I luoghi del nostro scontento. I territori, i luoghi topografici - TopicsExpress



          

I luoghi del nostro scontento. I territori, i luoghi topografici e geografici, come anse in cui i poteri che affiancano il capitale si incagliano. Dalla Val di Susa a Niscemi sino a Gezy Park. Islamici e cristiani, giovani antagonisti e donne che pregano Padre Pio “uniti nella lotta” per liberare e/o contendere aree indispensabili, nella loro brutale concretezza, alle esigenze strategiche come il sistema di comunicazioni satellitari MUOS. “Quando, in un determinato territorio, il rifiuto dell’arbitrio statale acquisisce una forza sufficiente a resistere nel tempo, si crea uno spazio al tempo stesso geografico e simbolico, dove possono confluire tutte le lotte contro i comandi imposti dall’alto che devastano la vita di chi sta in basso.” Questa frase è tratta da un articolo di Serge Quadruppani, traduttore, scrittore e militante della gauche libertaire, dal titolo “Non esistono lotte locali”. Ne proponiamo alcuni passaggi perché li riteniamo fortemente chiarificatori delle vicende che si stanno svolgendo sotto i nostri occhi: “La concretezza di un luogo preciso si oppone all’astrazione di aerei luoghi virtuali, ai poteri disseminati negli uffici da Roma a Bruxelles passando per Parigi, nei corridoi delle multinazionali, nelle transazioni sottobanco delle mafie, negli intrighi dei partiti e negli scambi di favori, dal Municipio di Bussoleno fino alle altitudini smaterializzate degli scambi elettronici istantanei della finanza globale, delle grandi compagnie e delle strutture statali e mafiose – tutto il rumore di fondo di questa rete di poteri ultimi che è piuttosto pratico ed efficace definire Impero. Il tardo capitalismo, con la sua utopia di sviluppo sganciato dal territorio (utopia perché basata sull’ipotesi di un pianeta dalle risorse illimitate), è il nemico diretto delle lotte locali.” “Per far funzionare una società che si nutre della parcellizzazione della produzione, della produzione a basso costo, della circolazione incessante di informazione, finanze, uomini e prodotti, servono luoghi ben concreti dove i flussi passino, aeroporti per far decollare tanto i manager quanto i turisti low cost, tunnel di 57 chilometri per far correre più veloci le merci tra Lione e Torino… Serve la linea ad alta velocità Poitier-Limoges perché il capitale possa circolare. E’ in questo che le lotte del territorio di oggi si distinguono da quelle del passato, (...)” “Il capitalismo «sospeso» ha bisogno, di tanto in tanto, di posare i piedi sul terreno, ed è quel terreno che le lotte cosiddette «locali» gli toglieranno da sotto i piedi.” Qui di seguito il link al post di Wu Ming dove si ragiona di tutto questo: wumingfoundation/giap/?p=13323
Posted on: Wed, 12 Jun 2013 20:10:16 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015