Gruppo (con Parkinson) 1a Conversante: Eccomi qua, Alessia - TopicsExpress



          

Gruppo (con Parkinson) 1a Conversante: Eccomi qua, Alessia vi ha certamente anticipato la mia venuta , sono una conversazioalista, mi chiamo Filomena Caracciolo, sono qui per dialogare con voi, mi piacerebbe ascoltare qualcosa di voi, sia per puro scambio verbale, sia per il piacere conversazionale. Facciamo un breve giro di presentazione, poi chi ha più voglia di parlare riprenderà la parola. 1b Andrea: Andrea, mi chiamo Andrea Ralli, Sono nato in America, figlio di italiani, mio padre, mia madre si sono sposati e se ne sono andati in america, e siamo nati (voce rotta dall’emozione), cinque figli……… quando siamo cresciuti, con mio padre e mia madre, non c’erano più, e siamo tornati in Italia. 2a Conversante: Siete tornati in Italia, la patria dei vostri genitori. (Coro generalizzato dei presenti “C’è sempre il desiderio di tornare in patria”) 2b Andrea: E si, in america si viaggiava (parola incomprensibile tipo : “eciumbec”) Italy 3a Conversante: Lei, vuol dirmi qualcosa (tutti insieme “Si chiama Davide”) 3b Davide: E.. si insomma, (una voce del gruppo: “ Quanti anni ha Davide?”), settanta anni, (gruppo in coro: “settant’anni portati benissimo”), sono passati ventiquattro, trentaquattro, sono del trentaquattro, non sono stato sempre in Italia, dopo sono emigrato in Germania 4a Conversante : Anche lei è stato via dall’Italia, è stato in Germania. 4b Davide: E.. si, dieci anni, dieci anni, si, dal sessanta al settanta 5a Conversante: Gli anni della gioventù 5b Davide: Proprio gli anni buoni 6a Conversante: Gli anni buoni 6b Davide: Proprio gli anni buoni, e li ho passati lì 7a Conversante: Li ha passati bene? 7b Davide: Beh, insomma, cinque anni sono stato da solo dopo mi sono sposato, mi son portato la moglie lì. 8a Conversante: La moglie Italiana 8b Davide: Italiana, si, e là ho avuto una bambina, una figlia. Poi ce ne siamo tornati qui, a Milano, stiamo abbastanza bene insomma, io qui mi trovo, mi trovo a Milano, per , per insomma (pausa) ……..un fratello di mia madre, abitava qui a Milano ed io stavo in Germania (pausa)…….., dopo è successo che è morta mia madre e ci siamo incontrati al paese giù, io sono di Bari, allora lui stesso mi ha detto, lo zio no, mi ha detto: “Ma perché devi stare tanto lontano, succedono insomma delle cose buone e delle cose brutte, da qua è sempre più vicino insomma, e si riesce sempre a vedere insomma le persone insomma, invece stando in Germania insomma ci vuole più tempo insomma, ci vuole 24 ore per arrivare lì. Ee insomma se non ci riuscivo più insomma a vederla la persona insomma ee. 9a Conversante: Da Milano, si arriva prima, a Bari 9b Davide: Si, si e insomma, e ci siamo trasferiti qui insomma, però non ho avuto neanche la fortuna di stare con mio zio, che dopo due mesi è morto, scarogna (il gruppo mormora comprensione), dopo due mesi è morto mio zio, ha lasciato la zia i figli, però lui non c’era più. 10a Conversante: Lui non c’era più 10b Davide: Lui non c’era più, e in somma poi ci siamo sistemati così, e adesso siamo qui. 11a Conversante: La sua vita è un’insieme di cambiamenti 11b Davide: Ma si, sono contento insomma, che devo accettare quello, quello che mi da la vita insomma. 12a Conversante: Accettarla, ma anche viverla al meglio 12b Davide: Viverla al meglio in somma, più meglio possibile 13a Conversante: Il signore? 13b Francesco: Mi chiamo Francesco, Francesco 14a Conversante: Francesco 14b Francesco: Francesco 15a Conversante: Di Milano 15b Francesco: Si abito qui a Milano, sto vicino, sto nei dintorni di Milano 16a Conversante: Lei è rimasto in zona non si è mai allontanato per lavoro 16b Francesco: No, sono sempre stato a casa mia, a casa vecchia 17a Conversante: La signora? 17b Laura: Io? Io non sono di Sesto, sono venuta qua da poco, ero vicino a Melegnano, siamo rimasti presto senza papà e mamma, eravamo tutti fratelli, i fratelli si sono sposati, siamo rimasti in tre e io ho detto: “Andiamo via di qui”, e niente poi a Sesto, siamo stati qui, abbiamo preso a lavorare, fortuna che l’abbiamo visto subito, appena venuti qui al Lunedì siamo andati, ci fanno già lavorare, guardi mi ha detto: “dopo lei”, io sono stata l’ultima, ero la più giovane, loro : “Te sei più vicino al paese, così noi siamo fuori a lavorare, la sera te sei la prima ad arrivare, ti fermi a far la spesa cominci a far da mangiare”, tutto qua, sempre a lavorare. Proele123 18a Conversante: Sempre a lavorare, una vita di lavoro. 18b Laura: Sempre lavorare, adesso sono tutti sposati, abbiamo fatto la nostra parte. p.11 19a Conversante: Proviamo a sentire 19b Laura: Io mi chiamo Laura, sono campana, dopo otto giorni sposata me ne sono venuta qui a Milano, col marito si, due figli quattro nipoti, sono casalinga, adesso sono pensionata, che ci dobbiamo fare. Quando mi sonno sposata avevo qui il marito e i figli, erano qui tutti, manco uno per la casa, ci hanno un po’ dimenticato, quando si ha la nostra età , prima i figli, poi il marito, piano, piano un po’ per volta, sono sola. Poi è morto mio marito, sono 26 anni che è morto, sono sola, c’è la figlia vicino, ci sono i nipoti, sono grandi. P. 101 20a Conversante: Ci sono i nipotini. 20b Laura: C’ho i nipotini? Ce ne ho due, nipotoni! Grandi sono, uno si è sposato, alti (col gesto indica l’altezza), l’altro vive con mia figlia, siamo vicino, sullo stesso pianerottolo, ci vediamo sempre. P.32 21a Conversante: E’ un piacere stare vicino. 21b Laura: Si, si, si siamo vicino proprio, nel palazzo. (Acceso mormorio, tutti mormorano qualcosa sulle cose dette da Laura). Per un po’ la conversazione procede tra loro. P.26 22a Conversante: Il signore? 22b Mario: Io? (Tante parole, non riesco a coglierne il significato, lo lascio parlare, alla fine capto una parola “Motta”, la riprendo) 23a Conversante: Lavorava alla Motta. 23b Mario: La Motta, io di lì, di lì, io di lì, sono, sono andato, io, io quarant’anni che sono, sono andato, a lavorare lì. (Tutto questo è stato detto durante un lungo lasso di tempo). Inizia un vocio, tutti i presenti dicono delle cose di Mario, per aiutarlo. Ma Mario ritorna nel silenzio. Gli altri prendono a parlare tra di loro. 24a Conversante: Non volete ascoltare il compagno? 24b Mario: Due anni, due anni sono stato in prigione, prigioniero, no, di cui dopo sono andato con i, con i , con i, con i, americani, ho chiesto di fare il (palco?), insomma, sono stato alla fine, fine, anni, sette anni sono stato a casa, sono andato a casa e dopo sono andato ancora a e sono andato a (Il dialogare di Mario è molto stentato gli altri riprendono a dialogare tra loro). Mario continua a parlare io lo ascolto ancora per un po’ anche se il suo parlar è confuso e frammentato. Il tempo a disposizione è finito, ci si saluta programmando il futuro incontro, qualcuno dice: “Un’ora è troppo poco”. Non tutti hanno voluto parlare, Mario il più motivato. Alcuni aspetti formali della conversazione con i malati di Parkinson: dei turni verbali: dal 3b b al 12b e dal 19b al 21b. Nei turni verbale dal 3b al 12b è’ Davide che conversa con Filomena. In questo primo frammento di dialogo le parole pronunciate da Davide sono 306: i verbi sono 33 (9%), al tempo presente 18 (5%), afferenti all’io 10 (3 %), al tempo passato ed altri tempi 23 (7%). L’indice di riferimento al mondo di Davide è buono, lo indica la discreta quantità di soggetti grammaticali rivolti all’io della frase. Nei turni verbali dal 17b al 21b è Laura che conversa con Filomena In questo secondo frammento di dialogo le parole pronunciate da Laura sono 303 Motivi narrativi di tutto il gruppo Davide compreso Andrea: Sono nato in America. I miei genitori erano Italiani. Sono cresciuto col pensiero dell’Italia. I miei genitori sono morti. Sono tornato in Italia Davide: Sono andato a lavorare in Germania. Ho sposato una ragazza Italiana. Ho passato la gioventù in Germania. Mia madre è morta. Un Fratello di mia madre mi ha fatto venire a Milano. Bari da Milano è più vicina. Mio zio è morto. Qui non si sta male. Francesco: Sono di Milano. Abito nei dintorni di Milano. Non sono mai andato via da Milano. Laura: Eravamo tanti fratelli. Io ero al più piccola. Ho lavorato tanto. Ho due nipoti. Abito vicino a mia figlia. Mario: Lavoravo alla Motta. Sono stato prigioniero. Sono andato con gli americani. Sono tornato a casa dopo sette anni. Indicatori testuali I predicati sono spesso al passato, verbi afferenti all’io della frase pochi, il tempo ricorrente dei predicati verbali è il passato, il tempo dei ricordi, della gioventù. La figura logico modale dominante è quella assiologica, tutti si dibattono fra il bene e il male. Conclusione L’Idea comune del gruppo è quella del lavoro, della famiglia, della fatica, della lontananza, della malinconia. Dopo aver espresso questi pensieri che li accomuna il gruppo ha preso vivacità, i vari membri del gruppo non sono più esseri separati, hanno tante cose che li unisce, delle quali possono parlare Bibliografia Lai G. (1993), Conversazionalismo, Bollati Boringhieri, Torino Lai G. (1995), La conversazione immateriale, Bollati Boringhieri Torino Vigorelli P. (2005), La conversazione possibile con il malato di Alzheimer, Franco Angeli Milano
Posted on: Tue, 23 Jul 2013 13:45:40 +0000

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