La Cina è leader mondiale nella costruzione di pannelli - TopicsExpress



          

La Cina è leader mondiale nella costruzione di pannelli fotovoltaici. Ne vende moltissimi anche in Europa. Talmente tanti che i produttori nostrani iniziano a lamentare copiose frane dei loro profitti. I suddetti hanno quindi pensato bene di correre ai ripari, spedendo a fare pressione a Bruxelles i rispettivi rappresentanti nazionali di Governo. Con quale scopo? Quello di piazzare dei dazi all’import cinese. Con la scusa, visto che mancano prove certe, che i produttori cinesi distorcerebbero il mercato facendo dumping. Cioè vendendo i loro prodotti sotto costo. La Commissione di Bruxelles ha accettato le proteste e proposto uno scandaloso rialzo dei dazi, che tuttavia dovrà attendere un definitivo lasciapassare da ratificare o rigettare a luglio. La Cina non è rimasta contenta. Ha dunque risposto paventando un’indagine pre/daziaria sui vini europei, sulle auto di lusso e infine, notizia di qualche ora fa, sui prodotti chimici. Un modo per farci capire che se noi facciamo i furbi con i pannelli, loro di certo non se ne staranno con le mani in mano. Mi pare giusto da parte loro. E demente da parte nostra. E’ folle mettere dazi contro un Paese che conta un miliardo e 400 milioni di abitanti. Negli anni a venire tutti consumatori potenziali di nostri prodotti. Oltretutto sui pannelli siamo i primi noi a fare i furbi. Gli incentivi degli ultimi anni, quelli di Stato, hanno favorito un mercato drogato dei pannelli, che di fatto si regge proprio sugli aiuti pubblici. Altro che condotta regolare. Si sono messi tutti a fare/vendere i pannelli solari. Tanto pagano i contribuenti. Sono fioccate nuove aziende di settore come funghi. Aziende che al netto dei contributi statali, semplicemente, sarebbero in perdita di bilancio. E poi, dico io, ma possibile che ancora non abbiamo capito come funziona il mercato? Se la Cina è forte con i pannelli, è giusto che conquisti tutti i mercati. A noi, piuttosto che bloccare i nuovi arrivati, ci conviene riqualificare i vecchi produttori casalinghi, lavoratori compresi, favorendo un loro neo/inserimento in altri ambiti produttivi. L’alternativa sarebbe una guerra commerciale che danneggerebbe molti altri nostri comparti di eccellenza ad alta redditività. Via quindi subito i dazi sui pannelli. Piuttosto, facciamo un bell’accordo bilaterale tra Europa e Cina per liberalizzare del tutto gli scambi. Questo aprirebbe spazi commerciali enormi per le nostre imprese. Creando milioni di nuovi posti di lavoro. Investimenti, ricerca e nuovi brevetti. Dobbiamo attirare i capitali cinesi in Europa. Dobbiamo accogliere la loro cultura e la loro storia. Tramite l’apertura di nuove università cinesi in Europa e nuovi centri di ricerca tecnologica. Istituti di cultura e di socio/scienze umane. Chiudo con un solo dato. In Cina nel 2000 circolavano 5 milioni di auto. Nel 2009 erano 80 milioni. Nel 2020 saranno 200 milioni. E ho citato solo le auto. Non aggiungo altro!!!
Posted on: Sat, 29 Jun 2013 13:01:18 +0000

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