I nomi delle leggi I nomi non dicono niente su chi li porta, ma - TopicsExpress



          

I nomi delle leggi I nomi non dicono niente su chi li porta, ma dovrebbero. Sempre più spesso servono per confondere, per farci pensar il contrario di ciò che indicano. L’imbroglio semantico imperversa nella legislazione. Una volta le leggi, invece che al loro contenuto, furono battezzati al nome del loro autore o primo firmatario, come in gergo parlamentare diciamo. Così la “legge Merlin” stava per la chiusura dei bordelli, la “legge Fortuna-Baslini” per il diritto al divorzio e la “legge Fornero” per un lavoro meno garantito. La cosa doveva aver dato fastidio chi non aveva la sua legge, e così si è passati ai “nomi di obiettivo”, a premiare con nome ciò che la rispettiva legge vuole inseguire. Intento nobile, se non fosse pervertito nel suo contrario, sin dall’inizio. Noi, in questo primo mezz’anno di legislatura abbiamo trattato e, in parte, approvato sistematicamente leggi truffa. Nel senso che erano tutte nobili di nome, ma purtroppo ai tali nomi nobili non corrispondono contenuti altrettanto nobili. Siamo in piena stagione di nominazione eufemistica o, peggio, placebo. Retorica pubblicitaria! Per settimane abbiamo discusso e domani, forse approveremo definitivamente il “decreto del fare”. Ma che fare? Era nato con tante buone volontà, ma ne uscirà una leggina del non-fare. Il decreto riportante certi alleggerimenti per i detenuti è nato sotto il segno di Caino di “legge svuota-carceri”, appiccicatogli da leghisti e destroidi vari. L’infelice premier Monti ha perseguito la sua fortuna con una “spending review”, è fallito, così il suo successore Enrico Letta la sta tentando con un decreto legge “salva-, anzi, crescita-Italia”. Pure la “ecobonus” è solo un carrozzone di sovvenzioni e favorini alla “green-economy” che da parte è imbroglio per antonomasia. Il decreto-legge chiamato “sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti” finirà, come si prospetta, nel miglior dei casi in legge su un finanziamento pubblico ai partiti alternativo, ma comunque sempre finanziamento e sempre pubblico. Speriamo che la legge sulla “riforma costituzionale” non finisca, stravolgendo “la più bella del mondo”, in una controriforma costituzionale. PS: In questo momento, dopo 111 votazioni nominali “a rivelazione elettronica” (in italiano: pigiando il bottone verde, bianco o rosso) abbiamo approvato la legge “recante primi interventi urgenti per la promozione dell’occupazione, in particolare giovanile”. L’eufemismo in tempi di crisi non conosce limiti.
Posted on: Wed, 07 Aug 2013 15:44:57 +0000

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