“FESTA PER LA … SCONFITTA” Sulle colline verdeggianti, ai - TopicsExpress



          

“FESTA PER LA … SCONFITTA” Sulle colline verdeggianti, ai piedi della montagna dai colori tetri perché da poco tempo in-vestita, senza alcun perché, dalle fiamme, tra i cui prati si notava qua e là qualche fiore di loto, parecchio agnocasto e molti denti di leone, dove aveva sede il Palazzo Delle Scuole, si consumò la sconfitta di Maurizio I Il Magnifico, che era entrato in politica sol perché alcuni senatori dell’arte del governo avevano chiesto alla sua distinta persona di dare un valido contributo, viste le sue grandi virtù morali, culturali e di competenze conoscitive, alla causa dei Bellanuvisi, che stavano vivendo una fase economica e sociale molto delicata, e della “Sua” Lista denominata “Impegno Civile”, la quale riscosse persino la benedizione di Mon-signor Antonino Di Santa Chiara (meglio noto come Don Antonino Dei Chiusalini e cono-sciuto anche come Prete Intelletto (ossia che ragiona col suo cervello)). Prima che questi tornasse alla Corte dei Forestali, dove concesse il suo operato, tra le Terre dei Duchi delle Selve di Palermo e dei Conti delle Foreste di Trapani, il gruppo che l’avea voluto, sostenuto ed appoggiato volle organizzare un giorno solenne, con il quale far comprendere allo stesso, medesimo l’affetto della sua gente ma anche per stare insieme, per godere di un sollievo, per beneficiare di un sollazzo, per allietare una serata. Quel veglione fu denominato “Festa per la … sconfitta”. Nonostante il pestaggio subito si desiderò far capire ai propri sostenitori che si può uscire a testa alta anche quando si va fuori dal campo di battaglia da perdenti. I festeggiamenti si svolsero nelle Terre “du cuntraneri” dove il Conte Giuseppe Dei Vitale (noto anche, puru, videmma come il Barone Peppe Delle Pulizie) dimorava nel periodo caldo, nei mesi estivi. Aprirono il Gran Galà il Barone Vincenzo Delle Antenne (meglio no-to come il Re del Mixer ed il Conte Vincenzo Gamba di Legno), l’ex Re Damiano del Trine, Antonino Il Verde (meglio noto come l’autobottista, l’allenatore nel pallone e il principe delle brasiliane, conosciuto, successivamente, come l’Ufficiale Del Salvadanio Rotto e Sua Maestà del Gioco, Gran Duca “di Bocci e Buccinu”), l’ex Re Maurizio II di Giordania (co-nosciuto anche come il Rais di Cam(m)ello(t) e l’uomo dei trenta euro) ed il padrone di ca-sa, che misero ad ardere la legna che avrebbe arrostito le carni che sfamarono almeno 400 persone (da qui la famosa frase: “ma comu minchia pirdemu?”). Salsiccia di porco, fettine di carne di maiale, braciole di vitellino da latte, filetti di pollo e cosce di pollastre, tranci d’agnello e pezzetti di melanzane s’alternarono sulle graticole (da qui un’altra famosa frase: “cu avulia cotta, cu avulia cruda”). In molti prestarono la loro opera per la buona riuscita della celebrazione. Lo Zar Edoardo II Sprint (diventato il Lupo Cattivo che voleva mangiare il Cugino Rosso), Girolamo III Dei Reina (meglio noto come Mastru Mimmu Della Casa Persa che divenne, in seguito, Barone Da Zona Du Cimiteru) e qualcun’altro (che la mia mente ben non ricorda (non me ne vogliano costoro) e che dagli scritti degli amanuensi ben non s’evince) diedero una mano (non come Muzio Scevola) per il Grande Falò. La Duches-sa Della Piazza (moglie del padrone di casa) e la Principessa Maria Ecologia II (nota anche come la Contessa Rosa Maria Fenice Del Protocollo) che acquisì, successivamente, il ruolo di Capogruppo diventando la Contessa delle Terre di Pianu Giumente imbandirono le lunghe tavolate e misero in bella vista, in vasi di terracotta e di cemento, risalenti all’era della calce e dello struzzo, diverse varietà di fiori tra i quali spiccavano la lavanda, la calen-dula, la ruta, qualche raro amaranthus caudatus e moltissimi gigli scarlatti. Filippa I Degli Alfano (conosciuta come la moglie del Maresciallo Angelo Della Contea Mondial(pol)e), la Contessa Enza Del Pizzo e Dei Merletti (moglie dell’ex Re Damiano del Trine) ed il Conte Vito Dei Bidelli (noto come il Re Dei Costumi Carnevaleschi) si dedicarono alla moltiplica-zione dei pani. Mentre il Giullare Giuseppe Di Giordania (diventato, in seguito, Cavaliere Degli Esodati e Dei Cassaintegrati, conosciuto anche come Pinocchio nel Paese Dei Finoc-chi), il Barone Liborio Delle Torrette (meglio conosciuto come il Principe Delle Sveltine e Dottore in Agricoltura e Foreste), la Duchessa Paola Rita Dei Noto (divenuta Suor Gattina Dei Salvagio) e Silvana I Di Festosi (più conosciuta come l’ex Contessa dell’ex Lavatoio) ebbero il compito della pigiatura dei grappoli d’uva e della distribuzione del loro succo. La Professoressa Angela Degli Ingoglia (ex First Lady, moglie dell’ex Re Maurizio II di Gior-dania (nota come l’Angela Della Scuola)) fattasi suora e chiamata Suor Angela Del Conven-to Di Santa Chiara Di Napoli, si dedicarono alle dolci tentazioni preparando numerose preli-batezze a base di frutta esotica, torte al cioccolato, rettilineo alle noci e semicurve alle man-dorle. Assenti, per impegni assunti in precedenza, Stefania Della Lisotta (nota anche come la Duchessa Dei Pileri, conosciuta anche come la Paladina Dei Cani Persi) che dovette rico-verare circa 101 cani juventini che erano partiti alla carica delle tibie di alcuni interisti e si ammalarono di “rabbia” e Giuseppe Re Di Giancavallo (noto anche come il Principe Giu-seppe Pelo Rosso passato alla storia come il Cavaliere Della Via Regina Elena ed il Barone Delle Terre Di Partanna (… si mi tocchi di dinchiu u culu di panna … e non solo) che dové dare smistamento ad alcuni peni e testicoli da impiantare a certuni “ominicchi”. Dai lidi Al-camesi giunsero persino la Duchessa Patrizia Dei Lo(ngo)mbardi (meglio nota come la Fo-tografa di Corte, conosciuta anche come la Ricciolina Peperina), il marito di quest’ultima il Guardasigilli Nicola Dei Bambini Di Napoli e Catania (conosciuto anche come il Suonatore Di Caruso), il Maresciallo Pino Dei Quartana (meglio noto come Il Capo Vigile “curri ‘nca chiovi”) e la moglie di quest’ultimo ossia la Duchessa Maria Dei Guadagni (conosciuta co-me la Duchessa Delle Lanterne ed anche come la Principessa Della Cooperativa) che non vollero mancare alla celebrazione dell’evento. Presente anche il Tenente Giovanni Dell’E-sercito di Giordania (conosciuto come Dj Bollito, lo Juventino di Ferro e il Duca d’Aorta) uscito illeso da uno scontro della sua zebra con un calesse in tinte nerazzurre e la moglie di lui Francesca Dei Calcara (nota come la Contessa Delle Feste Della Donna e Degli Schitic-chi, conosciuta anche come Franca Della Fiesta Bianca). Allo spettacolo di “danza” del ven-tre (con le gambe sotto il tavolo) hanno pensato Antonio Dei Meccanici (noto anche come Antonio du Cannitazzu), la moglie di costui Elisa Di Lupinbrosa, Giovanni Dei Maniscalchi (noto anche come Giovanni Il Bianco) “ribattezzato” Jò il Ballerino Di Corte (conosciuto anche come Dottor Giovanni Della Carotide) e la moglie dello stesso ossia la Contessa Da-miana Degli Aloisi (nota come la Principessa Del Pranzo e Della Cena, intesa anche come la Regina Del Ballo e Del Fitness, conosciuta presso le Corti Inglesi come Linda’s Girl). Men-tre Franco Delle Pollastre (conosciuto anche come il PrinciPino Francesco Mario Di Sini-stra o, da quando s’è rifugiato presso il Monastero Degli Abati di Giancavallo, Frate Giorna-lino), sua moglie la Duchessa Anna Dei Maniscalchi (nota come Anna Dell’Emporio Dei Sogni, conosciuta anche come l’Attrice Delle Commedie Paesane o come la Contessa Anna Dai Capelli Bianchi), l’ex assessore delle Terre dei Corleonesi il Cavaliere Antonio Dei Mattias (chi t’interessa) (notorio quale Don Antonio Della Reggia Della Vecchia Signora) e la moglie la Contessa Tiziana Dei Lo(ngo)mbardi (meglio nota come la Principessa Del Braciere, conosciuta anche come la Baronessa Degli Uffizi Veterinari) si dedicarono alle pulizie onorando la raccolta differenziata. La mansione d’oratore fu affidata al Cavaliere Dei Conti Esatti al Ragioniere Del Corso Giusto (noto anche come Sua Eccellenza Traspira-zione) che ha fatto un’esibizione premiata con l’alloro e 10 buste di camomilla. Nella sua prestazione le ha cantate (la ritirata, la fedelissima, la marcia d’ordinanza) e suonate (Do: il Re Mi Fa … e non solo) un po’ a tutti, allietando la serata. Al crepuscolo è andata in scena l’arruzzuliata di muluna ben diretta dalla Principessa Graziella Dei Tassi (consacrata come la Nonna Degli Assessori e nota anche come Taxus Baccata e Meles Meles) che con la col-laborazione del Commendatore Degli Architetti Giacomo Di Festosi I, della moglie di co-stui la Contessa Paola I Dei Giardini(a) Di Maggio, della Baronessa Ginetta VII Dei Currin-tini e del Cavaliere, marito di quest’ultima, Della Fauna Ignazio X Dei Picardi portarono ai tavoli i resti delle angurie per farli degustare ai presenti. La famiglia Dei Conti Scarpinato Du Cannitazzu (il Cavaliere Pietro Del Bernoccolo noto come l’Esattore Di Corte, sua mo-glie la Baronessa Giovanna Dei Quartana, sua figlia Suor Mariolina Degli Alfano ed il ge-nero il Conte Alessandro II Delle Terre di San Giovanni noto come “Pugno Proibito”, conosciuto anche come Alex Il Barbaro) si dedicò alla spartizione delle ciliegie da “zotta aliva”. Per lo svago dei tanti bambini presenti venne assunta a Corte la Badante Maria Dei Maniscalchi (nota come la Dottoressa Delle Scienze e Dell’Educazione), coadiuvata dal ma-rito il Conte Giorgio Dei Cacciatori (noto come Giorgio I Dei Marino Duchi Delle Terre di Prizzi e Corleone, conosciuto anche come il Direttore Degli Operai Di Corte) ed aiutata dal-la famiglia Dei Conti Del Gregge, avvezzi alla gestione delle masse. Mentre il controllo del territorio, di eventuali intrusi e della prova alcolica venne affidato al Grande Ufficiale Dei Vigili Della Contea Franco Dell’Orto. A tarda serata, quando la digestione aveva preso il sopravvento, la fame negli occhi e la frescura facevano temere la chiusura del Galà, il Dalai lama Totò I Dei Reumatismi Della Corte Di Palermo (noto anche come Salvator Il Pescato-re) e la moglie la Dalai lametta Maria Carmela Dei Cammarieri (nota come Maria Carmela Dei Contrattisti, conosciuta anche come Maria Carmela Di Tutti Gli Uffizi, notoria anche come “Dunni a tocchi sona”) divennero Conti Dei Pastai ed assunsero l’incombenza di pre-parare “a spaghettata alla pippesca” e, successivamente, “i cavatuna all’avvocatesca”. Dopo aver brindato, a calici alzati, alla salute di tutti i presenti con svariati brindisi (a Maurizio I Il Magnifico, al riCorso Giusto, al Concorso Miss Articolista Bagnata …) ci s’avviò alla conclusione cantando un paio d’inni: “non sempre lo sconfitto esce perdente” e “si può perdere col sorriso sulle labbra”. I botti alla “Spataro” illuminarono il cielo anticipando di poco l’alba ed il canto del gallo, che dopo aver cantato tre volte ... E non finisce qua. La storia è ricca d’avvenimenti. Alla prossima puntata ... Campofiorito 31/07/2013 A cura di Gerardi Francesco Mario Ogni riferimento a fatti, cose e/o persone è puramente casuale. Con la satira non si vuole offendere nessuno.
Posted on: Tue, 06 Aug 2013 10:41:06 +0000

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