Da editore a autore a editore. . . Cosa vuol dire scrivere, essere - TopicsExpress



          

Da editore a autore a editore. . . Cosa vuol dire scrivere, essere lautore di un libro? Si dice che cè più gente che scrive di quella che legge, e i dati statistici dei lettori italiani non sono certo confortanti. Leggere richiede impegno, tempo e di tempo se ne ha sempre meno, a volte si sacrifica il proprio tempo per altro, a volte si viene proprio assorbiti da altro. Ma se è vero che per leggere un libro ci possono volere da poche ore tutto dun fiato, a pochi giorni, a scriverlo non è poi cosí immediato. Di getto puoi buttare giú le idee della struttura, dei personaggi, della storia, ma per mettere il punto finale ad un libro ce ne vuole, possono passare mesi, anni e il manoscritto può rimanere nel cassetto o in una cartella del pc oppure puoi provare a farlo pubblicare. E una volta pubblicato? Un libro non si legge e diffonde da solo, ci vuole tanto impegno, dedizione, da tutti. In questo percorso, succede che un autore, una volta pubblicato il libro, si senta abbandonato. Il libro resta in bella vista sul piano di una libreria o una mensola o una scrivania, ma si è solo spostato dal cassetto a lí. Nessuno ha la bacchetta magica, in nulla, il successo dipende da tanti fattori se non si è già un nome e magari anche conosciuto in altri settori. Allora si che entri a pieno titolo nel circuito dei grandi editori, dei grandi distributori, dei grandi insomma. E per i piccoli ma validi autori che si affacciano nel mondo delleditoria in punta di piedi? . . . La gavetta è sempre meno facile ma come tutte le gavette permette di fare esperienza e questa ha un valore che non si trova ovunque. A ognuno sta decidere come e con chi farla. Da piccolo editore, che pubblica piccoli ma no per questo non grandi autori emergenti, ogni volta che pubblichiamo un nuovo libro partecipo empaticamente alle emozioni che prova lautore. Ed è cosí bello condividerle man mano. . prima, durante e dopo la pubblicazione e seguire il cammino di ogni libro insieme al suo autore, se e finché lautore stesso anche lo vorrá. Oggi che anche io mi trovo ad essere uno dei tanti cè più gente che scrive di quella che legge, alle prese con il mio libro al quale ho finalmente messo il punto e che forse un giorno vedrá anima e corpo in un volume rilegato, mi trovo a provare quelle emozioni da autore che fino a prima di cimentarmi in questa avventura potevo solo sentire empaticamente con i nostri autori. Un turbinio di emozioni. . . lultima è quando ho ricevuto a gran sorpresa la bozza della copertina ideata e realizzata da Davide Raimondi, che me lha inviata appena poche ore fa. . . dopo aver letto in anteprima il manoscritto come altre persone alle quali ho chiesto un parere obiettivo. Sono rimasta senza parole, come in apnea, una benefica apnea, perché oltre ad avervi trasferito il senso del libro, autobiografico e intimistico, che nel raccontare la vittoria di mio padre (il libro si intitola Ha vinto Mario), svela anche parti di Cinzia che non sono conosciute se non a poche persone, ha saputo coniugare lessenza alla pienezza di emozioni di vita vissuta trasferita nelle pagine del libro. E ora che ho questa creatura tra le mani, che faccio? In questo contesto non sono leditore che riceve un manoscritto, attiva la squadra, valuta e decide. . .no, no. Sono un semplice autore, della categoria degli emergenti, alla prese con il proprio primo libro. . . Ansia, gioia, paura, felicitá. . . e ora? . . . Federica Barbarossa che si fa? Help.
Posted on: Sat, 02 Nov 2013 09:23:39 +0000

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