E un momento difficilissimo quello che stiamo vivendo. Lo è - TopicsExpress



          

E un momento difficilissimo quello che stiamo vivendo. Lo è per me quanto, presumo, lo sia anche per chi mi legge. Tutti si chiedono come faremo a tirare Natale. Altri si chiedono, come lo sto facendo io, come racimoleremo i soldi per il riscaldamento, per gli impegni presi, per il leasing o i finanziamenti delle auto, per le badanti dei genitori, per le esigenze dei figli.....per la spesa al supermercato. Tutti si aspettano miracoli dai nostri politici, i quali non dimostrano alcuna intenzione di voler dare esempi di umiltà e di sacrifici limitando il loro ladrocinio. Qualcuno si augura che lesempio del nuovo Papa possa servire di sprono a coloro che ci governano. Io che penso? Non posso non soffermarmi a pensare a coloro che ci hanno preceduto. Non posso esimermi di ricordare le origini povere di molti di noi, le mie per primo. Ai nostri nonni che hanno vissuto la prima guerra mondiale, ai nostri genitori che hanno vissuto la seconda. E sto parlando di IERI, badate, non del medioevo. Persone che morivano di tifo, bimbe e bimbi orfani, persone che morivano di polmonite, altre di stenti, altri che persero tutti loro amici nelle guerre, altre che chiedevano lelemosina, altre che abbandonavano i neonati davanti alle chiese. La fame, il mercato nero, quando cera. Vedove costrette a lavorare nei bordelli per tirare grandi la prole. E poi lavoro manuale pesante, sacrifici, paghe bassissime, carestie. Desidero ricordare questi sacrifici dei nostri genitori, nonni e bisnonni perché tra pochi giorni ricorrerà il giorno della loro MEMORIA. Quando, e se, ci si recherà al camposanto, o se ci torneranno alla mente anche solo per qualche istante, ricordiamo con quanta fatica, sacrifici e pianti, hanno salto i loro gradini. Ora spetta anche a noi salire i nostri. La carestia è alle porte e ci sta già bussando. Mi chiedo perché dovremo averne paura. Non si tratta di una situazione nuova, aliena per le popolazioni dellItalia, per i milioni di emigrati, che il secolo scorso furono costretti ad umiliazioni inenarrabili. Anche oggi i nostri figli sono costretti ad emigrare. Anche per coloro che studiarono un poco di storia alle scuole medie non devono dimenticarla. Viviamo con serenità il nostro tempo. Questo è il NOSTRO tempo, non altro. Oggi giochiamo ancora su Facebook, pubblichiamo stronzate, viaggi, gli ultimi, ferie, e ultime, giochi, gli ultimi, sorrisi e scherzi, gli ultimi, le pensioni, le ultime, ammesso che ci saranno ancora soldi per pagarcele. Ma la vita continuerà anche se tutto questo finirà. Perché, dunque disperarsi. E invece giunto il momento di riscoprire ciò che i padroni della Terra hanno voluto farci dimenticare, riscoprire il RISPARMIO, la moderazione, laiuto reciproco, la comprensione reciproca, la pace, il perdono, la tolleranza, lo studio, la coscienza civile, ma soprattutto la CULTURA. Ha dato vita al CONSUMISMO più sfrenato offuscando i valori che rendono forte un POPOLO per dare sempre più ossigeno ai loro interessi. Il DANARO non cè più nei nostri conti correnti. Dovè andato a finire? Nessuno lha bruciato, cè ancora. Ma dove si trova se l maggior parte della popolazione non ne ha più? Il DANARO è stato RASTRELLATO dal GRANDE FRATELLO. Quali siano gli scopi che i Padroni della Terra si sono prefissati non mi è dato di saperlo. Unipotesi però desidero trasmettervela, forse, i pochi studi che ho avuto modo di affrontare me la suggeriscono. Chi ha il Potere, per meglio esercitarlo sui suoi sudditi, deve avvalersi della loro paura, meglio ancora del loro TERRORE. E quale modo migliore potreste voi suggerire se non quello di affamare la popolazione e gettarla nella più bieca disperazione? Ho solo un suggerimento da sottopormi e di sottoporre a voi che i leggerete e cioè, non abbiate paura. La paura è viltà, è codardia, è ignoranza, è infamia, è tradimento verso la propria dignità, è non voler vivere, è non voler essere grati di ciò che si è vissuto, di ciò che ci circonda, è cecità verso coloro che non hanno avuto, non hanno e non avranno mai le opportunità che abbiamo avuto noi, verso coloro per cui la felicità consiste nellessere riusciti a sopravvivere alla fame, alle malattie alla guerra anche per un solo altro giorno. Cosa ci riserverà il futuro? E chi cazzo lo può sapere? Neppure i più potenti lo sanno ne lo potranno mai sapere. Potrebbero ravvedersi. Incominciamo a ravvederci noi. Ravvediamoci acculturandoci, abbandonano la manipolazione mediatica atta a terrorizzarci. Guardiamo ciò che ci da piacere perché sono proprio quelle piccole cose che possono darci la felicità e la gioia di godere di loro. I problemi? Volete sapere che dobbiamo fare dei problemi? Ignoriamoli. Se li ignorassimo diverrebbero, automaticamente, i problemi di coloro che ce li tanno imponendo. Se un problema fosse risolvibile non sarebbe un problema, ne convenite? Si ridurrebbe ad essere ciò che è, e cioè, un tratto di strada della nostra via che percorreremo, volenti o nolenti, con le forze che ci ritroveremo ad avere in quel momento. Se il problema è irrisolvibile allora finirebbe dessere un problema ma solo un ostacolo che devierà il nostro cammino mostrandoci luoghi diversi, trasformandoci in uomini nuovi. Non dobbiamo assolutamente farci manipolare dai veri terroristi, cioè da coloro che seminano la malattia della paura, che è, ripeto solo una situazione mentale guaribile con lintelligenza, la cultura e la gioia di vivere nonostante tutto e tutti.
Posted on: Wed, 16 Oct 2013 10:10:12 +0000

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