Corriere di Como del 22-06-2013 Senza diagnosi non scatta il - TopicsExpress



          

Corriere di Como del 22-06-2013 Senza diagnosi non scatta il sostegno COMO. Lista d’attesa fino a sette mesi per una prima visita, indispensabile per la diagnosi e, di fatto, per garantire un percorso scolastico adeguato per un bambino alle prese con un Disturbo specifico di apprendimento (Dsa), in particolare la dislessia. La richiesta di consulenza è in costante crescita e, in un periodo di continui tagli di risorse, diventa sempre più difficile garantire una risposta alla domanda in tempi ragionevoli. I disturbi di apprendimento, secondo le indagini più recenti, interessano il 5% dei bambini in età scolare. «Nell’ultimo periodo una grande fetta dei docenti ha capito l’importanza dell’attuazione degli strumenti compensativi previsti dalla legge e necessari per assicurare un corretto percorso di formazione agli alunni con queste difficoltà - sottolinea Verena Bassani, responsabile dell’associazione Vela Dislessia di Como - Nella maggior parte dei casi, soprattutto nella scuola primaria e secondaria di primo grado, tutti gli strumenti per favorire l’apprendimento dei bambini sono applicati». Qualche difficoltà in più, gli studenti e le famiglie la incontrano nella scuola superiore. «Il fronte della scuola secondaria di secondo grado è ancora difficoltoso - ammette l’esperta comasca - Ci sono istituti che fanno fatica a utilizzare gli strumenti, che pure sono a disposizione di tutti. L’assistenza, invece, deve essere assicurata per l’intero percorso scolastico, dalla primaria all’università». L’insegnante di sostegno, per i disturbi dell’apprendimento, è previsto solo in casi particolari, per bambini alle prese con grosse difficoltà e con limiti importanti. «Questi disturbi interessano il 5% della popolazione scolastica - spiega Verena Bassani - Al momento, però, siamo arrivati a una diagnosi solo per il 3% circa. Gli insegnanti dovrebbero essere i primi a rendersi conto del problema. L’ufficio scolastico fa molto in proposito, soprattutto organizzando ripetuti corsi di formazione mirata per i docenti. Da anni si fa screening, i professori sono abituati a capire subito dove emerge una difficoltà. Purtroppo, però, c’è ancora una quantità sommersa di casi e questa è la parte critica». Le richieste di visita specialistica per un sospetto caso di disturbi specifici di apprendimento è in costante aumento. «Attualmente, per quanto riguarda la nostra associazione, siamo pieni fino a dicembre - ammette la responsabile - La situazione è chiaramente critica e pesante per le famiglie ma purtroppo, con i continui tagli di risorse, non possiamo fare di più. Stiamo lavorando bene con gli altri enti coinvolti e speriamo a breve di poter migliorare ulteriormente il servizio offerto». I bambini in lista d’attesa per una diagnosi sono circa 200. «Nell’ultimo anno le richieste sono aumentate del 20-25% - dice Bassani - Finché non c’è una diagnosi certificata a scuola non scatta l’intervento con l’avvio di una didattica mirata, con una metodologia precisa. A settembre, molti bambini andranno a scuola senza aver ancora avuto la diagnosi. E l’emergenza diventerà sempre più importante su questo fronte visti i continui tagli». (a.cam.)
Posted on: Sat, 22 Jun 2013 14:45:31 +0000

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