LA STORI...ELLA SI RIPETE Il popolo americano ha una strana - TopicsExpress



          

LA STORI...ELLA SI RIPETE Il popolo americano ha una strana concezione di cosa è giusto e cosa non è giusto ma soprattutto, l’opinione pubblica conta davvero molto ed è determinante per una amministrazione. In questo gioco alquanto bigotto è necessario che avvenga quel qualcosa che determini una controtendenza del pensiero nello stesso cittadino americano. Agli americani le chiacchiere non bastano, vogliono i fatti e se questi non ci sono e sono talmente evidenti, è difficile che un cittadino venga convinto dai discorsi. Nel 1941, la seconda guerra mondiale era iniziata il primo settembre del 39, ben due anni prima, la stragrande maggioranza del popolo americano non vedeva di buon occhio un allargamento del conflitto con l’intervento degli Stati Uniti, anzi, tale evenienza non la calcolavano proprio e lungi da loro, che male male non se la passavano, trovarsi impelagati in una situazione che avrebbe portato morte, recessione economica e tutto quanto può portare una guerra. Hitler era lontano 8000 km, figuriamoci come avrebbe potuto arrivare fin la. C’era necessità di convincere i cittadini in qualche modo, modo, che non fosse una semplice propaganda contro il nazismo o sui massacri perpetrati dai giapponesi, ma qualcosa che oggettivamente mettesse in pericolo la sicurezza nazionale americana. Viene trovata la soluzione Pearl Arbor, che guardando attentamente i filmati dell’epoca qualche dubbio la lascia, se non altro perché non si capisce come 5000 aerei siano potuti piombare su una base navale, guarda caso pullulante di navi, senza che siano stati avvistati (i radar già esistevano) che tutto il personale militare, in quel momento era a fare i bisogni fisiologici e i pochi di guardia giocavano a briscola. I fatti, ci sono, gli americani sono convinti, si va alla guerra. 51 anni dopo, stessa situazione, scenario completamente diverso, ma identiche ragioni. Saddam Hussein massacra i curdi, poi prende la strada del Kuwait e lo occupa. Americani in delirio, ma Hussein ha massacrato i curdi, ha invaso un paese distante 12000 chilometri, faccia pure, a noi non interessa. Eh no, deve interessare eccome perché li c’è il petrolio, ce ne è tanto e ci sono gli oleodotti (tanti sono Francesi, ma visto che dalle beghe di Hitler cinquant’anni prima ce li hanno levati gli americani si sentono in dovere di chiedere nuovamente una mano). Bush ha le mani legate, l’opinione pubblica lo inchioda, deve essere trovata la scusa tangibile che l’aggressione è diretta al popolo americano. Presto fatto, guarda caso piovono due missili su una caserma americana (dall’Iraq Saddam con i suoi armamenti non ci sarebbe arrivato neppure se li avesse portati a spalla) e tre o quattro motoscafisti improvvisati si lanciano su navi americane in transito nel Golfo Persico (passavano di li per caso). Un paio di questi sfondano da parte a parte una corazzata che una esplosione nucleare fra poco non avrebbe neppure scalfito e fanno morti, soldati, americani. Gli americani adesso sono convinti, via libera a bastonare Saddam (il giorno prima gli fornivano le armi) compito facile perché sapendo di cosa disponeva e dove lo aveva dislocato è stato come giocare a risiko con un cieco. 60 anni dopo, è il 2001, in Afghanistan, c’è un po’ di confusione, solita menata del petrolio. Gli americani, il popolo, se ne sbatte, quel paese è una pulce, lontano da noi, non ha alcuna importanza, si scannino pure tra loro, talebani e non. Anche qui, non è proprio così, c’è da intervenire perché gli interessi sono forti, ma senza il consenso degli americani non si va neppure al bagno. Adesso è difficile far ingoiare a questo popolo un attacco esterno, le televisioni sono dappertutto e soprattutto i giornalisti sono diventati scaltri, guardano anche il pelo nell’uovo. Trovata la soluzione: massacriamo un bel po’ di americani direttamente a casa loro, diamo la colpa a Bin Laden e partiamo per l’Afghanistan. Come si fa?, semplice, tiriamo giù un paio di grattacieli, 3 o 4000 persone dentro ci saranno, l’impatto emotivo sarà così grande che diventerà una passeggiata. Giù le torri gemelle, colpa a Bin Laden (che se ne stava nella sua grotta) e si parte…guerra. Arriviamo a oggi, siamo un po’ più vicini, in Siria. Opinione Americana?, della Siria non ce ne fotte niente, ….e non ve ne fotte niente?, stanno massacrando (forse) dei bambini. Si è vero però sono bambini Siriani non Americani, non ce ne fotte niente. Obama aveva fatto partire le navi ancora prima di comprendere che al popolo americano non gliene fregava un fico secco, convinto che il fattore “bambini” avrebbe potuto mandare in controtendenza il pensiero degli americani. Niente da fare, rimangono inchiodati per mare, tanto più che adesso c’è anche un altro problema. Se viene tirato anche un sasso con la strombola, Mosca aiuta i Siriani e Pechino gli va appresso. Troviamo una soluzione Obama? Eccola: Versate qualche tonnellata di acido cianidrico nel Volga, avvelenate qualche migliaio di russi, poi fate esplodere un tratto della grande muraglia (una decina di chilometri bastano) ben attenti a prenderci in mezzo una scolaresca cinese, poi fate saltare in aria una vostra ambasciata ( in una città che abbia risonanza mi raccomando, Parigi o Londra possono andare) in modo che ci rimangano sotto un centinaio di persone, poi date la colpa di tutto questo casino ad Assad e potete partire tranquillamente con le cannonate.
Posted on: Mon, 09 Sep 2013 14:29:01 +0000

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