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Guerre rivoluzionarie francesi Da Wikipedia, lenciclopedia libera. Guerre rivoluzionarie francesi Il generale Napoleone Bonaparte guida lassalto al ponte di Arcole Il generale Napoleone Bonaparte guida lassalto al ponte di Arcole Data 1792 – 1802 Luogo Europa, Egitto, Medio oriente, Oceano Atlantico, Caraibi Esito Vittoria francese, sfociata nei trattati di Lunéville e Amiens Schieramenti Union flag 1606 (Kings Colors).svg Gran Bretagna Flag of the Habsburg Monarchy.svg Austria Flag of Russia.svg Russia Flag of Prussia (1803).gif Prussia Flag of Cross of Burgundy.svg Spagna[1] Flag of the Kingdom of Naples.svg Regno di Napoli Bandiera sarda.GIF Sardegna Ottoman flag.svg Impero Ottomano Flag Portugal (1707).svg Regno del Portogallo Prinsenvlag.svg Repubblica dOlanda[2] Pavillon royal de France.svg Realisti francesi Flag of France.svg Francia Comandanti Flag of the Habsburg Monarchy.svg duca di Coburgo Flag of the Habsburg Monarchy.svg arciduca Carlo Flag of the Habsburg Monarchy.svg Michael von Melas Flag of the Habsburg Monarchy.svg Dagobert von Wurmser Flag of the Habsburg Monarchy.svg Joseph Alvinczy Flag of the Habsburg Monarchy.svg conte di Clerfayt Flag of the Habsburg Monarchy.svg Paul Kray Flag of the Habsburg Monarchy.svg Alberto di Sassonia-Teschen Flag of the Habsburg Monarchy.svg Jean-Pierre de Beaulieu Union flag 1606 (Kings Colors).svg Duca di York Union flag 1606 (Kings Colors).svg Horatio Nelson Union flag 1606 (Kings Colors).svg John Jervis Flag of Russia.svg Aleksandr Suvorov Flag of Russia.svg Aleksandr Korsakov Flag of Russia.svg Fëdor Ušakov Flag of Prussia (1803).gif duca di Brunswick Flag of Prussia (1803).gif Heinrich von Möllendorf Prinsenvlag.svg principe di Orange Flag of Cross of Burgundy.svg Antonio Ricardos Bandiera sarda.GIF Michele Colli Flag of the Kingdom of Naples.svg Karl Mack Ottoman flag.svg Jazzar Pascià Flag of France.svg Napoleone Bonaparte Lazare Carnot Lazare Hoche Jean Victor Moreau Jean-Baptiste Jourdan Jean-Charles Pichegru André Masséna Charles François Dumouriez François Kellermann Jean-Baptiste Kléber Jean Étienne Championnet Barthélemy Joubert Pierre Augereau Guillaume Brune Barthélemy Schérer Jeannot de Moncey Jacques Dugommier Jacques François Menou François-Paul Brueys Louis Latouche-Tréville Voci di guerre presenti su Wikipedia [mostra] V · D · M Guerre rivoluzionarie francesi Guerre napoleoniche Le guerre rivoluzionarie francesi furono combattute dal 1792 al 1802 dalla Francia rivoluzionaria contro gran parte delle potenze europee, ostili alla Rivoluzione e decise a frenare lespansionismo ideologico e territoriale francese e restaurare lAntico regime. Cronologicamente vengono anche suddivise in guerra della prima coalizione (1792 - 1797), che terminò con il trattato di Campoformio, e in guerra della seconda coalizione (1798 - 1802); in realtà la Francia fu costantemente in guerra con la Gran Bretagna dal 1793 fino al 1802. Caratterizzate dal fervore patriottico e ideologico e dalle innovazioni tattiche e strategiche delle armate rivoluzionarie francesi, poco addestrate ma estremamente motivate e aggressive e guidate da generali giovani e energici, le guerre rivoluzionarie terminarono, nonostante molte difficoltà ed alcune pesanti sconfitte, con la vittoria della Francia che estese la sua influenza su parte dellEuropa centrale e meridionale, ponendo le premese per le successive conquiste dellImpero napoleonico, succeduto alla Repubblica rivoluzionaria. Le ostilità cessarono ufficialmente col Trattato di Amiens (1802). Gli eventi militari posteriori vengono storicamente indicati guerre napoleoniche. Entrambi i conflitti nella storiografia britannica sono anche denominati grande guerra francese. Indice [nascondi] 1 Le monarchie dEuropa contro la Francia rivoluzionaria 1.1 1790 - 1791 1.2 1792 2 La prima coalizione 2.1 1793 2.2 1794 2.3 1795 2.4 1796 2.5 1797 3 Guerra contro la Gran Bretagna 3.1 1798 4 La seconda coalizione 4.1 1799 4.2 1800 4.3 1801 5 Trattato di Amiens e fine delle guerre rivoluzionarie 6 Note 7 Bibliografia 8 Voci correlate 9 Altri progetti 10 Collegamenti esterni Le monarchie dEuropa contro la Francia rivoluzionaria[modifica | modifica sorgente] 1790 - 1791[modifica | modifica sorgente] I drammatici fatti della Rivoluzione del 1789 avevano provocato il crollo della monarchia assoluta in Francia e instaurato un rapporto di costante conflittualità tra i deputati delle assemblee elette e il re Luigi XVI; il sovrano, pur mostrando esteriormente di accettare le deliberazioni della rappresentanza nazionale e la conseguente perdita di potere, in realtà non era disposto a subire la progressiva esautorazione e fin dal 20 ottobre 1790 diede ai suoi emissari pieni poteri per concordare segretamente con i monarchi degli altri regni europei dellAntico regime un intervento politico-militare a suo favore per ristabilire le prerogative reali[3]. Luigi XVI non contava su insurrezioni locali organizzate dai numerosi nobili che erano già emigrati allestero ed invece si affidava soprattutto al cognato Leopoldo II, limperatore austriaco che nel luglio 1790 si era riavvicinato alla Prussia ed aveva completato la riconquista dei Paesi Bassi. Limperatore in effetti il 14 dicembre 1790 inviò una protesta formale alla Francia contro le limitazioni dei diritti dei principi tedeschi che avevano possedimenti in Alsazia e Lorena, assoggettati alle nuove deliberazioni rivoluzionarie del 4 agosto 1790 sulla soppressione dei diritti feudali. Tra le altre monarchie, anche la Spagna, la Svezia, la Russia, il regno di Sardegna, mostravano ostilità alla rivoluzione, mentre il Papa protestava per la perdita di Avignone. In realtà Leopoldo II, prudente e realista, non mostrò grande sollecitudine e continuò a ritardare ogni intervento concreto; interessato maggiormente agli sviluppi diplomatici in Belgio, Polonia e Impero Ottomano, limperatore invitò Luigi alla prudenza e lamentò la mancanza di un preciso accordo globale anti-rivoluzionario tra le monarchie. Per otto mesi continuarono i contatti del re con la corte di Vienna, mentre negli ambienti parigini iniziarono a diffondersi notizie su possibili tradimenti del monarca[4]. Preoccupato dagli sviluppi della rivoluzione e deluso dalle incertezze di Leopoldo II, Luigi decise di agire e, dopo aver ripetutamente mentito allassemblea, garantendo la sua sincera adesione alla nuova Francia, il 20 giugno 1791 lasciò Parigi di nascosto per fuggire allestero con i suoi famigliari; bloccato a Varennes, venne ricondotto il 21 giugno nella capitale e sospeso temporaneamente dalle sue funzioni. Questo evento screditò completamente il monarca, sollevò lindignazione dei deputati e esacerbò le masse popolari verso la monarchia. In Europa la fuga del re e la sua temporanea sospensione, accrebbe il conflitto con la Francia; il Papa ruppe le relazioni diplomatiche, la zarina Caterina II sospese i contatti con lincaricato francese Genêt, la Spagna mobilitò le truppe. Limperatore Leopoldo il 6 luglio 1791 da Padova emise una dichiarazione con la quale invitava tutte le monarchie a coordinarsi per venire in aiuto di Luigi XVI e limitare lestremismo della rivoluzione; il 25 luglio Austria e Prussia definirono i preliminari di un trattato di alleanza[5]. In questa fase tuttavia la guerra fu evitata; i dirigenti moderati della rivoluzione (foglianti) preferirono reintegrare formalmente il re nelle sue funzioni per evitare complicazioni immediate con le potenze e intrapresero colloqui segreti con Leopoldo, mentre Luigi XVI, timoroso di rappresaglie contro di lui e i suoi famigliari, preferì per il momento trattenere i monarchi. Inoltre anche Leopoldo, cosciente della scarsa coesione tra le monarchie di antico regime e rassicurato sul destino del cognato, preferì rinunciare a misure militari e si limitò a rendere pubblica il 27 agosto 1791, insieme con il re di Prussia, Federico Guglielmo II, la Dichiarazione di Pillnitz che evocava in termini generali gravi conseguenze per la Francia in caso di atti contro Luigi XVI e la sua famiglia[6]. Superata la crisi seguita alla fuga a Varennes e reintegrato nella sua sovranità, Luigi XVI ripresa subito le sue manovre per spingere le potenze continentali ad intervenire in suo favore e mettere in esecuzione le minacce di Padova e Pillnitz; la stessa Maria Antonietta intervenne l8 settembre 1791 con il fratello Leopoldo raccomandando luso della forza armata per riparare i guasti della rivoluzione; ingenuamente la regina ipotizzava che i rappresentati rivoluzionari temessero la guerra e fossero pronti a cedere, mentre limperatore dAustria continuò a mostrarsi prudente, preoccupato maggiormente per la situazione nei Paesi Bassi. Il 3 dicembre 1791 Luigi scrisse una lettera personale a Federico Guglielmo di Prussia, richiedendo il suo aiuto, suggerendo la convocazione di un congresso delle potenze per decidere lintervento e promettendo un indennizzo in denaro per le spese di guerra[7]. 1792[modifica | modifica sorgente] Nonostante le manovre dei sovrani in Francia e degli emigrati nelle corti europee, la guerra iniziò anche per le scelte politiche dei rappresentanti girondini allAssemblea legislativa e dei seguaci politici e militari del marchese de Lafayette. I deputati girondini, guidati dalleloquenza di Jacques Pierre Brissot, decisero di provocare la guerra contro le monarchie ritenendolo levento capace di rinsaldare patriotticamente la rivoluzione, di scalzare lAntico regime in Europa, e di esportare la rivoluzione tra i popoli oppressi dalloscurantismo feudale delle monarchie continentali. A queste retoriche affermazioni dei girondini a favore di una sfida alle potenze, si affiancarono i seguaci di Lafayette convinti di ottenere vittorie che avrebbero innalzato il prestigio del marchese fino a renderlo larbitro della situazione. Il re e la regina accolsero prontamente linvolontario aiuto dei girondini e finsero di assecondare loperato dellAssemblea; convinti di una rapida disfatta militare della Francia, i sovrani cercarono di sabotare la guerra e continuarono ad intrattenere rapporti segreti con i sovrani europei rassicurandoli sulle loro vere intenzioni restauratrici[8]. Il duca di Brunswick, comandante delle truppe prussiane nel 1792. I soli ad opporsi alla guerra furono in pratica alcuni foglianti, che cercarono di rassicurare Leopoldo con contatti segreti, e soprattutto una parte dei giacobini guidati da Maximilien Robespierre. Questultimo replicò alle perorazioni di Brissot, evidenziò la duplicità del re, manifestò timori sulla fedeltà dei generali provenienti dalla nobiltà e mostrò scetticismo sulla possibilità di diffondere con la armi la rivoluzione: i missionari armati non sono amati da nessuno[9]. Dopo tre mesi di accesi dibattiti lAssemblea legislativa decise in favore della guerra; anche Georges Jacques Danton finì per approvare questa posizione; il rifiuto di Leopoldo il 25 gennaio 1792 di annullare la dichiarazione di Pillnitz esacerbò ancora i rappresentanti , mentre il 21 febbraio la Prussia dichiarò che sarebbe entrata in guerra in caso di violazione dei confini della Germania da parte dellesercito francese. I politici girondini assunsero la direzione dei ministeri più importanti, tra cui Charles François Dumouriez, ministro degli esteri, favorevole alla guerra ed a ambiziose avventure nei Paesi Bassi. Il 1 marzo 1792 limperatore Leopoldo II morì improvvisamente e il suo successore Francesco II assunse una posizione più dura e rigida, respingendo ogni richiesta francese; alla fine fu la Francia a dichiarare guerra allImpero austriaco, con il voto dellAssemblea legislativa il 20 aprile del 1792; solo una decina di deputati votarono contro[10]. Il generale François Christophe Kellermann Fin dal 21 giugno 1791, dopo la fuga a Varennes, lAssemblea legislativa aveva ordinato la leva di 100.000 volontari reclutati tra le guardie nazionali e pagati quindici soldi al giorno; furono inviati molti suoi rappresentanti nei dipartimenti per immettere spirito civico tra queste nuove truppe ed esaltare il patriottismo rivoluzionario[11]. Apparentemente tuttavia la rivoluzione aveva disorganizzato in modo decisivo lesercito francese, la rivalità tra le vecchie truppe di linea, i culs blancs, e i volontari patriottici e rivoluzionari, gli azzurri, poteva compromettere la coesione dei reparti, lemigrazione di molti ufficiali e la dubbia lealtà di altri, il sistema dellelezione dal basso dei comandanti nei reparti dei volontari, facevano ipotizzare la disgregazione dellesercito[12]. In realtà limmissione dei volontari, indisciplinati e poco addestrati ma combattivi, fortemente motivati e pieni di ardore patriottico, avrebbe trasformato lesercito francese in una temibile massa offensiva numericamente e moralmente superiore agli eserciti mercenari delle potenze monarchiche[13]. Inizialmente tuttavia loffensiva francese sulle frontiere, pur disponendo della superiorità numerica, terminò in un completo fallimento soprattutto a causa dellindecisione e della scarsa volontà dei generali nobili di combattere per la rivoluzione. Larmata del maresciallo Jean-Baptiste de Rochambeau, partita da Dunkerque e da Lilla si disgregò o ripiegò senza combattere, ritornando sulle posizioni di partenza; il marchese de Lafayette preferì arrestare subito la sua marcia, e solo la terza armata del generale Nicolas Luckner ottenne un piccolo successo nel Giura con la colonna del generale Adam de Custine. Ben presto la disorganizzazione divenne generale, il maresciallo Rochambeau si dimise, alcuni antichi reggimenti disertarono, il 18 maggio 1792 i generali decisero di sospendere le operazioni. Linterruzione della campagna diede il tempo a prussiani e austriaci di concentrare le loro forze, ed un nuovo tentativo del generale Luckner si concluse con la ritirata da Courtrai e il ripiegamento dentro Lilla. L11 luglio lassemblea parigina, molto allarmata dagli sviluppi della situazione, proclamò la patria in pericolo, destitutì i generali incapaci, inviando lex ministro degli esteri Dumouriez al fronte, e organizzò lafflusso dei volontari[14]. Mentre il governo rivoluzionario mobilitava i volontari, il duca di Brunswick, comandante dellesercito principale prussiano, dopo aver concentrato le sue truppe a Coblenza il 30 luglio, risalì la Mosella e il 16 agosto attraversò la frontiera coperto sulla destra dal corpo austriaco del conte di Clerfayt e sulla sinistra dal corpo del principe Hohenlohe-Kirchberg che avanzava verso Thionville; unaltra armata austriaca marciava verso Lilla al comando Alberto di Sassonia-Teschen[15]. Il duca di Brunswick aveva fatto precedere la sua avanzata da un proclama minaccioso, scritto da alcuni nobili emigrati e sollecitato anche dalla regina, con il quale minacciava provvedimenti spietati nei confronti delle guardie nazionali e di incendiare Parigi in caso di violenze perpetrate nei confronti del sovrano. Questo proclama avrebbe avuto leffetto controproducente di esaltare la resistenza rivoluzionaria e di motivare i volontari; esso avrebbe inoltre favorito la detronizzazione definitiva di Luigi XVI dopo assalto al Palazzo delle Tuileries il 10 agosto 1792[16]. LAssemblea legislativa, dopo questi fatti, votò la destituzione del monarca, che venne detenuto con i suoi famigliari nella prigione del Tempio, e approvò lelezione a suffragio universale di una Convenzione nazionale; il marchese de Lafayette tentò di guidare le truppe contro Parigi per rovesciare la situazione ma venne abbandonato dai suoi soldati e dovette riparare il 19 agosto in Belgio da dove peraltro gli austriaci lo trasferirono nella fortezza di Olmutz[17]. Le prime fasi dellavanzata degli eserciti delle monarchie ebbero pieno successo e provocarono grande preoccupazione a Parigi; i prussiani entrarono a Longwy il 23 agosto il cui comandante si arrese senza combattere, mentre Verdun si arrese il 1 settembre grazie alla collaborazione dei realisti locali, il principe Hohenlohe-Kirchberg raggiunse Thionville e assediò la piazzaforte[18]. Dopo le nuove sconfitte alcuni deputati parlarono di abbandonare la capitale, ma Danton, appoggiato dai girondini, si oppose risolutamente a questi piani e proclamò il 28 agosto la necessità di battersi ad oltranza, di schiacciare i cospiratori realisti interni e di mobilitare i sanculotti: bisogna fare una guerra terribile. In settembre si verificarono, con lappoggio di Danton, le cruente rappresaglie delle masse popolari contro i prigionieri controrivoluzionari, i preti refrettari e i sospetti reclusi nelle prigioni parigine[19]. La battaglia di Valmy, la prima vittoria della Francia rivoluzionaria, il 20 settembre 1792 Fortunatamente per la rivoluzione, sul fronte orientale il duca di Brunswick non sfruttò il vantaggio e, disprezzando le truppe rivoluzionarie, continuò ad avanzare lentamente dando tempo ai francesi di concentrarsi[20]. Le forze francesi erano ora organizzate in tre raggruppamenti: a nord, al comando del generale Dumouriez; in Lorena, guidati dal generale François Christophe Kellermann e a sud, dietro la Lauer, al comando del generale Biron. Le disposizioni di Parigi prevedevano di concentrare le forze contro il duca di Brunswick, ma il generale Dumouriez manovrò lentamente e con indecisione e arrivò a Sedan solo il 28 giugno e a Grandpré il 3 settembre, mentre il generale Kellermann risaliva da Metz. Fortunatamente per i francesi anche il duca di Brunswick non affrettò la sua manovra e attaccò solo il 12 settembre, dando il tempo ai generali Dumouriez e Kellermann di concentrarsi il 19 settembre. Spinto dal re di Prussia ad attaccare i diprezzati sanculotti in divisa, il duca di Brunswick decise di assaltare lo schieramento francese posizionato sulle alture di Valmy. La battaglia di Valmy ebbe luogo il 20 settembre; i volontari rivoluzionari mostrarono una sorprendente coesione e non si sbandarono, lartiglieria francese vinse un duello di artiglieria nel pomeriggio e il duca di Brunswick perse la sua sicurezza e arrestò le operazioni[21]. La battaglia, di modesto rilievo strategico, si risolse in una vittoria morale per i volontari della rivoluzione; la risolutezza dei francesi sorprese il duca di Brunswick e dimostrò che i nuovi eserciti democratici fondati sulla libertà e sul patriottismo erano superiori alle armate mercenarie delle monarchie, costrette ad una disciplina passiva. Il duca di Brunswick, le cui truppe erano già stanche e debilitate da unepidemia di dissenteria, decise quindi di rinunciare a continuare gli attacchi; dopo una fase di negoziati tra i generali prussiani e francesi, interrotti alla notizia della proclamazione della Repubblica in Francia il 21 settembre 1792, il duca iniziò a ripiegare il 30 settembre, e senza essere inseguito dallesitante generale Dumouriez, si ritirò attraverso le Argonne[22]. Lattacco frontale dei francesi alla battaglia di Jemappes. Il 27 ottobre il generale Dumouriez riprese le operazioni e invase il Belgio avanzando verso Mons, mentre le truppe austriache, dopo aver rinunciato allassedio di Lilla che aveva resistito ad un duro bombardamento, si concentrarono al comando di Alberto di Sassonia-Teschen e del conte di Clerfayt sulle alture a sud della città per fermare i francesi. Il 6 novembre larmata francese, in forte superiorità numerica, attaccò le posizioni nemiche a Jemappes e con un aggressivo attacco frontale vinse la battaglia infliggendo forti perdite agli austriaci. La vittoria di Jemappes, durante la quale per la prima volta venne cantata dai reparti di volontari la futura Marsigliese[23], esaltò la Francia rivoluzionaria ed ebbe soprattutto importanti conseguenze strategiche: gli austriaci ripiegarono in rotta abbandonando tutto il Belgio e larmata del generale Dumouriez entrò a Bruxelles il 14 novembre e a Liegi il 28 novembre; il 30 novembre i francesi occuparono Anversa ed il 2 dicembre Namur. A questo punto il generale Dumouriez, invece di manovrare lungo la Roer per appoggiare le truppe francesi del generale Custine e sconfiggere anche i prussiani, preferì interrompere le operazioni; egli, ambizioso e corrotto, in realtà era già in forte contrasto con il ministro della guerra Jean-Nicolas Pache e consentiva speculazioni e transazioni illegali nei territori conquistati[24]. Il generale francese Charles François Dumouriez. Nel frattempo il generale Adam de Custine aveva ottenuto notevoli successi in Renania; dopo unincursione su Spira il 25 settembre, avanzò con il suo piccolo esercito fino a Worms (5 ottobre) e a Magonza il 19 ottobre che, grazie alla collaborazione della borghesia locale filo-francese, non si difese e capitolò subito; il 21 ottobre i francesi conquistarono anche Francoforte. Dopo queste vittorie il generale Custine non marciò a sud verso Coblenza per collaborare con il generale Kellermann che era alle prese con i prussiani che dopo Valmy avevano abbandonato Longwy; egli invece rimase a Francoforte dove il 2 dicembre fu attaccato dalle truppe dellAssia e costretto ad abbandonare la città e ripiegare su Magonza. Nel frattempo il generale Kellermann rinunciò ad attaccare Treviri ed a metà dicembre i francesi in questo settore furono respinti e costretti a ritirarsi sulla Saar[25]. Infine sul fronte alpino le forze francesi conquistarono nella seconda metà di settembre la Savoia, dove le truppe del generale Pierre de Montesquiou furono accolte favorevolmente dalla popolazione; mentre il generale Jacques Anselme entrò il 29 settembre a Nizza[26]. Queste vittorie e il raggiungimento dei cosiddetti confini naturali con loccupazione del Belgio, della Renania e della Savoia posero alla Repubblica la questione fondamentale delle decisione politiche da prendere riguardo lamministrazione di questi territori; forti contrasti sorsero tra una parte dei girondini, appoggiati dai rifugiati stranieri filo-francesi provenienti dai paesi invasi, favorevoli allannessione e alla esportazione della rivoluzione, e i dirigenti dei comitati e buona parte dei giacobini, guidati da Roberspierre, che manifestarono forti dubbi sullopportunità di annettere i territori e trasformare quindi la guerra difensiva in guerra di propaganda e di conquista[27]. Lamalgama: truppe di linea con luniforme bianca e gli azzurri, i volontari della rivoluzione con la divisa bleus. Il fallimento delle trattative intraprese dai generali Kellermann e Valence il 26 ottobre 1793 a Aubagne con il duca di Brunswick, Girolamo Lucchesini e il principe Hohenlohe-Kirchberg, causato dalle richieste austriache e prussiane di pretendere levacuazione francese dei territori conquistati e precise garanzie sulla sorte di Luigi XVI e la sua famiglia, favorì la scelta più aggressiva e pericolosa per la Repubblica; inoltre anche la Spagna sembrava sul punto di entrare in guerra. Nonostante la diversità etnico-politica dei territori invasi e le incerte prospettive di ottenere il consenso delle popolazioni locali, i dirigenti girondini, appellandosi al dovere di proteggere gli abitanti che avevano abbracciato la causa della rivoluzione in questi paesi, fecero votare il 19 novembre 1792 un importante decreto che stabiliva che la Francia avrebbe accordato fraternità ed aiuto a tutti i popoli che vorranno rivendicare la loro libertà e proclamava la fratellanza universale tra i rivoluzionari. Il 26 novembre il girondino Brissot propose di attaccare la Spagna e affermò esplicitamente che bisognava diffondere con le armi la rivoluzione in tutta lEuropa: noi non potremo ritenerci sicuri se non quando lEuropa, tutta lEuropa, sarà in fiamme. Queste idee politiche furono chiaramente stabilite nel successivo decreto del 15 dicembre che affermava che lobiettivo bellico della Francia era la distruzione di tutti i privilegi e che questo scopo sarebbe stato raggiunto esercitando la dittatura rivoluzionaria nei paesi occupati[28]. Queste scelte politiche estremistiche e la decisione dei girondini di proseguire il processo a Luigi XVI, la cui condanna era certa, non potevano che esacerbare e spaventare le monarchie europee e accrescerne la volonta di combattere contro il contagio rivoluzionario, nonostante i numerosi conflitti di potenza che li dividevano. Inoltre la politica delle annessioni dei territori occupati fu messa in atto con la forza e con misure terroristiche nei confronti delle popolazioni spesso ostili. Lopposizione fu dispersa, si procedette ad arresti e deportazioni, assemblee riunite con la forza e intimidite votarono richieste pilotate di annessione alla Francia. Queste azioni alienarono alla Repubblica le simpatie di democratici e intellettuali stranieri e favorirono linstaurazione di regimi polizieschi nelle monarchie di antico regime, per reprimere ogni manifestazione sediziosa filo-francese[29]. Inoltre loccupazione del Belgio e la conquista di Anversa, spinsero il primo ministro britannico William Pitt ad abbandonare la politica di neutralità mantenuta fino a quel momento dalla Gran Bretagna ed intraprendere i primi passi ostili verso la Francia rivoluzionaria. Il governo britannico quindi garantì la neutralità dellOlanda contro possibili mire francesi; inoltre, di fronte a dichiarazioni di politici francesi che sembravano prospettare manovre di sedizione e sobillazione allinterno delle stesse isole britanniche, Pitt fece approvare un Alien bill che colpiva gli stranieri residenti in Gran Bretagna e pose lembargo sui commerci del grano destinato alla Francia. Tentativi di riprendere le trattative con Pitt da parte dellinviato Hugues-Bernard Maret e dellambasciatore Chauvelin furono respinti dal primo ministro, sempre più diffidente sui reali obiettivi della rivoluzione[30]. La prima coalizione[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Prima coalizione. 1793[modifica | modifica sorgente] Il Primo ministro britannico William Pitt, artefice della politica anti-francese della Gran Bretagna. Il 21 gennaio 1793, il governo rivoluzionario eseguì la condanna a morte di Luigi XVI. Questo avvenimento decise infine il primo ministro britannico William Pitt a rompere le relazioni con la Francia, lambasciatore Chauvelin venne espulso e venne rifiutato un colloquio con Maret; tuttavia la Gran Bretagna si astenne dal formalizzare la rottura e fu invece la Convenzione, su pressione di Brissot, che il 1 febbraio 1793 prese liniziativa di dichiarare guerra alla Gran Bretagna e contemporaneamente anche allOlanda. Il 7 marzo la Francia dichiarò guerra anche alla Spagna che aveva a sua volta espulso il rappresentante francese dopo lesecuzione di Luigi XVI; nelleuforia rivoluzionaria Bertrand Barère proclamò allassemblea: Un nemico in più per la Francia non è che un trionfo in più per la libertà. In precedenza la flotta francese di Tolone era entrata a Napoli per intimidire il debole re Ferdinando I e la corte, mentre a Roma linviato francese Hugon de Bassville rimase ucciso durante disordini popolari antifrancesi. A questo punto le potenze europee erano compattamente schierate contro la Francia rivoluzionaria, tranne la Svizzera, la Svezia e alcuni stati italiani; la Francia doveva battersi da sola per difendere la sua indipendenza e la sua rivoluzione[31]. Tuttavia in questa fase lesercito francese era fortemente indebolito; gli effettivi erano scesi da 400.000 uomini il 1 dicembre 1792 a soli 228.000 soldati il 1 febbraio 1793; i volontari, dopo la campagna vittoriosa, erano tornati a casa e solo gli elementi più infidi e scadenti eranao rimasti nei reparti; le rivalità tra generali e politici compromettevano la coesione nella direzione militare; gli equipaggiamenti erano carenti. La Convenzione decise il 7 febbraio 1793, su iniziativa di Edmond Dubois-Crancé, una riforma decisiva, stabilendo il cosiddetto amalgama tra reggimenti di volontari e reggimenti di linea, con lequiparazione del soldo, di diritti e doveri, e un sistema di promozione per merito con cooptazione dal basso verso lalto. Questo nuovo esercito nazionalizzato avrebbe dovuto in teoria unire lo spirito patriottico e rivoluzionario dei volontari con lesperienza dei soldati di linea. Louis Saint-Just e i montagnardi approvarono la riforma che tuttavia poté venire applicata solo alla fine del 1793 e diede ottimi risultati solo a partire dalla campagna del 1794[32]. Per il momento lesercito era debole e disorganizzato di fronte alle crescenti forze delle coalizione. Volontari dellesercito rivoluzionario francese. Nonostante queste carenze, il generale Dumouriez decise di disperdere le sue forze e di riprendere loffensiva da Anversa verso lOlanda, mentre altri reparti avrebbero coperto lavanzata schierandosi sulla Roer e sulla Mosa; inizialmente i francesi entrarono in Olanda il 16 febbraio, ma il 1 marzo 1793 larmata principale dei coalizzati, al comando del duca di Coburgo, attaccò e sbaragliò completamente il distaccamento sulla Roer che fuggì in rotta abbandonando Maastricht e Liegi. Invece di concentrare le sue forze, il generale Dumouriez, infido, deciso a ribellarsi alla Repubblica e forse in collegamento con oscure manovre di Danton a Parigi, abbandonò le sue truppe in Olanda e raggiunse da solo il Belgio dove, preso il comando degli altri reparti francesi, venne duramente sconfitto da Coburgo alla battaglia di Neerwinden il 18 marzo, e costretto a ripiegare su Lovanio e Bruxelles. Il 23 marzo il generale compì il suo tradimento ed entrò in contatto con il duca di Coburgo, promettendo levacuazione del Belgio e la restaurazione della monarchia. Infine la Convenzione decise finalmente di destituire il generale ed inviò il ministro della guerra Pierre de Beurnonville e quattro commissari al quartier generale di Maulde ma il generale Dumouriez il 1 aprile fece arrestare gli emissari e li consegnò al nemico. Tuttavia i soldati francesi si ribellarono in massa al loro comandante, dichiarato fuori legge dalla Convenzione, e Dumouriez il 5 aprile dovette fuggire per salvarsi e passò nel campo nemico solo con pochi uomini[33]. Il 10 marzo 1793 la Convenzione aveva approvato la legge sul reclutamento di 300.000 uomini che, applicata in modo arbitrario con un sistema di designazione iniquo e confuso e con la requisizione diretta con premio di arruolamento, fu la causa scatenante della estesa insurrezione cattolica e realista in Vandea che mise in ulteriore grave pericolo la Rivoluzione. Provocata soprattutto dalla catastrofe economica e dalle misure anticattoliche adottate, la rivolta vandeana si diffuse tra la popolazione umile clericale e realista e fu guidata da capi popolari e da nobili. Caratterizzata da grande violenza e da eccessi da entrambe le parti, la rivolta si estese e richiese lintervento di numerose forze regolari per controllarla e reprimerla[34]. Il 31 maggio iniziò a Marsiglia la rivolta federalista della fazione girondina collegata con le correnti realiste che si estese progressivamente al mezzogiorno francese; Tolosa, Lione, Nîmes, Bordeaux caddero in mano dei rivoltosi che cacciarono o eliminarono i rappresentanti del governo rivoluzionario. Il 12 luglio 1793 iniziò la sollevazione di Tolone; gli ammiragli e la flotta parteciparono alla rivolta e richiesero lintervento dei britannici; la flotta inglese entrò nel porto il 27 agosto e sbarcò un corpo di truppe. In Corsica la rivolta indipendentista guidata da Pasquale Paoli era iniziata in maggio e i francesi resistevano solo a Bastia[35]. Dopo la defezione del generale Dumouriez, il duca di Coburgo riprese la sua lenta e metodica offensiva, superò il confine francese e vinse la battaglia di Raismes l8 maggio, dove cadde il nuovo comandante francese, generale Augustin de Dampierre, e quindi la battaglia di Famars il 23 maggio. Il prudente comandante dei coalizzati preferì, invece di avanzare rapidamente, impegnarsi nellassedio delle fortezze di frontiera e quindi perse molto tempo a Condè e a Valenciennes che caddero solo il 20 luglio e il 28 luglio. Nel frattempo gli austro-prussiani avevano ripreso loffensiva anche in Renania dove assediarono la città di Magonza fin 14 aprile; la città capitolò il 23 luglio e nel frattempo il generale Custine era stato costretto a ripiegare fino a Landau. I francesi subirono delle sconfitte anche sugli altri fronti; gli spagnoli occuparono Saint-Pée-sur-Nivelle e assediarono Perpignano, mentre i piemontesi rioccuparono la Savoia[36]. Il generale Jean-Baptiste Jourdan, comandante dellArmata del Nord e dellArmata di Sambre e Mosa; vincitore a Wattignies e Fleurus. Il Comitato di salute pubblica, la struttura di potere dominata dai rappresentanti radicali giacobini e montagnardi che aveva assunto dal 10 luglio 1793 la direzione politico-militare della repubblica per salvare la rivoluzione dai suoi nemici interni ed esterni, dedicò grande impegno a dirigere la guerra e rafforzare le armate; alcuni membri del comitato andarono al fronte per stimolare maggiore energia, organizzare truppe più mobili, consigliare la destituzione dei vecchi generali e proporre attacchi in massa. I generali sconfitti o infidi, come Custine, Biron, Lamorlière, vennero quindi sostituiti e in alcuni casi arrestati come sospetti e inviati al Tribunale rivoluzionario[37]. Il 25 luglio anche Robespierre entrò a far parte del Comitato e ne divenne subito il membro più importante[38]; il 14 agosto 1793 entrarono nel Comitato Lazare Carnot e Prieur de la Côte dOr che assunsero un ruolo decisivo nella condotta della guerra. Il primo, scienziato e ricercatore, diresse, con specialisti di sua fiducia, la macchina bellica, controllando i generali, progettando le operazioni, collaborando strettamente con il nuovo ministro della guerra Jean Baptiste Bouchotte. Questultimo, onesto e capace, si dimostrò energico e grande organizzatore. Gli altri membri del Comitato discutevano i progetti e i programmi di Carnot, e le decisioni venivano prese di comune accordo[39]. Lazare Carnot guida le truppe rivoluzionarie alla battaglia di Wattignies. Prieur de la Côte dOr invece si occupò delle armi e dei materiali che in estate erano molto scarsi e insufficienti per equipaggiare un esercito di 479.000 soldati, con ulteriori 500.000 uomini appena richiamati. Carnot e Prieur svolsero un grande lavoro organizzativo e alla fine dellanno le nuove manifatture iniziarono la produzione di armi e materiali. Infine i membri del Comitato si impegnarono per immettere lo spirito repubblicano e rivoluzionario nelle armate; tutte le tracce dellesercito di antico regime furono soppresse, dal 15 agosto 1793 tutti i soldati adottarono la uniforme blu dei volontari, la propaganda esaltò le virtù rivoluzionarie. Le truppe giovani erano facili al panico ma erano aggressive e con spirito offensivo; venne prescritto lattacco a grandi masse per sfruttare le caratteristiche positive dei soldati[40]. Agli inizi di agosto la situazione dei francesi appariva critica dopo la ritirata dellArmata del Nord ad Arras; la cavalleria austriaca arrivò fino a Noyon ma la scarsa coesione dei coalizzati favorì la Repubblica. Seguendo le direttive di Pitt, il Duca di York si diresse con le sue truppe anglo-olandesi verso Dunkerque, abbandonando lesercito di Coburgo. Il nuovo comandante francese, generale Jean Nicolas Houchard, esperto ma prudente, non riuscì a fermare la marcia dei britannici e Dunkerque venne raggiunta il 23 agosto, ma il porto, difeso efficacemente dalle truppe francesi di guarnigione, respinse gli attacchi. Il generale Houchard, su sollecitazione di Carnot, manovrò per soccorrere Dunkerque e il 7 settembre raggiunse Hondschoote dove era schierato il corpo di osservazione del generale Freytag che copriva le retrovie del Duca di York. L8 settembre 1793 la dura battaglia di Hondschoote venne vinta dai francesi grazie agli attacchi frontali guidati dai rappresentanti in missione; il generale Freytag si ritirò e anche il Duca di York rinunciò a Dunkerque e ripiegò lungo le dune. Tuttavia il generale Houchard, troppo prudente, non sfruttò la vittoria e al contrario preferì ritornare verso Arras. Il 20 settembre venne quindi destituito e nei giorni seguenti vennero sostituiti anche i comandanti delle armate del Reno, Landremont, e della Mosella, Schauenbourg. Loperato del Comitato venne contestato alla Convenzione il 25 settembre ma i giacobini e i fautori della guerra rivoluzionaria riuscirono a far approvare allunanimità il loro operato[41]. Dopo la vittoria parlamentare del 25 settembre il Comitato di salute pubblica, molto rafforzato politicamente, poté sviluppare energicamente i suoi programmi per sanculottizzare lesercito con limmissione delle nuove leve. Tre nuovi generali provenienti dai ranghi assunsero il comando: il 24 settembre il generale Jean-Baptiste Jourdan allArmata del Nord, il 28 settembre il generale Jean-Charles Pichegru alArmata del Reno, il 22 ottobre il generale Lazare Hoche allArmata della Mosella. Energici e determinati, questi ufficiali giovani adottarono le tattiche raccomandate da Carnot, basate sulloffensiva e sulle cariche alla baionetta, sorprendendo i compassati generali della coalizione[42]. Il feldmaresciallo austriaco Friedrich Josias Coburgo. Il feldmaresciallo Coburgo aveva occupato Le Quesnoy il 12 settembre ma, indeciso e cauto, impiegò quindici giorni per concentrare le sue forze prima di marciare su Maubeuge; il 28 settembre finalmente i coalizzati, austriaci, britannici e olandesi, ripresero ad avanzare, attraversarono la Sambre e accerchiarono la fortezza dove rimasero tagliati fuori 22.000 soldati francesi. Carnot, preoccupato per la situazione, si recò di persona sul posto e sollecitò il generale Jourdan a concentrare la sua armata a Guise, manovra che venne completata con brutale energia l11 ottobre. Il 15 ottobre il generale Jourdan e Carnot sferrarono lassalto alla forze alleate del feldmaresciallo Coburgo; dopo combattimenti incerti e con lintervento personale sul campo di Carnot, i francesi conquistarono la posizione di Wattignies e vinsero la battaglia. Coburgo ordinò la ritirata il 16 ottobre e Maubeuge venne sbloccata, ma non essendo inseguiti, i coalizzati poterono ripiegare con ordine, collegarsi con le truppe britanniche a Furnes e stabilirsi sulla riva sinistra della Sambre, a copertura di Bruxelles[43]. Il capitano Napoleone Bonaparte alle assedio di Tolone. Nonostante il mancato sfruttamento della vittoria a Wattignies, la situazione della Francia rivoluzionaria stava chiaramente migliorando; il ministro Carnot ottenne consensi per il suo operato e i nuovi giovani generali cappelloni soppiantarono gli anziani comandanti del vecchio esercito. Le vittorie rivoluzionarie continuarono: fin dal 9 ottobre le truppe della Repubblica rientravano in Lione liberata dai realisti; il 17 ottobre la ribellione vandeana subiva una dura sconfitta alla seconda battaglia di Cholet ad opera del generale Jean-Baptiste Kléber con lArmata dellOvest ed i ribelli ripiegarono a nord della Loira. In dicembre la ribellione realista in Vandea avrebbe subito due decisive sconfitte alla battaglia di Le Mans e alla battaglia di Savenay[44]. Fin da settembre i piemontesi erano stati costretti ad abbandonare la Maurienne e la valle dellArve; gli spagnoli dovettero evacuare il Rossillon e la provincia basca[45]. In Alsazia il generale Lazare Hoche, al comando dellArmata della Mosella, affrontava lesercito austro-prussiano del generale Dagobert von Wurmser e del duca di Brunswick; dopo molte difficoltà e carenze di armi e munizioni, il generale francese vinse la battaglia del Geisberg il 26 dicembre 1793, conquistò Landau e penetrò nel Palatinato[46]. Infine il 18 dicembre 1793 le truppe rivoluzionarie francesi al comando del generale Jacques Dugommier riconquistarono dopo violenti scontri il porto di Tolone, costringendo allevacuazione i soldati britannici e spagnoli; la flotta degli ammiragli Samuel Hood e William Sidney Smith dovette ritirarsi e le forze realiste furono schiacciate. Artefice principale della vittoria era stato il giovane capitano Napoleone Bonaparte che aveva ideato il piano di attacco e che, dopo il successo, venne promosso generale, divenendo uno degli ufficiali preferiti della fazione giacobina della Convenzione[47]. 1794
Posted on: Thu, 07 Nov 2013 19:38:25 +0000

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