Il PD si mobiliti per riprendere l’iniziativa politica a Napoli - TopicsExpress



          

Il PD si mobiliti per riprendere l’iniziativa politica a Napoli sulla base di un rinnovato contatto con iscritti e cittadini e di un ampio confronto programmatico con tutte le rappresentanze politiche e sociali. Si è aperta un’incalzante discussione sullo stato e sul futuro sociale e produttivo della città di Napoli e della Campania. La discussione si sviluppa, spesso con valutazioni negative sul ruolo del Sindaco ed anche del Presidente della Regione, con interventi di rappresentanti di primo piano di forze politiche e sociali, di esponenti del mondo delle professioni e della cultura. Ad oggi, non si vedono esiti di questo dibattito se non nelle polemiche tra qualche forza politica o nelle autodifese, francamente deboli, dei due massimi protagonisti delle istituzioni locali. E’ venuto il tempo di un giudizio, non più sul passato (già espresso), ma sul presente e sulla loro azione di governo. Non si può andare avanti così per ancora molto tempo. Napoli continua a perdere occasioni e le poche risorse possibili e le potenziali occasioni vengono sprecate. La situazione impone un repentino cambio di passo e l’apertura di sedi di confronto reali, capaci di portare ad esito la discussione con scelte operative per segnare una svolta. Chi ha responsabilità politica e istituzionale non può indugiare; pur consapevoli delle grandi difficoltà di contesto, riteniamo che sia ancora possibile uscire da questa pericolosa deriva. Siano, prima di tutto, le forze sociali a dare un forte segnale, come ha fatto Il presidente Graziano, richiamando innanzitutto l’esigenza di un disegno strategico che manca. Siano i partiti a riprendere un ruolo di proposta e di progetto per la città. Il mio partito, a Napoli, viene dalla cocente vicenda della sconfitta nelle scorse elezioni amministrative, sconfitta dovuta a diversi e noti fattori che ha creato condizioni del tutto eccezionali per la possibilità di vittoria di De Magistris, che abbiamo votato con lealtà, senza vedere per nulla riconosciuto tale appoggio dal punto di vista democratico e della rappresentanza. Eppure in quei giorni il PD redasse un programma elettorale, io ne fui responsabile e coordinatrice, fortemente innovativo e ancora attuale. Programma che non ebbe la forza di giungere all’elettorato, in tutt’altre vicende coinvolto, e che fu “generosamente” esposto al nuovo sindaco dopo la sua vittoria. Il sindaco allora prese appunti, ma a me sembra che nulla sia stato recepito e che ancora oggi siano in campo le medesime questioni in un contesto che necessita di una visione strategica sul ruolo della città. Per questo riprendo qui alcuni spunti che rappresentavo l’architrave dell’impianto programmatico del PD. “Napoli, soffre di un mancato governo metropolitano assorbendo in modo massiccio le disfunzionalità di un area di 3 ,5 milioni di abitanti le cui contraddizioni si scaricano sul capoluogo e sui cittadini del più grande centro urbano. Se Napoli non progetta e realizza il suo futuro come “capitale” economica e direzionale del Sud, non otterrà mai il risanamento del suo tessuto urbano: deve pensarsi come “Grande Napoli” fuori di Napoli. Il suo Governo deve essere organizzato come Governo della grande metropoli. Solo a questa dimensione esistono spazi fisici, risorse umane, infrastrutture presenti e potenziali, in grado di generare/attrarre un flusso di nuove risorse. Napoli nonostante la crisi, è ancora in grado di intercettare alcuni trend di sviluppo a carattere globale. L’allargamento dell’ unione europea, l’imporsi sulla scena economica mondiale di Cina e India, il rapporto con i paesi della sponda del mediterraneo desiderosi di nuovi protagonismi, il cambiamento dei modelli e dei flussi turistici ( russi, cinesi, viaggi low cost, crociere, turismo veloce e occasionale), gli interessi di numerosi operatori economici (nazionali e internazionali) rappresentano potenzialità che in migliorate condizioni di contesto possono generare investimenti. Napoli può contare su alcuni asset strategici di grande rilievo: spazi fisici di grandi dimensioni interessati attualmente o potenzialmente da possibili trasformazioni urbane (zona occidentale, zona contigua ai Campi Flegrei, l’area della Mostra d’ Oltremare, Agnano con le sue terme e la sua conca, la zona orientale, la linea di costa, il porto con tutto il waterfront, la zona nord, il centro storico con il suo inestimabile patrimonio artistico culturale e artigianale); grandi infrastrutture di mobilità dell’ area metropolitana e il loro sviluppo nel prossimo futuro, la connessione dell’alta velocità che associa Napoli a Roma in un continuum senza pari di potenzialità culturali economiche e turistiche, l’aeroporto cittadino e un sistema portuale di eccezionali dimensioni capace di gestire collegamenti di rete dal “sistema golfo” al mediterraneo e oltre; centri di eccellenza, centri di competenze, centri di ricerca, 5 università, teatri di livello internazionale, centro di produzione RAI, conservatorio, accademie e istituzioni di notevole prestigio; un capitale umano con elevati tassi di scolarizzazione e elevatissimi tassi di disoccupazione. Occorrono innovative strategie di governance. Si tratta di impiantare progetti strategici, da portare al successo in tempi certi. Occorre avere un modello di sviluppo aperto verso l’ esterno con idee chiare, semplici e coerenti, ben comunicabili e scandite nel tempo, per attrarre grandi investitori privati (che esigono certezze e garanzie), e per realizzare accordi interistituzionali capaci di rimuovere in modo tempestivo gli ostacoli e agire con trasparenza ed efficienza”. Questi alcuni esempi di un programma e di un’impostazione politica tutt’ora validi che sono stati arricchiti dalla “Conferenza Programmatica” del 2012, a cui partecipò anche il Sindaco. Ma, quale ascolto si è determinato? Quale confronto si è sviluppato? Nessun passo, nessuna elaborazione, nessun confronto reale, nessuna azione significativa capace di esprimere un disegno strategico è stata intrapresa . Per quanto riguarda il ruolo delle forze politiche cittadine in questo contesto ritengo che il PD, a prescindere dall’esigua rappresentanza in Consiglio, sia di gran lunga la forza politica più rappresentativa e di maggior peso sociale. Per questo credo che il mio partito dovrebbe essere principalmente orientato a sviluppare iniziativa politica con soggetti ed interlocutori in carne ed ossa e non solo rivolgersi attraverso diversi interventi, di varie personalità, tra i quali il mio, ai potenziali fruitori dei media. Si deve essere in campo e protagonisti come soggetto collettivo capace di discutere, proporre, mettere in azione esperienze e competenze, generare alleanze, intercettare interessi e convenienze, organizzare tutto ciò in un disegno strategico e convincente con una proposta per una nuova governance . Per fare questo sono indispensabili credibilità e coerenza ma il confronto s’impone, e si impone oggi, sia per affrontare l’ immediato sia per costruire legittimamente una sfida aperta e ricca di contenuti per il governo della città secondo le regole della democrazia. Governo che a tutt’oggi ci appare davvero inadeguato , pur come siamo consapevoli delle difficoltà di contesto. Napoli non può ancora aspettare sospesa in un immobilismo che produce degrado e arretramento e che non pareva essere la promessa elettorale di questo Sindaco. Maria Fortuna Incostante
Posted on: Sun, 08 Sep 2013 20:13:10 +0000

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