Interessi economici tra Italia e Kazakistan: ecco cosa c’è - TopicsExpress



          

Interessi economici tra Italia e Kazakistan: ecco cosa c’è dietro il caso Ablyazov “Al cospetto del Presidente Nursultan Nazarbayev e del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sono stati sottoscritti cinque accordi bilaterali di natura interstatale e intergovernativa nonché quattro documenti commerciali tra imprese kazake e grandi gruppi italiani, come Eni e Finmeccanica”, dichiarava l’ambasciatore in Italia Almaz Khamzayev in un’intervista del luglio 2011. In effetti l’anno prima, a novembre, si tenne un business-forum “Kazakhstan-Italia” che produsse 12 accordi commerciali dal valore di diverse decine di miliardi. Nella stessa intervista l’ambasciatore spiega che questi 12 accordi sono nulla di fronte alla firma del trattato di partenariato strategico. Fra la Repubblica del Kazakhstan e l’Italia c’è infatti un accordo di “profonda” amicizia che comprende tutti i settori economici. E non solo, assieme i due Paesi devono affrontare pure strategie comuni di business. Senza nulla tralasciare. Evidentemente neppure le questioni politiche, perché ancora non è del tutto chiaro quello che è successo ad Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente Kazako Mukhtar Ablyazov, per mano degli agenti della Digos. Quello che è certo è il risultato. Un gran favore a Nursultan Nazarbayev, il leader dell’ex Paese sovietico, che ha già provveduto a filmare l’arrivo della donna ad Almaty (assieme alla figlia) e l’immediato arresto. Per poi piazzare il video su youtube a mo’ di scalpo da esibire. Ablyazov dal 2009 vive a Londra e Nazarbayev ha più volte minacciato Downing Street: o tolgono lo status di rifugiato o i contratti petroliferi ed energetici con le compagnia inglesi rischiano di saltare. L’Italia può permettersi di stare a un bivio simile? La risposta passa a Enrico Letta che ha chiesto una verifica sull’espulsione della donna. Pur essendo numerose le relazioni del comparto costruzioni (Todini in pole position) non si può dimenticare che il nostro Paese importa l’85% dell’energia che consuma. E gli interessi dell’Eni attorno ad Astana e Almaty sono ingenti. Il Cane a sei Zampe, che è presente nel Paese dal 1992, ha recentemente assunto la responsabilità della prima fase del progetto di sviluppo dell’enorme giacimento offshore di Kashagan, un’area di 4600 chilometri quadrati nel nord del Mar Caspio. L’intero progetto, che occupa 19mila operai locali, è affidato al consorzio North Caspian Sea Production Sharing Agreement (NCSPSA) a cui Eni partecipa per poco meno del 20 per cento. Anche Mario Monti lo scorso anno, a marzo, aveva fatto un tour asiatico e quella di Astana divenne all’ultimo momento da ultima tappa a prima in agenda. Forse perché i giacimenti del Kazakstan da soli valgono l’1,8% delle riserve mondiali e durante la guerra in Libia se non ci fossero stati i giacimenti dell’ex Urss, l’Italia sarebbe rimasta al buio.
Posted on: Sat, 06 Jul 2013 18:19:23 +0000

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