Ininterrottamente, in diversi continenti, si alimentano e si - TopicsExpress



          

Ininterrottamente, in diversi continenti, si alimentano e si consumano violenti e sanguinosi conflitti, rivoluzioni, negazioni di diritti e reazioni militari. Ma c’è un conflitto che più di tutti appare il più drammatico e determinante ai fini di ristabilire la pace e il dialogo tra mondo occidentale e mondo arabo: l’israeliano-palestinese. Il problema israelo-palestinese ha origine verso la fine del XIX°secolo con la nascita del moderno concetto di Sionismo. Il Sionismo proclamava la necessità di fondare uno stato completamente ebraico e rivendicava i suoi “diritti storici” ed esclusivi sul territorio palestinese, abitato all’epoca da popolazioni musulmane, druse e cristiane. Il primo vero successo del movimento sionista fu ottenuto grazie alla celebre “Dichiarazione Balfour”, in cui gli inglesi, mandatari in Palestina, si impegnavano nella “costruzione di un focolare ebraico” nell’area e allo stesso tempo nella salvaguardia dei diritti della popolazione araba. La contraddizione insita nel duplice impegno della Gran Bretagna era evidente e si scontrava con la volontà di autodeterminazione nazionale di entrambe le popolazioni. L’afflusso di immigranti ebrei e la realtà di un governo imperialista straniero provocarono un risveglio nazionalista degli arabi palestinesi, la cui società si polarizzò proprio in quegli anni. Ancora una volta fu il conflitto mondiale a cambiare lo scenario politico palestinese, rendendo la situazione sempre più sfavorevole per gli arabi. Il 29 novembre 1947 l’assemblea delle Nazioni Unite approvò un piano di spartizione (risoluzione 181) che prevedeva il 55% del territorio affidato agli ebrei, il 40% agli arabi e la zona di Gerusalemme posta sotto controllo internazionale. Innanzitutto giocarono a favore di questa risoluzione e della causa ebraica, le pressioni politico-morali esercitate dall’Olocausto e dal crescente coinvolgimento americano a favore del sionismo, che rendevano ormai inevitabile la creazione di uno stato ebraico. I palestinesi sparirono dalla scena politica per un ventennio, riapparendo ufficialmente soltanto il 30 maggio del 1964,con la nascita dell’OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) sotto la tutela egiziana. In quegli stessi anni iniziavano le azioni militari di Al-Fatah, creata dal futuro leader dell’OLP Yasser Arafat. La guerra dei 6 giorni del 1967 sancì l’occupazione completa del territorio palestinese da parte di Israele; venne conquistata la Cisgiordania (prima in mano ai giordani), la striscia di Gaza, Gerusalemme Est e la penisola del Sinai, con un’ennesima violazione delle risoluzioni ONU. Questo conflitto terminato con un’altra sconfitta, spinse Al-Fatah e molti altri movimenti per la liberazione della Palestina, ad unirsi sotto l’egida dell’OLP, che radicalizzò la sua politica e divenne il portavoce ufficiale delle istanze palestinesi. Il settembre nero del ’70 (massacro di palestinesi in Giordania) non fece altro che esacerbare questa situazione già critica. Gli Stati Uniti sono interessati a mantenere calmo lo scacchiere mediorientale, e allo stesso tempo tendono a salvaguardare gli interessi di Israele, storico alleato. La situazione internazionale non ha quindi favorito il raggiungimento di una soluzione al problema israelo-palestinese. Le risoluzioni dell’ONU non sono mai state fatte rispettare. Risulta incomprensibile come le Nazioni Unite non ne abbiano mai imposto il rispetto ad Israele. A distanza di decenni il diritto al ritorno dei profughi, e alla creazione di uno stato palestinese indipendente, continuano a venire palesemente ignorati. Perseverare su questa linea significherebbe aggravare una situazione già incandescente che rischia di assumere proporzioni globali, essendo la questione palestinese, per i movimenti islamici, l’emblema dell’arroganza e arbitrarietà occidentale (statunitense in particolare). ASSOPACE PALESTINA da anni, attraverso i suoi attivisti e i volontari, lavora affinché le logiche del conflitto vengano palesate e non distorte, così come i media ufficiali diffondono, con una serie di iniziative finalizzate a supportare i Comitati Popolari di Resistenza, a realizzare importanti progetti a favore della popolazione palestinese e attraverso i viaggi conoscitivi, in quel po’ che rimane del territorio della Palestina, e testimoniare le condizioni in cui versa il popolo palestinese. Se anche tu hai a cuore le sorti di un popolo che non ha voce e continua a subire quotidianamente le angherie e i soprusi della dominazione israeliana, se sei convinto - come noi - che la Pace non può esserci se non a partire dall’annosa questione israelo-palestinese, iscriviti e sostieni ASSOPACE PALESTINA: è un gesto di libertà, è un segnale di pace. ASSOPACE PALESTINA BOLOGNA info: 3357456877 assopacepalestina.org Versa il tuo contributo sul conto corrente bancario: Assopace Palestina Banca Unipol IBAN IT 50 O 03127 74610 00000 0001527
Posted on: Thu, 04 Jul 2013 16:47:34 +0000

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