Creepypasta di Gaia Sally camminava alla luce incerta dei - TopicsExpress



          

Creepypasta di Gaia Sally camminava alla luce incerta dei lampioni. I passi come colpi alla porta. Toc, toc, toc. Quelle dannate scarpe facevano troppo rumore per quella via deserta. Era buio da almeno due-tre ore ormai. I capelli sobbalzavano ogni volta che un piede ricadeva a terra, la giacca di velluto a coste sembrava assorbire metà di quella luce biancastra, la borsa con i libri del corso serale iniziava a farsi sentire sulla spalla. I piccoli rumori del vento in città la accompagnavano sulla strada di casa. Era sola. Frrrssh. Un fruscìo dietro di lei, poco distante, vicino al muro. Si girò di scatto. Nulla, nemmeno un’ombra. Topi del cazzo. Accelerò il passo. Ormai dovevano mancare pochi minuti a casa. Frrrssh. Ancora. Fguardando dritto davanti a sé, per non perdere le calma. Arrivò a casa tutta accalorata. Quel fruscìo non l’aveva abbandonata un attimo. Aprì la porta con le chiavi che si incastravano fra loro nelle mani frettolose. La aprì, si girò, diede una sbirciata veloce fuori: nulla. Chiuse. La porta fece resistenza e rimbalzò. Guardò per terra: nulla sullo stipite. Riprovò. Si chiuse come niente fosse. I suoi dormivano ormai da qualche ora, probabilmente. Levò le scarpe e sentì la mano strusciare contro qualcosa. Ah no, era solo la sciarpa che le era scivolata giù. Si tolse la giacca e si diresse verso le scale. Frrrssh. Il fruscìo. Lo senti vicino e distante questa volta. Sentì le vibrazioni, come quando senti i e finestre “rabbrividire” per un rumore forte. Ma invece c’era stato solo quel fruscìo. E l’aria e l’intonaco avevano vibrato, come la lingua di un serpente nell’aria. Dio santo, che diavolo è a fare questo rumore, sarà mica entrato un topo in casa. No. Li ha presente, i topi, il quartiere ne è pieno. Strusciano contro i muri ma non fanno vibrare nulla. Sono grassi e silenziosi come nuvole sporche. Sally salì le scale facendo attenzione a non farle scricchiolare. Su qualche gradino il suo intento fallì, ma oltre a questo il silenzio regnava sovrano. Arrivata al pianerottolo del piano superiore si fermò in ascolto, tesa. Silenzio. Frrrrrrrrrssh. Era in alto ora, non era più all’altezza dei piedi. E non strisciava soltanto. Quella cosa vibrava. Tutto il suo corpo, qualsiasi cosa fosse. E Con essa tutto il resto. Piano, docilmente, l’aria intorno a quella cosa seguiva le sue vibrazioni. E il muro, e il pavimento, rabbrividivano come cani bagnati. Non poteva accendere la luce, i suoi dormivano in una stanza lì accanto. Camminò piano sui calzini fino alla sua camera. Chiuse accostò la porta dietro di sé. Si svestì e appoggiò gli abiti sulla sedia. Rimase in silenzio, in mutande e calzini, ritta sui piedi, tesa nell’ascolto. Nulla. Silenzio. Accese la piccola luce della scrivania. Un flebile bagliore caldo illuminò la piccola stanza. Si guardò intorno intimorita. Nulla. Guardò sotto al letto. Nulla. Spense la luce e si infilò nel letto, stanca. Il corpo si rilassò sul materasso e sentì la spossatezza della giornata uscirle dalla ossa e salirle a fior di pelle. Chiuse gli occhi. Silenzio. Frrrrrrrrrssh. Aprì gli occhi di scatto, guardando il buio sopra di sé. Lo aveva percepito vicino. Aveva sentito vibrare la parete vicino ai suoi piedi. Piegò le ginocchia contro il petto e infilò la testa sotto le coperte. Faceva caldo. Ansimava. Fuori c’era silenzio. Sentì strisciare qualcosa contro la sua pelle, rabbrividì. Aprì la bocca. Tacque. Il silenzio era assoluto nella stanza adesso. Oltre la parete il padre di Sally russava sommessamente e sua madre respirava piano nel sonno, con i tappi nelle orecchie. Frrrsh. L’aria e il pavimento vibrarono ancora una volta alla base dell’alta finestra. Poi cedettero quel compito al freddo notturno dell’autunno. Lì accanto, Sally era silenziosa, il ventre squarciato, le costole in briciole, le lenzuola intrise di sangue. Forse a qualcuno, come altre volte, capiterà di sentire uno strano fruscìo, stanotte.
Posted on: Wed, 04 Sep 2013 23:24:50 +0000

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