Il cimitero di Praga-Umberto Eco Sinceramente io ho fatto tanta - TopicsExpress



          

Il cimitero di Praga-Umberto Eco Sinceramente io ho fatto tanta fatica a finirlo ma sono molto soddisfatta. Appena arrivato in libreria il romanzo di Umberto Eco, annunciato da mesi, ha raggiunto il primo posto in tutte le classifiche che raccontano il successo dei nostri best seller. Mistero dei lettori-acquirenti italiani. “Il cimitero di Praga” è un libro difficilissimo, che presuppone lettori fortissimi, molto motivati, grandi ammiratori dell’autore, pronti a non scoraggiarsi di fronte alle oltre 500 pagine….quanti di quelli che lo hanno acquistato lo leggeranno o lo hanno letto davvero tutto? Quanti non si sono fermati a pagina 30, come molti dei miei intervistati dicono di aver fatto? Ho letto tutto il romanzo (è davvero un romanzo?). Mi è piaciuto molto in alcune sue parti. Mi ha annoiato molto in numerose altre. Sono stata comunque contenta di averlo letto, perché confrontarsi con la genialità di Umberto Eco, con il suo senso dell’umorismo, con la sua sterminata e talvolta inquietante erudizione, con la sua capacità di provocare e cimentare il lettore, con la sua curiosità intellettuale che non teme di misurarsi con i tabù più diffusi della cultura occidentale, tutto questo me lo fa apprezzare al di là della reale riuscita di questo suo ultimo prodotto. Uso questo termine perché si legge tra le righe l’abilità di Eco nel costruire sulla pagina intere citazioni di altri autori che non tutti sono in grado di decifrare, di seguire i paradigmi della narratologia di cui lui stesso è uno dei più grandi esperti con ironia. Nelle pagine conclusive del libro, novello Manzoni, si rivolge direttamente ai lettori. “Il Narratore, a dire il vero, ha fatto spesso fatica a raccapezzarsi, ma ritiene che un lettore per bene potrebbe fare a meno di queste sottigliezze e godersi egualmente la storia. Nel caso comunque di un lettore eccessivamente fiscale, o di non fulmineo comprendonio, ecco una tabella che chiarisce i rapporti tra i due livelli (fabula e intreccio) , comuni invero a ogni romanzo – come si diceva una volta – ben fatto.” Dirò solo delle pagine che mi hanno convinto e che mi sono piaciute. Intanto si diceva delle citazioni letterarie. Alla pagina 9 viene descritta la casa-negozio parigina del protagonista della storia, ancora misterioso, piena di oggetti di nessun valore commerciale, sbrindellati. Tra essi vecchi album con brutti acquarelli, un busto di Napoleone, frutti in marmo policromo sotto la campana di vetro….insomma le buone cose di pessimo gusto di gozzaniana memoria, riconoscibilissime. Nel testo queste citazioni sono infinite, diffuse, non tutte chiare ad un normale anche se colto fruitore, ma Eco si diverte! Molto coinvolgente la parte dedicata all’impresa dei Mille. Il Garibaldi con le gambe corte, massone, distratto, disarmato tranne che per una sciabola sempre pronta all’attacco, al contrario del severissimo Nino Bixio, vero capo dell’impresa e pronto a sterminare i contadini ribelli di Bronte sono ritratti con grande originalità; Ippolito Nievo, Abba, Bandi, tutti nomi da antologia scolastica prendono vita nelle pagine del romanzo e trovano un loro ruolo nell’intreccio. E ancora Alexandre Dumas, imbarcato sulla nave Emma, curioso delle gesta garibaldine si unisce ai volontari e diventa personaggio da feuilleton egli stesso. Suggestiva la descrizione centrale del libro da cui prende il titolo, il cimitero di Praga. “Esisteva sin dal Medioevo, e nel corso dei secoli, siccome non poteva espandersi al di fuori del perimetro permesso, aveva sovrapposto le sue tombe, così da coprire forse centomila cadaveri……quello spazio sembrava la bocca spalancata di una vecchia strega sdentata…” In quel luogo sinistro, dall’atmosfera di tregenda, si racconta che i rabbini provenienti da tutto il mondo si fossero riuniti per stilare un elenco di imprese volte alla presa del potere assoluto e alla distruzione del genere umano. Questa improbabile leggenda costruita ad arte era stata alimentata per secoli dando vita a documenti, libri, che poi diventeranno i famigerati Protocolli di Sion, un falso storico di cui il libro smaschera la provenienza attraverso le imprese dei falsari protagonisti dell’annosa vexata questio. Pagine bellissime sono dedicate infine all’Affare Dreyfus, l’episodio di antisemitismo più efferato prima dell’avvento del nazismo, a cui Eco dedica una parte non esigua del lungo romanzo, per me la più efficace. Lo smascheramento della congiura contro gli ufficiali ebrei, la battaglia condotta dagli intellettuali francesi per la riabilitazione di Dreyfus condannato ingiustamente alla Cayenna, da parte di Zola soprattutto, ma anche dai giovani Proust, Monet, Anatole France, Sorel ridà il senso vero al libro, che qualcuno ha accusato di larvato antisemitismo... In un panorama letterario italiano fatto di libri di consumo, che durano una stagione, che ricevono premi per i noti traffici delle grandi case editrici, leggere il libro di Eco, pur con le riserve dovute forse ad un eccessivo autocompiacimento dell’autore, è un’esperienza intellettuale, un arricchimento culturale, una pagina chiarificatrice contro stereotipi antisemiti mai del tutto debellati, che sono soddisfatta di aver fatto. Confronta il prezzo qui: IBS La Feltrinelli Webster Amazon
Posted on: Sun, 21 Jul 2013 18:45:02 +0000

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