Ieri sera ero allo stadio Bentegodi a seguire la mia Juventus e - TopicsExpress



          

Ieri sera ero allo stadio Bentegodi a seguire la mia Juventus e voglio esprimere la mia opinione sulla questione del goal annullato al Chievo per sviluppare anche un discorso serio sulla stampa moderna, che proprio non ho mai digerito in generale, tranne qualche bravo giornalista capace ancora di svolgere il proprio lavoro correttamente ed onestamente. Sono 30 anni che seguo il calcio e ne ho viste di tutti i colori: la questione del fuorigioco nel tempo si è sviluppata in un modo che decisamente non approvo. Negli anni ’80 un’azione come quella di ieri sera sarebbe stata interrotta prima del tiro di Bentivoglio: perché? Perché c’era Thereau in pieno fuorigioco di 2 m, scusate se è poco. I menatorrone della carta stampata e della tv subito ribattono: “Era fuorigioco passivo …”; allora, che ci sta a fare un calciatore in campo se è ‘passivo’ alle azioni di gioco, soprattutto se si trova nell’area avversaria, pronto a ricevere un passaggio od a tirare? È uno spettatore non pagante, anzi pagato profumatamente, od una bella statuina? Siamo arrivati a queste assurdità, per far segnare giocatori non in grado di leggere le azioni di gioco e non finire sempre sanzionati col fischio arbitrale; si è, così, abbassata anche la qualità tecnica media perché, tanto, se non sto attento, se non ci capisco nulla, nessuno mi fischia il fallo di fuorigioco. Tutto, poi, è diventato discutibile, opzionabile: ho visto una decina di fuorigioco fischiati in Italia-Bulgaria di qualche settimana fa come quello di Thereau e nessun giocatore ha protestato; si rimane, così, legati alla lettura personale del regolamento da parte degli arbitri e dei guardalinee. Secondo me Preti ha sbagliato sì, ma nel non mettere subito fine all’azione: ce ne andavamo a casa tutti contenti e senza stupide polemiche. Ma come avrebbero fatto l’indomani le testate giornalistiche a scagliarsi contro la Juventus? Stamattina, poco opportunamente, Il Corriere dello Sport titolava ‘L’arbitro fa vincere la Juve’: mai titolo fu più scorretto e pericoloso, visto che, poi, qualche scalmanato è capace di atti di violenza, debitamente ‘caricato’ da vaccate simili (e, dopo, gli stessi giornalisti parlano ipocritamente di violenza negli stadi); ho visto la partita e, sinceramente, da sportivo, devo dire che, seppure i bianconeri non hanno giocato bene, sono stati gli unici in campo a tentare di vincere, del resto come da pronostico. Il Chievo ha spesso giocato dietro la linea della palla, anche dopo aver subito il 2-1, provando a rubare palloni e tentando il contropiede. Guardatevi partite della Premier o della Liga e vedrete che anche squadre come il Crystal Palace, il Sunderland, l’Osasuna o l’Almeria cercano di giocare, di mettere in difficoltà le avversarie più quotate; da noi, invece, si cerca di melinare, di spaccare le gambe all’avversario, di polemizzare e di perdere tempo. Ieri sera, ad esempio, ho visto Puggioni più volte prendere la palla da retropassaggi e tenerla quasi un minuto cincischiando, aspettando il passare dei secondi. Questo è anche il comportamento, più in generale, del popolo italiano e spiega molto, perché ho sempre creduto che il calcio sia una metafora della vita, in fondo: in Italia chi cerca di produrre o combinare qualcosa di buono viene attaccato e colpito, se possibile anche da una stampa pappona e servile, puttana del potere, secondo quella che Saviano ha chiamato ‘la macchina del fango’; le nostre migliori menti devono espatriare perché non solo non sono aiutate, ma, addirittura, vengono ostacolate. Per contro, i parassiti, quelli che non si adoperano per nulla per il progresso questo Paese sono esaltati dalla stampa di regime, in un coacervo di magnoni che si ingrassa alle spalle di chi lavora veramente. Il sistema, però, adesso che siamo in crisi, è al collasso e quelli che producevano sono fermi perché la situazione contingente ha legato le loro mani: siamo destinati ad implodere, se continuiamo così, la stagnazione è già arrivata, altro che ‘timida ripresa’, vista solo dalla politica e dai papponi che la sostengono. Ma attenti: quando crolla tutto, proprio crolla tutto; quelli che lavoravano potrebbero comportarsi come Sansone con i Filistei, nell’ultimo sforzo finale …
Posted on: Thu, 26 Sep 2013 12:12:10 +0000

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