Giocare tanti anni a football americano fa male al cervello, e non - TopicsExpress



          

Giocare tanti anni a football americano fa male al cervello, e non è una frase detta così, tanto per dire. Che prendere tutte quelle botte non facesse bene al fisico era cosa già nota da tempo, ma ora, tramite uno degli ultimissimi studi condotti circa le conseguenze che questo sport può provocare sul corpo umano, viene evidenziata la gravità della situazione con ancor più decisione del solito. Un giocatore di football americano riceve almeno quattro colpi violenti alla testa a stagione alla, senza contare le decine di piccole collisioni che avvengono ogni partita. Le pareti del cranio risentono di tutti questi scossoni e, alla lunga, è inevitabile che anche il cervello riporti dei danni. Gli scienziati hanno dimostrato che in molti degli atleti che hanno giocato a football americano si evidenzia una malattia degenerativa conosciuta come encefalopatia traumatica cronica (ETC): in questi casi, i pazienti manifestano un cervello molto simile a un malato di Alzheimer. Questa, insieme al morbo di Parkinson, è la malattia neurodegenerativa più frequente tra chi ha la sfortuna di ammalarsi in età avanzata e che, in gioventù, ha giocato per tanti anni a football americano. A dimostrazione di tutto ciò c’è il test condotto da Adam Hampshire e il suo team di scienziati. Lo studio ha messo insieme 13 ex giocatori dell’NFL e 60 volontari sani: tutti insieme sono stati sottoposti a una serie di test durante i quali la loro attività cerebrale veniva costantemente monitorata. Gli ex giocatori di NFL hanno evidenziato una disfunzione esecutiva dovuta ai tanti colpi subìti in carriera. Nella figura qui sopra si vede bene come il cervello degli ex professionisti (NFL alumni) lavori meno di quello delle 60 persone volontarie (control). C’è una iperattività di alcuni circuiti (una maggiore attività per lo stesso compito) e meno connettività nel lobo frontale, che si correla benissimo con il numero di colpi che ogni giocatore ha subìto nel corso della sua vita sportiva. Tutte queste differenze, fanno notare gli scienziati, si sono evidenziate solo con il test con scanner, e non nei test esecutivi. La conclusione è che gli ex professionisti di NFL, e più in generale chi ha giocato tanti anni a football americano, rispetto alle persone che non hanno svolto lo stesso loro percorso a livello sportivo, sono costretti a impegnare più aree del cervello per svolgere lo stesso compito cognitivo, un’operazione che - alla lunga - potrebbe anche produrre un generale peggioramento del sistema cerebrale nel lungo periodo.
Posted on: Mon, 21 Oct 2013 11:27:05 +0000

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