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Francesco Guccini Da Wikipedia, lenciclopedia libera. bussola Disambiguazione – Guccini rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Guccini (disambigua). « Bolognesi! Ricordatevi: Sting è molto bravo, però tenetevi il vostro Guccini. Uno che è riuscito a scrivere 13 strofe su una locomotiva, può scrivere davvero di tutto.[1] » (Giorgio Gaber) Francesco Guccini Francesco Guccinialla fine degli anni settanta. Francesco Guccini alla fine degli anni settanta. Nazionalità Italia Italia Genere Musica dautore Folk Beat Periodo di attività 1960 – 2012 Album pubblicati 24 Studio 16 Live 6 Raccolte 2 Sito web francescoguccini.it Francesco Guccini (Modena, 14 giugno 1940) è un musicista, scrittore, cantautore e attore italiano. Fra i più importanti e noti cantautori[2], il suo debutto ufficiale risale al 1967 con lLP Folk beat n. 1 (ma già nel 1960 aveva scritto Lantisociale); in una carriera ultraquarantennale ha pubblicato oltre venti album di canzoni. È anche scrittore e sporadicamente attore, autore di colonne sonore e di fumetti; si occupa inoltre di lessicologia, lessicografia, glottologia, etimologia, dialettologia, traduzione, teatro ed è autore di canzoni per altri interpreti.[3][4] È ritenuto uno degli esponenti di spicco della scuola dei cantautori italiani;[5][6][7] i testi dei suoi brani vengono spesso assimilati a componimenti poetici, denotando una familiarità con luso del verso tale da costituire materia di insegnamento nelle scuole come esempio di poeta contemporaneo.[8] Oltre allapprezzamento della critica, Guccini riscontra un vasto seguito popolare, venendo considerato da alcuni il cantautore simbolo, a cavallo di tre generazioni.[9] Fino alla metà degli anni ottanta ha insegnato lingua italiana al Dickinson College, scuola off-campus, a Bologna, dellUniversità della Pennsylvania.[10] Guccini suona la chitarra folk, e la maggior parte delle musiche da lui composte ha come base questo strumento. Indice [nascondi] 1 Biografia 1.1 Linfanzia (1940-1950) 1.2 Ladolescenza (1950-1958) 1.3 Il periodo giovanile e gli inizi nel mondo musicale (1959-1966) 1.4 Il debutto (1967-1971) 1.5 Il successo (1972-1980) 1.6 Metropoli, viaggi e ritratti (1981-1989) 1.7 Negazioni, amori e dubbi (1990-1999) 1.8 Personaggi e racconti (2000-2012) 2 La poetica 3 Guccini e la politica 4 Guccini e la scrittura 4.1 Guccini e i libri 4.2 Guccini e il fumetto 5 Guccini e il cinema 6 Filmografia 7 Attività occasionali e curiosità 8 Riconoscimenti e premi 9 Onorificenze 10 I musicisti 11 Discografia 11.1 Album 11.2 Raccolte 11.3 Live 12 Note 13 Voci correlate 14 Altri progetti 15 Collegamenti esterni 15.1 Video Biografia[modifica | modifica sorgente] Linfanzia (1940-1950)[modifica | modifica sorgente] « Cresciuto tra i saggi ignoranti di montagna, che sapevano Dante a memoria e improvvisavano di poesia... » (da Addio, Stagioni, 2000) Il cantautore nacque da Ferruccio Guccini, impiegato delle Poste, originario di Pàvana, ed Ester Prandi, casalinga di Carpi, al n. 22 di via Domenico Cucchiari, a Modena, il 14 giugno 1940,[11] dunque quattro giorni dopo lentrata dellItalia nella seconda guerra mondiale. Di lì a poco, suo padre fu chiamato alle armi e questo evento costrinse il piccolo Francesco ad andare a vivere con la madre presso i nonni paterni, a Pàvana, sullAppennino tosco-emiliano.[12] Guccini ricorderà più volte nelle proprie opere gli anni dellinfanzia trascorsi sulle montagne dellAppennino: proprio a Pàvana dedicherà inoltre il primo romanzo Cròniche epafàniche; molte delle sue canzoni attingeranno da questa ambientazione montanara della quale ha più volte dichiarato di andare molto fiero.[13] Un forte senso di appartenenza ai luoghi di origine della sua famiglia, che descriverà nel brano Radici,[14][15] avrebbe segnato quindi la sua poetica, divenendo un tema ricorrente dei suoi scritti e dei suoi brani, come ad esempio in Amerigo, che narra la storia di povertà ed emarginazione di un prozio emigrante.[16][17] La fine della guerra riportò Guccini nei luoghi lasciati pochi mesi dopo la nascita;[18][19] nel 1945 tornò dunque a vivere con la madre a Modena, dove lanno successivo il padre, ritornato dalla prigionia, riprese il suo impiego alle Poste.[20] Ladolescenza (1950-1958)[modifica | modifica sorgente] Guccini e lamico Cencio, protagonista dellomonima canzone.[21][22] A Modena, descritta con una certa amarezza nella canzone Piccola città,[23][24] Guccini trascorse la sua adolescenza che avrebbe poi raccontato in Vacca dun cane, suo secondo romanzo. Dopo la scuola dellobbligo, frequentò listituto magistrale Carlo Sigonio[25] (curiosamente nella stessa scuola del tenore Luciano Pavarotti),[26] diplomandosi nel 1958. Questo periodo non viene ricordato con felicità: la fuga da Pàvana lo mise di fronte alla realtà modenese contro la quale si mosse anche nei suoi testi.[27] Furono questi anni intensi per la sua formazione culturale e musicale: nacquero in questo contesto le storie delle sue canzoni che guardano alla società e al quotidiano,[28] i racconti e i dubbi per i quali si definì in un verso di Samantha un «burattinaio di parole».[29] Altri riferimenti a Modena si possono trovare in Cencio (Quello che non, 1990), ove Guccini ricorda con toni nostalgici un amico affetto da nanismo.[22]. Nel 1960 si trasferì a Bologna al n. 43 di via Paolo Fabbri nel quartiere della Cirenaica.[30] Il periodo giovanile e gli inizi nel mondo musicale (1959-1966)[modifica | modifica sorgente] La sua prima esperienza lavorativa di istruttore in un collegio a Pesaro terminò con esito fallimentare, poiché fu licenziato dopo breve tempo.[31] Di ben altro spessore fu invece la sua esperienza alla Gazzetta di Modena: per due anni ricoprì il ruolo di cronista, unoccupazione a sua detta «massacrante, dodici ore di lavoro al giorno per ventimila lire al mese».[32] In redazione ebbe diverse mansioni, prestando attenzione soprattutto alla cronaca giudiziaria; tra i suoi articoli è particolarmente rilevante unintervista realizzata a Domenico Modugno (reduce da due vittorie consecutive al Festival di Sanremo) nellaprile del 1960,[33] e proprio lincontro con il cantautore pugliese spingerà Guccini (già musicista e autore di brani rocknroll) a scrivere la sua prima canzone da cantautore, Lantisociale.[34] La scoperta della musica rock fu fondamentale per la formazione del Guccini cantante. Cominciò a suonare grazie ad Alfio Cantarella che lo contattò per metterlo alla chitarra, lo stesso Alfio Cantarella con Pier Farri (che divenne in seguito suo produttore) erano alla batteria. Guccini chiamò inoltre Victor Sogliani (futuro componente dellEquipe 84) al sassofono formando un gruppo chiamato I Gatti. Conobbero un altro gruppo, I giovani leoni formato da 3 ragazzi tra cui Maurizio Vandelli (che nel 1964 diede vita alla ben più nota Equipe 84) al quale Guccini ricorda di aver insegnato il Re ed il La maggiore. Guccini dovette partire per la leva militare e quando tornò i due gruppi si erano fusi formando lEquipe 84. Fecero lingresso nella musica leggera di quegli anni anche Dodo Veroli (futuro produttore dei Nomadi) insieme ad altri due ragazzi di Modena che da li a poco diedero vita ai Nomadi. Guccini iniziò dunque con i Nomadi da una parte e lEquipe 84 dallaltra.[35] Guccini mosse i primi passi nel mondo della musica come cantante e chitarrista in unorchestra da balera,[36] di cui facevano parte Pier Farri (che divenne in seguito suo produttore) alla batteria e Victor Sogliani (futuro componente dellEquipe 84) al sassofono, più un altro chitarrista, Franco Fini Storchi. Il complesso, nato nel 1958,[37] si chiamò dapprima Hurricanes, poi Snakers e infine Gatti, dopo lunione con i Marinos di Alfio Cantarella:[38][39][40] con gli Snakers Guccini scrisse le prime canzoni, Bimba guarda come (il ciel sa di pianto), Roy Teddy Boy, Ancora, Viola come gli occhi di Angelica,[41] rocknroll sul modello dei brani di Peppino Di Capri e degli Everly Brothers, che, uniti ad alcune reinterpretazioni del periodo, costituirono il repertorio dellorchestra.[41] Per due anni il gruppo ottenne molti ingaggi, facendo la stagione sulla riviera romagnola e suonando in tutto il nord Italia[41] e anche allestero: proprio durante alcuni spettacoli in Svizzera Guccini si trovò ad accompagnare come chitarrista Nunzio Gallo,[42] noto vincitore del Festival di Sanremo 1957 con Corde delle mia chitarra (in coppia con Claudio Villa). Alla fine del 1961 la famiglia Guccini si trasferì a Bologna in via Massarenti[43], e Francesco (iscrittosi allUniversità di Bologna nella facoltà di Lingue) per qualche tempo visse insieme ad Alfio Cantarella. Nel luglio 1962 Guccini partì per il servizio militare, che prestò a Lecce, alla Scuola di Fanteria di Cesano di Roma e a Trieste. Come ricorda egli stesso, si trattò di unesperienza sostanzialmente positiva.[44] Poco prima della partenza scrisse alcune canzoni, molte delle quali poi cestinò «un po per pudore un po per vergogna», ritenendole nullaltro che tentativi.[45] Fra queste vi erano La ballata degli annegati e Venerdì santo. Nel frattempo, durante lassenza di Guccini, I Gatti si erano uniti a unaltra formazione, i Giovani Leoni di Maurizio Vandelli, che nel 1964 diede vita alla ben più nota Equipe 84; terminato il servizio militare, Guccini rifiutò di entrarvi per continuare gli studi,[46] che in seguito abbandonò a un passo dalla laurea (nel 2002 gliene fu conferita una honoris causa in Scienze della formazione).[47] Per la sua maturazione musicale e artistica risultarono decisivi gli ascolti (le «diete musicali», come le definì[48]) del gruppo torinese dei Cantacronache di Fausto Amodei, Sergio Liberovici e Michele Straniero;[49] la sua evoluzione artistica lo portò poi a interessarsi al beat (in quel periodo scoprì Bob Dylan[50]) e compose canzoni come Auschwitz (incisa con il sottotitolo La canzone del bambino nel vento), È dallamore che nasce luomo, portate al successo dallEquipe 84,[51] che aveva già inciso Lantisociale a gennaio del 1966, e Noi non ci saremo, incisa invece dai Nomadi. Il debutto (1967-1971)[modifica | modifica sorgente] Nel 1967 la casa discografica CGD gli propose di partecipare al Festival di Sanremo di quellanno come autore della parte musicale del brano Una storia damore. Per interpretarlo furono scelte due cantanti di questa casa discografica, Caterina Caselli e Gigliola Cinquetti ma la canzone non superò le selezioni.[52][53] Come dichiarò Roberto Vecchioni (che, in quel periodo, era uno degli autori della CGD), la casa discografica gli impose due parolieri professionisti, Daniele Pace e Mario Panzeri, per provare a modificare il testo della canzone, uningerenza che Guccini tollerò malvolentieri e che lo indusse a rinunciare a ulteriori collaborazioni.[54] La canzone fu comunque incisa dalle due cantanti: da Gigliola Cinquetti nellalbum La rosa nera e da Caterina Caselli in Diamoci del tu.[53] Il primo lavoro della sua carriera di cantautore – Folk beat n. 1 – arrivò qualche mese dopo, nel marzo del 1967. Nel disco, che ebbe un riscontro commerciale molto scarso (praticamente nullo, affermò Guccini[55]), si intravedono già dei tratti caratteristici del suo stile artistico, con canzoni dagli arrangiamenti scarni e dai temi dolorosi come morte, suicidio, infimità sociale, Olocausto e guerra (appare anche un originale esperimento di talking blues allitaliana, stile che avrebbe poi ripreso in un successivo brano inserito in Opera buffa).[56] Francesco Guccini con la prima moglie Roberta Baccilieri nel cortile della loro casa in via Paolo Fabbri 43, a Bologna nel 1971. La foto venne successivamente usata come retrocopertina dellalbum Radici del 1972. Tra le canzoni incise ci furono anche tre di quelle già portate al successo dai Nomadi e dallEquipe 84, Noi non ci saremo, Lantisociale e Auschwitz ; Auschwitz verrà poi tradotta in inglese e riproposta nel 1967 dallEquipe 84 (come retro del 45 giri con 29th September, pubblicato solo in Gran Bretagna) e, molti anni dopo, dal cantautore statunitense Rod MacDonald, nellalbum Man on the Ledge del 1994.[57][58] Vi è inoltre unaltra canzone, In morte di S.F., che sarà ridepositata in seguito alla Siae con il titolo mutato in Canzone per unamica, e con questo nuovo titolo sarà incisa nel 1968 dai Nomadi.[59] Caterina Caselli il 1º maggio 1967, poco dopo luscita del disco, lo invitò al programma televisivo Diamoci del tu, presentato insieme a Giorgio Gaber: in questoccasione, che rappresentò il suo debutto televisivo, cantò Auschwitz;[60] nella stessa puntata, tra laltro, fu ospite un altro giovane cantautore ancora sconosciuto, Franco Battiato.[60] Per la Caselli in quel periodo scrisse molti brani, tra cui Le biciclette bianche, Incubo Nº 4, canzone inserita nel musicarello Limmensità (La ragazza del Paips), Una storia damore e Cima Vallona (ispirata alla strage di Cima Vallona).[61] Furono tuttavia i Nomadi (che già nel 1966 avevano inciso una sua canzone, Noi non ci saremo), a portare al successo nello stesso anno quella che divenne una delle canzoni più note di Guccini: Dio è morto (fu pubblicata in contemporanea anche da Caterina Caselli, con delle differenze nel testo).[62] Fu un brano dal testo generazionale che per luniversalità del suo contenuto superò ogni confinamento ideologico venendo elogiata addirittura da Papa Paolo VI (fu trasmessa da Radio Vaticana,[63] benché a suo tempo censurata dalla RAI per blasfemia). Francesco Guccini con il direttore di Ciao 2001 Saverio Rotondi nel 1972 Lanno successivo Guccini ritornò in sala di incisione, pubblicando un 45 giri con Un altro giorno è andato/Il bello: la prima, una delle sue canzoni ritenute tra le più caratteristiche, fu incisa di nuovo in versione acustica e con alcune piccole modifiche nel testo nel 1970 e inserita in Lisola non trovata; la seconda invece fu riproposta dal vivo in Opera buffa, dopo essere stata reinterpretata due anni dopo da Lando Buzzanca;[64] nel frattempo Guccini continuò lattività di autore, continuando a comporre brani per I Nomadi, Bobby Solo, Caterina Caselli e altri artisti. Nel dicembre 1968 vi fu inoltre il suo debutto ufficiale dal vivo, con un concerto tenuto al Centro Culturale la Cittadella della Pro Civitate Christiana di Assisi, un centro culturale cattolico di tendenza progressista.[65] Nel biennio 1967-1968 si distinse anche per il lavoro di pubblicitario nellambito del Carosello insieme a Guido De Maria, collaborando agli slogan dellAmarena Fabbri imperniate sui personaggi Salomone pirata pacioccone e il suo aiutante Manodifata.[66] Sullo stesso personaggio scrisse anche il testo della canzone per bambini, cantata da Le Sorelle, e fece conoscere al grande pubblico, sempre grazie al Carosello, il vignettista Bonvi;[67] in seguito Guccini avrebbe ricordato questo periodo nel testo di Eskimo.[68] Nel 1970 fu la volta di Due anni dopo (registrato nellautunno del 1969), album dai toni inquieti ed esistenziali, che lasciò da parte le tematiche della protesta (eccetto per Primavera di Praga); fu accostato, per le tematiche e i vocaboli alla poetica leopardiana,[69] mostrando un artista ancora giovanile ma già più maturo del precedente. Il centro narrativo del disco, dalla percepibile influenza francese,[70] è il tempo che passa e la vita quotidiana analizzata nella dimensione dellipocrisia borghese.[71] Con questo album ha inizio una collaborazione, che durerà circa un decennio, con la folksinger di origini americane Deborah Kooperman la quale, pur non essendo una vera chitarrista, impreziosirà da quel momento parecchi suoi dischi con caratteristici arpeggi fingerpicking, uno stile allora poco conosciuto e usato nel nostro Paese.[72][73] Subito dopo luscita di Due anni dopo, Guccini lasciò in Italia, ma senza rinunciarci, la sua fidanzata Roberta Baccilieri (per la quale aveva scritto Vedi cara) e partì per gli USA insieme a Eloise Dunn, una ragazza conosciuta al Dickinson College di Bologna dove insegnava[74] (alla quale anni dopo dedicò la canzone 100 Pennsylvania Ave). Conclusasi anche questa relazione, tornò in Italia con la caratteristica barba, che da quel momento non si tagliò più.[75] Si riconciliò con Roberta Baccilieri e con lei andò in vacanza allisola di Santorini: è in questoccasione che fu scattata la fotografia presente sul retro di Stanze di vita quotidiana, usata poi sia per la copertina di Via Paolo Fabbri 43 sia, ancora oggi, per i manifesti pubblicitari dei suoi concerti.[76] Francesco Guccini durante unesibizione nel 1972. In autunno iniziò le registrazioni di un nuovo disco, e così a undici mesi da Due anni dopo fu pubblicato Lisola non trovata. Il titolo dellalbum, che è anche quello di una canzone, è un riferimento a Guido Gozzano; altra citazione letteraria presente nel disco fu quella di J.D. Salinger in La collina.[77] Altri brani di rilievo del disco furono Un altro giorno è andato (reincisa dopo due anni), Luomo e Lorizzonte di K.D. (Karen Dunn, la sorella di Eloise).[78] La notorietà di Guccini iniziò a diffondersi anche al di fuori di Bologna, passando dalle osterie al teatro: fu di questo periodo la sua partecipazione al programma televisivo Speciale tre milioni, dove presentò alcune sue canzoni[79] (tra cui La tua libertà, allepoca inedita, incisa nel 1971 ma pubblicata soltanto nel 2004 come bonus track dellalbum Ritratti), e dove divenne amico di Claudio Baglioni.[80] Nel 1971, dopo alcuni mesi di convivenza, sposò la sua storica fidanzata, Roberta Baccilieri (raffigurata sul retro di copertina dellalbum successivo e alla quale dedicò la canzone Eskimo).[81] Il successo (1972-1980)[modifica | modifica sorgente] Unimmagine di Guccini al Club Tenco con Paolo Conte negli anni settanta. Il vero salto artistico e qualitativo si ebbe nel 1972 con Radici, che contiene alcune delle sue canzoni più conosciute; innanzitutto La locomotiva, canzone tratta da una vicenda reale,[82] in cui Guccini affronta il tema delluguaglianza, della giustizia sociale e della libertà, ricalcando lo stile di autori di musica anarchica di fine Ottocento.[83] Il filo conduttore dellalbum, come suggerisce il titolo, è leterna ricerca delle proprie radici,[2] simboleggiata anche dalla copertina del disco dove, sullo sfondo del cortile della vecchia casa di montagna, sono raffigurati sul fronte i nonni e i prozii di Guccini[84] (tra cui anche Enrico, la cui vicenda verrà raccontata anni dopo in Amerigo).[85] La critica definì lalbum contemplativo e onirico:[86] canzoni come Incontro, Piccola Città, Il vecchio e il bambino, La Canzone della bambina portoghese e Canzone dei dodici mesi sono i brani di maggior rilievo di un lavoro che viene ritenuto tra le sue vette artistiche.[2] Nello stesso anno Guccini porta alla EMI Italiana un giovane cantautore suo concittadino di cui ha ascoltato alcune canzoni che lhanno colpito: si tratta di Claudio Lolli, con cui in futuro collaborerà nella stesura di due canzoni (Keaton e Ballando con una sconosciuta), che deve proprio a Guccini linizio della sua attività artistica.[87][88] Bologna: nella casa di Guccini. Nel 1973 fu la volta di Opera buffa, disco registrato allOsteria delle dame di Bologna e al Folkstudio di Roma, goliardico e spensierato, che mette in luce le sue qualità di cabarettista, ironico e teatrale, colto e canzonatorio.[89] Lidea di incidere canzoni dal vivo di questo genere in realtà non fu mai accettata di buon grado da Guccini, il quale ebbe perplessità sulla pubblicazione di questo disco e sul brano I Fichi, contenuto nellalbum Damore di morte e di altre sciocchezze.[90] Nonostante ciò il disco live (con sovraincisioni realizzate in studio) è una testimonianza indicativa del modo in cui Guccini ha sempre affrontato i concerti nel corso della sua carriera. Il suo tipico modo di fare cabaret si rinnova sempre nei suoi spettacoli, che diventano delle vere e proprie esibizioni teatrali in cui il protagonista dialoga e si confronta con il pubblico; questa sua vena cabarettistica è resa evidente in numerose canzoni, come Lavvelenata, Addio, Cirano, Il sociale e lantisociale, ecc.[91][92][93] Seguì lanno successivo Stanze di vita quotidiana, un album controverso e di difficile ascolto, che riscontrò pareri contrastanti di pubblico e critica.[94] Il disco, composto da sei lunghi brani malinconici e struggenti, rispecchiò il periodo di crisi profonda che Guccini stava vivendo, aggravata dai continui dissidi con il produttore Pier Farri[95] e ricevette delle critiche impietose: si ricorda soprattutto una dura catilinaria del critico Riccardo Bertoncelli, che senza mezzi termini bollò il cantautore come «un artista finito, a cui non resta più nulla da dire».[96][97] Guccini rispose a questa accusa qualche anno dopo, con Lavvelenata.[98][99] Solo a distanza di molti anni fu riconosciuto il valore artistico di questo disco. A testimonianza di ciò, il testo di Canzone per Piero fu inserito tra le fonti della prima prova dellesame di Stato del 2004.[8] Il tema del saggio era lamicizia e Francesco Guccini, a tal proposito, si disse fiero di figurare in mezzo a Dante e Raffaello.[100] Parlando del testo della canzone, si evidenzia come la sua fonte (conscia o inconscia) sia il dialogo di Plotino e Porfirio, contenuto nelle Operette morali di Giacomo Leopardi. Nel resto del disco lasciarono il segno vocaboli leopardiani e temi della quotidianità.[101] Via Paolo Fabbri 43, a Bologna. Il successo commerciale di Guccini arrivò nel 1976. È lanno di Via Paolo Fabbri 43, album che sarebbe poi risultato tra i cinque più venduti dellanno.[102] La voce si fece più matura, decisa e sicura di sé e la struttura musicale dellLP più complessa dei precedenti.[103] Come risposta alle critiche indirizzate a Stanze di vita quotidiana, soprattutto a quelle di Bertoncelli (citato nella canzone), scrisse come detto Lavvelenata, un brano che evidenzia un Guccini rabbioso e deciso a rispondere vivacemente a chi lo aveva aspramente criticato.[98] In seguito Guccini mostrerà una certa ritrosia a eseguire questa canzone dal vivo, in parte perché troppo sponsorizzata dal pubblico e in parte perché a suo dire datata nei contenuti.[104][105][106] Altra canzone rappresentativa fu quella che diede il titolo al disco. Via Paolo Fabbri 43 è unastratta descrizione della vita di Guccini nella sua residenza di Bologna, con gli abituali riferimenti ad artisti a lui cari, come Borges e Barthes[107] e una citazione delle tre eroine della canzone italiana, Alice, Marinella e la «piccola infelice Lilly», una frecciatina amichevole rivolta a De Gregori, De André e Venditti;[108] questa a sua detta, assieme a Lavvelenata e a Il pensionato, è una delle canzoni a cui è più legato.[109] Non mancano nel disco momenti di lirismo: Canzone quasi dAmore dalla poetica esistenziale[110] è ritenuta da molti un esempio delle vette raggiungibili dal Guccini poeta. Il suo tratto da cantastorie[111] sarebbe tornato anche ne Il pensionato, ballata che narra di un suo anziano vicino, ma che sarebbe sfociata tra i versi in un excursus sulla triste situazione psicologica di alcuni anziani.[112][113] Lalbum successivo, pubblicato due anni dopo, fu Amerigo (1978), la cui canzone più famosa è certamente Eskimo,[114] Tuttavia, Guccini stesso intravide il momento più riuscito proprio nel brano che dà il titolo al disco: una ballata dedicata a uno zio emigrante a lui caro.[115] Francesco Guccini canta Per un amico durante il concerto per Demetrio Stratos allArena Civica di Milano, il 14 giugno 1979. Il 6 ottobre 1977 la rivista settimanale Grand Hotel gli dedicò una copertina dal titolo: Il padre che tutti i giovanissimi avrebbero voluto avere; in realtà liniziativa avvenne a sua insaputa, come raccontò il vicedirettore del settimanale: «Guccini non sapeva della copertina; lintervista è stata fatta da un collaboratore che non gli aveva detto che sarebbe finita sul nostro settimanale, ma non penso che per questo Guccini sia andato in bestia».[116] Guccini non fu entusiasta delliniziativa, e dichiarò: «Non capisco come gli sia venuto in mente, quel titolo, io scrivo canzoni per un pubblico di trentenni, non capisco come un pubblico di sedicenni appena usciti dal liceo possa trovare delle affinità con le cose che dico».[117] Sempre a questo proposito, si ricorda un episodio curioso: durante un concerto tenuto qualche giorno dopo la pubblicazione dellarticolo, alcuni spettatori delusi iniziarono a schernirlo per essere finito su una rivista femminile, ma Guccini non si scompose e ribatté: «Questo è niente, vedrete quando scriveranno Liz Taylor grida a Guccini: rendimi il mio figlio segreto!»[118] Nel frattempo, nello stesso anno, si separò dalla moglie Roberta (scrivendo sulla vicenda la canzone Eskimo)[119] e iniziò una convivenza con Angela, con cui, nel 1978, ebbe una bambina, Teresa (a cui anni dopo avrebbe dedicato le canzoni Culodritto, ed E un giorno...).[120][121] Guccini salutò gli anni settanta con Album concerto, registrato dal vivo con i Nomadi. La particolarità di questa raccolta fu linterpretazione a due voci con Augusto Daolio e la presenza nel disco di canzoni da lui scritte ma mai incise in precedenza: Noi, Per fare un uomo e soprattutto Dio è morto.[122] Il 1979 è anche lanno della partecipazione di Guccini, il 14 giugno, a 1979 Il concerto - Omaggio a Demetrio Stratos, per ricordare lamico deceduto pochi giorni prima; durante la manifestazione musicale Guccini canta Per un amico, che è in realtà In morte di S.F. dedicata a Stratos.[123] Metropoli, viaggi e ritratti (1981-1989)[modifica | modifica sorgente] Ormai da anni Guccini vive stabilmente a Pàvana (Pistoia) e solo saltuariamente si reca a Modena o Bologna dove, comunque, possiede casa. Guccini aprì gli anni ottanta con Metropolis, album al quale, al pari di Stanze di vita quotidiana, ha affermato di essere meno legato.[124] Il filo conduttore della raccolta è la descrizione di alcune città dal preciso valore simbolico: Bisanzio, Venezia, Bologna e Milano.[125] La storia delle città e soprattutto il disagio della vita nella polis si intrecciano in un gioco di vicende storiche e di rimandi dal significato simbolico.[126] Gli arrangiamenti si fecero più corposi, ormai distanti dagli stereotipi folk; compaiono infatti incroci di sax e chitarra, basso e batteria, zufoli, clarinetti, flauti.[127] Torna il tema del viaggio o meglio ciò che egli definisce «limpossibilità e linutilità di viaggiare».[128] Nel disco Guccini riprese una canzone dellAssemblea musicale teatrale, scritta da Gian Piero Alloisio e Bruno Biggi, Venezia (a cui apporta alcune piccole modifiche al testo).[129] Spicca, fra i brani del disco, Bisanzio, complessa composizione definita da Jachia «commovente e sognante».[130] Bisanzio fu rappresentata da Guccini come un affascinante ma angosciante crocevia al limite tra due continenti e due ere, con toni talvolta apocalittici.[131][132] Il protagonista stesso, tale Filemazio (in cui molti scorgono lo stesso Guccini[133]), percepisce la decadenza della sua civiltà, in un parallelo con quella occidentale, e lavvicinarsi della fine. La canzone è ambientata allepoca dellimperatore Giustiniano I (483-565), con molti riferimenti storici a quel periodo,[134] che Guccini stesso ha spiegato più volte;[135] da citare inoltre per il brano lispirazione dallopera Storia segreta di Procopio di Cesarea.[136] Altri brani degni di nota nel disco furono la poetica Venezia e la ballata Bologna. Nello stesso anno della pubblicazione di Metropolis, Guccini è autore, con Giorgio Gaber, Sandro Luporini e Gian Piero Alloisio, dello spettacolo Gli ultimi viaggi di Gulliver, messo in scena dallo stesso Alloisio con Ombretta Colli;[137] sempre nel 1981 scrive la canzone Parole, incisa da Alloisio nel suo album Dovevo fare del cinema (in cui è presente anche una canzone dello spettacolo, appunto Gulliver, che lo stesso Guccini inciderà nellalbum Guccini).[138]. Sempre nel 1981 Guccini, che le ha conosciute al Club Tenco, segnala a Renzo Arbore le Gemelle Nete, contribuendo al lancio nazionale del duo piemontese. Francesco Guccini con Lucio Dalla in una foto di fine anni 80 Anche il successivo disco (Guccini) trattò le stesse tematiche del precedente, tra cui spicca il tema del viaggio e del disagio metropolitano rappresentati in Gulliver e in Argentina. Un brano «classico» di Guccini divenne Autogrill, canzone che narra di un amore sfiorato.[139] Ricercata e particolare risultò essere Shomèr ma mi llailah? (Sentinella, quanto resta della notte ?[140]) tratta dalla Bibbia (Isaia 21, 11).[141] Altra traccia da ricordare è Inutile, che racconta la giornata passata a Rimini, in marzo, da due fidanzati. Il tour che seguì questo disco fu il primo in cui si esibì con un gruppo: fino ad allora, Guccini suonò da solo o accompagnato da uno o due chitarristi (allinizio dalla Koopermann, poi da Biondini e infine da Villotti e Biondini).[142] Seguì, nel 1984, lalbum Fra la via Emilia e il West. Molti dei suoi successi sono qui presentati dal vivo, principalmente da un concerto in piazza Maggiore a Bologna dove Guccini era accompagnato, oltre che dalla band, da ospiti illustri come Giorgio Gaber, Paolo Conte, I Nomadi, Roberto Vecchioni e lEquipe 84, riformatasi per loccasione.[143] Il 1987 fu lanno di Signora Bovary, un album la cui particolarità risiede nelle varie canzoni come ritratti di personaggi della vita di Guccini. Van Loon è suo padre, Culodritto è la giovane figlia Teresa (nata nel 1978), Signora Bovary è lui stesso.[144] La canzone Keaton fu scritta dallamico cantautore Claudio Lolli, con delle modifiche di Guccini, che la firmò come coautore. Il disco segnò un importante cambio di rotta, soprattutto per quel che riguarda la composizione musicale. Si tratta di un lavoro raffinato, con melodie e arrangiamenti più complessi.[145] Colpisce su tutte Scirocco, canzone, tra laltro, che ha ricevuto vari riconoscimenti; racconta un episodio della vita di Adriano Spatola, detto Baudelaire (poeta amico di Guccini, che lo aveva già citato in Bologna), e della sua separazione da Giulia Niccolai.[146] Nel 1988 Guccini pubblicò un disco di sue canzoni degli anni sessanta riarrangiate per loccasione con laggiunta dellinedito Ti ricordi quei giorni.[147] Nel titolo cita il romanzo Ventanni dopo,[148] chiamandolo Quasi come Dumas, che fu registrato dal vivo, nel 1988, al Palatrussardi di Milano, al Palasport di Pordenone e al Teatro dellIstituto Culturale dellAmbasciata dItalia a Praga.[149] Negazioni, amori e dubbi (1990-1999)[modifica | modifica sorgente] Guccini e il vino, da sempre suo compagno di concerti. Quello che non... (1990) è un album allinsegna della continuità poetica con il precedente,[150] nel quale Guccini interpreta una raccolta di canzoni tra cui spiccano Quello che non e La canzone delle domande consuete, il cui valore poetico e letterario fu ulteriormente confermato dal premio di miglior canzone dellanno dal Club Tenco.[151] Tre anni dopo (1993) fu la volta di Parnassius Guccinii (dal nome dellomonima farfalla dedicata al cantante emiliano) dove spicca Samantha, storia di un amore non realizzato a causa delle convenzioni sociali,[152] e Farewell, ballata dal sapore dylaniano: in questultimo brano vi è un omaggio e una citazione diretta della canzone Farewell Angelina di Bob Dylan, della quale viene riportato un verso (The triangle tingles, and the trumpet plays slow) e lintroduzione strumentale iniziale;[153][154][155] il titolo a sua volta ricorda la stessa ed è un riferimento alla sua compagna Angela, raccontando la fine del loro amore. Come afferma Jachia, «lo sforzo gigantesco, poetico e culturale, di Guccini è stato quello di aprire la più alta tradizione della poesia italiana alla ballata di derivazione dylaniana».[156] Della raccolta facevano parte anche Canzone per Silvia, scritta per Silvia Baraldini, e Acque, seconda canzone su commissione di Guccini (dopo Nené del 1977), richiesta da Tiziano Sclavi e inserita nel film Nero.[157] Tre anni dopo (1996) fu il turno di Damore di morte e di altre sciocchezze, altro successo di vendite. Intensi e lirici sono i versi di Lettera dedicata a due amici scomparsi: Bonvi e Victor Sogliani.[158] Tra le canzoni di maggior successo del disco spicca Cirano (scritta da Giancarlo Bigazzi per la musica e da Beppe Dati per il testo, che viene comunque cofirmato da Guccini a causa di modifiche operate[159]), liberamente ispirata alla nota opera teatrale, una canzone che lo stesso Guccini definisce di «serietà giullaresca».[160] Tra le altre si ricordano la goliardica I Fichi (in realtà già presentata in televisione ventanni prima, nella trasmissione Onda libera su Rai 2, condotta da Roberto Benigni[161]); Vorrei, dedicata alla nuova compagna Raffaella Zuccari; Quattro stracci, che narra dellamore finito per Angela, ma in maniera molto più dura rispetto a Farewell del disco precedente; Stelle, sul senso dimpotenza e di piccolezza delluomo di fronte alle meraviglie del cielo notturno.[162] Nel 1998 la sua casa discografica, la EMI Italiana, per celebrare il suo trentennale, pubblicò una serie di dischi dal vivo dei suoi artisti più rappresentativi, fra cui Guccini live collection. Il cantautore diede il benestare alla pubblicazione ma non fu coinvolto nel progetto e si lamentò molto per un vistoso errore grammaticale sulla copertina.[163] Personaggi e racconti (2000-2012)[modifica | modifica sorgente] Guccini possiede una voce fonda e baritonale con un percepibile rotacismo (la erre arrotata). Il cantautore inaugurò il XXI secolo con Stagioni, album che ha come tematiche i diversi cicli temporali che attraversano lo scorrere degli anni.[164] Tra i brani Autunno, Ho ancora la forza (scritta con Ligabue), Don Chisciotte (in cui Guccini duetta con il suo chitarrista impersonando il celebre personaggio di Miguel Cervantes) e Addio, da molti definita una nuova Avvelenata, ma con echi di maturità e delluniversalità del messaggio.[165] Anche Stagioni e il rispettivo tour ebbero un ottimo successo; in parte inattesa fu soprattutto la grande affluenza di un pubblico molto giovane, che consacrò Guccini come un artista di riferimento di tre generazioni.[166] Si ricordano soprattutto le parole di Cerami che si diceva «stupito, quasi incredulo, e soprattutto felicissimo di vedere migliaia di ragazzini ai suoi concerti.»[167] Il disco uscì anche su vinile, in unedizione speciale a tiratura limitata. Alcuni brani del disco successivo, Ritratti (2004), sono caratterizzati da dialoghi immaginari con personaggi storici come Ulisse, Cristoforo Colombo, Che Guevara; Odysseus, che apre il disco, ha un testo ritenuto da alcuni tra i migliori della sua carriera,[166] con versi profondi che richiamano la sensazione del viaggio[168] e numerose citazioni.[169] Lalbum prosegue, passando da Una canzone, fino a un brano dedicato a Carlo Giuliani, il ragazzo deceduto nel 2001 negli scontri del G8 di Genova. Linedito inserito nel disco (La tua Libertà, 1971) rievoca le atmosfere de Lisola non trovata, mentre il brano Vite, ballata esistenziale tipicamente gucciniana, era da lui già stata composta per poi essere incisa da Adriano Celentano con alcuni tagli atti a ridurne la lunghezza.[170] Ritratti ha fatto rilevare, oltre allapprezzamento della critica musicale, anche un buon successo di vendite: il CD nel giorno di lancio, balzò subito per due settimane al primo posto della classifica FIMI, rimanendovi in totale diciotto settimane.[171][172] Nel 2005 uscì il disco dal vivo Anfiteatro Live, registrato lanno precedente nellanfiteatro di Cagliari. Il doppio CD è accompagnato anche da un DVD che ripropone integralmente il medesimo concerto.[173] Le vendite furono ottime: il DVD restò nella classifica ufficiale FIMI per ventidue settimane, al primo posto per un mese.[174] Il 2006 fu un anno dove si parlò molto di Guccini, e non solo per la sua attività artistica: ricevette infatti un voto in occasione dellelezione del Presidente della Repubblica Italiana.[175] Fu pubblicata la raccolta tripla celebrativa dei suoi 40 anni di carriera, rappresentata da 47 canzoni presenti nella sua The Platinum Collection.[176] Il 3 aprile dello stesso anno, Guccini, pubblicò per la EMI France Nella Giungla, un brano singolo che tratta del rapimento di Ingrid Betancourt, traduzione di una canzone scritta da Renaud Sechan nel 2005, con musiche di Jan Pierre Bucolo. Sempre nel 2006 presentò la Compagnia Teatrale Pavanese impegnata nella Aulularia di Plauto, da lui tradotta dal latino nel dialetto del suo paese.[177] Il 30 marzo 2007 ricevette a Catanzaro il Riccio dArgento della rassegna Fatti di musica diretta dal promoter musicale Ruggero Pegna, riservato ai più grandi autori italiani;[178] in ottobre uscì invece in libreria la biografia ufficiale di Guccini, Portavo allora un Eskimo innocente di Massimo Cotto (Giunti Editore). Nel tour dello stesso anno Guccini presentò una nuova canzone sulla resistenza (Su in collina), che verrà presumibilmente inserita nel prossimo album, attualmente in lavorazione.[179][180] Guccini in concerto al Palaghiaccio di Marino, marzo 2003. Da sinistra: Flaco Biondini (alla chitarra), Roberto Manuzzi (alle tastiere), Francesco Guccini, gli ex The Pleasure Machine Ellade Bandini (alla batteria), Vince Tempera (alle tastiere) e Ares Tavolazzi (al basso), e Antonio Marangolo (al sax). Parlando di questo disco futuro, Guccini, ha rivelato poi anche di aver già scritto una canzone dedicata a Pàvana (Canzone di Notte n. 4) oltre che Il testamento di un pagliaccio che narra del testamento di un Clown giunto alla sua fine, inserita in scaletta nel tour 2008/2009, ed eseguita per la prima volta in assoluto nella prima tappa del tour stesso il 20 giugno a Porretta Terme[181]. Con un articolo del 21 aprile 2008, sul giornale La Stampa si diceva che lautore aveva smesso di fumare e aveva iniziato ad ingrassare a causa dellastinenza, perdendo, inoltre, lispirazione.[182] Guccini, tuttavia, ha smentito la notizia alla trasmissione Che tempo che fa condotta da Fabio Fazio il 18 maggio 2008. In unintervista del 20 gennaio 2010 Guccini ha sostenuto che il nuovo album è ancora in fase di lavorazione, aggiungendo che la data di pubblicazione non è assolutamente decisa ma che difficilmente sarebbe uscito nel corso dellanno; nella stessa occasione ha affermato che nel corso dei concerti non verranno più cantati inediti contenuti nel nuovo lavoro (ad oggi sono conosciuti Il testamento di un pagliaccio e Su in collina).[183] Nel marzo del 2010 la Mondadori pubblica Non so che viso avesse, unautobiografia di Guccini che contiene, nella seconda parte del volume, un saggio critico curato dal professore Alberto Bertoni.[184] Allinterno dellalbum Arrivederci, mostro! di Luciano Ligabue è contenuto il brano Caro il mio Francesco, una dedica del cantautore di Correggio al suo collega, nonché amico, Francesco Guccini. Nel testo traspaiono evidenti critiche nei confronti di una parte dellambiente musicale, colpevole di snobismo ed incoerenza.[185] Il 28 settembre 2010 è inoltre uscita Storia di altre storie, nuova raccolta del cantautore modenese, contenente canzoni scelte da Guccini stesso, oltre ad una nota introduttiva firmata da Riccardo Bertoncelli (citato ai tempi de Lavvelenata). Il 2010 è anche lanno in cui una nuova specie di pianta viene dedicata a Guccini dal botanico Davide Donati: si tratta di un cactus messicano, Corynopuntia guccinii. Divertenti sono le circostanze che hanno portato alla dedica, come racconta Donati: nel 2008, solo, in mezzo ad una piana desertica del Messico, stava ascoltando musica per ravvivare un po lesplorazione. Durante Incontro di Guccini incontrò la pianta sconosciuta, notando a proprie spese che, grazie alle sue tremende spine, non perdona e tocca. Nel giugno 2010, quasi in occasione dei 70 anni di Guccini, la pianta schiuse un fiore rosso vino, cosa quasi unica per le Corynopuntia, cactus generalmente a fiore giallo. Non potevo dedicarla ad altri scrive Donati nellarticolo botanico.[186] Il 21 aprile 2011 il cantautore sposa in seconde nozze Raffaella Zuccari, sua compagna di vita negli ultimi quindici anni.[187] Nel 2012 Guccini torna in sala dincisione, cantando nellalbum di Enzo Avitabile Black tarantella la parte di testo in dialetto emiliano (scritta dallo stesso cantautore) della canzone Gerardo nuvola ‘e povere, storia della morte bianca di un lavoratore emigrato dal sud in Emilia che si aggiudica il Premio Amnesty Italia come brano che nel 2012 sa meglio scuotere le coscienze e far riflettere sui diritti umani. A giugno il cantautore decide di aderire (con i Nomadi, Laura Pausini, Luciano Ligabue, Cesare Cremonini, Nek e i Modena City Ramblers) al Concerto per lEmilia, che si è tenuto a Bologna il 25 giugno 2012 allo Stadio Renato DallAra per raccogliere fondi per aiutare le popolazioni colpite dal sisma[188]. Alluscita del suo album Lultima Thule nel novembre 2012 – certificato nel dicembre successivo disco di platino per le oltre 60.000 copie vendute[189] –, lautore ha dichiarato di non volere più né incidere nuovi album né fare concerti, ritirandosi dalla carriera musicale, ma proseguendo quella di scrittore[190]. La poetica[modifica | modifica sorgente] Guccini si racconta; il cantautore è solito intrattenersi con il pubblico durante i suoi spettacoli. La poetica di Guccini, apprezzata al giorno doggi da più voci e da celebri autori letterari,[191] è estesa in una vastissima carriera musicale, entro la quale si possono individuare però delle caratteristiche comuni. Guccini è solito utilizzare diversi registri linguistici, da quello aulico a quello popolare; nei suoi testi si possono trovare citazioni di grandi autori, viene toccata unenorme quantità di temi per giungere a delle conclusioni morali.[191] Leggendo tra i suoi testi è possibile tracciare le basi del suo pensiero: luso di differenti piani di lettura, il suo esistenzialismo, il tono metafisico, i suoi ritratti di personaggi ed eventi.[2] « Quella di Guccini è la voce di quello che un tempo si diceva il movimento. Oggi, semplicemente una voce di gioventù. E cioè di granitica coerenza con il proprio linguaggio e pensiero. Nella sua opera cè un discorso interminabile: sullironia, sullamicizia, sulla solidarietà. » (Dario Fo, Premio Nobel per la letteratura 1997, Archivi Rai) Guccini e la politica[modifica | modifica sorgente] La sua risaputa vicinanza alla sinistra italiana è stata in più occasioni ripresa dalla stampa in maniera più o meno critica.[192][193] Lo stesso Guccini esprimerà, nella celebre Lavvelenata, il suo pensiero sui rapporti tra le canzoni e lazione politica: « Però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia » (da Lavvelenata) Se è vero infatti che alcune sue composizioni sono socialmente impegnate, è altrettanto vero che la gran parte dei suoi successi derivano dallelevato valore artistico e letterario che i suoi brani dimostrano.[194] Tuttavia un personaggio come Guccini non è inscrivibile in un determinato quadro politico istituzionale; egli stesso (come lamico Fabrizio De André) si definisce anarchico,[195] ma anche socialista di matrice liberale e sostiene di aver votato, in passato, per il PRI e per il PSI, prima dellavvento di Craxi, poi per il Pds e i Ds.[196] Guccini con Fabrizio De André nel 1983 In realtà ha spesso espresso le sue posizioni, rivolte verso larea moderata del centrosinistra; ad esempio, ecco quello che ha dichiarato in unintervista: «Ripeterebbe ancora quel resistere, resistere, resistere rivolto mesi fa a Prodi?»[197] «Certo: piuttosto che niente è meglio il piuttosto. Non esistono alternative, se non peggiori». Come vede il Partito democratico? «Lo vedrei bene, se mai si facesse. Comunque, voto Ds». Ha mai votato Pci? «No, prima di Craxi votavo Psi. Non sono mai stato estremista, anche adesso non amo la sinistra radicale, quella che mette i bastoni tra le ruote al premier».[198] Nellautunno del 2011, in occasione delle elezioni primarie per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra di Porretta Terme, il cantautore si schiera a favore del candidato indipendente sostenuto da Sinistra Ecologia e Libertà e questo fatto è stato prevalentemente interpretato come un avvicinamento al movimento politico guidato da Nichi Vendola.[199] Nei suoi testi, la presa di posizione politica emerge nelle seguenti canzoni: La locomotiva, (che è allo stesso tempo un racconto storico), Primavera di Praga del 1969, che è una critica delloccupazione militare sovietica in Cecoslovacchia dellanno precedente, Piccola storia ignobile del 1976 (canzone a favore della legge sullaborto), Nostra signora dellipocrisia del 1993, Canzone per Silvia del 1993 (dedicata a Silvia Baraldini), Don Chisciotte del 2000, Stagioni del 2000, Canzone per il Che del 2004 (dedicata a Che Guevara), Piazza Alimonda del 2004 (dedicata agli eventi del G8 di Genova), Il Testamento di un Pagliaccio tour 2008-2010, Su in collina tour 2008-2011 (dedicata ai Partigiani). Guccini e la scrittura[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Filmografia e bibliografia di Francesco Guccini#Bibliografia. Guccini e i libri[modifica | modifica sorgente] « Non sono libri facili, i romanzi di Guccini, anche se, naturalmente, essendo libri profondamente legati al suo modo di raccontare, al suo mondo poetico, anche di primo acchito sono pur sempre libri appassionanti non solo perché imprevedibili nelle soluzioni linguistiche e stilistiche, ma più ancora perché questi romanzi sono profondamente legati tematicamente al nostro passato prossimo di ex contadini e miserabili neo-urbani, legati dunque al tempo antico, e in qualche modo fiabesco, dei nostri genitori e più ancora dei nostri nonni... » (Paolo Jachia[200]) Maiolica autografa di Guccini e Loriano Macchiavelli, collocata nel 1997 sul muretto di Alassio. Nella sua attività quasi ventennale di scrittore ha pubblicato diversi libri; ha collaborato alla stesura, assieme ad altri autori, di scritti di saggistica e narrativa, interessandosi a svariate tematiche, fra cui quelle relative ai diritti civili (occupandosi del caso di Silvia Baraldini[201]) e allarte del fumetto. Guccini si è prestato con buoni riscontri alla scrittura in tutte le sue forme, con excursus nel genere Noir (con Loriano Macchiavelli ha creato il personaggio del maresciallo Benedetto Santovito), oltre a una trilogia di scritti autobiografici, ove spiccano le sue capacità di etimologo, glottologo e lessicografo.[202] Cròniche epafàniche, pubblicato da Feltrinelli nel 1989, è il primo romanzo di Guccini e una delle sue opere di maggior successo.[202] Pur non presentandosi come biografia dellautore, il libro diventa autobiografico, trattando infatti vicende passate di Pàvana, il paese simbolo dellinfanzia del cantautore modenese. Guccini cerca nel testo di mitizzare ogni suo ricordo, di rendere unico e avvincente ogni racconto tramandatogli dagli anziani dei monti sullAppennino tosco-emiliano,[203][204] e i risultati della sua accuratezza filologica vengono apprezzati dalla critica.[205] Sono stati dei best seller anche i suoi due romanzi successivi, Vacca dun cane e Cittanova blues, entrambi riguardanti i diversi periodi della sua esistenza. Se infatti Cròniche epafàniche racconta linfanzia e il periodo fanciullesco nella sua Pàvana, Vacca dun cane narra del periodo successivo, quello in cui un Guccini adolescente ormai stabilmente a Modena (città da lui mai veramente amata) scopre di non essere uno tra tanti, ma contemporaneamente diventò cosciente di come la provincialità della sua città natale massacrata dalla guerra, sarebbe stata un ostacolo per la sua crescita intellettuale. Infatti si trasferì presto a Bologna, che rappresentò la scoperta del mondo, il sogno americano.[206][207] Ed è questultimo capitolo che è narrato nelle vicende di Cittanòva Blues, che va a chiudere la trilogia autobiografica. Nel 1998 Guccini pubblica il Dizionario del dialetto di Pàvana, la città della sua infanzia, nel quale si può notare tutta la sua capacità di dialettologo e traduttore.[208] Diverse altre opere sono successivamente venute alla luce in collaborazione con Macchiavelli: Macaroni, Un disco dei Platters, Lo spirito e altri briganti, Tango e gli altri. I gialli scritti con lui a quattro mani narrano principalmente delle storie del maresciallo Santovito, diventato un personaggio di punta del giallo italiano, e acquistano dallaffermato giallista i toni classici di questo tipo di opera. Linfluenza di Guccini si nota invece per quanto riguarda la forma della narrazione, la capacità di creare una raffinata costruzione nellambientazione storica, le peculiarità linguistiche che ne hanno decretato il successo anche nel mondo della narrativa.[47] Guccini e il fumetto[modifica | modifica sorgente] Guccini è sempre stato un amante dei fumetti, come testimoniato anche da alcuni testi di canzoni,[209][210][211][212] oltre che autore e sceneggiatore di diversi libri a fumetti come Vita e morte del brigante Bobini detto «Gnicche» disegnato da Francesco Rubino, edito dalla Lato Side, Lo sconosciuto, con le illustrazioni di Magnus, e sceneggiatore di Storie dello spazio profondo,[213] disegnate dallamico Bonvi, pubblicate a partire dal 1969 sulla rivista Psyco e in seguito ristampate dalla Mondadori e da altri editori.[214] La vicenda raccontata nel libro creato con Rubino è quella vera di un brigante vissuto nella seconda metà dellOttocento nelle campagne nei dintorni di Arezzo e nel Casentino; Gnicche (questo nomignolo è anche entrato in un proverbio di quella zona, «Sei peggio di Gnicche»). La particolarità è che Guccini ha loccasione di comporre alcune ottave in rima che nel fumetto vengono recitate da un contadino cantastorie, Giovanni Fantoni, per raccontare le vicende del brigante; frequenti le parole dialettali.[215] Dal punto di vista del disegno, Rubino si ispira a fumettisti come Gianni De Luca (ritenuto da alcuni uno dei grandi innovatori del fumetto italiano), e in qualche vignetta ha anche modo di disegnare un cantastorie molto simile a Guccini. Il volume fu pubblicato nel dicembre del 1980 dalle edizioni Lato Side, e la copertina fu realizzata da Lele Luzzati; non è stato mai più ristampato. Nel 2008 una caricatura di Guccini firmata Massimo Cavezzali trova posto nel volume I maledetti del rock italiano Segni e suoni di strada da Clem sacco ai 99 Posse (edizioni Del Grifo), catalogo della mostra di tavole originali dedicate ai rinnovatori della scena musicale italiana, con saggi di Vincenzo Sparagna, Luca Frazzi (Rumore), Freak Antoni e Giuseppe Sterparelli ideatore dellevento. Guccini e il cinema[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Filmografia e bibliografia di Francesco Guccini#Filmografia. Unimmagine tratta dal film I giorni cantati, con Paolo Pietrangeli e Giovanna Marini. Lattività di Guccini nel cinema, come attore o autore di colonne sonore, iniziò nel 1976 e non è mai stata particolarmente intensa ma è comunque costante e si è incrementata negli anni 2000.[216] La sua prima apparizione come attore fu in occasione del film Bologna. Fantasia, ma non troppo, per violino di Gianfranco Mingozzi del 1976. Si trattava di una puntata della serie televisiva Raccontare la città dedicata a Bologna, nella quale interpretava il poeta cantante Giulio Cesare Croce che, nella trama del film, rivive nei secoli le vicende della città, accompagnando questo percorso con canzoni tratte (in parte o integralmente) da testi originali di Croce.[217] Altri interpreti del film furono Claudio Cassinelli e Piera Degli Esposti che interpretavano entrambi personaggi storici della città. Come attore ha inoltre partecipato ai film I giorni cantati (1979, regia di Paolo Pietrangeli), la cui colonna sonora contiene la sua canzone Eskimo e Canzone di notte nº2; Musica per vecchi animali (1989, regia di Umberto Angelucci e Stefano Benni, tratto dal romanzo di questultimo Comici spaventati guerrieri); Radiofreccia (1998, esordio registico del cantautore Luciano Ligabue); Ormai è fatta (1999, regia di Enzo Monteleone); Ti amo in tutte le lingue del mondo (2005), Una moglie bellissima (2007) e Io & Marilyn (2009), tutti diretti da Leonardo Pieraccioni.[217], Ignazio (2006, regia di Paolo Pietrangeli). Nella colonna sonora di Nero (1992, regia di Giancarlo Soldi) è contenuta la canzone Acque, mentre come musicista ha scritto la colonna sonora di Nené (1977, regia di Salvatore Samperi). Filmografia[modifica | modifica sorgente] Fantasia, ma non troppo, per violino (1976) I giorni cantati (1979) Le lunghe ombre (1987) Musica per vecchi animali (1989) Radiofreccia (1998) Ormai è fatta! (1999) Ti amo in tutte le lingue del mondo (2005) Una moglie bellissima (2007) Io e Marilyn (2009) Il risveglio del fiume segreto (2012) Attività occasionali e curiosità[modifica | modifica sorgente] Scrisse i soggetti di alcuni episodi della serie animata Salomone, pirata pacioccone, che pubblicizzarono sciroppi ed altri prodotti del marchio Fabbri nel corso di Carosello. Nel 1998 compie un viaggio in Argentina attraversando la Patagonia assieme al duo Patrizio Roversi e Syusy Blady, nella trasmissione Turisti per caso. Guccini è inoltre un grandissimo tifoso della Pistoiese. Nel 2009 partecipa al documentario Viaggetto sullAppennino, un documentario di Francesco Conversano e Nene Grignaffini mandato in onda su Rai 3 in cui il viaggiatore-guida, lattore Ivano Marescotti, racconta il paesaggio e lumanità dellAppennino Emiliano-Romagnolo.[218]. Nel 2012, partecipò al concerto dedicato ai terremotati dellEmilia-Romagna. In quelloccasione cantò il suo grande successo Il vecchio e il bambino e duettò con Caterina Caselli in Per fare un uomo. Guccini viene citato nella canzone Io canterò Politico di Bruno Lauzi A Francesco Guccini sono dedicate due canzoni: Canzone per Francesco di Roberto Vecchioni dallalbum Elisir (1976) e Caro il mio Francesco di Luciano Ligabue dallalbum Arrivederci, mostro! (2010). Il 19 aprile 2013, durante il terzo scrutinio per lelezione del Presidente della Repubblica, la Presidente della Camera Laura Boldrini legge il suo nome su una scheda. Inoltre il giorno successivo, 20 aprile, ottiene un voto al sesto scrutinio, che poi porterà alla rielezione di Giorgio Napolitano. Riconoscimenti e premi[modifica | modifica sorgente] Molti i riconoscimenti andati a Guccini per la sua attività artistica: Nellambito della Rassegna della canzone dautore del Club Tenco, Guccini riceve: 1975 - Premio Tenco per la carriera, insieme a Vinicius de Moraes, Fausto Amodei, Umberto Bindi, Fabrizio De André, Enzo Jannacci 1987 - Targa Tenco per il brano Scirocco 1990 - Targa Tenco per il brano La canzone delle domande consuete 1994 - Targa Tenco per lalbum Parnassius Guccini 2000 - Targa Tenco per il brano Ho ancora la forza Nel 1992 gli viene conferito il Premio Librex Montale Poetry for Music per Canzone delle domande consuete.[219] Dal 1992 al 1997 Guccini ha ricoperto il ruolo di presidente della giuria per lassegnazione del premio letterario Ghostbusters[220] Nel 1992 un entomologo appassionato alla musica di Guccini scoprì una nuova specie di farfalla nellAppennino toscoemiliano e le diede il nome Parnassius mnemosyne guccinii. Nel 1997 la coppia Guccini-Macchiavelli si aggiudica il Premio letterario Alassio, un libro per lEuropa, con Macaronì. Romanzo di santi e delinquenti. Nel 1995 Guccini riceve il premio Tributo ad Augusto Daolio, per la sua partecipazione allalbum a scopo benefico Tributo ad Augusto. Nel 1998 Guccini e Macchiavelli vincono ledizione annuale del Police Film Festival con Macaronì: romanzo di santi e delinquenti. Nel 1997 Luciano Tesi e Gabriele Cattani scoprirono un asteroide a cui successivamente diedero il nome 39748 Guccini. Nel 2000 Via Paolo Fabbri 43 è diventato anche uno spettacolo teatrale di notevole successo, interpretato da Toni Mazzara e Stefano DellAccio, dedicato ovviamente a Francesco Guccini.[221] Nel 2001 il suo racconto La Cena viene inserito nellAntologia Racconti italiani del Novecento (I Meridiani – Mondadori).[222][223] Nellautunno del 2003 Il comune di Carpi (Modena) celebra il quarantennale di carriera di Guccini, dedicandogli la mostra Stagioni di vita quotidiana.[224] Nel 2004 ha ricevuto la Targa Ferrè, prestigioso premio dedicato al celebre poeta. Nel 2005 gli viene conferito, nella seconda edizione nazionale, il premio Giuseppe Giacosa – Parole per la musica.[225] Il 17 giugno 2006 Guccini vince il Premio Città di San Lazzaro, riconoscimento promosso dallAmministrazione Comunale e volto a riconoscere il legame con San Lazzaro di Savena di personalità che, «indipendentemente dalla residenza anagrafica», siano riconosciute quali membri della comunità locale. Il 29 luglio 2006 il Consiglio comunale di Porretta Terme lo nomina Cittadino Onorario per aver dato lustro alla città e a tutta lalta valle del Reno nonché per il suo particolare impegno civile e morale. Il 6 agosto 2006 Guccini ha ricevuto, durante il tradizionale Campionato italiano della bugia a Le Piastre, sulla Montagna Pistoiese, il Bugiardino ad honorem. Guccini si era presentato sul palco con la bugia: «Salve, sono Lucio Dalla!». Nel marzo del 2007 Guccini viene premiato a Catanzaro con il Riccio dargento per il miglior album live d´autore.[226][227] Nel giugno del 2007 viene premiato dalla manifestazione Serravalle Noir 2007 insieme a Loriano Macchiavelli per il romanzo Tango e gli altri – romanzo di una raffica, anzi tre.[228] L8 dicembre 2007 – Tango e gli altri. Romanzo di una raffica, anzi tre vince il Premio Scerbanenco con la seguente motivazione: Imperniato su un lontano delitto dei giorni delle brigate partigiane, il romanzo esprime, con collaudata perizia narrativa, un attualissimo desiderio di non rifuggire le verità della Storia. Il 15 marzo 2008 a Pistoia Guccini riceve il premio Ceppo Cultura del Verde. Il 3 ottobre 2008 a Carpi Guccini riceve il premio Arturo Loria per il libro di racconti Icaro.[229] Nel 2013 riceve il Premio Amnesty Italia con Enzo Avitabile. Onorificenze[modifica | modifica sorgente] Ufficiale dellOrdine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale dellOrdine al merito della Repubblica Italiana «Di iniziativa del Presidente della Repubblica» — 26 maggio 2004[230] Laurea honoris causa in Scienze della Formazione Primaria[231] - nastrino per uniforme ordinaria Laurea honoris causa in Scienze della Formazione Primaria[231] «Alla sua più nota veste di cantautore, Francesco Guccini ha sempre abbinato un interesse profondo per gli aspetti e le forme della narrativa, della comunicazione e dei linguaggi, trovando un seguito straordinario e continuato presso tutti i giovani delle generazioni con cui è entrato in contatto. Pertanto, data lefficacia e la rispondenza di queste sue multiformi capacità espressive, è lecito riconoscergli un ruolo di formatore extrascolastico. Si può in sintesi affermare che la sua opera di mediatore culturale si è rivolta sovente al di fuori della sua rinomata attività di cantautore, a cui del resto va riconosciuta una non comune profondità di messaggio e di contenuti. Di questa poliedricità sono prova le sue numerose realizzazioni e pubblicazioni, tutte scaturite da unattenta e consapevole preparazione e dal ricorso a ricerche documentarie metodologicamente corrette e coerenti, spaziando in diversi generi letterari. Dietro il prodotto della sua opera artistica si scopre un gusto raffinatissimo per la ricerca espressiva, per la valorizzazione di certe forme di linguaggio, che mai sono affidate al caso: poggiano su studi attenti, sul piacere di condurre approfonditi percorsi culturali, sono elementi di costruzione di una proposta musicale, che lo hanno distinto positivamente nel panorama degli altri cantautori. Anche se il paragone può, forse, apparire imbarazzante ed azzardato, per il differente spessore del riconoscimento che ha ricevuto Dario Fo, da molti definito , con la consegna del Premio Nobel per la letteratura, direi che col conferimento della laurea a Francesco Guccini i nostri Atenei intendono esprimere apprezzamento per il valore dellopera di un uomo che saputo incessantemente rappresentare la solida ed antica tradizione italiana dei medioevali.» — Università di Bologna e Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, 21 ottobre 2002. Laurea honoris causa in Scienze umanistiche[232] - nastrino per uniforme ordinaria Laurea honoris causa in Scienze umanistiche[232] «Le consegniamo questa laurea per le sue canzoni che sono amate da tutte le generazioni, come lo dimostrano i suoi concerti, sempre pienissimi. Canzoni che sanno raccontare con poesia, ironia e rabbia le piccole e le grandi storie dei nostri tempi. Con le sue canzoni lei ha anche portato un pezzo di America in Italia. Lei è una delle più importanti figure culturali italiane, non ha avuto paura di prendere posizione o di sfidare lo status quo con un linguaggio diretto e incisivo e la sua opera costituisce un dialogo stimolante e continuo con il suo pubblico. Ispirato da musicisti come Bob Dylan, le sue canzoni hanno anche contribuito a portare in Italia una certa idea di America, Paese che ha conosciuto prima attraverso le storie del prozio Amerigo, emigrato e poi tornato in Italia, e più tardi attraverso la letteratura e la musica della Beat Generation. Siamo quindi felici di accoglierla nella nostra famiglia.» — American University of Rome, 21 maggio 2012. I musicisti[modifica | modifica sorgente]
Posted on: Thu, 07 Nov 2013 23:08:03 +0000

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