Dignità costretta a chiedere tempi supplementari Co. Co. Co tempo - TopicsExpress



          

Dignità costretta a chiedere tempi supplementari Co. Co. Co tempo scaduto L’appello degli ex stagisti al Consiglio regionale: non interrompete i contratti “Riprendiamoci la Calabria”. Con questo slogan 375 giovani professionisti calabresi, da cinque anni precari nelle pubbliche amministrazioni, hanno tenuto una conferenza stampa all’hotel Royal di Cosenza. I lavoratori, selezionati per titoli nell’ambito del programma stages 2008, a distanza di cinque anni esatti rischiano di vedere interrotti i loro contratti. Nel corso dell’incontro i giovani che hanno prestato servizio in diversi enti: comuni, province, aziende sanitarie sparsi in tutta la Regione, hanno illustrato le tappe principali del loro percorso. “Ormai dal 2010, grazie alla legge regionale n. 23 – hanno ricordato i relatori- la Regione Calabria ha incentivato la nostra contrattualizzazione e ci ha inseriti nel bacino dei precari calabresi con delibera del 2013. Ma lo scorso 28 giugno la maggioranza in Consiglio regionale ha espresso la feroce volontà di interrompere i rapporti di lavoro adducendo a pretestuosa giustificazione l’impegno della giunta a individuare soluzioni alternative. Poco dopo, è stato lo stesso presidente Scopelliti a presentare alla stampa le linee guida di un bando in uscita che rivela l’intenzione chiara di chiudere il percorso e tagliare i 375 co.co.co. in essere”. “Il bando, infatti, - hanno spiegato ancora gli ex-stagisti- ci farebbe ripiombare nella condizione di tirocinanti prevedendo la possibilità di una work-experience di soli sei mesi, ovviamente presso enti diversi da quelli nei quali abbiamo già lavorato. Una condizione questa lesiva della dignità di lavoratori”. Una soluzione fittizia che ipotizza l’impiego di fondi comunitari per avviare una ri-formazione di cui, per altro, potrebbe beneficiare solo una parte dei 375 lavoratori precari non essendo le risorse individuate sufficienti per tutti. Ancora più incerto si configura il percorso ipotizzato nel privato: una dote occupazionale e un incentivo per l’auto-impiego usufruibili esclusivamente da un centinaio di persone. Percorsi questi- per altro- già tentati in passato dall’ex assessore al lavoro Stillitani e rivelatesi impraticabili. In quel caso, infatti, il bando andò deserto. “Dopo cinque anni di precariato nelle pubbliche amministrazione calabresi – hanno affermato i lavoratori - ci aspettiamo dalla classe politica un’assunzione di responsabilità e ci domandiamo se la scelta di tagliare i 375 co.co.co. di giovani professionisti che vivono e lavorano in Calabria sia un risparmio o uno spreco”. In conclusione i lavoratori hanno rivolto un invito al confronto agli enti locali, alla Regione e al Governo nazionale e hanno auspicato che della vicenda si ritorni a discutere al più presto in Consiglio per individuare una concreta prospettiva e non interrompere i contratti di lavoro. Storia di ordinaria follia tutta calabrese, follia allo stato puro perché aldilà delle solite parate istituzionali in cui tutto sembra per e con i giovani, la verità è che non importa a nessuno dove andranno questi ragazzi per riprendersi il pezzo di pane che rischiano ora di perdere, se andranno via dalla Calabria sarà un duro colpo per una regione nella quale se gli anziani avessero le forze probabilmente anche loro andrebbero via. Poi si parla di fuga di cervelli come una malattia incurabile e si organizzano eventi a dimostrazione che le istituzioni ci sono e puntuali arrivano le mazzate. In un quadro allarmante per quanto riguarda la disoccupazione che riguarda il Paese, poi c’è la Calabria che aldilà dei colori dei governi nazionali rimane sempre allo stesso livello cioè sotto zero. Certo adesso c’è la crisi e c’è sicuramente una scusa in più per giustificare situazioni che persistono da anni, ci sarà sempre una motivazione valida per non ammettere che questa regione non è dalla parte dei suoi ragazzi che finiscono ogni volta per crederci e puntualmente sbattono contro un muro. Un muro di gomma contro cui rimbalzano e tornano al mittente le richieste disperate e le speranze sempre meno urlate perche sempre più stanche. Ora questi giovani professionisti chiedono un’assunzione di responsabilità e chissà magari questa volta saranno ascoltati e accontentati, con risposte concrete un po’ meno attente alle luci delle telecamere che spesso accecano e basta.
Posted on: Sat, 27 Jul 2013 06:56:05 +0000

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