Il coordinamento contro la guerra alla Siria si - TopicsExpress



          

Il coordinamento contro la guerra alla Siria si riunisce giovedì 5 settembre ore 18.30 presso la biblioteca di II strada privata Borrelli n. 32, Bari odg. - esame dell’evolversi della situazione e proposte di iniziative - proposta di organizzare un sit-in/presidio in una piazza centrale di Bari sabato 7 settembre - organizzazione di incontri di conoscenza e approfondimento sulla situazione in Siria e nell’area del Mediterraneo orientale - organizzazione della comunicazione in rete Report della riunione del 29 agosto Il comitato promotore del coordinamento contro la guerra alla Siria, riunitosi a Bari il 29 agosto, ha avviato un confronto sulla guerra intestina che insanguina la Siria da due anni e mezzo nel contesto: - delle politiche e degli interessi delle potenze regionali limitrofe: Israele; le petromonarchie e gli stati patrimoniali arabi, in primis l’Arabia saudita; la Turchia; l’Iran; - dell’intera area del Mediterraneo meridionale e orientale, a sud dell’Unione europea e dell’eurozona, scossa da profondi sommovimenti e crisi economico-politiche (le c.d. “primavere arabe”); - degli interessi geopolitici degli USA e delle potenze occidentali ad essi legate attraverso la NATO, che mirano, anche in competizione tra loro, ad asservire economicamente e politicamente un’area importantissima, suscitando e alimentando tensioni e conflitti interni (secondo l’antica e sperimentata tattica del divide et impera); Ad esse fanno da contrappeso le politiche di Russia, Cina, dei paesi dell’ALBA (Alianza bolivariana para América Latina y el Caribe); - della grande crisi capitalistica mondiale, che si manifesta a partire dal 2007 con particolare virulenza, pur se in forme diverse, nei paesi a “capitalismo avanzato”: USA, Giappone, Unione Europea; tale crisi può sfociare, come dimostra l’esperienza storica delle guerre mondiali interimperialistiche del ‘900, in una guerra su vasta scala, estremamente distruttiva per la vita stessa del pianeta. Una possibilità di cui occorre avere piena consapevolezza e che occorre saper contrastare costruendo un ampio fronte di lotta per la pace. La comprensione delle cause e dei processi economici, sociali, politici, culturali, che hanno portato alla gravissima situazione di guerra intestina in Siria non può essere assolutamente ridotta al cliché propagato dai media occidentali di uno scontro tra i “buoni” “combattenti per la libertà e la democrazia”, e i “cattivi” sostenitori del “regime dittatoriale siriano” (già incluso dal presidente degli Stati Uniti George W. Bush nel 2002 nell’“asse del male” insieme con Iraq, Iran, Libia, Corea del Nord, Cuba). Sono invece necessari studi e analisi complessi e rigorosi, che consentano una seria valutazione delle politiche economico-sociali del governo baathista e del suo ruolo storico in un paese caratterizzato dalla presenza di numerose e variegate componenti etnico-religiose, cui esso era riuscito ad assicurare per decenni una convivenza accettabile. A tal fine il comitato promuoverà seminari di studio, conferenze-dibattito, utilizzando anche blog e social network per mettere a disposizione di tutti gli interessati studi, saggi, articoli in proposito (un sito particolarmente attento a contrastare la disinformazione mediatica è sibialiria.org, animato dalla giornalista Marinella Correggia). I presenti concordano sulla costituzione di un coordinamento il più possibile ampio e aperto a tutti coloro – singoli attivisti, associazioni, organizzazioni politiche, sindacati – che ritengono la guerra non essere la soluzione ma il problema e dunque: - Promuova, organizzi, sostenga, con iniziative il più possibile ampie, unitarie, di massa, un’opposizione decisa, “senza se e senza ma” a qualsiasi intervento militare degli USA e delle potenze della NATO contro la Siria. La guerra non è la soluzione, ma il problema. - Affermi e rilanci con forza l’articolo 11 della nostra Costituzione: non una base, non un’arma, non un euro, non un/una soldat@ per la guerra alla Siria. NO! a qualsiasi ingerenza del governi italiano e degli altri paesi della Ue tesa ad alimentare il conflitto interno alla Siria, attraverso fornitura di armi, supporto logistico e di intelligence alle forze che combattono militarmente contro il governo siriano. SÌ! alle iniziative tese a trovare una soluzione politica. - Rivendichi lo spostamento degli ingenti fondi delle spese militari per politiche aggressive (in particolare per l’acquisto degli F35) verso investimenti per le spese sociali: lavoro, sanità, scuola, casa, infrastrutture. - Spinga il nostro paese gli altri paesi della Ue a dotarsi di reali e serie politiche di accoglienza per i profughi della guerra siriana. - Richieda alle Istituzioni del nostro territorio – Regione, Provincia, Comune – una esplicita e netta posizione contro qualsiasi forma di intervento militare verso la Siria e qualsiasi coinvolgimento del nostro paese e del nostro territorio. Su questa base il nucleo promotore del coordinamento contro la guerra alla Siria chiede l’adesione e la partecipazione attiva di tutti coloro che rifiutano l’intervento militare e la guerra contro la Siria: singoli e organizzazioni, laici, cattolici e delle diverse confessioni religiose.
Posted on: Wed, 04 Sep 2013 16:18:46 +0000

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