Fonte : cinghiali che passione Avevo vent’anni quando diventai - TopicsExpress



          

Fonte : cinghiali che passione Avevo vent’anni quando diventai la moglie di un cacciatore e qualcuno in meno quando presi la decisione di esserlo. Non voglio dire che mi innamorai di mio marito solo perché andava a caccia, però entrare nel suo mondo, per me così sconosciuto e appassionante, ebbe un ruolo decisamente molto importante. Scoprii infatti che essere cacciatore significava vivere in una dimensione diversa; significava conoscere profumi, colori e suoni per me fino all’ora sconosciuti, ascoltare silenzi che avevano voce, distinguere colori che sembravano uguali, osservare le stagioni al di là delle loro naturali scadenze. Quello dei cacciatori era un mondo a parte, fatto di semplicità, di innocenza e di entusiasmi, che lo rendevano molto simile a quello dei bambini. Ascoltare un cacciatore quando raccontava le sue avventure era quasi come vedere un film in polifonia, si potevano benissimo sentire i versi degli animali, gli scampanellii dei cani, il vento, la pioggia e persino l’odore del bosco. Ho trascorso ormai oltre trent’anni accanto a questo marito cacciatore, ammirando sia la sua tenacia sia quella sorta di solidarietà e complicità che lo lega agli altri cacciatori ed ai suoi fedeli “compagni” cani, verso i quali ha sempre dimostrato un grandissimo amore, tanto che ormai anch’io ho imparato a considerarli parte integrante della nostra famiglia. Rispetto questa sua grande passione, frutto di una cultura antica tramandatagli dai “vecchi” della famiglia, per i quali la caccia più che un passatempo era una necessità quasi vitale. Oggi, nel 2002, non mi sento più di condividerla, ma questo non toglie che non continui ad appoggiare ed ammirare quei cacciatori che, con lo stesso spirito di una volta, sono sempre pronti a camminare per un’intera giornata in simbiosi con i loro cani e con la natura che rispettano e amano, che ritornano a casa soddisfatti anche se il loro carniere è misero, comunque felici di aver goduto di gioie semplici e pulite, proprio come i bambini. Certamente ci sono anche dei lati per niente poetici e tutt’altro che piacevoli per la moglie di un cacciatore come ad esempio aspettare oltre l’orario del normale rientro, magari preoccupandosi per cosa potrebbe essere accaduto, per poi vedere arrivare qualcuno felice e contento, pieno di fango e bagnato zuppo che con aria ingenua ti dice: “scusa non mi ero accorto che fosse così tardi” o cose del genere, e scoprire poi il giorno dopo che, “quattro chiacchiere” con gli amici sulla giornata di caccia, gli avevano fatto dimenticare di avere una casa dove qualcuno lo stava aspettando. Se il mondo del cacciatore è qualcosa di particolare, altrettanto lo è quindi quello di sua moglie. Un mondo fatto di pazienza, comprensione, spirito di adattamento, sveglie che suonano quando ancora è notte fonda, lunghe attese serali, panni sporchi, cani stanchi da curare, selvaggina da cucinare, lunghe storie da ascoltare ed invasione della casa a tutte le ore da parte di amici cacciatori. Certamente non è tutto piacevole, ma la caccia è così, non si discute ! O si accetta, comprendendone tutte le emozioni, o si rifiuta, facendo però della propria vita coniugale una lotta continua senza possibilità di vittoria. Riflettete giovani mogli…riflettete!!!
Posted on: Fri, 16 Aug 2013 11:43:18 +0000

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