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Daniele Luttazzi Da Wikipedia, lenciclopedia libera. Daniele Luttazzi Fotografia di Daniele Luttazzi Nazionalità Italia Italia Genere Musica dautore Jazz Pop rock Periodo di attività 2005 – in attività Etichetta EMI Italiana Edel Album pubblicati 2 Studio 2 Sito web danieleluttazzi.it Daniele Luttazzi, pseudonimo di Daniele Fabbri (Santarcangelo di Romagna, 26 gennaio 1961), è un attore, comico, scrittore e musicista italiano. Il suo pseudonimo è un omaggio al musicista e attore Lelio Luttazzi.[1] Indice [nascondi] 1 Biografia 1.1 Primi anni 1.2 Gli esordi (1988-1998) 1.2.1 Barracuda: lesordio come conduttore 1.3 Satyricon e leditto bulgaro (2001) 1.4 Attività successive e pressioni politiche (2002-2007) 1.4.1 La musica, il teatro e la scrittura dopo il 2005 1.5 Il ritorno in televisione e la nuova uscita (2006-2008) 1.6 Lintervento a Raiperunanotte (2010) 1.7 Attività successive 2 Idee, pensieri, opinioni 3 Accuse di plagio 3.1 Reazioni 4 Opere 5 Discografia 6 Televisione 7 Spettacoli teatrali 8 Concerti 9 Riconoscimenti 10 Note 11 Voci correlate 12 Altri progetti 13 Collegamenti esterni Biografia[modifica | modifica sorgente] Primi anni[modifica | modifica sorgente] Dopo aver frequentato il Liceo-Ginnasio Statale Vincenzo Monti a Cesena, si iscrive alla facoltà di medicina dellUniversità di Modena: scrive una tesi sperimentale sulla eziopatogenesi autoimmunitaria della gastrite atrofica e la consegna senza discuterla, per protesta contro le baronie universitarie.[2][3] Capo scout, dal 1979 al 1981 è nella redazione dei mensili Agesci Camminiamo insieme (rover e scolte) e Giochiamo (lupetti e coccinelle). Per questa rivista scrive e disegna il fumetto Le avventure dei Pezzati, che al secondo anno verrà sospeso dalle gerarchie perché giudicato poco ortodosso.[4] A 18 anni collabora con il settimanale cattolico riminese Il Ponte, per il quale scrive e disegna la pagina umoristica Freezer. Nel 1980, a 19 anni, viene eletto consigliere comunale a Santarcangelo di Romagna nelle file della Democrazia Cristiana[5]. Nel 1987 pubblica alcune vignette sul settimanale satirico Tango ed è uno dei fondatori di Comix.[6] Gli esordi (1988-1998)[modifica | modifica sorgente] Nel 1988 comincia a scrivere e a recitare in teatro monologhi comici. Nel maggio del 1989 vince il concorso per giovani comici La Zanzara doro.[7] Partecipa quindi alla rassegna Riso in Italy al teatro Sistina di Roma: in giuria, Renzo Arbore, che la settimana seguente lo fa esordire nel programma televisivo D.O.C. (Rai 2).[8][9] Per tutta lestate è lopinionista comico del Maurizio Costanzo Show.[8] Nel 1990, registra per il programma Banane (Telemontecarlo) gli sketch comici Marzullo intervista Hitler e Marzullo intervista Gesù, che non andranno però in onda. I testi degli sketch verranno poi pubblicati nel libro Adenoidi. In estate viene scritturato di nuovo al Costanzo Show, abbandonando però il programma alla prima puntata. Nel 1991 Porta in scena il monologo Chi ha paura di Daniele Luttazzi?. Nel 1992 scrive e interpreta per RadioDue Onde comiche ovvero Fate entrare i cavalli vuoti, varietà in 12 puntate, che andrà in onda ogni domenica mattina dalle 11 a mezzogiorno.[8] Nel 1993 traduce #$@&! - Lantologia di Lloyd Llewellyn, il fumetto underground di Daniel Clowes per le Edizioni Telemaco di Daniele Brolli.[10] Nel 1994 pubblica una parodia del bestseller di Susanna Tamaro Va dove ti porta il cuore, intitolata Va dove ti porta il clito, per il quale riceve il Premio Satira Politica Forte dei Marmi.[11] La Tamaro e la Baldini e Castoldi gli fanno causa per plagio[12]. In favore di Luttazzi si pronunciano Maria Corti e Guido Almansi; per la Tamaro Giuseppe Dossena e Piergiorgio Bellocchio[13]. Luttazzi vince la causa: secondo il giudice è parodia e non plagio[14]. La Tamaro fa ricorso e perde di nuovo.[15] Dalla parodia, Luttazzi ricava il monologo teatrale omonimo.[11] Il grande pubblico comincia a conoscerlo nella stagione 1994-95 sulla Rai 3 di Angelo Guglielmi, dove è co-autore e interprete del programma Magazine 3, assieme a Gloria De Antoni e Oreste De Fornari.[16][17] Luttazzi cura le rubriche Sesso con Luttazzi, La Piccola Biblioteca, e La cartolina di Luttazzi. I testi verranno riportati nei bestseller Sesso con Luttazzi (da cui è tratto lomonimo spettacolo teatrale, 1994) e Adenoidi. Raggiunge la popolarità con i personaggi proposti a Mai dire gol dal 1996 al 1998: Panfilo Maria Lippi, il prof. Fontecedro e Luisella.[18] I testi dei tre personaggi sono riportati nei libri Tabloid e Cosmico!. Celebre la frase con cui il personaggio Panfilo Maria Lippi, parodia del giornalismo italiano, apriva sempre i suoi TG: «Questa edizione del telegiornale andrà in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali».[19] Aldo Grasso, critico tv del Corriere della Sera, interviene in uno sketch nei panni di Dingo, lamico invisibile di Panfilo.[20] Il professor Dervis Fontecedro, docente universitario freak a Palo Alto, attacca invece la riforma scolastica di Berlinguer, ministro nel primo governo Prodi.[21][22]. Luisella Gori è invece la tipica annunciatrice Mediaset. I programmi televisivi che annuncia hanno un tratto surreale: Domenica, Rete4. La Santa Messa. La trama, ingenua, è un pretesto per far cantare i fedeli.[23] Barracuda: lesordio come conduttore[modifica | modifica sorgente] La prima trasmissione televisiva tutta sua è Barracuda, andata in onda nel 1998–99 su Italia 1, programma sul genere del talk-show notturno americano, che oggi ha fra i suoi epigoni maggiori David Letterman e Jay Leno. Secondo quanto dichiarato da Luttazzi al Corriere della Sera[24] nel 2003, il programma subisce il controllo Mediaset e una censura dei contenuti (per esempio nella prima intervista a Claudio Martelli una domanda su Berlusconi) motivo per cui in seguito Luttazzi sarebbe passato in Rai. Nel 2000, Telecom Italia vara il nuovo servizio 187 e ingaggia Luttazzi come testimonial per la campagna pubblicitaria.[25] Inizialmente il contratto è di un mese, ma lo spot ha un tale successo che il contratto viene rinnovato per due anni.[26] Registi degli spot sono Riccardo Milani e Marcello Cesena.[27] Nel 2001 Berlusconi entra in Telecom e Luttazzi, che nel frattempo ha condotto Satyricon, viene pagato come da contratto, ma non potrà più girare spot per la Telecom.[2][26] Satyricon e leditto bulgaro (2001)[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Satyricon (programma televisivo), Intervista a Marco Travaglio a Satyricon e Editto bulgaro. « Non è facile trovare uomini liberi in questItalia di merda. » (Daniele Luttazzi, Satyricon) Con Satyricon (2001) Luttazzi ripropone il talk-show allamericana nella Rai 2 di Carlo Freccero. Le polemiche si susseguono a partire dalla prima puntata, per culminare nella interruzione dopo lintervista sul libro Lodore dei soldi a Marco Travaglio. Il programma termina alla dodicesima puntata. Berlusconi accusa Luttazzi, assieme a Michele Santoro ed Enzo Biagi di fare un uso criminoso della tv di stato (Editto bulgaro) e si augura che la cosa non possa ripetersi in futuro. Lanno seguente, il talk-show di Luttazzi sparisce dai palinsesti Rai. Berlusconi, Fininvest, Mediaset e Forza Italia lo querelano inoltre per diffamazione chiedendo un risarcimento pari a 41 miliardi. Dopo anni di processi Luttazzi vince la causa.[28] Attività successive e pressioni politiche (2002-2007)[modifica | modifica sorgente] Luttazzi torna a teatro col monologo Satyricon. Egli lamenta come in alcune regioni, come Puglia, Lombardia e Veneto, i teatri subiscano presunte pressioni politiche al fine di cancellare i suoi spettacoli;[29][30] a Cagliari Mauro Meli, sovrintendente della Fondazione Teatro Lirico, e il presidente nonché sindaco Emilio Floris cercano di impedire la serata.[31] Nella primavera 2002, Luttazzi pubblica Benvenuti in Italia, unantologia degli ultimi canovacci teatrali più alcuni racconti. Tra questi cè Il circo Marx: «Nella Francia imperiale erano stati autorizzati solo otto teatri con rappresentazioni classiche inoffensive, e gli altri spazi dovettero chiudere oppure presentare spettacoli messi in scena da clown. Nel mio Circo ci sono Fassino, Rutelli, DAlema, Bertinotti e altri, mentre limperatore fa quello che vuole», spiega Luttazzi.[32] Sempre nel 2002, Luttazzi scrive la canzone Sometimes, cantata da Ada Montellanico nel cd Suoni Modulanti.[8] e pubblica la raccolta di illustrazioni Capolavori. Nella stagione 2002-3 porta in scena il monologo satirico Adenoidi, dedicato principalmente al fenomeno Berlusconi.[33] Il 10 novembre Luttazzi è intervistato da Pippo Baudo, in una trasmissione dove si dibatte il tema della censura, circa le presunte misure censoree alle quali sarebbe stato sottoposto, lamentando nuovamente una presunta cenura ai suoi danni, operata tagliando alcune sue affermazioni rilasciate durante lintervista.[34][35] Luttazzi ricorda: «Ai giornalisti fu anche detto che ero stato presente al montaggio. Falso. Il giorno dopo ci fu la strage di Nassiriya, ci misi quattro giorni per far passare sulle agenzie di stampa la denuncia dei tagli subiti. Ma Baudo rimase zitto».[36][37] Il critico Sebastiano Messina attacca Luttazzi, sostenendo che si sia autocensurato per convenienza;[34] Luttazzi risponde definendo Messina «incompetente»: «La logica e la deontologia, a questo punto, imporrebbero la rimozione del critico cieco. Finché questo non accadrà, a Repubblica avranno una rubrica scadente di recensioni tv».[38] Qualche tempo dopo, a Messina subentra Antonio Dipollina. Il 24 novembre 2003 la compagnia dellArchivolto mette in scena a Genova la lettura dei Dialoghi platonici; tra essi cè anche il racconto Stanotte e per sempre, la cui rappresentazione viene descritta in modo inesatto dalla stampa, tratta in inganno da unagenzia ANSA secondo cui Luttazzi in scena vestito da Andreotti sodomizzava il cadavere di Aldo Moro. Sorgono nuove polemiche, e Luttazzi lamenta nuovamente un tenativo di censura nei suoi confronti da parte delle forze politiche[34] e viene minacciata una querela per diffamazione da parte della vedova di Aldo Moro[39]. Lesperta di satira latina Margherita Rubino, che ha visto lo spettacolo, si schiera in favore di Luttazzi.[40] Luttazzi mostra ai probiviri dellOrdine della stampa il video della serata e le denunce cadono. Nel 2004 Luttazzi decide di terminare la sua collaborazione con la rivista Rolling Stone, «a causa di unintervista-marchetta a Carlo Rossella» fatta dal direttore Carlo Antonelli.[41] Quel numero del periodico era contro la guerra di Bush, e un articolo di Luttazzi collegava il Nigergate a un dossier costruito a Roma in ambienti contigui al Sismi[42], anticipando di un anno lo scoop di Repubblica sul tema; ma nellintervista di Antonelli a Rossella, che per sua stessa ammissione aveva passato allambasciata americana a Roma il falso dossier sulle armi di distruzione di massa in Iraq con cui poi venne giustificata la guerra, le domande vertevano su argomenti giudicati da Luttazzi irrilevanti, tipo «qual era il suo gruppo musicale preferito negli anni 60?».[41][43] Giuliano Ferrara gli offre una rubrica su il Foglio, in cui poter scrivere con piena libertà, ma Luttazzi rifiuta «perché il contesto è importante, e io sul Foglio non voglio comparire».[44] Ancora nel 2004 la Bompiani pubblica la sua nuova traduzione, integrale e fedele, dei classici di Woody Allen: Rivincite, Senza Piume, Effetti Collaterali. Nella stagione 2004-2005 porta nei teatri Bollito misto con mostarda, spettacolo di satira di attualità.[45] Nellanteprima per il mensile MAXIM (novembre 2004) dichiara: «Commenterò quello che sta capitando in Italia e nel mondo: guerra, terrorismo, religione e ciò che succede quando la politica è in mano a reazionari del calibro di Bush, Blair e Berlusconi. I quali si stanno dando un gran daffare per risolvere la guerra in Iraq. O almeno, il gran daffare di chi se ne sbatte delle sorti del mondo».[46] La musica, il teatro e la scrittura dopo il 2005[modifica | modifica sorgente] Il 21 gennaio 2005 pubblica il suo primo album musicale, Money for Dope (EMI).[47] Si tratta di un musical elegiaco, composto da dieci pezzi scritti da Luttazzi nellarco di ventanni, e arrangiati dal jazzista e direttore dorchestra Massimo Nunzi.[48][49] Il disco narra la storia di unamica morta per overdose e contiene sia aspetti tragici, sia momenti buffi e ironici.[50][51] Nel 2005, per la rivista MicroMega, intervista diversi autori satirici italiani, ponendo loro domande sulla satira. Fra questi Stefano Benni, Sergio Saviane, Riccardo Mannelli.[52] Nella primavera 2005 esce il libro Bollito misto con mostarda, che contiene i testi dello spettacolo e altri inediti.[53] Sempre nel 2005 viene invitato da Adriano Celentano nel programma Rockpolitik, assieme a Biagi e Michele Santoro. Luttazzi e Biagi declinano linvito.[54] Il 12 gennaio 2006 Luttazzi chiude il suo blog, aperto lanno precedente, tornando a una pubblicazione poco frequente e disabilitando la possibilità di inserire commenti. Lo scopo è di evitare le derive populistiche che, secondo Luttazzi, la forma di comunicazione del blog favorisce.[55][56][57] Nella stagione 2005-2006 è in teatro con lo spettacolo Come uccidere causando inutili sofferenze, in cui immagina di essere inviato dal governo in missione in Iraq ad allietare le truppe italiane con una compagnia di varietà.[58][59] Lultima data del tour, il 24 novembre 2006 al Palalottomatica di Roma, fa il tutto esaurito con 7000 spettatori. Nel bis, Luttazzi anticipa alcuni temi del monologo successivo (Barracuda 2007) con una satira del governo Prodi. Precisando di aver votato Ulivo «perché avevo presente la squallida alternativa», Luttazzi critica con le sue battute la scelta di Clemente Mastella come ministro della giustizia, la disattesa cancellazione delle leggi vergogna, della legge 30 e del L. 21.2.2006 n. 49 (la cosiddetta legge Fini), stigmatizza lindulto esteso ai reati finanziari e ai grandi crimini, la proposta di legge Gentiloni che non consente la nascita del terzo polo televisivo, e altri aspetti.[60] Luttazzi è però a favore della legge finanziaria, di cui illustra alcune misure, spiegando perché le ritiene efficaci per il risanamento economico. Luttazzi a Roma nel 2007 In anteprima dal 10 novembre 2006 a Conegliano, e in prima nazionale il 26 gennaio 2007 a Bologna, Luttazzi debutta con Barracuda 2007. A febbraio 2007 esce il secondo disco, School Is Boring. Il ritorno in televisione e la nuova uscita (2006-2008)[modifica | modifica sorgente] « Non è incredibile? Bin Laden può andare in tv e io no... » (Daniele Luttazzi, Decameron, 2007) Nellottobre del 2006, Sky gli propone di inaugurare il nuovo canale comedy, ma lidea non va in porto.[61] Riguardo al rientro in Rai, Luttazzi esprime forti dubbi. «Hanno messo presidente Petruccioli, direttore Cappon, vicedirettore Leone. Allepoca di Satyricon si espressero tutti e tre in maniera fortemente critica. Secondo loro era lemblema del peggio che poteva essere fatto in tv.»[62] Nel dicembre del 2006 Pippo Baudo chiede a Luttazzi di presentare con lui il Festival di Sanremo 2007, ottenendo un rifiuto. Per motivare il suo rifiuto, Luttazzi sostiene che: «Non è il mio contesto. Io faccio satira vera, parlo di politica, religione, sesso e morte. Cosa ci farei lì?». Magari solo per il gusto di veder finire lembargo RAI. «Capisco la motivazione dellinvito di Baudo. Ma non mi interessa fare la scimmietta del circo». Dal 3 novembre 2007 conduce il varietà satirico Decameron che va in onda nella seconda serata del sabato sera di LA7 e tratta, come recita il titolo, di politica, sesso, religione e morte[63]. Nelle prime due puntate in una fascia oraria in cui gli ascolti di La7 hanno uno share dello 0,9%, ottiene uno share medio del 6,2%. Il programma viene sospeso sabato 8 dicembre 2007, prima della messa in onda della sesta puntata, che avrebbe dovuto trattare dellultima enciclica promulgata da papa Benedetto XVI.[64] La7 sospende il programma per una battuta contro Giuliano Ferrara, ritenuta offensiva e lesiva del giornalista, uno dei volti più noti della rete.[65] Riprendendo un famoso monologo del comico statunitense Bill Hicks, che imitava il giornalista Rush Limbaugh (di cui Giuliano Ferrara, per Luttazzi, è la versione italiana), nella quinta puntata Luttazzi pronuncia questa battuta satirica: « Dopo quattro anni di guerra in Iraq, 3.900 soldati americani morti, 85.000 civili iracheni ammazzati e tutti gli italiani morti sul campo anche per colpa di Berlusconi, Berlusconi ha avuto il coraggio di dire che lui in fondo era contrario alla guerra in Iraq. Come si fa a sopportare una cosa del genere? Io ho un mio sistema: penso a Giuliano Ferrara dentro una vasca da bagno con Berlusconi e DellUtri che gli pisciano addosso, Previti che gli caga in bocca e la Santanchè in completo sadomaso che li frusta. Va già meglio no?.[66] » Conseguono alla battuta anche polemiche circa un presunto plagio da parte di Luttazzi nei confronti del più noto comico Bill Hicks, del quale Luttazzi prende la battuta, pronunziandosi però in senso negativo (negando il plagio) il tribunale, nel 2012, adito circa la questione della sospensione arbitraria della trasmissione. Per il direttore de La7 è un insulto a Giuliano Ferrara, ma Ferrara ammette che quella di Luttazzi è una battuta satirica. Secondo Luttazzi, quindi, avrebbe ragione Dario Fo, quando sostiene che la sospensione del programma sarebbe invece dovuta al monologo della sesta puntata sulla enciclica papale Spe Salvi. Lattore ritiene infatti pretestuoso il motivo addotto dalla direzione della rete e nota che il suo contratto con La7 impediva la sospensione del programma.[67] Dopo la sospensione, Telecom fa causa a Luttazzi. Il 14 novembre 2008 ha debuttato al Gran Teatro di Roma il monologo Decameron, che comprende quanto previsto per la sesta puntata della trasmissione tv di cui sopra. marzo 2012: La7 perde la causa contro Luttazzi. Secondo la sentenza, 1. La7 chiuse Decameron in modo arbitrario e illegittimo. 2. La battuta su Giuliano Ferrara non fu insulto, ma satira. 3. La battuta su Giuliano Ferrara non fu plagio. Il giudice condanna La7 a un pagamento che, fra penali e mancati versamenti, ammonta a 1 milione e 200 000 euro lordi, più interessi e spese legali.[68]Il tribunale di Roma ha tutelato il diritto di fare satira sancito dalla Costituzione commenta Luttazzi sul suo blog.[69] Lintervento a Raiperunanotte (2010)[modifica | modifica sorgente] Il 25 marzo 2010 Luttazzi partecipa a Raiperunanotte, trasmissione condotta da Michele Santoro dedicato alla censura applicata ai programmi televisivi di discussione politica durante il periodo di campagna elettorale[70] e definito il più grande evento della storia del web italiano[71]. Il suo esplicito monologo satirico, che riprende la parte iniziale dello spettacolo teatrale Decameron, ha enorme successo tra gli spettatori presenti, e durante la sua performance Luttazzi afferma: « Luso che Minzolini... Come si chiama quellaltro? Masi... No, ma quellaltro... Berlusconi... hanno fatto della televisione pubblica, pagata coi soldi di tutti, è un uso criminoso! » (Daniele Luttazzi, Raiperunanotte, 25 marzo 2010) rispondendo e parodiando, a distanza di otto anni, il cosiddetto editto bulgaro. Attività successive[modifica | modifica sorgente] Nel novembre 2009 pubblica con Feltrinelli il saggio politico-satirico La guerra civile fredda. Nel 2011 viene pubblicato il graphic-novel La quarta necessità, soggetto e sceneggiatura di Luttazzi, tavole di Massimo Giacon. In occasione delle elezioni politiche 2013, Luttazzi dà alle stampe il romanzo satirico Lolito. Una parodia. Idee, pensieri, opinioni[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Pensiero di Daniele Luttazzi. Accuse di plagio[modifica | modifica sorgente] Nel 1994 Susanna Tamaro e la Baldini e Castoldi fanno causa a Luttazzi per plagio dopo la pubblicazione di Va dove ti porta il clito, parodia di Va dove ti porta il cuore[72]. Luttazzi vince la causa[73]. In un post del 2005 Luttazzi afferma che da quel momento decise di utilizzare lo stratagemma di Lenny Bruce (ovvero linserimento di citazioni satiriche nascoste nei propri testi e monologhi) come difesa legale dalle querele miliardarie[74]. Con la messa in onda di Satyricon (Rai 2, 2001), giornalisti e telespettatori iniziarono ad avanzare nei confronti di Luttazzi nuove accuse di plagio. Alcune lettere a Il Foglio del 13 e 19 gennaio 2001 sostenevano che Luttazzi imitasse il Late Show di David Letterman e ne copiasse la battute[75]. Il 1º febbraio un attacco a Luttazzi venne dal critico televisivo de la Repubblica Antonio Dipollina, che sostenne con forza come in Satyricon il modello dello show di Luttazzi fosse copiato dal Late Show, una tipologia di programma televisivo che, sempre secondo Dipollina, era assente nel panorama televisivo italiano[76]. Luttazzi si difese, due giorni dopo, con una lettera alla redazione del quotidiano, affermando di non nascondere affatto le somiglianze tra Satyricon e il David Letterman Show. La sorgente del modello però sarebbe il: « ...talk-show originale cui lo stesso Letterman si ispira: il Tonight Show inventato nel 1962 dal grande Johnny Carson e trasmesso per 30 anni dalla NBC. » (Daniele Luttazzi, la Repubblica, 3 febbraio 2001[77]) Nella stessa sede Luttazzi afferma che: « Tutte le battute di Satyricon sono originali (se si sostiene il contrario occorre fare degli esempi precisi, altrimenti mi si devono delle scuse). » (Daniele Luttazzi, la Repubblica, 3 febbraio 2001[77]) L8 dicembre 2007 Luttazzi attaccò Giuliano Ferrara in un monologo durante la trasmissione Decameron in onda sullemittente televisiva LA7: lepisodio causò la sospensione del programma[78]. La battuta di Luttazzi su Ferrara conteneva riferimenti a un monologo degli anni novanta nel quale il comico statunitense Bill Hicks criticava il giornalista Rush Limbaugh[79] (anni dopo, nel marzo 2012, LA7 ha perso la causa contro il comico, ed è stata condannata al pagamento di un milione e 200 000 euro come risarcimento[68]). Nel suo blog Luttazzi riassume la sentenza in tre punti, il terzo dei quali recita La battuta su Giuliano Ferrara non fu plagio.[74] LA7 ha dichiarato che ricorrerà in appello. Il 13 dicembre, su Il Foglio, Christian Rocca commentò lepisodio affermando che in diverse occasioni Luttazzi aveva sfruttato lispirazione di altri, citando come esempi non solo Letterman e Conan OBrien, ma i comici anglosassoni Bill Hicks, George Carlin, Eddie Izzard, Lewis Black, Chris Rock, Linda Smith e Steven Wright[80]. Rocca riporta come Luttazzi abbia sostenuto aspre polemiche con chi riprendeva in Italia le sue battute e i format da lui utilizzati, cita la caccia al tesoro ma sostiene che la quantità e il modo con cui sono ripresi i lavori vadano ben oltre la citazione.[80] A partire dal gennaio 2008 un blog anonimo iniziò a segnalare i presunti plagi di Luttazzi, riportando lautore e la versione originale di quelle che riteneva le battute copiate. Il 6 giugno 2010, il Giornale[81] diede notizia di un video anonimo pubblicato in Internet che metteva a confronto brani del repertorio di comici anglofoni con la corrispondente versione di Luttazzi. La notizia venne ripresa nei giorni successivi da la Repubblica[82], lUnità[83] e Corriere della Sera[84], destando scalpore. Dal video si evince tra laltro che alcuni dei monologhi di Satyricon contenevano calchi di monologhi di spettacoli comici statunitensi[85][86][87]. Luttazzi replicò con un post sul suo blog affermando che il video in questione era diffamatorio. Egli sostenne che inseriva volutamente citazioni di altri comici per due ragioni: organizzare una caccia alla citazione per i fan e per potersi difendere da eventuali accuse di non fare satira, potendo controbattere che le proprie erano in realtà dei massimi autori satirici statunitensi. Ricordò che lui stesso diede questa notizia in un messaggio del 2005 sul proprio blog[74]. Secondo Luttazzi, non si tratta di plagi ma di calchi, riscritture e citazioni – e in quanto tali, legittimi; e il suo blog conteneva lelenco dei comici e degli scrittori utilizzati nei suoi lavori. Nel 2013, in unintervista concessa a il Fatto quotidiano per luscita di Lolito. Una parodia, Luttazzi torna sul caso, inquadrandolo storicamente e attribuendone lo scalpore a due pregiudizi condivisi dalla gente: quello del realismo referenziale e quello dellautore originale.[88] Reazioni[modifica | modifica sorgente] Sulle pagine de lUnità, il 10 giugno 2010, Francesca Fornario riporta un suo scambio di e-mail con Daniele Luttazzi, un vivace botta e risposta seguito alluscita del video sui presunti plagi. La Fornario scrive che in rete si parla di una durata dei presunti plagi, che raggiungerebbe i 500 minuti su 1200 di repertorio di Luttazzi, e si dichiara profondamente delusa dellinganno che Luttazzi avrebbe perpetrato nei confronti dei suoi estimatori. Luttazzi sostiene che il video sia diffamatorio, che i fatti siano già stati resi pubblici da lui anni prima, nel 2005 e nel 2007, e che lo stratagemma della caccia al tesoro fosse noto e dichiarato, un aspetto fondamentale della questione rimosso dagli accusatori[89]. Aldo Grasso, sul Corriere della Sera del 12 giugno 2010, pone laccento sullipocrisia di chi accusa Luttazzi sul web, dove linformazione è considerata free e il copyright è visto come il diavolo, ma anche sulla difesa poco spiritosa scelta da Luttazzi[84]. Questultimo concetto è ribadito dalla giornalista Concita De Gregorio, in un suo articolo del 13 giugno 2010 su lUnità[90]. Il 13 giugno 2010, sempre su lUnità, il collettivo Wu Ming evidenzia come molti fan, in seguito alla polemica, stiano diventando feroci detrattori del comico, con il rischio di fare passare in secondo piano il ruolo di Luttazzi nel rinnovamento della scena satirica italiana[91]. Il regista Roberto Faenza, con un articolo pubblicato su il Fatto Quotidiano del 13 giugno 2010, difende Luttazzi citando le parole di Roberto Benigni, che paragona il copiare di Luttazzi al copiare dei grandi della storia della poesia e del Teatro (da Virgilio, Ovidio, Dante e Shakespeare a Buster Keaton, Eduardo De Filippo e Woody Allen), e citando linevitabilità per lartista di rielaborare temi affrontati da altri e il problema del diritto dautore nellera di Internet[92]. La controversia ha avuto eco anche nel resto del mondo: il 9 giugno 2010, Emo Philips dedica al caso parecchi post sulla propria pagina Facebook; il 13 giugno 2010 Bill Scheft (da quasi ventanni nello staff di David Letterman) nega categoricamente qualsiasi contatto con Luttazzi (Luttazzi affermò di aver scritto a Bill Scheft e di aver ricevuto una risposta dalla redazione del Late Night) spingendosi anche a mettere in discussione la paternità, rivendicata da Luttazzi, di una battuta su al-Qaeda[93]; il 16 giugno 2010 lo show di Keith Olbermann, citando larticolo di Repubblica, nomina Luttazzi nella rubrica satirica «Worst Person In The World».[94]. Opere[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Opere di Da
Posted on: Thu, 14 Nov 2013 18:38:15 +0000

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