I diritti umani in Palestina La Commissione ONU per i diritti - TopicsExpress



          

I diritti umani in Palestina La Commissione ONU per i diritti umani, sulla base delle Convenzioni di Ginevra, ritiene che numerose violazioni della legge umanitaria siano episodi che meritano una punizione esemplare per i perpetratori. Essi possono essere definiti crimini di guerra, ed includono un numero di pratiche condotte da Israele durante la rivolta palestinese. Esse comprendono: torture fisiche e psicologiche dei palestinesi detenuti e loro trattamento improprio ed inumano, imposizione di punizioni collettive a citta, villaggi e campi, la detenzione amministrativa di migliaia di palestinesi, lespulsione di cittadini palestinesi, la confisca delle proprieta palestinesi, e la demolizione ed i raids nelle case civili. John Quigley, Palestine and Israel: A Challenge to Justice. I Palestinesi di Cisgiordania e Gaza (più di tre milioni) ; sono da 40 anni sotto occupazione dell’esercito israeliano: per mettere in evidenza la politica israeliana nei territori occupati c’è ormai una bibliografia vasta e documenti di vari organismi internazionali che descrivono la politica ed i mezzi repressivi e condannano le violazioni sistematiche israeliane dei diritti dell’uomo, delle convenzione di Ginevra e Lahai del trattamente delle popolazioni in zone occupate e mettono in evienza gli strumenti di questa politica disumana( associazioni della difesa dei diritti umani da Betslem isaeliana a Aminsty Internationale, alla Commissione dei Diritti Umani dell’ONU, alla CRI Croce Rossa Internazionale). Per un esempio sufficiente basta estrarre dal rapporto del Comitato Speciale dell’ONU di inchiesta delle attività israeliane che ledono i diritti dell’uomo della popolazione palestinese nei territori occupati, che fa seguito alla risoluzione dell’ONU 3525 A. Detto rapporto è stato rappresentato al segretario Generale dell’ONU prendiamo la parte della testimonianza e le deposizione dell’avvocatessa israeliana Sig.ra Felicia Langer davanti alla Comisiione Speciale d’inchiesta: 1. Tribunali militari Il 7 giugno 1967, per ordine dei governatori militari israeliani venivano creati dei tribunali militari abilitati a trattare azioni compiuti dai palestinesi contro la sicurezza dell’esercito occupante nelle seguenti città: Gaza per la Striscia di Gaza, Hebron, Nablus e Rammallah per la Riva Occidentale ( la Cisgiordania); mentre per gli abitanti palestinesi di Gerusalemme Est, vengono giudicati dal tribunale militare di Lydda; questi tribunali militari hanno la competenza di giudicare anche i minorenni; possono essere presieduti da un unico giudice per reati minori per i quali è prevista una pena non superiore a cinque anni. Tre giudici militari per reati più gravi.Dagli accordi d’Oslo i siti di tribunali militari che processano illegalmente palestinesi(ministri, deputati, intellettuali, sindacalisti, politici, studenti…) prelevati dalla Cisgiordania e Gaza sono in Israele e a Gerusalemme 2. Leggi applicate nei territori occupati Sono le leggi straordinari di emergenza (Defence Emergency Regolation 1945); questo ordinamento che contiene norme repressive durissime che sono state promulgate inizialmente durante l’occupazione britannica della Palestina e applicate per reprimere la lotta dei palestinesi per l’indipendenza. • La legge dell’occupazione punisce azioni come : innalzare la bandiera palestinese, scrivere su un muro uno slogan contro l’occupazione israeliana, cantare una canzone palestinese. E’ vietata qualsiasi forma di organizzazione ( studentesca o di beneficenza), l’appartenenza a qualsiasi organizzazione viene punita con una pena che può raggiungere i dieci anni di reclusione • Detenzione “amministrativa” In virtù dll’articolo 111 delleggi straordinari di emergenza (Defence Emergency Regolation 1945), è possibile trattenere in detenzioni illimitata chiunque, senza imputazione né giudizio. Ciò avviene, in genere, quando ai detenuti non può essere mossa accusa precisa. Effettivamente più di 400000 palestinesi di Cisgiordania e Gaza sono entrati in carcere per periodi che vanno da una settimana a otto anni; specialmente durante la prima e la seconda intifada (nella seconda intifada sono sotto detenzione amministrativa più di 8000 palestinesi, detenzione senza accusa o processo, rinnovabile amministrativamente ogni 6 mesi. Né l’arrestato, né il suo avvocato hanno il diritto di esprimere alcuna richiesta di appello o di intervento ad altri organi giudiziari. Solo il governatore militare israeliano decide. Altri arrestati amministrativi dal 1974, erano ancora in prigione. I principi fondamentali che garantiscono l’equità del giudizio, quali il diritto dell’imputato a richiedere un avvocato, l’invalidità delle confessioni estorte con la tortura, , secondo vari organi internazionali non vengono rispettati. Di regola l’arrestato, viene obbligato da un ufficiale della polizia o dell’esercito a firmare una confessione che lo incrimina. La confessione viene estorta con le minacce, con le torture e con i maltrattamenti. La persona che infligge la tortura e i maltrattamenti è in civile e porta un soprannome, in modo che non lo si possa identificare in seguito. Il pubblico ministero lo farà comparire come testimone davanti al tribunale, per sostenere l’affermazione del ministero stesso secondo cui la confessione non è stata estorta con la forza. 3. Il Comitato Speciale dell’ONU di inchiesta delle attività israeliane che ledono i diritti dell’uomo della popolazione palestinese nei territori occupati, che fa seguito alla risoluzione dell’ONU 3525 A, sentenzia che le leggi di emergenza , non possono essere considerate conferme alle disposizioni della Convenzione di Ginevra (della quale Israele è firmataria), sul trattamento delle popolazioni civili durante le guerre o sotto occupazione, queste leggi di emergenza contengono disposizioni contrarie a vari principi dei diritti dell’Uomo e del Diritto Internazionale. La Palestina sta implodendo. Fra occupazione dura ormai da 40 anni, repressioni militari israeliani e omicidi mirati, nessuno si è preoccupato di studiare la situazione economico-sociale del paese, ormai al collasso. È questa una delle accuse che Amnesty international pone nel nuovo rapporto, «Sopravvivere sotto assedio: limpatto delle restrizioni di movimento sul diritto al lavoro. Al pari delle documentate violazioni dei diritti umani come la tortura e la detenzione sommaria, quotidiane nelle carceri israeliane, le restrizioni negano i diritti di sopravvivenza di uno Stato. Disoccupazione e povertà, malnutrizione, problemi sanitari e carenze educative sono la conseguenza di più di sei anni di chiusura dei passaggi, di blocchi stradali, di checkpoints e di lunghe ore di coprifuoco. Queste restrizioni, apportate dal governo israeliano «a difesa dei propri territori», impediscono ai lavoratori palestinesi di raggiungere il posto di lavoro o di portare a termine la distribuzione dei prodotti e ricevere le materie prime. Quasi il 60% della popolazione palestinese vive al di sotto della soglia di povertà, due dollari al giorno, ed è costretta a dipendere dagli aiuti internazionali. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 60% e non esiste nessun sistema statale di aiuto. Secondo Amnesty questa situazione, direttamente collegabile alloccupazione israeliana, è alla base della crescita del radicalismo fra i giovani palestinesi, sopraffatti da un futuro incerto e privo di prospettive economiche. Per limitare gli spostamenti palestinesi, Israele utilizza metodi diversi che, a discapito del ritiro israeliano dal 40% della West Bank - Cisgiordania, stanno piegando leconomia palestinese. Primo: chiusura delle strade:Le strade principali della West Bank sono proibite ai veicoli palestinesi, perché riservate a quelli israeliani. Usare strade secondarie non significa libertà perché blocchi improvvisi, divieti di transito e inviti, spesso armati, a tornare indietro, sono quotidiani. «Ogni volta che guido per strada e vedo un carroarmato in lontananza - racconta un avvocato palestinese - posso solo sperare di tornare a casa per rivedere i miei figli. Se i soldati mi sparano, permesso o no, io potrei essere presentato come un terrorista e loro resterebbero impuniti». Secondo: «Back - to - back system»: È il metodo migliore per influire sullo sviluppo del commericio. I beni devono essere trasferiti dal camion fermo sul lato del checkpoint, su di un altro camion appostato dallaltra parte. Il passaggio può richiedere ore e ciò comporta un innalzamento dei costi (più veicoli, più autisti) e il deterioramento dei prodotti, soprattutto quelli agricoli. Terzo: il coprifuoco.: Gli israeliani programmano permessi da cinque ore, che possono essere revocati in ogni momento, durante i quali i palestinesi possono muoversi. Se si contravviene a questi ordini, lesercito è autorizzato, come sottolinea il Procuratore militare generale, «a sparare perché opera in aree e circostanze in cui è richiesto luso della forza». Il coprifuoco è il colpo mortale alla vita delle fabbriche, perché non permette lo spostamento dei lavoratori, se non per poche ore, rendendo impossibile la produzione. Il 14 giugno 2002, denuncia Amnesty, un nuovo colpo alla libertà. Il governo israeliano ha cominciato la costruzione di una barriera-recinto-muro lungo il confine della Cisgiordania. Lunga 350km, ipertecnologica, costa due milioni di euro al chilometro e dovrebbe avere una funzione difensiva contro gli attacchi dei kamikaze palestinesi. La maggior parte della barriera è costruita sul territorio palestinese della West Bank. «La terra in questa zona è molto fertile, ricca di acqua, ma la parte migliore rimarrà nella zona israeliana» è laccusa di Amnesty. Qafin, cittadina a ovest di Jenin, è un caso simbolico. Il 60% delle terre coltivate, con migliaia di ulivi, non è più palestinese. Molti palestinesi lavoravano a Gerusalemme Est nella zona sotto il controllo israeliano, ma lerezione del muro ha impedito loro il passaggio. Ecco creati altri disoccupati. Tutto questo in nome della sicurezza di Israele, che a discapito delle leggi internazionali,( del giudizio della Corte Internazionale che considera il Muro illegittimo e le risoluzioni dell’ONU) opera come vuole sul territorio occupato, spesso nel silenzio, per annettere la massima parte del territorio Palestinese con meno popolazione palestinese e mediante tutti questi strumenti descritti realizzare una pulizia etnica strisciante: un esempio è la Qalqilia che una regione di Cisgiordania centrale accerchiata con il Muro di 8 metri e con una unica porta che i soldati israeliani spesso la tengono chiusa:i 50000 abitanti prigionieri; in 4 anni a causa del muro sono rimasti solo 37000 palestinesi : 25% della popolazione è emigrata, dopo che il muro ha paralizzato la vita economica strappando i terreni agricoli e l’acqua fuori dal Muro ai contadini alle cooperative ed imprese agricole, nelle stagione della pioggia il Mura fa da diga: l’acqua arriva a 3 metri di altezza e per una profondità da 1000 a 1550 metri dentro la città annega una parte causando danni enormi alle varie attività; Altro esempio: è La striscia di Gaza (il carcere a cielo aperto più grande del mondo); accerchiato dell’esercito israeliano che impedisce il passaggio della gente e delle merci : da ed a Gaza; oltre l’occupazione per qualche giorno di parte delle Striscia di Gaza o le varie città della Cisgiordania ( in teoria sotto il controllo palestinese,sempre accerchiate dai soldati isreaeliani che isolano città dall’altra e villaggio dall’altro), oltre i bombardamenti e stillicidio dei palestinesi quoitidiani, arrest…) Dal 1970 al 1999, pur essendo stata formalmente abolitala tortura, poi è stata messa in modo a descrizione centinaia di migliaia di palestinesi sono stati sottoposti a trattamento disumano nelle carceri israeliane Le due pratiche principali di Israele durante gli interrogatori dei prigionieri palestinesi consistono in torture e maltrattamenti sistematici - secondo le definizioni dei termini universalmente riconosciute... I metodi usati sono le costrizioni a veglie prolungate, prolungati impedimenti nel vedere, mediante uso di bende strettamente legate, arti legati alle sedie in maniera prolungata, costrizione a particolari posture del corpo, risultanti in dolori fisici accentuati, minacce verbali ed insulti. Questi metodi sono solitamente combinati con ulteriori abusi: confino in celle strettissime e buie, esposizione a temperature estreme, come ad esempio stanze deliberatamente ghiacciate, privazione prolungata delluso del bagno per ligiene e per i bisogni corporali e trattamento degradante ... Le percosse avvengono di routine sia durante gli interrogatori dellIDF ( Esercito israeliano: militare)che del GSS(servizio di sicurezza generale: polizia). Sedici dei diciannove detenuti da noi interrogati [tra il 1992 ed il 1994] hanno affermato di essere stati aggrediti nelle stanze degli interrogatori. Le percosse ed i calci sono diretti alla gola, ai testicoli ed allo stomaco. Alcuni detenuti sono stati ripetutamente soffocati, altri sono stati sbattuti con la testa contro le pareti ... Luso intensivo, costante e combinato dei metodi di tortura infliggono gravi sofferenze fisiche e mentali. La leadership israeliana non puo asserire di non essere a conoscenza del fatto che queste pratiche sono la norma, nelle carceri israeliane e nei centri per gli interrogatori. Il numero di vittime e troppo grande e gli abusi troppo sistematici. Rapporto del 1994 della Human Rights Watch Torture and Ill-Treatment: Israels Interrogation of Palestinians from the Occupied Territories. Tortura Amnesty International ha anche osservato che, ai processi, molti palestinesi arrestati con laccusa di terrorismo e torturati dallo Shin Bet sono in realta accusati di essere membri di associazioni illegali o di aver lanciato pietre. Vi sono inoltre prigionieri di coscienza, come persone arrestate solo per aver sollevato una bandiera. Larticolista di Haaretz B. Michael sottolinea che non vi e un solo caso in cui lo Shin Bet abbia torturato i prigionieri a causa di uno scenario da bomba ad orologeria: In ogni caso di tortura, lo Shin Bet ( il servizio di sicurezza) ha giustificato il suo operato asserendo che si trattava di estorcere confessioni, ma su qualcosa che era gia avvenuto, e non su qualcosa che doveva accadere. Norman Finkelstein, The Rise and Fall of Palestine. La Commissione ONU contro la Tortura del 1997 prende posizione contro Israele Betselem organizzazione israeliana per i diritti umani stima che il GSS (General Security Service : servizio di sicurezza generale)interroga annualmente dai 1000 ai 1500 palestinesi. Circa l85% di essi viene torturato durante gli interrogatori ... La Commissione ONU contro la Tortura ha raggiunto una conclusione inequivocabile ... I metodi di interrogatorio [usati nelle prigioni israeliane] ... sono violazioni dellarticolo 16 e sono da considerarsi torture secondo larticolo 1 della Convenzione. ... La proibizione della tortura e assoluta e nessuna circostanza eccezionale puo giustificarne la deroga. 1998 Report from BTeslem, The Israeli Information Center for Human Rights in the Occupied Territories, Routine Torture: Interrogation Methods of the General Security Service.
Posted on: Sat, 19 Oct 2013 19:29:53 +0000

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