, curata da una società specializzata in queste transazioni e nella protezione dei dati bancari. L’addebito avviene lo stesso giorno dell’acquisto, ma il biglietto verrà consegnato solo diversi giorni dopo. E se qualcosa va storto e il biglietto arriva troppo tardi o non arriva affatto? Il caso peggiore è stato quello di Seatwave: pur avendo acquistato con tre settimane di anticipo il ticket per il live dei Deep Purple del 22 luglio a Roma, ci è arrivato appena due giorni prima dell’evento. In alcuni casi i siti ci chiedono l’autorizzazione a rilasciare i nostri dati a terzi, tra cui il venditore dei biglietti. Che a noi però resta ignoto, ma di noi saprà molte cose (nome, indirizzo e perfino numero di telefono): e la privacy? C’è anche un’incognita che grava sull’esistenza dei biglietti, visto che nessuno di questi siti verifica che l’utente- venditore ne sia effettivamente in possesso. In teoria potrebbe procurarselo dopo averlo già venduto. Con il rischio per il compratore di rimanere a bocca asciutta, pur avendolo già pagato sull’unghia.
Posted on: Mon, 30 Sep 2013 12:02:15 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015