Il marziano e la burocrazia italiana. Sono finalmente giunto - TopicsExpress



          

Il marziano e la burocrazia italiana. Sono finalmente giunto in Italia, catapultato dalla navicella spaziale. Ho una missione ben precisa. Capire e sconfiggere la burocrazia italiana, considerata la più potente e misteriosa del mondo. Un potere occulto. Più forte e più capillare della mafia e della politica corrotta. È un potere così ramificato che influenza i destini del mondo. Sconfiggere la burocrazia vuol dire automaticamente dominare il mondo. Sono qui per questo. Il mio nome è Marzio 483366. I miei ingegneri mi hanno costruito e progettato simile agli umani. Mi hanno fatto simile ad un noto politico del governo precedente. Infatti sono alto 1.50 e gli assomiglio molto, eccetto per il naso. Il mio naso è lungo 10 centimetri, ma è orizzontale. In realtà il mio naso è una rice-trasmittente. Mando e ricevo segnali e messaggi dallo spazio. Noi marziani, è risaputo, viviamo in eterno. Siamo dei robot avanzatissimi con una memoria e unattività cerebrale vastissima. Per quanto mi riguarda, ho immagazzinato tutti i numeri telefonici e gli indirizzi di tutti gli italiani. Ripeto, il mio scopo è snidare chi si nasconde dietro la burocrazia italiana, il vero moloch di tutto il sistema. Moloch: persona, istituzione animata da insaziabile brama di distruzione. Questo, secondo la definizione del dizionario della lingua italiana. Trotterello lungo i corridoi tirati a lucido dellanagrafe vicino al lungotevere. Ondeggio e sbarello un pò. Non ho ancora imparato a camminare. Rimbalzo lievemente. Devo stare attento, non devo essere scoperto. Arrivo nei pressi dello sportello. Cè una lunghissima fila. Questo è il primo livello, penso. Devo cominciare a studiare il fenomeno. Mi sento fissato. Sono due giovani. Uno dei due, puntandomi il dito, fa allaltro: “Aho, non è quer famoso ministro?” “Ma chi, Panetta? Er nano più arto dItalia?” Scoppiano a ridere. “Ma sì, è proprio lui!” Insiste una donna anziana. “Ma non vedete, con tutte le bujie che arriconta, glie sè allungato er naso.” “Ma, no. Questo è Pirocchio!” “Macché,” si intromette un altro. “Si chiama Pidocchio” In breve diventa una bolgia. Qualcuno si picchia, qualcuno grida aiuto. Cè chi ride e cè chi piange. Lancio un’occhiata allo sportello del funzionario pubblico e mi accorgo che è rimasto impassibile. Interessante. Dei 4 sportelli adibiti al pubblico solo 1 è aperto. Scivolo nei pressi dello sportello. Sto imparando a destreggiarmi, nella più totale confusione. “Buongiorno, mi chiamo Mario Rossi e devo fare una pratica. Devo aprire una nuova attività e voglio sapere quali e quanti documenti occorrono. Ho parlato molto lentamente, cadenzando bene le parole. Per farmi capire bene. “Mi dispiace, signor Rossi. Lei ha superato di un minuto il tempo che occorre ad ognuno per presentare la propria pratica. Torni domani”. Sentenzia così il dipendente pubblico, con una punta di cattiveria. Si gratta il naso mentre guarda il mio e con fare mellifluo, spranga lo sportello. “Che orari avete, per favore?” Mostrarsi sempre gentili. Il burocrate lo apprezza. Lho letto prima di partire da Marte. “10.00 / 10.30” mi fa, girando le spalle. Il nemico è davvero un brutto cliente. Questo lho letto in un libro giallo. Sento un bip. Riconosco il mio capo, Alkarusene 10.7. Lultimo arrivato. I capi, nei vari settori vengono sempre rinnovati e i vecchi vengono messi a riposo, oppure usati come pezzi di ricambio per i nuovi arrivati. Alkarusene è dei servizi segreti. Il mio diretto superiore. Ordina: “Marzio 483366 domani devi ritentare. Usa la furbizia!” “Obbedisco, capo!” Stacco il collegamento e caracollo verso luscita. Lavoro senza interruzioni. I miei circuiti potenti e velocissimi elaborano moltissime informazioni, per trovare la tattica giusta e arrivare alla vittoria. Sono davanti allo sportello. Sono in perfetto orario. Le ore 10.00. Tutti gli sportelli sono sbarrati. Cè una scritta: “torno subito”. Sono il primo della fila. La gente forma una coda grossa, lunga e storta. La gente sbuffa, scalcia e inveisce contro i soliti statali scansafatiche e latitanti. Alle 10.29 si apre uno degli sportelli, dopo, tutti gli altri. “Ci spiace” dicono in coro i burocrati . “È chiuso, lorario è terminato”. La rabbia monta. Ci sono spintoni e urla. Cè chi sviene e chi tira degli ortaggi contro le vetrine degli sportelli. Unaltra giornata persa. Devo cambiare tattica. Scivolo via e mi preparo per una nuova battaglia. Devo risalire ai vertici. Trovare il Moloch della burocrazia. Si trova qui. Ho le mie informazioni. Comincio a cercare. Deambulo per lunghi corridoi, salgo e scendo delle scale. In verità, saltello. Mi trovo nel terrazzo del palazzo. Nulla. Ridiscendo e cerco negli scantinati, nei magazzini, finché mi accorgo di una botola. Grazie ai miei occhi laser mi accorgo che sotto cè vita. Sono arrivato alla meta. Il mio processore gira che è un piacere. Ho le RAM quasi piene. Scendo usando una scaletta a chiocciola. È un appartamento e studio insieme. Una grande stanza, illuminata a giorno. “Eccoti arrivato” dice una voce. So che gli umani si presentano. Mi presento anchio. “Sono Marzio 483366” dico. “Lo so, lo so”. Dice, con una voce sommessa, il tizio seduto dietro la scrivania. Sembra un bambino. Ma è un nano. Vecchissimo con degli occhi penetranti e nerissimi. Sembrano fatti di piombo fuso. Emana una forza primordiale, arcaica, tipica della notte dei tempi. Nonostante io sia un robot, provo dei brividi nei miei circuiti. Non di piacere. “Sono Caino. Il grande burocrate. So che mi stai cercando. Vedo che traspare della meraviglia e so anche che non sei di questo mondo. Ma neanche io lo sono. Voi non contate gli anni ma ti posso dire i miei anni umani. Ho 300 anni”. “301” dico io. “Hai ragione. Oggi è il mio compleanno e ti faccio un regalo che non ho mai fatto a nessuno. Ti regalo il libro doro della burocrazia. È un pezzo unico. Ma devi leggerlo. Questa è lunica condizione”. Sono vicino alla vittoria e leggerlo non mi costerà nulla. Mi basterà sfogliare le pagine velocemente e in pochi secondi lo imparerò. Caino apre il cassetto della scrivania e mi porge un grosso libro dal dorso doro. Davanti e dietro è doro. Le pagine sono di pergamena antichissima risalente ai tempi degli Egizi. “Ti domanderai chi sono veramente. Te lo leggo negli occhi e so anche che non riesci a leggere nella mia mente. Ho venduto la mia anima ad un angelo malvagio. Lui mi tiene in vita e mi ha nominato capo della burocrazia. Quel potere assoluto che non fa progredire i popoli e li tieni schiavi ed ignoranti. Crea divisione e rabbia nei cittadini che non sanno come sconfiggerla. È un potere assoluto”. In pochi secondi leggo il librone e capisco di essere in trappola. Lultima frase è in caratteri geroglifici, latino ed aramaico. Sono stato sconfitto. “Vedo che hai capito tutto”. Esclama trionfante il vecchio nano. “Leggendo il libro, hai acconsentito anche tu a diventare un burocrate. È un giuramento che fanno tutti i miei dipendenti. Adesso tu sei il mio schiavo. Obbedirai a tutti i miei ordini. La burocrazia non si può sconfiggere”. “Si” dico io. “Sono Marzio 483366. Il nuovo burocrate”. Racconti marziani 18/10/13 Fabio Amadei (Rivisto e corretto da Luciano Sampieri )
Posted on: Thu, 24 Oct 2013 11:42:40 +0000

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