Da oggi in poi a Bologna non ci saranno più ‘mamma’ e - TopicsExpress



          

Da oggi in poi a Bologna non ci saranno più ‘mamma’ e ‘papà’, ma semplicemente genitori, senza alcuna distinzione di genere, quando si dovranno compilare i moduli scolastici per l’iscrizione dei figli. Ancora una volta le amministrazioni comunali in Italia compiono passi avanti nell’apertura ai diritti dei gay , mentre il Parlamento fatica ad approvare persino una legge sull’omofobia. Ovviamente non sono mancate le critiche all’iniziativa bolognese, soprattutto da parte dell’Udc. Già da qualche tempo il dibattito pubblico si era incentrato sul superamento della distinzione tra mamma e papà nei moduli scolastici per evitare la discriminazione delle coppie omosessuali: l’abbrivio alla discussione lo aveva dato un assessore veneziano, che aveva proposto di introdurre i termini ‘genitore 1′ e ‘genitore 2′, un’iniziativa subito appoggiata dal ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge. Ma a bruciare tutti sul tempo è stato il comune di Bologna, che attraverso un consigliere, la capogruppo di Sel Cathy Latorre, ha approvato un ordine del giorno per eliminare i riferimenti di genere madre e padre nei moduli per l’iscrizione dei bimbi alle scuole materne. E l’assessorato alla Scuola ha subito deciso di approntare i cambiamenti necessari, dichiarandosi pronta a sostituire con ‘genitore’ e ‘altro genitore’ la terminologia precedente. Prevedibili le polemiche sul contenuto dell’ordine del giorno: se l’Arcigay ovviamente apprezza parlando di ‘atto di grande buonsenso e di buona politica‘, invitando altri comuni d’Italia a seguire l’esempio bolognese, a schierarsi apertamente contro è stato Pierferdinando Casini, il quale sostiene che si tratta di una ‘farsa che rischia di fare danni irreparabili, perché attraverso una pericolosa mistificazione burocratica si intende mettere in discussione due figure che nella nostra società hanno un valore preciso e fondante‘. Al di là delle opposizioni ideologiche, va detto che che il provvedimento rischia di creare qualche effetto paradossale, come spiega l’edizione locale del Corriere della Sera, che sottolinea due aspetti controversi: il primo è che ‘nei moduli del Comune c’era già scritto ‘genitore richiedente’ e ‘altro genitore’. Solo che poi, scorrendo il foglio, si parlava di ‘padre’ e ‘madre’, quando si accennava alla condizione lavorativa e ai numeri di telefono‘. Il secondo riguarda le parole dell’assessore alla Scuola Marilena Pillati, da cui si evince che si tratterebbe semplicemente di un problema burocratico, quando dice: ‘Per un fatto di coerenza interna stiamo valutando di sostituire i termini distinguendo sempre tra il genitore che ha fatto richiesta e l’altro genitore‘. In ogni caso la strada per un cambiamento epocale sembra tracciato, ennesimo smottamento all’idea di famiglia tradizionalmente intesa difesa ad oltranza da una parte dell’opinione pubblica italiana. 508 Da oggi in poi a Bologna non ci saranno più ‘mamma’ e ‘papà’, ma semplicemente genitori, senza alcuna distinzione di genere, quando si dovranno compilare i moduli scolastici per l’iscrizione dei figli. Ancora una volta le amministrazioni comunali in Italia compiono passi avanti nell’apertura ai diritti dei gay , mentre il Parlamento fatica ad approvare persino una legge sull’omofobia. Ovviamente non sono mancate le critiche all’iniziativa bolognese, soprattutto da parte dell’Udc. Già da qualche tempo il dibattito pubblico si era incentrato sul superamento della distinzione tra mamma e papà nei moduli scolastici per evitare la discriminazione delle coppie omosessuali: l’abbrivio alla discussione lo aveva dato un assessore veneziano, che aveva proposto di introdurre i termini ‘genitore 1′ e ‘genitore 2′, un’iniziativa subito appoggiata dal ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge. Ma a bruciare tutti sul tempo è stato il comune di Bologna, che attraverso un consigliere, la capogruppo di Sel Cathy Latorre, ha approvato un ordine del giorno per eliminare i riferimenti di genere madre e padre nei moduli per l’iscrizione dei bimbi alle scuole materne. E l’assessorato alla Scuola ha subito deciso di approntare i cambiamenti necessari, dichiarandosi pronta a sostituire con ‘genitore’ e ‘altro genitore’ la terminologia precedente. Prevedibili le polemiche sul contenuto dell’ordine del giorno: se l’Arcigay ovviamente apprezza parlando di ‘atto di grande buonsenso e di buona politica‘, invitando altri comuni d’Italia a seguire l’esempio bolognese, a schierarsi apertamente contro è stato Pierferdinando Casini, il quale sostiene che si tratta di una ‘farsa che rischia di fare danni irreparabili, perché attraverso una pericolosa mistificazione burocratica si intende mettere in discussione due figure che nella nostra società hanno un valore preciso e fondante‘. Al di là delle opposizioni ideologiche, va detto che che il provvedimento rischia di creare qualche effetto paradossale, come spiega l’edizione locale del Corriere della Sera, che sottolinea due aspetti controversi: il primo è che ‘nei moduli del Comune c’era già scritto ‘genitore richiedente’ e ‘altro genitore’. Solo che poi, scorrendo il foglio, si parlava di ‘padre’ e ‘madre’, quando si accennava alla condizione lavorativa e ai numeri di telefono‘. Il secondo riguarda le parole dell’assessore alla Scuola Marilena Pillati, da cui si evince che si tratterebbe semplicemente di un problema burocratico, quando dice: ‘Per un fatto di coerenza interna stiamo valutando di sostituire i termini distinguendo sempre tra il genitore che ha fatto richiesta e l’altro genitore‘. In ogni caso la strada per un cambiamento epocale sembra tracciato, ennesimo smottamento all’idea di famiglia tradizionalmente intesa difesa ad oltranza da una parte dell’opinione pubblica italiana. 508
Posted on: Thu, 26 Sep 2013 06:33:17 +0000

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