“Gli animali più usati per scopi sperimentali sono sicuramente - TopicsExpress



          

“Gli animali più usati per scopi sperimentali sono sicuramente i roditori: topi, ratti e cavie [1-6]. Sono piccoli, facilmente gestibili, costano poco e la loro durata di vita di due-tre anni è sufficientemente breve da permettere rapidi studi di cancerogenesi [7]. Esistono differenze microscopiche dei processi metabolici e anche differenze macroscopiche fra uomini e animali. Alcune delle differenze macroscopiche più famose sono: a differenza dell’uomo, i roditori non sono in grado di vomitare le tossine [8]; l’uomo può accumulare agenti nocivi dal naso e dalla bocca mentre i roditori respirano solo dal naso [8]; ratti, topi e criceti sintetizzano la Vitamina C all’interno del loro corpo ottenendo così naturalmente un potente agente anti-cancerogeno, mentre l’uomo non è in grado di farlo [7]; i ratti hanno una elevata capacità enzimatica di non accumulare massa grassa (che in loro si accumula nel fegato) a differenza dell’uomo nel quale si accumula nelle arterie, diventando una potenziale causa di patologie [7]; i ratti vivono solo 2-3 anni; un’altra differenza è che i ratti femmina hanno una salute migliore se possono continuamente restare gravide [8]; inoltre è diverso l’assorbimento del ferro nelle diverse specie [9]. Citando alcune delle sostanze chimiche più famose, il benzolo e l’arsenico, cancerogeni per l’uomo, non lo sono per i roditori che vengono normalmente utilizzati per questo tipo di test [7]. Allo stesso modo, la naftilamina, cancerogena per la vescica urinaria umana, non provoca nessun tipo di cancro nel topo [7]. Una ricerca, partita dall’Università di Manitoba, a Winnipeg [10] ha messo in evidenza che molti antistaminici e alcuni antidepressivi (fluoxetina, amitriptilina, ecc…) provocano il cancro ai topi. Le aziende produttrici hanno replicato che i loro laboratori possono dimostrare l’innocuità delle sostanze incriminate. Quindi, in alcuni laboratori, gli studi su animali hanno dimostrato la pericolosità di molte sostanze; in altri laboratori, gli studi su animali hanno dimostrato l’innocuità delle stesse sostanze. Ciascuno può ottenere il risultato che preferisce, che più fa comodo. Ad esempio, nel 1992, dopo essere stata denunciata, l’Agenzia di Protezione dell’Ambiente Statunitense (EPA) usò i test su animali per difendersi e garantire la sicurezza di pesticidi in prodotti alimentari [8]. L’anno successivo, cambiata evidentemente la linea politica, l’EPA produsse una lista di pesticidi, tra i quali quelli per cui era stata denunciata, che avrebbero dovuto essere ritirati dal mercato in quanto cancerogeni per gli animali da laboratorio [11-12]. L’unica spiegazione a questa palese contraddizione è la possibilità dell’EPA di disporre di vari dati su animali, contraddittori fra di loro, e la decisione di scegliere, in funzione della situazione, i dati più utili.
Posted on: Wed, 03 Jul 2013 22:29:18 +0000

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