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In una informativa della Gdf le manovre del centrodestra per il consiglio della banca guido ruotolo ROMA GUIDO RUOTOLO ROMA Lo scandalo Mps, un affare di famiglia. Sembrava che tutte le scelte di nomina dei vertici della Fondazione e della Banca fossero legate al partito di riferimento del Montepaschi, il Pd. E invece adesso arriva dalla Procura di Napoli una informativa che allarga questo scenario collocando il presidente Silvio Berlusconi - «Stasera si decide tutto a Milano dove si trova il Presidente del Consiglio» - e il suo partito dentro una pratica spartitoria in Mps. Addirittura va ad Arcore il faccendiere piduista Luigi Bisignani per perorare la causa, la raccomandazione di un loro prescelto da collocare in Mps. Ma le sorprese non finiscono qui. Il numero uno di Mps nonché presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, rivela che il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, si occupa delle nomine ad Unicredit. Gli uomini del Nucleo tributario della Finanza, siamo tra l’aprile e il maggio del 2009, stanno intercettando un imprenditore casertano che si occupa della sanità privata e si imbattono nell’avvocato cosentino Sergio Lupinacci, «faccendiere», difensore dell’ex provveditore alle opere pubbliche, coinvolto nell’inchiesta fiorentina sui Grandi Eventi, Angelo Balducci. Lupinacci viene a sapere che il CdA di Mps potrebbe allargarsi da 10 a 12 membri. Una delle due poltrone vuole occuparla lui. E mobilita un esercito di potenti e di conoscenti dei potenti per farsi raccomandare: da Silvio Berlusconi a Giulio Andreotti e Gianni Letta, dal vicepresidente del Consiglio Regionale della Toscana, Angelo Pollina, all’onorevole Forza Italia, Deborah Bergamini, dal faccendiere piduista Luigi Bisignani a Madre Tekla, la badessa generale dell’Ordine del SS Salvatore di Santa Brigida, al banchiere Pellegrino Capaldo. «Nonostante l’interessamento dei personaggi di rilievo innanzi citati,- scrive la Finanza nel suo rapporto - le notizie inizialmente avute dal Lupinacci si rivelavano alla fine negative». Il CdA del Mps non si sarebbe allargato e i suoi componenti sarebbero stati tutti confermati. Madre Tekla legge al telefono a Lupinacci «una lettera scritta dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta al “Presidente” (Giulio Andreotti, ndr), nella quale pur manifestandosi l’apprezzamento per la figura del Lupinacci, viene comunicato l’intendimento di confermare nell’incarico i consiglieri uscenti del gruppo Mps». L’avvocato calabrese non dispera, non si arrende. sia il vicepresidente del Consiglio Regionale, Angelo Pollina, che Luigi Bisignani, «il dottore», lavorano per lui e una nomina in un istituto di credito di Montepaschi dovrebbe comunque arrivare. A Bisignani, presentatogli dal «professore» Pellegrino Capaldo, chiede un posto nel CdA di Antonveneta. Pollina punta dritto al presidente di Mps, Giuseppe Mussari, e al presidente della controllata Antonveneta, Andrea Pisaneschi. A un certo punto, il professore Capaldo chiede un incontro urgente a Pollina e Lupinacci. Per il primo si offre la possibilitã di un posto nella Fondazione. Lupinacci viene anche «convocato dal loro amico importante, verosimilmente identificabile in Luigi Bisignani». L’avvocato calabrese aspettava una risposta per Antonveneta, ma anche «un collocamento in seno al gruppo di Giambattista Duso, già responsabile Direzione Corporate di Antonveneta». Le cose si muovono nel verso giusto, Pollina e Lupinacci sono convinti di avercela fatta («Lupinacci da cardinale diventerà Papa»). E l’ottimismo nasce per il fatto che si è mosso anche Silvio Berlusconi, «per la definizione dei membri del CdA “...stasera si decide tutto a Milano ove si trova il presidente del Consiglio”». Chi si dà un gran daffare è la segretaria di Berlusconi, l’onorevole Deborah Bergamini, che «avrebbe dovuto anche consegnare al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (ad Arcore) il curriculum di Lupinacci che invece non si sarebbe trovato quando Bisignani si recò ad Arcore per proporre il Lupinacci nella carica in questione». Ma può essere che nel governo Berlusconi solo il premier si occupasse delle raccomandazioni? E per giunta per ottenere poltrone nella terza banca (comunista) d’Italia? Secondo quanto riferito dal presidente di Mps, Giuseppe Mussari ad Angelo Pollina, annotano i finanzieri nel loro rapporto, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, «su Siena non ha messo bocca perchè lui si è preso Unicredit».
Posted on: Mon, 01 Jul 2013 10:10:55 +0000

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