I Semprevecchi Non so voi ma io qualche volta guardo film di - TopicsExpress



          

I Semprevecchi Non so voi ma io qualche volta guardo film di dieci anni fa, venti anni fa, qualche volta addirittura di trenta anni fa. Poi, mentre scrivo, realizzo che sono passati ormai quaranta anni dagli anni ’70 e quindi ammetto che sì, sicuramente vedo volentieri anche film di quaranta anni fa. Ovviamente non li considero film vecchi come quelli di Aldo Fabrizi o John Wayne per ovvie ragioni di colore, contestualizzazione storica, doppiaggio e ritmo delle scene ma mi piacerebbe sapere consa ne pensa un dodicenne di oggi. Qualcuno di voi conoscerà un dodicenne daltonico. Bene, mettetegli nella Play3 un dvd di “Fantozzi” e poi un altro de “I Mostri” di Dino Risi oppure prima “C’era una volta in America” e poi “Via col Vento”. Se dopo mezz’ora di film non cerca più di scappare dalla nuvoletta con i tasti L1 e -->, magari riuscirete ad avere un qualche riscontro significativo. Ma sto divagando. Potrei divagare ancora di più ma voglio parlarvi di una cosa per me molto importante. Vedo film datati, abbiamo detto, eppure ci sono attori che non cambiano mai: i Semprevecchi. Ci sono attori che ricoprono il ruolo del vecchio da quaranta anni e non scherzo, ragazzi, non scherzo. Ancora oggi puoi vedere sullo schermo anziani che recitavano la parte del nonno quando mio padre era tirocinante e secondo me questi attori superano ogni dimensione spazio temporale riuscendo in qualcosa che neanche i nostri eroici politici del dopo Tangentopoli: abolire l’idea stessa di ricambio generazionale. Venti anni fa Anthony Hopkins era un allegro cinquantacinquenne che mangiava umani ancora vivi ne “ Il silenzio degli innocenti” ma poi miracolo, quindici anni fa in “Vi presento Joe Black” era già un ottantenne decrepito e tutta la trama del film è basata sulla sua vecchiaia. Ancora oggi il magico Anthony prende palate in Sterline recitando la parte dell’ottantenne e sono sicuro che anche nel 2020 Hopkins reciterà parti da vecchio bacucco. Dieci anni fa, prima dei Batman di Nolan, Morgan Freeman era già un morente barbone mentre puliva sputi sul ring di “The Million Dollar Baby” ma quindici anni prima, nel 1991 ( !!!) era già un vecchio saggio musulmano in “Robin Hood” con Kevin Costner. Lo stesso film vanta nel cast un altro illustre semprevecchio: Sean Connery. Il più famoso James Bond di sempre ha trovato nella barba bianca la vera licenza di uccidere i suoi spettatori e nel 1986, quando il sottoscritto non era neanche un concetto nella mente dei genitori, il grande semprevecchio kiltato recitava già la parte del vecchiaccio maledetto ne “Il nome della Rosa”. Fortunatamente un ruolo minore ne “Il Padrino” ( 1972) ci permette di decretare che Robert Duvall non è nato vecchio. Poi però ti capita di vedere “Colors”( 1988) con Sean Penn e ti chiedi come sia possibile che non sia più invecchiato in venticinque anni. Stesso passato ma sorti diverse toccano a Clint Eastwood, il quale riesce comunque a risultare più spilorcio che vecchio scritturando nei suoi film sempre e solo se stesso nonostante sia stato dichiarato morto due volte, una nel 1992 e l’altra nel 1996. E Micheal Caine? Nick Nolte? Donald Sutherland? Si potrebbe elevare la discussione e constatare che il mercato dei vecchi a Hollywood può essere un bel modo per ripianare al magna magna degli ultimi cinquanta anni dei bravi funzionari INPS ma perché togliermi il sogno di credere che ci sono attori nati vecchi e attori che non moriranno mai?
Posted on: Fri, 18 Oct 2013 07:48:51 +0000

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