E alla fine la montagna partorì il topolino. Chi si aspettava - TopicsExpress



          

E alla fine la montagna partorì il topolino. Chi si aspettava grandi rivelazioni, clamorose svolte e dati certi dalla conferenza-stampa organizzata ieri a Roma da Stamina Foundation è rimasto certamente deluso. Per oltre tre ore Davide Vannoni, il vice-presidente della Fondazione Marino Andolina ed il neurologo Massimo Sher, medico legale e consulente del Tribunale di Milano, hanno parlato coi molti giornalisti presenti, senza per la verità aggiungere molto a quanto già sostenuto in precedenza. La conferenza, strategicamente organizzata in un hotel a Piazza Montecitorio, poteva (e doveva) rappresentare unoccasione per mettere una luce negli angoli bui di questa vicenda, ma così non è stato. Vannoni ed Andolina, come già fatto in precedenza, hanno ribadito di ritenere scarsamente competenti i membri del Comitato Scientifico chiamato dal Ministro della Salute Lorenzin a dare il proprio responso sulla sperimentazione (Le cellule staminali le avranno viste al massimo sulla pagina di medicina di Annabella, ha affermato il vice-presidente). Ci sono certificazioni - ha dichiarato Vannoni - che dimostrano i miglioramenti sui pazienti in trattamento con il metodo Stamina redatti da una cinquantina di medici autonomi e di strutture ospedaliere terze. Tale documentazione è stata consegnata al Tar del Lazio e sarà consegnata al Tar di Brescia. Credo che al ministro questo materiale non interessi, altrimenti lo avrebbe già chiesto. Come era pensata, la sperimentazione era comunque sbagliata, e dunque per noi è ora un bene che non si faccia. Durante la conferenza è stato mostrato un video: una donna, affetta da Sla, distesa su un letto, mentre il figlio medico ne descrive le condizioni. Terminato il filmato, i responsabili di Stamina hanno cominciato a parlare degli effetti del metodo sui pazienti: Bisogna arrendersi allevidenza, al risultato obiettivo: sette nostri pazienti su sette affetti da atrofia muscolare spinale sono migliorati. Dopo il trattamento possono compiere movimenti prima impossibili, perché la malattia da cui sono colpiti non consente miglioramenti, ha detto Andolina. Ma, ancora una volta, non si sono viste cartelle cliniche, ed ancora non cè traccia di pubblicazioni scientifiche, anche se Vannoni ha assicurato che la Fondazione si è messa al lavoro da questultimo punto di vista, con due riviste mediche. Quando è stato chiesto conto dellassenza di ricerche sullutilizzo di cellule staminali mesenchimali nella letteratura scientifica, Vannoni ha risposto che queste esistono, ma sono pubblicate in russo, il che non vuol dire che non abbiano valore. Al termine di una lunghissima sessione di domande e risposte, resa piuttosto accesa dalla presenza di alcuni dei parenti dei pazienti venuti a sostenere Vannoni, è stata fatta la domanda fatidica: Ma le cartelle cliniche?. La risposta, allincirca, è stata: Non cè abbastanza tempo per esaminare 60 cartelle cliniche. E quindi non ne è stata mostrata neanche una. Va quindi in archivio unaltra puntata, che non sarà certo lultima, di questa lunghissima ed intricata vicenda. Lasciando ancora una volta in sospeso molte, o forse troppe domande.
Posted on: Fri, 25 Oct 2013 12:51:25 +0000

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