Gian Lorenzo Bernini Gian Lorenzo Bernini nacque a Napoli il 7 - TopicsExpress



          

Gian Lorenzo Bernini Gian Lorenzo Bernini nacque a Napoli il 7 dicembre 1598, figlio di Pietro Bernini, un pittore e scultore toscano originario di Sesto Fiorentino (attualmente in provincia di Firenze), e di Angelica Galante, una popolana napoletana. Il padre si era stabilito nella città partenopea per lavorare nel cantiere della Certosa di San Martino dove conobbe la moglie. Nel 1605 Pietro si trasferì con la moglie e il piccolo Gian Lorenzo, di soli sei anni, a Roma dove ottenne la protezione del cardinale Scipione Caffarelli-Borghese ed ebbe loccasione di mostrare il precoce talento del figlio. Il nome Il nome Gian può quindi ipoteticamente rappresentare una versione italiana del nome francese Jean con il quale può essere stato tradotto il nome dellartista (anche noto in Francia come Le Bernin) dalla prima critica. Lapprendistato e le prime opere Pietro Bernini, rientrato a Roma nel 1605 per lavorare nei cantieri di Paolo V Borghese, realizzò in questo periodo quello che sarebbe stato comunemente riconosciuto il suo capolavoro, il rilievo in marmo raffigurante lAssunzione della Vergine nel battistero della basilica di Santa Maria Maggiore, un esempio di traduzione in termini scultorei dei valori della pittura devozionale contemporanea; una tecnica quella di Pietro particolarmente attenta alla resa degli effetti pittorici, le barbe e i capelli resi con il traforo, i panneggi profondi, il rilievo delle figure che aumenta nei personaggi in primo piano, tutte tecniche che il figlio utilizzerà nelle sue prime prove autonome. Altra impresa di Pietro che ebbe molta importanza nella formazione di Gian Lorenzo, fu la costruzione della Cappella Paolina, progettata da Flaminio Ponzio, destinata ad accogliere le tombe dei papi Paolo V e Clemente VIII, in cui Pietro partecipò insieme con una schiera di altri scultori e pittori al complesso progetto decorativo, in particolare realizzando laltorilievo con Incoronazione di Clemente VIII nel 1611. Importante fu per il giovane Bernini la conoscenza dellorganizzazione di un cantiere collettivo (in futuro ne dirigerà molti) e la fusione allinterno di un progetto architettonico e iconografico di scultura e pittura unite in un ambiente ricco di marmi policromi. La Roma dellinizio del XVII secolo era una città che viveva un periodo di fervore di un mondo artistico eccezionale, di grandi novità, di rivoluzioni vere e proprie, come lesplosione, proprio in quegli anni, della pittura caravaggesca, sul fronte naturalistico, e di quella carraccesca su quello accademico e rispettoso della tradizione figurativa rinascimentale mentre quella rubensiana apriva la strada al barocco; ma soprattutto città che ospitava artisti provenienti da tutta Europa, in un continuo confronto e scambio di conoscenze ed esperienze. Le opere giovanili 1609-1617 Le prime opere del Bernini rivelano subito la grandezza del suo talento, rappresentando i massimi raggiungimenti del barocco. Anni dopo, già maturo, lartista confessò, rivedendo uno dei suoi capolavori giovanili (lApollo e Dafne): Oh quanto poco profitto ho fatto io nellarte della scultura in un sì lungo corso di anni, mentre io conosco che da fanciullo maneggiavo il marmo in questo modo!. Gli studi più recenti indicano nel gruppo dei due “Termini” di Priapo e Flora destinati ai giardini di Villa Borghese del 1615-16, e ora al Metropolitan Museum of Art di New York, il primo esempio di fattiva collaborazione tra i due scultori, insieme ai gruppi delle “Quattro stagioni” commissionate da Leone Strozzi e destinate alla sua villa romana. La resa sensuale e realistica dei festoni di frutta ricorda le opere di Caravaggio possedute dal cardinal Scipione Borghese nella sua collezione. Nella prima fase stilistica, Bernini dimostra un interesse e un rispetto assoluto della scultura ellenistica in opere che imitavano alla perfezione lo stile antico, come nellopera detta Capra Amaltea nella quale lartista adottò una particolare tecnica di invecchiamento del marmo, tanto da far credere agli studiosi che la statua fosse detà ellenistica. Bernini imita anche lultima fase della scultura di Michelangelo Buonarroti come rivelano il San Sebastiano della Collezione Thyssen di Madrid e il San Lorenzo sulla graticola, della Collezione Contini Bonacossi di Firenze. Sono di questo periodo il Putto con il dragone e Il Fauno che scherza con gli Amorini. Le opere create dal solo Gian Lorenzo, invece, sono La Capra Amaltea, terminata nel 1615, di piccolo formato e con il vello reso naturalisticamente, e i due busti-ritratto del Santoni nella chiesa di Santa Prassede a Roma e del Vigevano nella chiesa di Santa Prassede nella stessa città. I gruppi borghesiani Con i quattro gruppi borghesiani, che lo tennero impegnato per cinque anni, Gian Lorenzo ottenne una fama immediata. Si tratta di Enea e Anchise, del Ratto di Proserpina (1621-1622), del David (1623-1624) e di Apollo e Dafne (1624-1625); tre soggetti mitologici e uno biblico che dimostrano linteresse antiquario del suo mecenate: il cardinale Scipione Borghese. A partire da Enea e Anchise, lo stile mostra unevoluzione, con qualche incertezza formale e delle citazioni dirette dalle opere di Raffaello come lIncendio di Borgo. Per le opere di questo gruppo è probabile che vi sia stato il consiglio paterno: seguono poi il Ratto di Proserpina, una più libera interpretazione dellarte ellenistica e nella figura di Plutone una ripresa delle cariatidi color pietra, affrescate da Annibale Carracci nella Galleria Farnese; il David, bloccato nellatto culminante del confronto con Golia, che non si vede ma che è implicito grazie ai gesti e allespressione delleroe biblico, ripreso in parte dal Polifemo, affrescato sempre da Annibale Carracci nella Galleria Farnese; lApollo e Dafne uninvenzione figurativa che sospende i due personaggi nellattimo culminante dellazione e del dramma, fondendo le figure con lo spazio circostante. Si può affermare che in queste composizioni lartista fissava un momento transitorio, cioè il punto culminante dellazione. Inoltre losservatore, grazie a una quantità di espedienti, è attratto nella loro orbita: un esempio di ciò che i contemporanei intendevano con lespressione Ut pictura poesis. Ma ciò che colpiva e che affascinava gli osservatori e che fece ben presto di Bernini un mito della sua epoca era il virtuosismo, il naturalismo estremo, la capacità di resa dei particolari anatomici, naturalistici, degli effetti materici e chiaroscurali; inoltre, la novità di gruppi scultorei che entrano in relazione con lo spazio circostante in maniera più libera e articolata, come soltanto Francesco Mochi nel 1605 aveva fatto con le statue per il duomo di Orvieto. I restauri LErmafrodito Lo studio dellantico per Gian Lorenzo fu alla base della sua formazione artistica: alcuni restauri ne indicano il gusto e gli intenti precisi, volti a uninterpretazione originale dellellenismo nelle creazioni come lErmafrodito del Louvre (in cui aggiunge un letto in marmo dalleffetto realistico a una statua antica), ma anche al rispetto della sua integrità e della lettura filologica dellopera, come dimostra il restauro del cosiddetto Ares Ludovisi del 1627. Lopera, una raffigurazione di Achille stante, con le armi poggiate, viene restaurata dal Bernini come un Marte, aggiungendo un putto nelle sembianze di Amore, e ripristinando tutte le parti mancanti rendendole riconoscibili dalla scelta differente del marmo e dal diverso trattamento eseguito nella lavorazione. I ritratti Virtuosismo e imitazione del vero erano le doti che i committenti illustri richiedevano allo scultore. Il genere del busto-ritratto fece la sua fortuna, anche economica: per tutta la sua vita gli fu richiesto di eseguire i ritratti dei papi, dei regnanti, dei nobili, dei personaggi più importanti e influenti del suo tempo, a partire dai due che ritraggono il cardinale Scipione Borghese, scolpiti nel 1632, che colgono il personaggio nel momento immediatamente prima del pronunciamento di una parola; per il Bernini, che era un acuto osservatore, era questo il segreto per rappresentare al meglio un carattere umano: fermarlo, immobilizzarlo in un qualsiasi momento della vita e in quel momento rappresentarlo. Molti furono i capolavori tra i ritratti dellartista come il ritratto di Paolo V Borghese del 1620. Nel 1621 ottenne la Croce dellOrdine di Cristo per aver eseguito il Ritratto di Gregorio XV. Tra il 1630 e il 1635 realizza il busto-ritratto di Costanza Buonarelli, moglie di un suo allievo e amata dallartista. Anche qui, la donna è colta di sorpresa, con la bocca socchiusa e la camicetta aperta sul petto. I potenti dellepoca gradivano essere ritratti alleroica, molto spesso idealizzati nellaspetto e nellespressione, con drappi agitati dal vento e una cascata di riccioli; questo fece la fortuna di molti artisti, tra cui anche il Nostro. Allo Chantelou, suo biografo e confidente durante il soggiorno in Francia, Bernini confidò di essersi ispirato alla ritrattistica di Raffaello, sul tipo del ritratto di Bindo Altoviti, ma anche che per ottenere il massimo effetto di naturalezza bisognava portare il soggetto verso un atteggiamento caricato, finto e teatrale. Solo in quel modo si potevano evidenziare i difetti e le espressioni che più caratterizzavano ogni personaggio. Molto spesso usava fare uno schizzo sommario o una caricatura vera e propria. In alcuni casi Bernini fu costretto a fare ritratti senza il modello davanti come nel caso di Francesco I dEste, di Richelieu ma le difficoltà, diceva, erano importanti, in quanto: « Chi vuol sapere quel che un uomo sa bisogna metterlo in necessità. » Alcuni ritratti sono legati ad aneddoti celebri su Bernini. Ne è un esempio il busto di Scipione Borghese: poiché, durante il lavoro, il marmo mostrò un difetto, lignaro Scipione fu invitato a non posare per qualche giorno, ignorando che quello era il tempo necessario a scolpire un busto esattamente identico. Lepisodio, che circolò in seguito, servì a incrementare il mito della sua bravura e velocità desecuzione. Il papato Barberini Il 1623 fu un anno cruciale per le sorti di Roma, anche dal punto di vista artistico. Fu eletto papa Maffeo Barberini col nome di Urbano VIII, un pontefice ambizioso, amante delle arti e grande ammiratore di Bernini, da lui considerato lartista ideale per realizzare i suoi progetti urbanistici e architettonici, per dare forma ed espressione alla volontà della Chiesa di rappresentarsi come forza trionfante, attraverso delle opere spettacolari, con uno spiccato carattere comunicativo, persuasivo e celebrativo. Doveva essere unarte che fondeva diverse tipologie: larchitettura, la scultura e lurbanistica, che avevano nel teatro il loro denominatore comune: Bernini fu infatti un realizzatore di scenografie e opere teatrali molto apprezzate, nelle quali utilizzava ogni espediente possibile per stupire il pubblico con effetti illusionistici, riutilizzati poi nelle sue architetture. La prima commissione barberiniana fu, nel 1623, la statua di Santa Bibiana, nellomonima chiesa, che comprendeva anche il progetto della facciata e una statua che ritrae la santa in un momento di estasi. La scultura, che dialoga con le pitture di Pietro da Cortona, un altro protagonista del barocco romano, segna un ulteriore momento di cambiamento dello stile dello scultore, con un panneggio già barocco, mosso ed espressivo, tanto da evidenziare lestasi della santa, creando al contempo accentuati effetti chiaroscurali. In seguito userà sempre maggiormente lespediente di utilizzare labbigliamento e i drappeggi come mezzo per sostenere un concetto spirituale in un gioco di rientranze e sporgenze, luci e ombre. Il sodalizio artistico di Urbano VIII col suo artista prediletto troverà in San Pietro il suo luogo ideale: la basilica sorta sul luogo della sepoltura dellapostolo Pietro, fondatore della Chiesa cattolica, doveva rappresentare la rinascita della Chiesa stessa e la sua rivincita morale e spirituale dopo la crisi del secolo precedente. Il Papa voleva che il nuovo altare situato sopra la confessione fosse sormontato da un enorme baldacchino bronzeo, costruito tra il 1624 e il 1633, poggiato su basamenti marmorei con lo stemma barberiniano. Sviluppato su quattro colonne tortili lungo le quali si dipanano racemi e motivi naturalistici, termina con quattro volute che si incurvano a dorso di delfino sorrette da angeli, e culmina con il globo e la croce: si ispira ai baldacchini effimeri utilizzati durante le Quarantore o altre cerimonie religiose. Bernini in questo modo ha bloccato nel bronzo uninvenzione provvisoria, con tutto il suo carico di trionfo effimero. La zona attorno, formata dai quattro piloni che sorreggono la cupola, fu dedicata al culto delle reliquie con nicchie contenenti statue monumentali di santi: San Longino di Bernini, SantElena di Andrea Bolgi, SantAndrea di Francois Duquesnoy e infine la Veronica di Francesco Mochi; statue che sembrano dialogare con lambiente circostante, animate da panneggi mossi, e che vanno oltre lo spazio fisico delle nicchie; tutte le statue sono posizionate sotto le logge contenenti le reliquie stesse. Nel Longino, tre giri di pieghe partono dal nodo sotto il braccio sinistro, guidando lo sguardo verso la replica marmorea della sacra lancia, reliquia conservata nella cripta sottostante, in tal modo il panneggio acquista vita autonoma, svincolandosi da ogni logica concatenazione. Nel 1627 comincia la costruzione del monumento sepolcrale di Urbano VIII: terminato molti anni più tardi, fu collocato in posizione simmetrica rispetto a quello cinquecentesco di Paolo III Farnese, il papa del concilio di Trento, cioè colui che aveva iniziato la riforma della chiesa che si considerava conclusa proprio dal Barberini. Questo monumento si ispira alle tombe medicee di Michelangelo, con la statua del Papa in cima in atto di benedire e con ai lati del sarcofago le figure allegoriche della Carità e della Giustizia. Al centro uno scheletro, in luogo della consueta statua allegorica della Fama che scrive lepitaffio. Linnovazione iconografica sta a significare che anche la morte, rappresentata dallo scheletro, rende omaggio alla gloria del Papa. Baldacchino di San Pietro Sepolcro di Urbano VIII Nel 1629, alla morte di Carlo Maderno viene incaricato dei lavori di completamento di Palazzo Barberini, cantiere che nel frattempo era stato portato avanti da Borromini, con il quale comincia in questo periodo una stretta collaborazione, che sfocerà in seguito in accesa rivalità. Con Urbano VIII crebbe la fortuna del Bernini, che fece incidere le stampe per le edizioni delle poesie latine del pontefice nel 1631. Al 1642-43 risale la bellissima Fontana del Tritone, la prima delle sue fontane: un insieme di motivi classici e secenteschi in una fantasia del tutto barocca. Il Pontificato di Innocenzo X Pamphilj La fortuna dellartista sembra fermarsi improvvisamente con la morte del suo protettore: infatti nel 1644 comincia il pontificato di Innocenzo X Pamphilj, molto più austero, a causa della crisi economica dello stato pontificio dopo la guerra di Castro e del ridimensionamento del suo potere in seguito alla pace di Vestfalia del 1648. Da questo momento alcune delle commissioni più ambite finiscono ad artisti rivali del Bernini come Francesco Borromini che si occupa del rifacimento della Basilica di San Giovanni in Laterano e Carlo Rainaldi che costruì il Palazzo Pamphilj e cominciò ledificazione della chiesa di SantAgnese in Agone in Piazza Navona. Nel 1644 Bernini, che era stato rispettato, ma anche temuto e odiato per il potere quasi dittatoriale esercitato sul mondo artistico romano, subì anche lumiliante abbattimento del campanile posto sulla facciata della Basilica di San Pietro, per problemi di statica e per la natura cedevole del terreno sui cui insistevano. Quelle persecuzioni ingiuste ispirarono allo scultore uno dei gruppi più felici e forti tra le sue opere: la Verità scoperta dal tempo, rimasta però incompiuta con la sola figura della verità. Con la successiva riconciliazione con il Papa si iniziava infatti in quegli anni uno dei periodi più favorevoli per le meditazioni del Bernini che, intanto il Papa Innocenzo X dava al Bernini il suo appoggio e gli permetteva la decorazione (con marmi colorati e statue di putti) del braccio lungo della Basilica di San Pietro. In questi anni ebbe modo però di realizzare anche uno dei suoi capolavori assoluti, unopera che nei suoi valori estetici e culturali rappresenta uno dei fatti artistici più importanti del XVII secolo, la Cappella Cornaro nella chiesa di Santa Maria della Vittoria con lestasi di santa Teresa dAvila. Bernini, nel rappresentare un evento estatico organizza lo spazio angusto di una cappella come uno scenario teatrale, con tanto di spettatori, i familiari del committente ritratti a mezzo busto e sporgenti da palchetti laterali, e il gruppo centrale della santa, con langelo che la trafigge con un dardo, sulla scena. La santa ha unattitudine talmente sensuale da far dimenticare a molti osservatori la natura mistica e spirituale dellevento. Inoltre gli permise nel 1644 di realizzare la Fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona a Roma, con al centro un obelisco su un basamento di travertino che imita gli scogli, le rocce, i palmizi e i muschi con le quattro statue allegoriche dei fiumi. In seguito realizzò: il Monumento di Suor Maria Raggi a Santa Maria sopra Minerva, la Verità custodito nella Galleria Borghese e i busti di Innocenzo X, custodito nella Galleria Doria Pamphilj, e di Francesco I dEste nel museo Estense di Modena. Il Pontificato di Alessandro VII Chigi Con lelezione di Fabio Chigi, che sceglie il nome di Alessandro VII nel 1655, torna un papa umanista, che come Maffeo Barberini trentanni prima si circonda di artisti e architetti per lesecuzione di ambiziosi progetti urbanistici, come la sistemazione della piazza del Popolo, impegnando in diversi cantieri Pietro da Cortona e Carlo Rainaldi. Le prime opere commissionate furono le statue di Daniele e Abacuc e langelo (del quale resta anche lo studio di Testa dangelo) per la cappella Chigi in Santa Maria del Popolo (1655-1661) e le decorazioni della navata e del transetto. In S. Pietro termina lapparato decorativo interno con la spettacolare macchina della Cattedra di San Pietro (1657-1666) situata in fondo allabside, unopera di difficile interpretazione, un reliquiario contenente la cattedra dellepoca paleocristiana, sorretta dalle statue dei quattro Padri della Chiesa, come simbolo della saggezza e della conoscenza della chiesa che sostiene lautorità papale e illuminata dalla sfolgorante apparizione della colomba stilizzata sulla finestra da cui proviene una luce intensa, circondata da una corona di angeli volanti, simbolo dellilluminazione divina. Allesterno costruisce il colonnato ellittico, un intervento urbanistico e architettonico, uno spazio dedicato alle cerimonie religiose pubbliche, uninvenzione dal forte contenuto allegorico, che sottintende allabbraccio della Chiesa, intesa come istituzione ecumenica, alla totalità del suo popolo. Il sagrato è di forma trapezoidale, e precede la piazza di forma ovale con due centri dati dalle due fontane a lato dellobelisco, circondata da un porticato di ordine dorico. La piazza si apriva improvvisamente allinterno di un quartiere, la Spina di Borgo, distrutto durante il fascismo, costituito da una fitta trama di piccole viuzze: il pellegrino che si recava alla basilica rimaneva così colpito dallimprovvisa visione che comprendeva la piazza, la facciata e la cupola di Michelangelo Buonarroti. I lavori di S.Pietro terminano con la costruzione della Scala Regia, lingresso ufficiale ai palazzi apostolici, dove, utilizzando i colonnati che fiancheggiano la scalinata, corregge lirregolarità del muro, e con il Monumento equestre dellImperatore Costantino (1662-1668). Sempre per la famiglia Chigi costruì due chiese: la Collegiata dellAssunta ad Ariccia e la Parrocchiale di San Tommaso a Castel Gandolfo. Progetta nel 1666 per la piazza di Santa Maria sopra Minerva LElefante Obeliscoforo (noto anche come Pulcin della Minerva) realizzato da Ercole Ferrata, che materializza una simbologia tratta dalla Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna. Nello stesso periodo amplia il Palazzo Pontificio al Quirinale. In questo periodo lattività di Gian Lorenzo è incentrata soprattutto nella realizzazione di progetti architettonici come la Chiesa di SantAndrea al Quirinale, commissionata da Camillo Pamphilij, a pianta ellittica e con lentrata in corrispondenza dellasse minore, sulla cappella absidale è dipinta la scena dellapoteosi del santo titolare, con la sua statua sul frontone concavo che sembra ascendere verso la cupola. Bernini era ormai un artista di fama internazionale, e nel 1664 il ministro Colbert per conto del re Luigi XIV convinse il Papa a concedergli il suo artista prediletto e così il 29 aprile 1665 lartista partì per la Francia, con lintento tra laltro di progettare la ristrutturazione del palazzo del Louvre. Fu accolto come un principe. Lesperienza francese durò però pochi mesi, il 20 ottobre ritornò a Roma, dopo essersi reso conto che il suo stile non incontrava il gusto dei committenti francesi e i suoi progetti rimasero sulla carta. Riuscì soltanto a completare il ritratto di Luigi XIV, di gusto pienamente barocco con un accentuato svolazzo del mantello, un volto dallatteggiamento eroico e idealizzato e una cascata di riccioli. Cominciò a lavorare anche al Ritratto Equestre del Re che fu addirittura riciclato come soggetto classico. Come per Urbano VIII, anche per Alessandro VII costruì un sepolcro con laiuto dei suoi allievi. Diverso dal monumento per il suo predecessore, in questo il Papa è assorto in preghiera e non ha latteggiamento risoluto: la morte non scrive sul libro, ma mostra la clessidra da sotto un enorme drappo di alabastro movimentato da pieghe amplissime che unisce le quattro figure allegoriche; la Carità e la Verità sul davanti e la Prudenza e la Giustizia sul retro e a mezzo busto, scoprendo la porta che simboleggia il passaggio allaldilà. Il monumento presenta nel suo complesso un tono più meditativo e intimistico e può essere letto come un invito a spendere il tempo della vita nella preghiera per far diventare la morte un semplice passaggio. Ultime opere Sotto il nuovo papa Clemente IX Rospigliosi, lo scultore esegue una serie di angeli portanti i simboli della Passione di Cristo da collocare lungo Ponte SantAngelo. Di queste opere, solo una è firmata dallautore ed è ora collocata nella basilica di SantAndrea delle Fratte. Nella chiesa di San Francesco a Ripa Bernini affronta nuovamente il tema dellestasi nella cappella dedicata alla Beata Ludovica Albertoni terminata nel 1674. È lepoca del pontificato di Clemente X che aveva beatificato Ludovica Albertoni nel 1671. Ludovica apparteneva alla famiglia del cardinal-nipote Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni, che utilizza la fama di santità dellantenata per celebrare la propria famiglia. In San Lorenzo in Lucina nel 1673 viene collocato il Busto di Gabriele Fonseca. Muore il 28 novembre del 1680; viene tumulato nella chiesa di Santa Maria Maggiore, a Roma. Il suo ultimo lavoro è il busto del Salvatore conservato nel convento di San Sebastiano fuori le mura a Roma. Architettoniche Piazza San Pietro Chiesa di SantAndrea al Quirinale Collegiata di Santa Maria Assunta (Ariccia) Palazzo Chigi (Ariccia) Santuario di Santa Maria di Galloro ad Ariccia Palazzo Montecitorio Palazzo Chigi-Odescalchi Palazzo Barberini Scala Regia in Vaticano Facciata della chiesa di Santa Bibiana San Tommaso da Villanova Monumenti Altare del Santuario di Nostra Signora della Misericordia (Savona) Baldacchino di San Pietro Sepolcro di Urbano VIII Sepolcro di Alessandro VII Cattedra di San Pietro Elefante Obeliscoforo Cappella Cornaro Altare del Santissimo Sacramento Cappella Raimondi Cappella Paluzzi Albertoni Fontane Fontana dei Quattro Fiumi (piazza Navona, Roma) Fontana del Moro (piazza Navona, Roma) Fontana del Tritone (piazza Barberini, Roma) Fontana delle Api (piazza Barberini, Roma) Fontana del Leone (Canale Monterano, RM, città vecchia di Monterano) Fontana della Barcaccia (piazza di Spagna, Roma) Fontana del Bicchierone e cascata della Fontana dellOrgano a Villa dEste, Tivoli Sculture (in marmo ove non specificato) : Angelo con la Corona di Spine, Roma, SantAndrea delle Fratte Apollo e Dafne, Roma, Museo e Galleria Borghese Beata Ludovica Albertoni, Roma, San Francesco a Ripa Busto del Cardinale Melchior Klesl, Wiener Neustadt (Austria), Cattedrale Busto del Cardinale Alessandro Peretti Montalto, Amburgo, Kunsthalle Busto dellArcivescovo Carlo Antonio dal Pozzo, Edimburgo, National Gallery of Scotland Busto del Cardinale Escoubleau de Sourdis, Bordeaux, Musée dAquitaine Busto di Sir Thomas Baker, Londra, Victoria and Albert Museum Busto del Cardinale Richelieu, Parigi, Musèe du Louvre Busto del Salvatore, Norfolk (USA), Chrysler Museum (altra vers. a Roma, Basilica di San Sebastiano; è controverso quale delle due sia autografa) Busto di Alessandro VII, Siena, collezione Chigi-Zondadari Busto di Antonio Cepparelli, Roma, Museo di San Giovanni dei Fiorentini Busto di Antonio Coppola, Roma, Museo di San Giovanni dei Fiorentini Busto di Costanza Bonarelli, Firenze, Museo nazionale del Bargello Busto di Francesco I dEste, Modena, Galleria Estense Busto di Gabriele Fonseca, Roma, San Lorenzo in Lucina Busti di Innocenzo X, Roma, Galleria Doria-Pamphilj (due esemplari) Busto di Luigi XIV, Versailles, Chateau Busto di Luigi XIV, Versailles, Chateau Busto di Paolo V, Roma, Museo e Galleria Borghese Busti di Scipione Borghese, Roma, Museo e Galleria Borghese (due esemplari) Busto in bronzo di Urbano VIII, Spoleto, Cattedrale di Santa Maria Assunta La Capra Amaltea, Roma, Museo e Galleria Borghese Costantino a Cavallo, Roma, portico della Basilica di San Pietro Crocifisso dellEscorial (bronzo), San Lorenzo (Spagna), Monastero dellEscorial Busti di Anima beata e Anima dannata, Roma, Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede David, Roma, Museo e Galleria Borghese Enea, Anchise e Ascanio, Roma, Museo e Galleria Borghese Estasi di santa Teresa dAvila, Roma, Santa Maria della Vittoria Fauno molestato da cupidi, New York, Metropolitan Museum of art La Verità, Roma, Museo e Galleria Borghese Luigi XIV a Cavallo, Versailles, Chateau (giardini); [opera rimaneggiata nel 700] Ratto di Proserpina, Roma, Museo e Galleria Borghese Maria Maddalena, Siena, Duomo, cappella del Voto San Girolamo, Siena, Duomo, cappella del Voto San Longino, Roma, Basilica di San Pietro San Lorenzo sulla Graticola, Firenze, Galleria degli Uffizi, coll. Contini-Bonacossi San Sebastiano, Madrid, Collezione Thyssen-Bornemisza Santa Bibiana, Roma, Chiesa di Santa Bibiana Testa dangelo, New York, Frick Collection (attribuzione incerta) Gian Lorenzo Bernini esegue anche il Putto con il Dragone, il Fauno che scherza con gli amorini e i Santoni Musei Elenco dei musei che contengono opere dellartista: Galleria Borghese di Roma Musei Capitolini di Roma Galleria Nazionale dArte Antica di Roma Galleria Spada di Roma Museo San Giovanni de Fiorentini di Roma Galleria degli Uffizi di Firenze Musée du Louvre di Parigi Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid National Gallery di Londra National Gallery of Art di Washington National Gallery of Scotland di Edimburgo Victoria and Albert Museum di Londra Kunsthalle di Amburgo Dediche a Bernini A Bernini è stato intitolato il cratere Bernini, sulla superficie di Mercurio. Su alcune opere del Bernini è incentrato il romanzo Angeli e demoni di Dan Brown. A Bernini è stata intitolata una via nella famosa città del pesce Mazara del Vallo. Gian Lorenzo Bernini venne raffigurato sulla banconota da 50.000 lire italiane, dal 1984 al 1992 come 1º tipo e dal 1992 al 1999 come secondo tipo. Bibliografia Testi di carattere generale: Luigi Grassi, Disegni del Bernini, Bergamo, Istituto di arti grafiche (1944) Id., Bernini pittore, Roma, Danesi (1945) Roberto Pane, Bernini architetto, Venezia, Pozza (1953) Valentino Martinelli, Bernini, Milano, Mondadori (1953) Italo Faldi, La scultura barocca (1958) Cavaliere Di Chantelou Bernini in Francia, traduzione e prefazione di Stefano Bottari (1946) Filippo Baldinucci, Vita di Gian Lorenzo Bernini a cura di Sergio Samek Ludovici, nuova ed. Milano, Ed. del Milione (1948) Luigi Grassi, Gianlorenzo Bernini, Roma, Edizioni dellAteneo (1962) Howard Hibbard, Bernini, Harmondsworth, Penguin Books (1965) Franco Borsi, La chiesa di S. 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Posted on: Wed, 27 Nov 2013 21:12:35 +0000

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