Il lavoro rivoluzionarionei sindacati Marx, in Salario, prezzo - TopicsExpress



          

Il lavoro rivoluzionarionei sindacati Marx, in Salario, prezzo e profitto del 1865, si pone un problema di metodo che è unindicazione di lavoro rivoluzionario nei sindacati: «la volontà del capitalista consiste nel prendere quanto più è possibile. Ciò che noi dobbiamo fare non è parlare della sua volontà ma indagare la sua forza, i limiti di questa forza e il carattere di questi limiti». Il saggio è la risposta ad argomenti puerili circolanti allepoca, secondo i quali gli scioperi per aumenti di salario si sarebbero risolti semplicemente in aumenti dei prezzi. Nella conclusione, molto nota, del suo lavoro, Marx, dopo aver stimolato la classe a «non cedere per viltà nel suo conflitto quotidiano», avverte che essa «non deve esagerare a se stessa il risultato finale di questa lotta» ma battersi per la soppressione del sistema del lavoro salariato, lottare per il comunismo. E importante, per dipanare ancora il filo della nostra ricerca, cogliere tutto il ragionamento che Marx così riassume: dopo aver mostrato che la lotta per il salario è inseparabile dalle leggi che regolano il mercato delle merci; dopo aver chiarito che un rialzo generale dei salari si può ripercuotere sui profitti e non avere influenza sui prezzi; occorre, appunto, non esagerare il risultato finale. Marx mette in guardia dal cadere nel praticismo sindacale, non distoglie dal lavoro sindacale. Lo scopo di tutto lopuscolo è una spiegazione dei meccanismi di funzionamento del mercato per chiedere ai lavoratori un impegno concreto. Questi, rivendicando cose credibili, ed ottenibili secondo la stessa logica del capitalismo, impareranno a condurre al meglio le loro battaglie e, per questo, capiranno di dover andare oltre. In Marx cè un procedimento unico e permanente di lotta rivoluzionaria. Egli, che in altre occasioni sottolineerà, oltre che limiti ed errori, il diretto controllo della borghesia, traccia anche il tipo di intervento nei sindacati: «le Trade-Unions compiono un buon lavoro come centri di resistenza contro gli attacchi del capitale; in parte si dimostrano inefficaci in seguito ad un impiego irrazionale della loro forza. Esse mancano, in generale, al loro scopo perché si limitano ad una guerriglia contro gli effetti del sistema esistente». La nostra presenza nelle lotte economiche e nelle organizzazioni sindacali, nellepoca imperialista, non può essere pertanto solo di denuncia della volontà del capitalista, o della incapacità e del tradimento dei vertici burocratici. A volte, anzi spesso, i rapporti di forza sono estremamente sfavorevoli: ma questo fatto non giustifica una lettura impoverita e perciò distorta della lezione marxista. Sarebbe una sorta di lassallismo peggiorato: programmi sindacali illogici e scioperi proclamati senza seguito, al solo scopo di riaffermare la propria esistenza e di risvegliare le masse addormentate. Noi marxisti invece indaghiamo il capitalismo per rendere più efficace la lotta di difesa economica e quindi più concreta e comprensibile la lotta per il comunismo. Giovanni Poggi - lotta comunista, 285 - mag.199
Posted on: Fri, 08 Nov 2013 20:45:05 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015